Recensioni per
Frammenti di crimine
di mystery_koopa

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
08/09/20, ore 00:03

Ciao!
Sono capitato su questa storia totalmente a caso, spulciando fra vecchi contest in cerca di qualcosa di interessante da leggere, e il titolo che hai scelto ha intrappolato pure me nella tela della signora Zabini!
Quello che abbiamo davanti, qui, è un noir in piena regola, e il titolo è perfetto per esso: benché siamo spettatori insieme a Blaise di questo crimine, non sappiamo praticamente nulla del perché accada e quali saranno le conseguenze di tale atto. Siamo solo davanti a un istante terribile e crudele, in cui la Vedova Nera miete un'altra delle sue vittime proprio davanti al figlio impassibile.
Mi piace il senso di pesantezza e rumore assordante che hai trasmetto tramite il...silenzio! Mi hai trasportato in quella sala da pranzo così cupa e assordante nel suo essere cristallizzata, e la scelta del vino è come se avessi voluto raffigurare uno sprazzo di sangue in mezzo a una scena altrimenti tutta in un mortale bianco e nero.
Mi piace anche come hai usato il prompt, nonché la scelta di come rendere il sentirsi in gabbia: in effetti, quelli in gabbia sono tutti gli ex-mariti della signora Zabini, che continuano a cadere nelle sue tele e ne rimangono prigionieri per sempre. Ma se ci si pensa bene, anche Blaise e la sua stessa madre sono dei prigionieri: lei in questa sua sequela interminabile di matrimoni e funerali, e lui in quanto questo background famigliare lo ha reso, alla fine, una persona totalmente indifferente alle sorti altrui nonché mancante di empatia. Il fatto che accetti queste morti così, senza battere ciglio, per me indica un suo essere prigioniero di questa realtà crudele tanto quanto quei poveri uomini destinati alla morte.
Complimenti per la storia, dunque, davvero ben scritta!

Recensore Master
28/01/20, ore 12:00

Ciao! Girovagavo sul sito e ho trovato la tua storia e la presentazione mi ha incuriosita parecchio, perché adoro Blaise e anche io avevo scritto della Vedova Nera, si trova così poco su di lei! Bellissima l'idea di pensare che Blaise abbia visto la morte tramite un delitto di sua madre, bellissima la sua introspezione e anche il dettaglio del veleno. Stile elegante e impeccabile, la storia mi è piaciuta molto, complimenti!

Recensore Master
13/09/19, ore 08:50

Ciao :-)
È una vita che voglio recensire questa storia (della serie meglio tardi che mai)!
La storia mi ha colpito perché parla di un personaggio pressoché secondario come Blaise e di sua madre. Credo che nessuno di noi sia rimasto indifferente quando Lumacorno ha detto che la signora Zabini ha avuto sette mariti. L'immagine della vedova nera è sicuramente la più appropriata. Non mi meravigliebbe scoprire che Blaise, tanto bulletto a Hogwarts e perfettamente a sua agio con Draco Malfoy, abbia effettivamente vissuto qualcosa di simile.
Ciò che mi è piaciuto di più però è il titolo: richiama la parte centrale del testo ed è, secondo me, alquanto evocativo.
A presto,
Carme93

