Valutazione del concorso "Nella mia libreria"
Stile e lessico: 8.75/10
Devo dire che mi è piaciuta molto la pulizia del tuo stile: è lineare, semplice, arriva in maniera molto diretta e non si perde troppo in costruzioni esagerate che rischiano di far perdere il filo del discorso.
Questo si intona perfettamente a quella che è la struttura di base della storia, pur rendendosi la cosa evidente solo alla fine: è un monologo, un lungo discorso diretto, lo sfogo senza veli di una ragazza tutto sommato giovane. Qualcosa di più articolato sarebbe stato, probabilmente, un po’ fuori luogo. Il fatto che si tratti di un monologo si intuisce solo dopo la metà, quando Astoria (scusami, per abitudine la chiamo così…) si rivolge direttamente a Draco. All’inizio la cosa mi aveva un po’ stranita, ma riflettendoci meglio – e soprattutto riflettendo sui pensieri in chiusura di Draco – la cosa ha effettivamente senso.
Pur utilizzando per tutta la storia uno stile molto lineare e un lessico piuttosto semplice, ho apprezzato che ci fosse una cura di fondo che fa capire che ogni parola è scelta con attenzione, nonostante l’effetto finale sia quello di un discorso fatto un po’ a ruota libera.
Ho apprezzato molto che, nonostante la semplicità dello stile e della costruzione delle frasi, il discorso di Astoria risulti molto ritmato, brillante, venato appunto di quel velo di sarcasmo pungente di cui lei ci parla: trattandosi di un personaggio che nella saga viene a stento nominato, è bello trovare degli accorgimenti del genere per imparare a conoscerla non solo attraverso quello che dice, ma anche per come lo dice. Oltretutto, questo dà ritmo e aggiunge interesse ad una storia che, fondamentalmente, non ha una vera e propria trama formata da avvenimenti.
Riesci secondo me a mantenere un giusto equilibrio fra quello che è lo stile colloquiale di un discorso diretto (con i riferimenti a delle interruzioni solo supposte di Draco, o con espressioni molto dirette, come “questa cosa del matrimonio…”), e il ritmo generale della narrazione: non è facile includere tutta la narrazione in un unico monologo senza rischiare di risultare fin troppo diretti, e dunque poco curati, oppure al contrario impostare il discorso in maniera fin troppo artificiosa, togliendo sincerità alla prima persona narrante. Tu non cadi in questo errore, e tutto ciò che Astoria dice, viene detto con il giusto mix di formalità (del resto, per quanto senza veli, si tratta pur sempre di un incontro “accordato” fra gli eredi di due famiglie altolocate) e spigliatezza.
Inoltre, ho apprezzato molto il cambio di registro nel momento in cui ci presenti le impressioni di Draco: il cambio si avverte, ma non c’è alcuno scarto brusco, è un cambiamento armonico, che non disturba minimamente il lettore. Cambia il ritmo, cambia leggermente il registro stilistico, e questo fa comprendere bene sia il cambio di punto di vista, sia il cambio di “stile narrativo” (non è più un discorso diretto, ma si tratta della messa a fuoco di pensieri e impressioni).
Soprattutto nella parte iniziale, ho trovato un po’ ripetitive alcune frasi che presentano lunghe giustapposizioni di virgole, come ad esempio “lei, Serpeverde, le amicizie giuste, una bella, sana popolarità. Io, quella strana, la Corvonero col cuore di serpe, l’ombra silenziosa, la spia.”, oppure, poco dopo “non averlo reso solido, capace d’incutere rispetto, timore. Le lunghe notti insonni, i pasti solitari, i piagnistei nei bagni”. Non è sbagliato, ma a lungo andare, soprattutto in una storia breve come una flash, risulta un po’ poco fluido, almeno al mio orecchio.
Non ti ho poi dato un punteggio pieno in questo parametro perché, nonostante io abbia apprezzato questo stile molto semplice (soprattutto in accordo alla struttura della tua storia), ho un po’ avuto l’impressione che fosse uno stile in un certo senso “trasparente”. Non mi ha particolarmente colpita, non si è molto distinto… è corretto e funzionale, ecco, ma senza qualche guizzo in più. La tua storia (che mi è piaciuta molto, sia chiaro!) non mi è rimasta impressa per lo stile, ecco, ma questo non significa che non sia curata o ci siano grossi difetti.
