Recensioni per
Undici solitudini
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/06/20, ore 22:17

Ciao, eccomi qui per lo scambio a catena del Giardino.

E come ti avevo anticipato, ho proseguito con questa lettura. Come sempre non mi sono pentita: capitolo ben scritto, non ho riscontrato neppure un errore. Per quanto riguarda lo stile è molto scorrevole, è un piacere immergersi nelle tue storie perchè, come forse ti ho già detto, riesci a fare immergere il lettore nell'atmosfera della storia ed a fargli quasi provare i sentimenti del personaggio.

Mirtilla non mi è mai piaciuta tanto come personaggio, se devo essere sincera. Tuttavia la sua storia mi ha sempre messo una tale tristezza! In fondo è morta davvero giovanissima, aveva una vita davanti: quella vita che purtroppo, ora non potrà più godersi. Non potrà mai diventare una donna, conoscere le gioie e, com'è inevitabile, anche i doloori della vita. Tutto ciò non sarà più possibile e questo, a mio parere, è veramente triste.

Detto questo: ti rinnovo i miei più sonceri complimenti, davvero. Continuerò a seguirti anche al di là degli scambi, perchè questa storia merita davvero molto ( come sono sicura, tutti gli altri tuoi lavori ). Spero avremo altre occasioni di rileggerci, ti mando un abbraccio ed alla prossima!

Recensore Master
02/06/20, ore 19:13

Eccomi qui per lo scambio a catena!
Analogamente al primo capitolo, ecco che qui ci concentriamo su un altro personaggio della saga tristemente ignorato.
Penso che siano davvero poche le persone che si rendono conto di quanto la storia di Mirtilla sia tragica, se paragonata a quella di molti altri personaggi della sua età nel Potter-Verse.
Questa bambina ha vissuto tutta la sua vita bullizzata, respinta e ignorata dagli altri, per poi essere uccisa per caso e costretta a vagare nello stesso luogo che le ha causato così tante sofferenze. Non penso che esista destino più tragico del suo, non ha neppure avuto il lusso della morte.
Proprio per questo, sei stata bravissima nel rappresentare il suo tormento interiore e mostrare la sua deprecabile situazione. Di solito, è un pg ignorato a favore di altri più popolari, ma secondo me ha sempre avuto un grande potenziale.

Recensore Master
22/05/20, ore 09:01

Eccomi di nuovo dalle tue parti!
E visto che se ne parlava nei giorni scorsi, questa storia capita al momento giusto!
Mirtilla è un personaggio particolare, spesso risulta quasi una macchietta con il suo atteggiamento, anche volendo è difficile empatizzare con lei a causa del perenne atteggiamento lagnoso.
Quando si è adolescenti tutto sembra andare storto ma poi per fortuna si cresce e con il tempo le cose migliorano. A Mirtilla però è stata negata questa possibilità, e si rende conto di aver sbagliato tutto, di aver perso la vera libertà con i suoi muri mentali che si è costruita prima di morire. Fa quasi sorridere come ironizza sul tempo all'inizio e poi rattristano le sue riflessioni più profonde nella seconda parte della storia. Mi è piaciuta molto la frase finale "Eterno Purgatorio e neanche un peccato da espiare", che mostra come sia stata involontariamente vittima di se stessa e degli eventi che l'hanno travolta.
Un'altra solitudine, per di più di un personaggio secondario, descritta davvero benissimo!
Alla prossima!
Barby