Recensore Master
10/05/19, ore 22:22

Mys-kun! La vedova Nera? Suzanne? ^-^ Ah, no, non si chiamava così!
Che bella questa storia, è da due giorni che ce l'ho da parte. Blaise non mi aspettavo che ti piacesse, è un personaggio che in genere suscita antipatia - a meno della ship con Draco. Però, leggendo, vedo che lui è uno strumento, un testimone quasi ammirato delle "opere" di sua madre. Una donna fatale, come traspare dal tuo scritto, che con un velato cambiamento del sorriso passa dalla seduzione alla malvagità più pura.
Anche io sono convinta che abbia creato degli scenari gotici per i suoi omicidi, che devono averle dato gusto in sè, oltre che il vantaggio di sette eredità. Quasi quasi...*0* scherzo, eh!?
La tavola col vino dal colore cupo e intenso, sanguigno era un luogo di morte perfetto. Mi ha ricordato dei grandi classici dell'horror, quelli tratti dai libri di Poe con Vincent Price. Sephen, poveraccio, è tutto compiaciuto della cenetta e del bacio della sposina. Vai, caro Spephen, R.I.P
Eri un uomo ingenuo...
Il prompt della gabbia mi pare eseguito molto bene, in modo non banale; non la solita "gabbia del senso di colpa", etc.
Ne scrivi altre su HP, vero?*-*
mi dispiace non essere su forum questa settimana, ma ti penso
baci, Setsy

Recensore Master
27/04/19, ore 12:51

Ciao mistery!
Eccomi finalmente a commentare anche qui!

Devo fare prima di tutto una doverosa premessa (l'avevo già scritto sul forum, ma non so se tu l'abbia letto!): quando ho letto le flash, l'ho fatto in un modo che con il senno si è rivelato errato, nel senso che fin da subito ho letto alla ricerca delle possibili nomination, e non con il semplice intento di godermi la storia.
Tu sei stato forse tra quelli che ne ha risentito di più, perché nella tua storia ci sono vari aspetti che non mi hanno convinta a pieno in relazione ai parametri da valutare, però rileggendola mi sono resa conto che la storia mi piace, è senza dubbio ben scritta e interessante!

Venendo dunque ai vari parametri, cerco di spiegarti quali erano le mie perplessità, ma sappi che se non avessi lettola storia con gli occhi da 'valutatrice' probabilmente non ci avrei nemmeno fatto caso, o comunque non gli avrei dato particolarmente peso.

Per quanto riguarda il personaggio, è vero che il protagonista è Blaise, ma ho avuto la sensazione che in fondo di lui emerga molto poco, perché risulta più che altro lo spettatore attento di una vicenda a cui lui assiste senza prendervi attivamente parte. Chiaramente dalla sua inazione emerge un certo grado di indifferenza o accettazione che inevitabilmente lo caratterizza, ma resta appunto la sensazione che sia quasi un 'narratore'.
Sulla signora Zabini sappiamo poco e niente, ma credo che tu l'abbia resa bene. Personalmente non l'ha immagino ridere come una folle davanti alla Morte (la immagino più trattarla con una certa freddezza e indifferenza), ma la tua chiave di lettura è senz'altro plausibile.

Per quanto riguarda il prompt, ho trovato geniale l'idea che il prigioniero non fosse il protagonista, ma devo confessare che alla fine dei conti non sono riuscita a percepirlo come tema effettivo della storia.

Lo stile invece mi è piaciuto, l'ho trovato ben calato sulla vicenda e appropriato. Semplicemente, rispetto ad altre storia in gara era uno stile 'normale' (stessa cosa vale per la mia storia, eh! ^^).
Mi è rimasto solo un dubbio sulla considerazione sull'uso del veleno: non è molto chiaro se sia il pov della madre, o se sia Blaise a ricordarsi di una convinzione della madre...

Da un punto di vista delle candidature, il tuo pezzo forte è senz'altro il titolo! L'ho considerato tra i papabili per le nomination perché mi è piaciuto molto: suona bene, è accattivante, anticipa bene l'atmosfera della storia, viene ripreso testualmente nella storia stessa. L'unico dubbio che mi resta è che in realtà nella storia non si legge di un 'frammento' di crimine, ma di un crimine vero e proprio, con tanto di occultamento di cadavere (anche se Blaise non assiste attivamente a questa parte). Dal titolo mi ero immaginata di leggere un Blaise che piano piano si trova davanti degli indizi che alla fine gli fanno comprendere le azione della madre, ecco.
Ma nel complesso ottimo lavoro, qui!

Ok, credo di aver detto tutto, perciò passo e chiudo, e alla prossima!