Sviluppo del pacchetto: 9.5/10
A.Nothomb – Né di Eva né di Adamo, Astoria Greengrass
Questo era, secondo me, un altro di quei prompt decisamente tosti, uno di quelli che fino all’ultimo sono stata indecisa se inserire o no, per paura di dare un’indicazione troppo fumosa. Sono stata quindi molto contenta e curiosa, sapendo che qualcuno aveva deciso di provare a scriverci sopra qualche cosa.
Ammetto di aver sempre interpretato questa espressione come una negazione di colpa (cioè una colpa che non ricade né sull’una né sull’altra parte), quindi sono stata piacevolmente sorpresa di trovare qui una interpretazione un po’ diversa ma altrettanto (se non più) valida.
All’inizio potrebbe sembrare che il tema centrale del prompt nella tua storia passi un po’ in sordina, ma rileggendola è chiaro che, in realtà, tutto è improntato all’ignavia di Astoria (e, in un certo senso, del Draco adulto).
Mi è piaciuto molto come l’indifferenza di Astoria sia stata svelata pian piano: il tutto sembra nascere da una sua riflessione sulla sua adolescenza, sembra quasi prendere una direzione diversa, ma poi, piano piano, emerge la verità: Astoria non si è mai schierata, non ha preso parte a nessuna fazione, e questa è stata una scelta consapevole maturata già in tenera età. Che poi anche il suo matrimonio diventi una scelta presa senza davvero troppo investimento emotivo, facendo un calcolo delle convenienze, ma con molta serenità (non so, Astoria mi dà l’impressione di non essere poi così interessata alla risposta di Draco: se anche lui dovesse mandare a monte il tutto, non credo lei si struggerebbe nel rimpianto) è particolarmente interessante: non le interessa Draco, non le interessa ciò che ha fatto durante la guerra o perché lo ha fatto. L’unica cosa che davvero sembra premerle è conservare la sua libertà e la certezza che, in futuro, potrà continuare a sfuggire a ogni schieramento.
Ho apprezzato tanto anche la parte finale: Draco ha un po’ uno sguardo esterno su Astoria, uno sguardo freddo e sincero, e riconosce forse con più schiettezza e con meno peli sulla lingua di lei la sua totale mancanza di coscienza. Attraverso i suoi occhi vediamo tutta la natura di Astoria: una ragazza furba, che tiene più alla vita e alla sua serenità che a qualsiasi morale. Questo è ciò che davvero lega Draco e Astoria, il grande elemento che hanno in comune, il punto cardine che farà funzionare la loro relazione, ed è significativo che anche la loro unione sia, sostanzialmente, un calcolo per la sopravvivenza.
Era un prompt davvero difficile, ma tu te la sei cavata egregiamente, anche se, effettivamente, bisogna riflettere un po’ per comprendere a pieno il legame tra la storia e il prompt (non che questo sia un difetto, tutt’altro!).
IC/Caratterizzazione: 9.5/10
Non è facile, in una flash, caratterizzare al meglio quello che è, sostanzialmente, poco più di un personaggio orignale: nella saga Astoria non compare mai, e le informazioni che abbiamo, anche da Pottermore, sono pochissime.
Io sono incline a pensare che Astoria sia arrivata nella vita di Draco a portare un po’ di luce, riuscendo ad andare oltre gli orrori della guerra, e convincendolo a lasciarsi alle spalle il suo passato. Mi immagino la loro come una storia d’amore sincera, nata lontano dalla guerra e da qualsiasi cosa potesse ricordarla, ma mi rendo conto che questo è sostanzialmente soltanto un Headcanon.
Secondo me tu qui sei riuscita a costruire molto bene il suo personaggio, e lo hai fatto sia facendola raccontare in prima persona, facendole esprimere senza remore tutte le sue confessioni su quelli che sono stati gli anni della guerra, sia mostrando direttamente il suo comportamento.