Recensore Veterano
15/05/20, ore 13:23

Ciao. Lo so che non ci conosciamo come autori ma sai... passavo di qui. Sono nuovo del fandom, mi sono lanciato da poco nella stesura di una storia, e sto cercando di entrarci in punta di piedi. E niente, per me qui tu sei un po' "un mostro sacro", ovviamente senza offesa e quindi niente, sono passato a leggere qualcosa di tuo. Perché questa storia in particolare? Perché mi piacciono le storie melanconiche, piene di introspezione. Insomma, meglio di Mirtilla non potevo cercare. Mi piace modo il tono che sei riuscita a dare alla tua storia, il messaggio che si nasconde e quello che invece cerca di mettersi in luce. Un parallelo tra vita e morte che perdura con un unico denominatore comune: la prigionia. Da viva, la Mirtilla prigioniera delle sue insicurezze ma che in fondo viene reclusa dietro muri che non ha generato ella stessa. No. Il pregiudizio che costruisce ostacoli invalicabili e che può portare all'isolamento, come succede in questo. Malcontenta sì, ma non solo di sé stessa, vittima sacrificale degli scherni dei compagni. Quasi mi pare di vivere la scena: gruppetti d'aloscenti che bisbigliano e ridacchiano alle sue spalle, gettando galloni di benzina sul fuoco delle sue insicurezze. Che poi, già l'adolescena in sé è un periodo in cui ci si pone mille domande, in cui lo specchio può restituire un'immagine deformata dagli occhi di chi cerca conferme. Abbandonati i pensieri innocenti dei bambini, cominciano a emergere i primi quesiti in ambito sociale. Sarò accettato? Sarò abbastanza? E qui veniamo alla seconda retta che viaggia parallela: la prigionia che Mirtilla vive anche dopo la morte. Reclusa in un corpo che non può maturare e con esso non cresceranno nemmeno i suoi pensieri. Relegata a una giovane e insicura adolescente per l'eternità. Malcontenta sì, d'una condanna che senza dubbio appare sbilanciata e priva di senso. Non riesco proprio a pensare a una colpa tanto grande da meritare un giudizio del genere.
Insomma, come avrai intuito mi è piaciuta molto questa storia. Uno stile pulito, ricercato e aggraziato che spinge a pensare.
Chapeau.

Ti saluto,

ci leggiamo presto.

Recensore Master
01/05/20, ore 22:22

Ciao, eccomi qui a commentare il secondo episodio di questa raccolta atta a scoprire i personaggi delle ultime file.
Nonostante sia una flash, penso tu sia riuscita a dar un ottimo spaccato su Mirtilla e la sua solitudine. Derisa nel mondo babbano, derisa in quello dove pensava di aver trovato la libertà, non le è restato che proteggersi alzando muri da cui, morendo, non ha potuto più liberarsi: eternamente costretta nella sua adolescenza.
Mi è davvero piaciuto come hai reso il primo prompt dell'accorgersi improvvisamente di essere sempre stati in gabbia, soprattutto il momento in cui Mirtilla comprende che i muri che ha alzato attorno al suo cuore, sì, la proteggevano ma allo stesso tempo la isolavano, non la facevano vivere davvero. Comprensione che arriva, purtroppo, troppo tardi, ora che è di nuovo imprigionata in un limbo per l'eternità.
Per quanto riguarda la forma l'ho trovata assolutamente corretta, così come lo stile. Ho apprezzato moltissimo l'accentuare in corsivo di quelle frasi e parole chiave che ha saputo dare ancora più profondità al tutto.
Non mi resta che rinnovarti ancora una volta i miei complimenti.
Alla prossima
Cida

Recensore Junior
24/01/20, ore 14:24

5- Presenza di spirito - blackjessamine

Stile 5 su 5:
Durante la lettura ho notato dei giochi di parole che hanno reso il racconto breve davvero molto interessante. La punteggiatura è inserita in maniera magistrale e così anche il lessico utilizzato. Infatti, il testo è suggestivo e ricco di metafore, che ben imprimono nella mente determinate immagini che aiutano a definire l'introspezione e la caratterizzazione del personaggio di Mirtilla.


Trama e Originalità 8 su 10:
Dopo i suoi pensieri sulla solitudine, Mirtilla racconta l'origine del suo nome e come quest'ultimo le abbia creato delle aspettative, ma che puntualmente sono state infrante. Hogwarts è stata sia la sua salvezza, ma anche la sua fine.
Molto particolare questo racconto e perciò, dal punto di vista dell'originalità, nulla da dire. Per la trama, invece, è una flashfic e dunque non posso aspettarmi chissà che grandi sviluppi eppure devo tenere conto di questa poca dinamicità all'interno del testo. È evidente che il tutto è stato strutturato per approfondire l'introspezione e la caratterizzazione del personaggio, ma tra i parametri è indicato quello della “Trama” e, almeno secondo me, è stata poco scandita. Hai preferito con questa flash di puntare su altro.