Volevo anche aggiungere – alla luce di ciò che hai scritto sul forum – che trovo coraggiosa la tua voglia di spaziare in fandom diversi che magari non sono esattamente i tuoi preferiti e/o quelli che conosci meglio: io salvo pochissime eccezioni riesco a scrivere solo su Harry Potter! Quindi ti ammiro per questo e ancor di più per la partecipazione ai contest in questi fandom: è difficile mettersi in gioco in ambiti diversi dal proprio cavallo di battaglia! Al tempo stesso però capisco benissimo la voglia di rimanere in groppa a quel cavallo ;)

Alla prossima!
Isidar

Recensore Master
25/04/19, ore 18:27

Valutazione del contest “Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)!

Grammatica: 7/10
La grammatica è buona, ho ravvisato solo qualche svista legata ai tempi verbali che credo sia dovuta a una semplice confusione tra uso del trapassato prossimo e uso del passato remoto (nel parametro seguente approfondirò meglio questo aspetto):
“ma Blaise aveva sempre curato ogni dettaglio, alla ricerca della perfezione, e l’aveva notato al primo sguardo”: -1; “notò” anziché “aveva notato”. A seguito della modifica, dal punto di vista sintattico va inserito un “che” dopo “Blaise” (e aggiunta una virgola prima del “che” per creare l’inciso) così da non coordinare due tempi verbali diversi; il trapassato prossimo di “aveva curato”, infatti, ai fini del significato è corretto.
“si era alzato da tavolo”: -1; “alzò” anziché “era alzato”.
“Quando le bocche dei due coniugi si staccarono, l’espressione della donna era ritornata: -1; “ritornò” anziché “era ritornata”. In alternativa, per rendere la relazione di anteriorità tra “si staccarono” ed “era ritornata” è necessario introdurre un avverbio che supporti il trapassato prossimo, ad esempio “era già ritornata”.

Stile e lessico: 7/10
Iniziando dal lessico, l’ho trovato interessante. L’impressione che ho avuto è che ti sia impegnato affinché il registro risultasse medio-alto, sensazione dovuta alla scelta di termini poco usuali come ad esempio “commensali”. Che sia stato guidato dall’istinto o da un’intenzione specifica, il risultato comunque è degno di nota: il registro stilistico è adatto al tema del racconto, omogeneo e nessun termine è utilizzato nella maniera sbagliata. Quindi, da questo punto di vista, sei stato molto bravo! La veste lessicale del testo dimostra che hai un vocabolario ampio, o che comunque ti impegni al file di ampliarlo. Le uniche scelte che non ho condiviso sono quelle relative all’uso di “esso” in varie flessioni: in generale, “esso” è un pronome poco utilizzato nella narrativa contemporanea, e dà al testo un sapore arcaico, che dovrebbe essere supportato da un registro a sua volta arcaizzante (nella frase “Esso stesso era assordante” sostituire il pronome con “il silenzio” gioverebbe al testo sia perché ricorda al lettore il soggetto, sia perché sostituisce “esso”); nel caso in cui lo utilizzi al femminile riferito alla signora Zabini, oltre alla questione del residuo arcaico, c’è la questione del pronome femminile riferito a persona, che è “ella” e non “essa” (quest’ultimo è riferito a cose o animali, e solo in casi rari e particolari a persone), a riguardo il mio consiglio è di utilizzare “lei”, perché “ella/egli” sono varianti desuete – non ti ho riportato questo secondo appunto in “Grammatica” perché l’ho reputata una scelta stilistica.