Il ritratto che ne esce è quello di una persona fragile, che ha dovuto sopportare un’adolescenza complicata e attraversata da eventi che, a ben pensarci, nessun adolescente dovrebbe mai sopportare. La sua difesa in questo mondo folle è stata proprio quella di non scegliere, di nascondersi, di non prendere mai una posizione evidente che potesse esporla più di quanto fosse necessario. C’è anche un po’ di sfacciataggine nel modo in cui mette Draco di fronte alle verità scomode del loro incontro (non ha problemi a riconoscere che Draco potrebbe trovare spiacevole il loro matrimonio, né ha paura di mettere in campo liberamente quelli che sono gli aspetti negativi della loro unione).
Più di tutto, emerge il suo bisogno di continuare a credere di poter restare indifferente a qualsiasi guerra, la sua libertà di scappare e di nascondersi.
Tutto ciò è confermato anche in maniera “obiettiva” dalle impressioni di Draco, che sembra quasi fare caso a lei per la prima volta. Draco, è vero, compare poco, ma credo che tu abbia colto benissimo la sua vena vigliacca e portata più che altro all’autoconservazione: i Malfoy in generale, e Draco in particolare, a mio parere non hanno mai aderito alla causa per vera devozione o profonda convinzione, ma soprattutto per convenienza. E sono abbastanza sicura che il Draco adulto avrebbe voluto solo vivere defilato, restare ai margini di qualsiasi guerra, non dover prendere alcuna posizione.
Titolo: 3.5/5
Il titolo è quello che mi ha convinta un po’ meno: in realtà, capisco perché tu lo abbia scelto, e trovo che si adatti molto bene alla storia, ma già a una prima lettura mi aveva colpita poco, passando un po’ inosservato. È vero che l’intera flash è una confessione da parte di Astoria, una confessione che però è intrisa solo di sincerità e di apertura, è priva di qualsiasi rimorso. Lei si confessa quasi volesse solo mettere in campo tutte le sue carte, mostrare a Draco che cosa accetterebbe sposandola. Non è tanto la confessione di un peccato, ma più la voglia di aprirsi ed essere completamente sincera.
Mi rendo conto che, in questo campo, entra un po’ in gioco anche il gusto personale, ma devo ammettere che, a dispetto da ciò che si dice di solito, raramente i titoli brevissimi mi colpiscono appieno (a meno che non si leghino al testo con qualche meccanismo particolare). In questo caso, più che altro, l’ho trovato un titolo un po’ debole, poco affascinante: leggendolo così, da solo, non mi avrebbe incuriosita poi tanto ad aprire il testo, ecco.
Gradimento personale: 4.25/5
La storia, nel complesso, mi è molto piaciuta. Soprattutto quando si tratta di flash o comunque storie piuttosto brevi, a me piacciono molto le storie con poca sostanza a livello d’azione, ma più concentrate sull’indagare le motivazioni di un personaggio. E, in questo caso, il personaggio indagato è anche molto interessante, perché lo conosciamo pochissimo. Apprezzo particolarmente il fatto che tu sia riuscita a dare molto spessore ad un personaggio quasi sconosciuto, costruendo un parallelo con le vicende di Draco.
Mi affascina sempre molto immaginare l’immediato futuro dei personaggi, il modo in cui si è evoluto il loro rapporto con la guerra, come siano riusciti a diventare adulti nonostante le esperienze che sicuramente li hanno segnati in giovane età. In questo caso, poi, mi è piaciuto molto che tu sia riuscita non solo a mostrare la condizione al presente di Draco e Astoria, ma anche a ricostruire andando a ritroso la storia di Astoria (che brutto gioco di parole, scusami XD).
Infine, ho apprezzato tanto che, su tutto, regnasse comunque un tono brioso, che mi ha proprio fatto pensare alla conversazione leggera e brillante di una giovane donna intelligente e precisa.
La tua “versione dei fatti” si discosta un po’ da quello che a me piace immaginare di Draco e Astoria, ma non è per nulla in contrasto con le informazioni canoniche, dunque va benissimo così: il bello di queste occasioni è proprio incontrare punti di vista diversi dai nostri ma ben argomentati.
Totale: 35.5/40 |