Caratterizzazione e Introspezione dei personaggi 8.5 su 10:
Se nella prima parte del racconto l'introspezione e la caratterizzazione di Mirtilla mi ha convinta, nella seconda parte un po' meno. Mi spiego meglio. La Mirtilla dei libri e dei film di Harry Potter è sempre stato un fantasma lamentoso, triste e suscettibile. Rinfaccia la sua morte a chicchessia, motivo per il quale non è molto amata in giro e gli studenti di Hogwarts cercano sempre di evitarla. I pensieri che hai mostrato di lei sono fin troppo articolati per una personalità come la sua ma, d'altra parte, sei riuscita in alcuni momenti della storia a centrarla come personaggio e questo mi ha permesso comunque di apprezzarla.


Utilizzo del pacchetto 10 su 10:
Hai scelto di utilizzare il pacchetto Jack o' Lantern e, direi, che è stato perfettamente sviluppato come pack. Mirtilla è un fantasma e con questa flash ci hai reso partecipe del suo animi motus.


Gradimento personale 9 su 10:
La trama ha poco svolgimento e a tratti non mi ha convinta la protagonista ma: uno stile accattivante, un richiamo a Myrtle Wilson di “Il Grande Gatsby” e un'introspezione e una caratterizzazione che in parte funziona per il personaggio di Mirtilla; mi hanno reso gradevolissima la lettura!

Totale 40.5 su 45

Recensore Master
25/10/19, ore 12:20

Ciao blackjessamine, navigando sul forum (che novità!), ho trovato questa tua storia che partecipa al contest di Halloween. Nuovamente ho ritrovato il tuo stile così piacevole ed evocativo. Mi è piaciuta l'introspezione che hai offerto di Myrtle e la frase di chiusura è veramente bellissima! Ho trovato molto bello anche il titolo: un sottile gioco di parole che secondo me si sposa bene con il personaggio da te descritto. Il riferimento al Grande Gatsby è stata poi una chicca. Complimenti!

Recensore Master
15/09/19, ore 11:09

Ciao :-)
Anche questa storia è molta bella! Mirtilla è un personaggio secondario e poco approfondito, ma merita anche perché, anche se tendiamo a dimenticarcelo, anche lei è una vittima di Tom Riddle (tra le prime tra l'altro) e poi è solo una ragazzina purtroppo vittima di bullismo.
Mi si stringe il cuore a pensare che Mirtilla si trovasse in quel.bagno solo perché la prendevano in giro per qualcosa di stupido (gli occhiali, i brufoli) e lei doveva essere intelligente se era una Corvonero. La cosa peggiore che a distanza di quasi un secolo le cose non sono migliorate, anzi. La Rowling inserisce molti episodi di bullismo (Mirtilla, Eloise Midgeon anche se indirettamente ma si capisce che doveva soffrire, Severus e i malandrini), ma, tranne che con Malfoy, mi sembra che sorvoli un po'. Certo mi rendo conto che la trama principale obbligasse a seguire ben altra direzione, ma, non so, una condanna più netta sarebbe stata preferibile (o forse siamo noi ora che lo percepiamo come un argomento terribilmente attuale).
Mi piace molto il tuo stile e ho percepito la sofferenza di Mirtilla di non poter crescere, di dover rimanere con un'adolescente per sempre. L'idea di non poter superare le proprie difficoltà e insicurezze è tristissimo.
Complimenti!
A presto,
Carme93

Recensore Master
30/04/19, ore 15:28

Ciao jess!

Eccomi infine a commentare anche la tua storia!

Ho apprezzato molto la scelta del personaggio, che trovo abbia un suo perché sia in quanto fantasma (una tipologia di personaggi che apre a molte considerazioni sulla vita e sulla morte), sia in quanto adolescente: mi è capitato di scrivere o riflettere su altri personaggi 'fantasma' nei termini di cui sopra, ma non ho mai usato Mirtilla in quella chiave di lettura, e invece il fatto che muoia da adolescente rende il tutto ancora più interessante.

Nel complesso la tua storia mi è piaciuta molto: per le riflessioni che ha suscitato; per la "godibilità" generale (ho sorriso in più di un momento); per il resto fluido e coinvolgente; per l'attenzione ai dettagli potteriani (come nel paragone con l'Erumpent); per alcune frasi davvero accattivanti, come l'ultima (anzi, come le ultime due), come "anche nel castello delle fiabe si può perdere la libertà d'essere felici", come "scambiando gocce d'acqua per lanci di pietre".