A parte questo appunto, come già detto, il lessico è ottimo e resta coerente a se stesso lungo l’intero testo! Arrivando allo stile, hai scelto una struttura molto “narrata”, nel senso che la tua scrittura racconta dei fatti già avvenuti, e lo fa in maniera molto descrittiva. Lo spazio dedicato ai dialoghi è nullo, hai scelto di affidarti completamente al discorso indiretto, alla terza persona e al tempo passato. Nel complesso, il testo risulta godibile e c’è coesione tra i tre momenti della narrazione: incipit, fulcro, ed explicit (rispettivamente, il presente del racconto che apre la storia, il ricordo del crimine cui Blaise ha assistito, l’epilogo che ritrae il giovane protagonista nel giorno seguente al fatto delittuoso). Non so se in questa occasione fosse nelle tue intenzioni dividere il testo in tre momenti (ricordo che in occasione di Languida ombra si era trattato di uno schema inconsapevole!), ma l’impressione è che qui abbia scelto di articolare il racconto in tre blocchi. Molto calibrato è invece l’utilizzo del corsivo, che ricorre laddove è utile, in genere per spostare l’attenzione sul punto di vista di un personaggio (come nel caso di “banale”, ad esempio, dove emerge il punto di vista della signora Zabini). Ottima anche la gestione della punteggiatura: non sono una estimatrice dei puntini di sospensione a chiusura di periodo – o addirittura di paragrafo –, ma nel caso di “Era più semplice e ugualmente letale, rispetto a un banale Avada Kedavra…” li ho trovati bene inseriti e decisamente utili a rallentare il ritmo sino a sospenderlo, dando l’idea non di una conclusione, ma di una continuazione – una sorta di avvertimento: la mantide religiosa non si fermerà –, dove forma e contenuto vanno di pari passo. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 7/10, a parte il dettaglio sul lessico, è legato a due fattori (l’incipit e la gestione dei tempi verbali), che sono tra loro connessi. A questo punto, spero non ti annoierai perché mi dilungherò un po’ nella spiegazione del mio punto di vista, ma vista la qualità della tua scrittura ci tengo a essere quanto più chiara possibile!

• Partendo dai tempi verbali, in “Grammatica” ti ho riportato alcune sviste, qui vorrei ampliare il discorso. A una prima lettura, con riferimento al blocco centrale del racconto, avevo reputato inesatti i verbi al passato remoto e di conseguenza esatti quelli al trapassato prossimo, questo perché in genere il passato remoto descrive le sequenze narrative della trama principale, che nel tuo caso è la cornice (Blaise che ricorda il trauma vissuto); tuttavia, mi sembrava strano che potessi essere incappato in così tante sviste. Tu scrivi bene, errori di grammatica non ne fai e hai una notevole proprietà di linguaggio, da qui la mia titubanza. Come detto, però, nei testi di narrativa il passato remoto descrive le sequenze narrative della trama principale (lo chiamo “il presente del racconto”), nel tuo caso – stando alla struttura stilistica e al protagonista designato – la trama principale, come detto, è quella che vede Blaise ricordare una sera di tempo prima, difatti il racconto si apre con il passato remoto (“vide”). Di conseguenza, il corpo del testo che si colloca nel passato del racconto andava narrato utilizzando il trapassato prossimo anziché il passato remoto; e in effetti momenti al trapassato prossimo ci sono, sono quelli che ti ho indicato come inesatti in “Grammatica”, questo perché è o l’una o l’altra: cioè, o si considera che il tempo principale sia il passato remoto oppure il trapassato, io dopo aver riletto più volte la storia ho ipotizzato che la tua intenzione fosse quella di narrare al passato remoto (ecco perché ti ho riportato il trapassato come svista nel parametro precedente). Questa “confusione” di tempi verbali, che oscilla tra trapassato prossimo e passato remoto, ci porta all’altro fattore, cioè l’incipit.

• “Blaise aveva dieci anni quando vide la Morte per la prima volta, e scoprì che essa aveva il volto di sua madre; quando si rese conto che, prima di allora, non aveva mai compreso cosa significasse essere in gabbia. // Il prigioniero, però, non era lui”: il problema di questo incipit è che dà l’impressione di collocarsi in un tempo molto posteriore rispetto al crimine commesso dalla signora Zabini e raccontato in seguito. Tuttavia, la conclusione che segue l’asterisco e il passato remoto del fulcro del racconto danno l’impressione che, in realtà, l’incipit sia da considerarsi o atemporale o collocato in quel “giorno seguente” con cui si apre la conclusione del racconto. Le strade sono due (sempre che tu voglia accettare i miei consigli!): o si inserisce un elemento che isoli l’incipit, rendendo a sé stante, oppure si narra al trapassato prossimo il “passato del racconto” (ossia la vicenda del patrigno di Blaise). Nel primo caso, un elemento divisorio può essere il corsivo seguito da un asterisco (omettendo poi quello che anticipa la conclusione), ad esempio, oppure l’allineamento al centro associato sempre a un asterisco, e così via – la sola interlinea, purtroppo, è un marcatore un po’ debole in questo caso. Al di là di questo dettaglio, la frase “quando […] gabbia” ha una sintassi poco efficace: il “quando” iniziale dà l’impressione di incompiutezza, perché arrivati a “essere in gabbia” ci si aspetterebbe l’azione del personaggio, ossia “quando si rese conto che non aveva capito cosa voleva dire essere in gabbia pensò/disse/fece questo”. Il fatto che il “quando” sia preceduto da un punto e virgola, che è una pausa abbastanza forte, rende difficile considerare la frase come accessoria della precedente. Io credo che il senso dell’intero periodo sia questo: “Quando Blaise vide la Morte per la prima volta si rese conto di non aver mai compreso cosa significasse essere in gabbia”; senso che però resta purtroppo inespresso, soprattutto a una prima lettura, a causa della sintassi del periodo. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di riorganizzare la sintassi basandoti sul significato che vuoi abbia questa espressione – anche perché essendo quella di apertura è bene che il suo significato arrivi al lettore alla primissima lettura.

In conclusione, quindi, la tua è una struttura stilistica buona, le incertezze sono pochissime e risolvibili con una rilettura in più! In occasione dell’altro contest mi dicesti di essere molto giovane, quindi non considerare i punti messi in evidenza come “problemi”, ma solo come piccole sviste in cui incappiamo tutti (soprattutto quando si tratta di gestire i piani temporali della narrazione!). Hai scelto una trama complessa per le tue cinquecento parole, e una veste stilistica non semplice. Sei stato di certo all’altezza, difatti il punteggio assegnato resta decisamente alto! Insomma, concludendo per davvero (mi dilungo sempre troppo!), lessico e stile sono buoni, il testo risulta godibile, vi sono quei punti meno efficaci spiegati.

Titolo: 5/5
Frammenti di crimine è un titolo più che adatto al tuo racconto, che ruota attorno a quelli che sono effettivamente dei frammenti di un crimine commesso. Il lettore non sa quali dinamiche abbiano fatto arrivare i personaggi a tanto, non sa cosa accadrà dopo né cosa è accaduto prima, tutto ciò che intravede sono frammenti di una tragedia causata da una donna crudele, che nel suo ridere estasiata si dimostra folle e senza cuore. A parte questo evidente pregio, è anche un titolo in grado di anticipare l’atmosfera e la tematica del racconto, senza tuttavia svelare dettagli della trama – in tal senso risulta anche intrigante, perché suggerisce senza svelare; è quindi un chiaro invito al lettore a immergersi nella lettura. In ultimo, lo trovo anche originale e credo possa identificare la tua storia tra le altre, non essendo un’associazione di parole di uso così comune. Concludendo, non ho proprio nessun appunto da farti in questo parametro, sei stato bravissimo: 5/5!