Ammetto però che la caratterizzazione di Mirtilla non mi ha convinta in toto.
Cerco di spiegarmi, partendo invece dalle cose che mi sono piaciute di più: il flusso di pensieri della prima parte, relativamente disordinato (com'è naturale che sia!); quei piccoli commenti autoironici che sembrano quasi freddure (sono una persona spiritosa è geniale!); il ricordo di quando da bambina sognava di essere una principessa in un castello.
Altri pensieri, invece, mi sembrano come troppo 'avanzati' per lei, forse perché io tendo a immaginarla abbastanza 'bloccata' al momento della sua morte, quindi bloccata con una mente d'adolescente (e forse non la più brillante in circolazione, diciamocelo) che a distanza di cinquant'anni sappiamo lamentarsi ancora di quando venne presa in giro per gli occhiali, e che quindi sembra 'bloccata' in quel setting di pensiero del 'tutti mi odiano/mi prendono in giro', motivo per cui è deliziata quando qualcuno si interessa a lei – fosse anche per chiederle come è morta – o quando qualcuno la tratta come un'amica/ha bisogno di lei, vedi Malfoy al sesto anno (e di contro, si offende all'istante quando non viene considerata, vedi Ron che le chiede qual è il problema se qualcuno le scaglia addosso un oggetto).
Per queste ragioni, ho avuto la percezione che certe considerazioni di Mirtilla su se stessa siano al di là delle sue effettive capacità: parlo di considerazioni come "Io sono la donna prigioniera di una vita infelice, prigioniera di un marito geloso, la donna che muore in mezzo ad una strada."; parlo della sua consapevolezza di essersi creata muri da sola (consapevolezza che io invece non riesco davvero a percepire in lei, per quanto sia d'accordo con te che Mirtilla non possa essere solo ciò che vede Harry); parlo delle considerazioni finali sulla Morte liberatoria, in contrapposizione alla "vita" che invece si ritrova.
Non so, forse queste ultime considerazione in particolare le avrei forse apprezzate di più magari in terza persona, come fatte da un narratore onnisciente (mentre condivido assolutamente la scelta di usare la prima persona per il resto della storia!)

Per quanto riguarda il prompt, credo tu l'abbia sviluppato bene e mi ha intrigato molto l'idea di associare la condizione di fantasma a una prigionia (totalmente d'accordo in merito!), anche se i miei dubbi sull'ultima parte in realtà si ripercuotono un po' anche su questo aspetto (nel senso che tra tutti i fantasmi lei mi sembra quella meno propensa a "internalizzare" la sua situazione, ecco).

Infine, il titolo è veramente carino e l'ho trovato geniale, anche se a mio avviso rispecchia molto bene la prima parte della storia, più leggera, e meno bene la seconda parte. Cioè, sapendo il titolo e il personaggio, mi aspettavo una storia con toni diversi, molto più vicini appunto a quelli della prima parte. Confesso che mi sono trovata a pesare che questo titolo sarebbe stato perfetto per l'altra storia su Mirtilla, in realtà ^^'
Mi è piaciuto comunque come tu abbia ripreso il gioco di parole con 'persona spiritosa'!

Ok, credo di aver detto tutto, spero di essermi spiegata decentemente, per qualsiasi dubbio/spiegazione sono qui! :) Tanto lo so che tra noi due va a finire sempre in chiacchiere XD

Isidar
(Recensione modificata il 30/04/2019 - 03:28 pm)

Recensore Master
25/04/19, ore 18:35

Valutazione del contest “Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)!”

Grammatica: 10/10
Perfetta!

Stile e lessico: 8/10
Dal punto di vista stilistico hai strutturato la storia come se fosse un monologo della voce narrante nonché protagonista, a tratti si ha la sensazione di avere dinanzi una pagina di diario ricopiata per bene. È un flusso che sembra essere rivolto a qualcuno, non a se stessa, e per tale ragione non riesco a identificarlo come un flusso di coscienza. Differentemente da un flusso di coscienza, infatti, i pensieri espressi dal personaggio risultano molto razionali e bene organizzati: la sintassi è lineare, la struttura in capoversi segnala una suddivisione logica dei momenti, le pause inserite non sono tese a riprodurre il ritmo caotico dei pensieri, ma si accordano alla necessità di chiarezza e linearità. Non vi sono momenti sospesi né pensieri espressi e rimangiati, anche nel momento in cui la voce narrante annuncia di aver divagato lo fa con estrema razionalità, e con un ritmo ancora una volta “stabile”:

• “Ma sto divagando: è facile perdere il filo del discorso, quando non si hanno più abbastanza dita per tenere il conto degli anni trascorsi con un cervello d'adolescente. // Solitudine e troppi pensieri, dicevo”: i due punti introducono una spiegazione, e infatti la voce narrante mette immediatamente in chiaro il motivo per cui ha divagato, tornando sul binario prestabilito già nel capoverso successivo. Se al posto dei due punti vi fossero stati i puntini di sospensione, ad esempio, il ritmo avrebbe subito un rallentamento utile a dare l’impressione di un narratore che incespica nei propri pensieri e tenta di riordinarli.

Questa sua struttura ibrida ha fatto sì che il testo risultasse poco spontaneo, malgrado il tempo presente e la prima voce narrante che non agisce ma riflette. Poco spontaneo perché la linearità stilistica, in questo caso, fa apparire il flusso “costruito”, come se la prima persona fosse apparente o, appunto, si stesse raccontando a qualcuno – come se volesse lasciare ai posteri una memoria di sé. La mia impressione è che questa struttura stilistica dovesse completarsi della terza persona narrante (seconda al massimo), ma non della prima, così da rendere coerente la linearità e razionalità della narrazione (e le espressioni esclamative, che abbondano nell’incipit, sarebbero state un discorso indiretto libero bene amalgamato all’insieme). In sé per sé, cioè fuori dal discorso legato al narratore interno, il testo è strutturato più che bene: i capoversi sono concatenati tra loro e ognuno di essi ha ragione di essere isolato rispetto agli altri; la punteggiatura non è mai errata, ed è anzi molto omogenea e utilizzata allo scopo di rendere i periodi più lineari possibile – difatti i pochi più complessi sono organizzati tramite i due punti –; la suddivisione in paragrafi distingue i momenti della riflessione e aiuta visivamente il lettore a proseguire nella lettura; l’unico blocco allineato a destra, in ultimo, dove introduci anche la lineetta per rendere gli incisi più lapidari, riesce a porre benissimo in evidenza i ricordi rievocati tramite ripresa diretta (tra l’altro, ottimo anche l’utilizzo del corsivo in questo frangente).
Quanto all’uso del corsivo, anche in questo caso è un utilizzo molto razionale e parsimonioso, ne fai ricorso – salvo nel caso dei tre capoversi allineati a destra – quando vuoi focalizzare l’attenzione del lettore su un determinato termine; anche in questo caso, però, l’impressione è che non sia la voce narrante ad sentire dentro di sì la necessità di marcare quei termini, ma che debba farlo in funzione di un terzo (cioè il lettore/ascoltatore).
Menzione a parte per la conclusione in due capoversi (e i passaggi “Diventando donna. // Diventando altro” caratterizzati dall’essere capoversi più che brevi retti dal gerundio, quindi lapidari, tesi a rallentare il ritmo e a spezzare la sintassi), che reputo il momento più emotivo della storia, l’unico in cui si scorge “l’anima” della persona narrante, il suo riflettere su se stessa. Un passaggio che comunque ha il pregio, va sottolineato, di valorizzare l’intero testo, perché essendo quello conclusivo ha anche un maggiore impatto sul lettore.

Passando al lessico, il discorso della chiarezza e della linearità si ripete. Fai uso di un registro medio, che non riesce a replicare l’oralità né la caotica espressività di emozioni e pensieri – la quale soppianta la necessità di ricorrere a un linguaggio d’uso quando si scrive in prima persona, perché il piano comunicativo è un altro –, ciò malgrado la presenza di alcune esclamazioni che si rifanno al piano orale della lingua. Anche in questo caso, la scelta lessicale è in sé per sé ottima: niente ripetizioni, nessun termine utilizzato male, nessuno slittamento immotivato del registro. Il problema sorge in funzione della prima persona narrante che, in questo caso, è il fantasma di un’adolescente (quindi dal punto di vista emotivo e cognitivo bloccato a quell’età) che sappiamo non brillare per ragionamenti astratti complessi. Ad esempio:

Prima e dopo possono essere un modo accettabile di suddividere il pensiero, ma ora è completamente insensato, è una caratterizzazione così ingenua!”: un’espressione come “suddividere il pensiero” (che tra l’altro fa riferimento a un ragionamento di ispirazione quasi filosofica) o un termine come “caratterizzazione” sono lontani dal linguaggio con cui potrebbe esprimersi un’adolescente come Mirtilla, e sono a loro volta lontani da una cornice narrativa che, in apparenza, si presenta come un flusso di coscienza, perché sono termini più “ragionati”. Con riguardo a “caratterizzazione”, invece, non è chiarissimo in che senso sia usato il termine.

Concludendo, quindi, dal mio punto di vista il tratto meno efficace della struttura stilistico-lessicale del testo risiede nel suo essere poco coerente al genere di racconto cui sembra appartenere. Stando alla prima persona narrante, alle sole riflessioni, alla presenza di esclamative e al contesto vago entro cui è calato il tutto, dovrebbe di fatto trattarsi di un flusso di coscienza, ma per i motivi spiegati faccio fatica a identificarlo come tale.
Nonostante questo dettaglio, però, la qualità della struttura è ottima, il testo non manca di coesione interna, è godibile e non c’è una sola svista (a riguardo, per completezza preciso che una situazione come questa “Ora lo so che quella libertà non me la tolse nessuno”, dove manca la virgola dopo “lo so” secondo le regole della dislocazione, non l’ho considerata errore perché l’ho interpretata come scelta stilistica per rendere fluida la frase). Facendo la media dei pro e contro, quindi, ho scelto di assegnare 8/10 in questo parametro.

Titolo: 2/5
Ho letto più volte la tua storia anche allo scopo di valutare questo parametro. Presenza di spirito è un titolo che temo di non essere riuscita a inquadrare, non del tutto almeno. L’ho interpretato come un gioco di parole che da un lato rievoca lo stato di Mirtilla, il suo essere un fantasma (e quindi “la presenza di uno spirito”), e che dall’altro gioca con l’amara ironia della protagonista, che nella prima parte afferma di non essere spiritosa dopo la riflessione sull’essere duri a morire. Al di là di questa mia interpretazione, però, non sono riuscita a rintracciare un legame tra titolo e contenuto della storia. Anzi, il tono del titolo – vuoi perché la presenza di spirito evoca contesti rilassati e sorridenti – è fuorviante rispetto al tono della storia, che malgrado l’amara e involontaria ironia iniziale (neanche troppo marcata, tra l’altro) affronta una tematica drammatica come il sentirsi in gabbia. Il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 2/5 è sia per l’interpretazione data, che presuppone un legame con il contenuto della storia, sia perché a suo modo credo possa essere un titolo in grado di attrarre lettori – fattore fondamentale.