Utilizzo del prompt: 6.5/10
Il prompt da te scelto, “Prima d’allora, non aveva mai compreso cosa significasse essere in gabbia”, è di certo un tassello su cui si costruisce la storia; lo citi testualmente nell’incipit e ne riprendi il significato in conclusione, con il richiamo alla “carceriera”. Pur attribuendo a Blaise la riflessione suggerita dalla citazione, non risulta essere lui il personaggio in gabbia, più che altro è spettatore non pagante della tragedia del patrigno – personaggio, quest’ultimo, prigioniero in vita e, ancora più tristemente, in morte. Il prompt è sicuramente presente nella riflessione condotta da Blaise, che dinanzi alla sorte del patrigno comprende cosa voglia dire sul serio essere in gabbia: dapprima l’inganno della donna amata, poi la morte occultata. Una gabbia dei sensi che diventa una gabbia eterna. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 6.5/10 è che, riflessione di Blaise a parte, il prompt non risulta essere l’elemento su cui si struttura la trama, difatti risulta anche difficile identificare in Blaise il protagonista – sembra più che altro una storia corale. Il nucleo della trama è il crimine commesso dalla signora Zabini, è lì che si soffermano i pensieri di Blaise ed è lì che anche il lettore sofferma gran parte della sua attenzione, perché tutto ruota attorno a questo inganno. Il prompt, in questo contesto, risulta essere un tassello, una riflessione che fa da cornice ma non da cuore del racconto. Di certo non era una citazione semplice da mettere in scena, e sei stato bravo a renderla in qualche modo rilevante nonostante la trama si focalizzi su altro, è per questo che il punteggio resta comunque soddisfacente!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 6/10
Ho riletto diverse volte la tua storia, perché sono stata molto titubante sul punteggio da assegnare in questo parametro. Ti anticipo che, a mio parere, il problema di questa storia non è l’assenza di una buona caratterizzazione, ma l’assenza di spazio per sviluppare una caratterizzazione del protagonista adeguata a questo tipo di trama. A seguito di ciò che ti spiegherò ho convenuto che assegnare 6/10 fosse l’alternativa più equa nella media di pro e contro.
Il tuo protagonista è Blaise, lo è “da bando del contest”, ma lo è un po’ meno se analizziamo la trama in sé, che sembra essere più una narrazione corale – dove a nessun personaggio è affidato il ruolo di protagonista assoluto –, che una narrazione incentrata prevalentemente su un personaggio specifico. Il tuo Blaise, infatti, è lo spettatore di una vicenda di cui sappiamo molto poco. Dalla riflessione condotta sull’essere in gabbia possiamo intuire che inorridisca dinanzi all’agire della madre, ma il suo assistere inerme e il fatto che guardi poi “distrattamente” il pavimento sotto cui è stato nascosto il corpo del patrigno lasciano intuire un atteggiamento diverso: non di rifiuto ma di indifferenza. Probabilmente, avendo a disposizione più parole avresti potuto approfondire di più la caratterizzazione di Blaise, così da chiarire al lettore se sia inorridito o indifferente, e da lì definire meglio questo protagonista che fatica ad assumere un ruolo di primo piano; inoltre, il tuo Blaise ha dieci anni quando assiste a quell’orrendo spettacolo, fattore non da poco, che però non viene sviluppato nello spazio del racconto. La mia impressione, forse sbagliata!, è che tu non abbia pensato a Blaise come vero e proprio protagonista, ma come personaggio a cui affidare il prompt (e quindi la cornice del racconto). Di certo, ad avere un peso nella resa della caratterizzazione è anche il tipo di trama, che fa un po’ fatica a esprimersi completamente in sole cinquecento parole, unito al fatto che avevi tre personaggi da caratterizzare partendo da zero o quasi. Un’impresa non facile! Del Blaise della Rowling, comunque, il tuo Blaise ha l’alone di indifferenza; inoltre ne hai rispettato la biografia che lo ritrae figlio di una “vedova nera”.