Utilizzo del prompt: 10/10
Hai scelto il prompt “Prima d'allora, non aveva mai compreso cosa significasse essere in gabbia”, inserendolo anche nel testo della storia. Non è un prompt semplice, perché esige un pregresso, un “allora” (il tuo “ora”) cui s’arriva a seguito di un qualcosa di forte dal punto di vista emotivo. Trovo che tu sia stata bravissima in questo parametro, perché la storia risulta essere stata strutturata sulla citazione scelta sin dalla prima riga: le riflessioni della protagonista non fanno altro che osservare e raccontare una gabbia – i muri –, che è stata psicologica prima ancora che fisica. La tua protagonista lo comprende in effetti troppo tardi, quando non può porvi rimedio, cosa significasse realmente essere in gabbia: oltre l’insicurezza, c’è il purgatorio cui è condannata, c’è il limbo senza tempo, dove le lancette sono immobili e non vanno né indietro né avanti. Una consapevolezza molto amara, coerente a quanto suggeriva la citazione. Non ho proprio nessun appunto da farti in questo parametro, trovo che il prompt sia presente dall’inizio alla fine, e al cui significato si ispiri la morale dell’intero racconto. 10/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 8/10
Il solo personaggio della tua storia è Mirtilla. In questo caso preferisco iniziare dal motivo per cui il punteggio non è superiore a 8/10: il discorso affrontato in “Stile e lessico” si ripercuote, purtroppo, anche in questo parametro. La tua storia è narrata in prima persona, quindi voce narrante e personaggio si identificano, e la caratterizzazione del personaggio passa attraverso le sue stesse parole. Il modo in cui Mirtilla si esprime e ragiona, nonostante le diverse esclamazioni iniziali, ritrae un personaggio molto razionale, in grado di ragionare per astrazioni quasi filosofiche (ad esempio: “quando la libertà – di azione e di pensiero – era totale”) e poco incline all’autocommiserazione – anzi, le riflessioni sono così lucide da mettere da parte qualsiasi forma di pietismo. Questo ritratto è poco in linea con il personaggio dei libri, che è sempre apparso molto emotivo, infantile nei ragionamenti e proteso all’autocommiserazione (Harry, ad esempio, riflette sul fatto che nessun fantasma di Hogwarts è suscettibile quanto Mirtilla quando si parla della morte) –; sono sfumature, queste, che per i motivi detti restano in disparte. Arrivando ai pregi e al motivo per cui il punteggio non è inferiore a 8/10, trovo che la caratterizzazione sia comunque riuscita, malgrado la linearità e la razionalità della voce narrante ne abbia offuscato alcune sfumature. La biografia che emerge è quella di Mirtilla, così come sono coerenti al personaggio le riflessioni sull’insicurezza che l’ha perseguitata in vita; a riguardo, sono molto significativi e bene inseriti gli amari ricordi delle prese in giro ai suoi danni. Anche il dettaglio del nome mi è piaciuto molto, perché oltre a essere plausibile dà un tocco quasi decadente alla tragica morte di Mirtilla: tutto ciò che ha in comune con la sua omonima di carta è l’infelicità. Molto rappresentativa del personaggio è anche la frase conclusiva, che sottolinea come questa giovanissima vittima sia spoglia di colpe, eppure è condannata ugualmente a un’eternità di nulla – l’ha condannata la viltà di andare avanti (seppure, stando ai libri, è stato il desiderio di perseguitare la compagna di scuola a non farla andare avanti; però ho interpretato questa tua piccola licenza come un voler andare oltre le apparenze e attribuire la sua scelta a una paura più radicata).
Concludendo, leggendo la storia è impossibile dire che Mirtilla non sia IC e che la caratterizzazione non tocchi i punti salienti della sua vita (così come della morte, come i riferimenti al tempo che non scorre e costringe alle più assurde riflessioni), a mancare sono quelle sfumature di cui ti ho parlato. Il punteggio, comunque, resta alto, quindi brava!

Totale: 38/45

Recensore Master
24/04/19, ore 04:02

Recensione premio

Ciao, cara!
Passo a lasciarti la recensione che ti spetta per il contest "All Together Contest 2.0 - VI edizione". Avevo già letto la storia perché partecipo anche io al contest di Rosmary e devo dire che mi era piaciuta molto (anche se non avrei mai indovinato che fosse tua, devo ammetterlo!).
Ti faccio subito i complimenti per lo stile perché mi è piaciuto molto. Non sono una che ama la prima persona, ma solo perché in realtà la amo troppo e mi infastidisce vederla usata senza criterio, ma questo non è decisamente il tuo caso. Sei stata davvero brava: ho trovato la lettura piacevole, molto scorrevole e fluida. Il tono ironico mi ha divertita in abbinamento a un personaggio sempre descritto come depresso e lagnoso, ma l'ho trovato coerente perché, diciamolo, non penso proprio che anche con se stessa fosse così melodrammatica. Mi è piaciuta quindi questa "differenziazione" che hai fatto tra la Mirtilla che si rapporta con gli altri e la sua voce interiorire... non so se fosse voluta, ma io l'ho trovata molto ben riuscita!
Ci sono alcune espressioni poi che ho proprio apprezzato, in particolare: "Eterno purgatorio, e neanche un peccato da espiare.". Avevo pensato di assegnarti l'Oscar al Miglior Protagonista Singolo anche solo per questa frase!
Per quanto riguarda la caratterizzazione, non ho appunti da farti. Mi è piaciuta molto! Mirtilla è pungente, melodrammatica (ma vorrei vedere noi, a vivere in eterno "con un cervello d'adolescente"!), dotato di un'ironia contorta (ti rubo la definizione che hai messo nelle note perché è decisamente calzante!) che la rende inopportuna da morta come da viva.
Mi è piaciuto anche il cambio di tono della storia: la prima parte è più "allegra", mentre la seconda diventa decisamente più amara, e mi ha ricordato uno dei tipici momenti di crisi del personaggio, anche se più riflessivo (forse perché non è scatenato da un estraneo, ma da delle riflessioni personali). Ho trovato gradevole anche la storia sulla scelta del nome da parte della madre, anche se triste come tutto il resto.
Se posso farti un ultimo appunto - qua è la mia indole da Giudice che prende il sopravvento! -, io personalmente trovo molto fastidioso quando in un testo italiano si usano i nomi originali inglesi (ecco, magari farei eccezione per Morfin al posto di Orfin perché la mia mania di simmetria fa le fusa per le tre M dei Gaunt, ma ora sto divagando)! Tra l'altro, mentre leggevo a mente ho cambiato tutti quei "Myrtle" in "Mirtilla" e, secondo me, le frasi suonavano comunque bene, quindi, anche se ho visto che hai scritto che l'hai voluto cambiare per gusto personale e abitudine tua, ci tenevo a sottolineare che secondo me era superfluo, ecco xD
A presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Master
21/04/19, ore 09:38