Passando alla signora Zabini, è forse il personaggio più protagonista tra i tre presenti, perché è anche quella con la caratterizzazione più marcata e approfondita: la sua risata estasiata, la premeditazione, l’assoluta freddezza con cui agisce restituiscono un personaggio crudele e folle, del tutto estraneo a sentimenti positivi come l’umanità, la bontà e l’empatia. Un personaggio sopra le righe, che non ha remore nel commettere crimini: lo ha già fatto, lo rifarà – lo sa Blaise e lo sa anche il lettore, una consapevolezza terribile. Hai sfruttato anche molto bene i pochissimi elementi che abbiamo a disposizione su di lei, che dalla Rowling viene in effetti descritta come una mantide religiosa: i mariti scomparsi nel nulla, il patrimonio arricchitosi di matrimonio in matrimonio, quell’unico figlio cui badare. La visione “noir” che proponi di lei è inquietante e convincente, in linea con le notizie che abbiamo dall’opera originale; anche l’elemento del veleno è contestualizzato bene, arricchisce l’immagine di un personaggio privo di scrupoli ma assolutamente vigile nel suo agire. Trovo sia il personaggio più riuscito del racconto, il che è un grande complimento visto che, come detto in precedenza, è anche il reale pilastro della narrazione.
Arrivando al patrigno, di lui non è ravvisabile una vera e propria caratterizzazione, ciò che sappiamo è che appare inconsapevole sino alla fine della crudeltà della propria sposa. Da questo possiamo dedurre che peccasse in ingenuità, ma potrebbe anche darsi che le doti seduttive e persuasive della signora Zabini fossero tali da inibire anche l’istinto dell’uomo più arguto – il che è probabile dato quanto ci dice la Rowling a proposito di questa donna! Tuttavia, nel contesto della trama la caratterizzazione di questo personaggio è trascurabile, essendo un “tramite” per mostrare la crudeltà della donna e lo stato riflessivo di Blaise, che vivendo la tragedia del patrigno sembra acquisire un’importante consapevolezza sulla vita. Trovo sia quindi un personaggio bene inserito, che ricopre bene il ruolo che gli spetta.
Concludendo, quindi, nonostante abbia apprezzato davvero molto la caratterizzazione della madre di Blaise, sia perché coerente al canon sia perché coerente a se stessa e ben sviluppata nell’arco del racconto, non ho potuto non dare maggiore peso alla sfuggevolezza del personaggio che da bando avrebbe dovuto essere protagonista, cioè Blaise. Fuori da contest, trovo che la caratterizzazione di Blaise dovesse comunque essere un po’ più definita, ma la storia e i personaggi che la compongono nel complesso sono convincenti, anche perché agli occhi del lettore immagino che sia la signora Zabini ad assumere il ruolo privilegiato di protagonista – e lei è sicuramente un personaggio ben caratterizzato. Come anticipato, mettendo in relazione pro e contro ho convenuto che, seppure a malincuore, assegnare 6/10 fosse la scelta più equa. Ribadisco, comunque, che la valutazione è strettamente legata alle richieste del contest – se non avessi dovuto considerare Blaise protagonista, il punteggio sarebbe stato più alto.

Totale: 31.5/45

Recensore Master
06/04/19, ore 21:05

Ciao Mystery!
conosco poco il fandom di Harry Potter (ho visto solo il primo film, più o meno ai tempi dei fratelli Lumière) ma qui c’è un noir in piena regola, con una donna non solo assassina ma che possiede qualche cosa del ragno: come il ragno, avvolge la sua preda nella tela e non le permette di sfuggire neppure dopo la morte. Siamo al sesto marito, se ho capito bene, e qualcosa tra le righe ci dice che probabilmente tutti i precedenti hanno fatto la stessa fine: non si può interpretare altrimenti quel guizzo selvaggio negli occhi di lei... e l’ultimo "prigioniero" è proprio il figlio, inevitabile testimone. È inevitabile chiedersi cosa sarà di lui, costretto da vivo alla stessa sorte dell’ultimo patrigno: rimanere imprigionato in quella stessa tela...
Un grande in bocca al lupo per il contest!