Ciao!
Partecipiamo ancora una volta allo stesso contest (ormai non è nemmeno più una novità XD) e così passo a leggere un'altra tua flash.
E anche questa volta mi è piaciuta, ma forse un po' meno delle altre: non prenderla come una critica, è più per gusto personale che te lo dico, poiché in generale lo stile tragicomico mi dà un po' fastidio. Però in questo caso era anche adatto al personaggio, quindi mi ha fatto di sicuro piacere trovare Myrtle IC anche sotto questo punto di vista. A parte le divagazioni iniziali, la seconda parte è stata molto densa di riflessioni interessanti, in particolare hai saputo utilizzate la citazione (la stessa che ho usato io!) molto bene, adattandola al personaggio ma facendo ugualmente in modo che il suo significato risaltasse molto forte con quell' "eterno purgatorio". Per tutto ciò, quindi, grandissimi complimenti! Solo il titolo non mi è molto piaciuto, ma sarà il gusto personale ancora una volta...
Come avevo detto, ero convinto che la tua flash fosse un'altra, non do proprio perchè! XD
Alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Master
13/04/19, ore 14:11

Ciao blackjess! La tua flash mi è piaciuta. Inanzitutto complimenti per la scelta del personaggio protagonista, è insolita, e l'ho apprezzata parecchio! Ho amato i rimandi fiabeschi che hai inserito nella flash. Assistiamo a un vero e proprio rovesciamento dei ruoli canonici, qui non esiste nessun principe pronto a salvare la bella principessa rinchiusa nel castello: c'è Tom Riddle che uccide, per citarti, "Myrtle l'Erumpent" e la condanna a vivere in un limbo eterno. L'unica costante è il castello, ma Hogwarts in questo caso è una prigione, o meglio... lo è il bagno del secondo piano, il che rende ancora più squallida e misera la condizione di Mirtilla. Bello anche il riferimento alla madre e alla scelta del nome "Mirtilla", sono dettagli che apprezzo particolarmente (Il Grande Gatsby, giusto?).
"No, non sono il simbolo della luce verde all'orizzonte, figuriamoci!
Io sono la donna prigioniera di una vita infelice, prigioniera di un marito geloso, la donna che muore in mezzo ad una strada." è una delle parti della flash che ho trovato emotivamente più densa. C'è quella sorta di tragicomicità tipica di Mirtilla in queste righe, ma si addensa anche una profonda, vera tristezza che esclude i rimandi alle sue solite scenate. Non vediamo Mirtilla filtrata dagli occhi di Harry, Ron, Hermione e Pix alla festa di Complemorte di Nick, vediamo la vera Mirtilla, quella che parla a se stessa in piena solitudine, rivelando i suoi pensieri più bui. Ho apprezzato molto lo stile, ad eccezione della prima parte, quella che
va da "Certo, quello lo avevo capito già prima, a "così ingenua!". È vero, dici che Mirtilla divaga e vuoi dimostrarlo attraverso lo stile, ma non avrei inserito quella parte all'inizio della flash: annoia, e non incita a continuare a leggere una flash che è invece molto carina, che centra il personaggio di cui parla, che propone interessanti collegamenti e spunti di riflessione sulla sua condizione. In sintesi, a parte la poca attrattiva dei periodi citati la tua storia ha decisamente più pro che contro. Anche la sensazione di prigionia si sente, l'ultima parte della flash è molto incisiva, "io non sono, ma sono qui" con "non sono" in corsivo è la mia frase preferita, complimenti!