Recensioni per
Sharpen your Mind Tools
di Subutai Khan

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Ryo
16/06/07, ore 17:36

Questo è il tuo scritto migliore, fra quelli che ricordo di aver letto. Però c'è ancora qualche errorino... cazzarola, non rileggi mai quello che scrivi? Un "dà" senza accento e un terribile "od insoddisfacenti" X Dama Gilraen: La "regola della d" non è molto chiara. Personalmente il più delle volte vado a orecchio. Invece in "se si eccettua il respiro di Andreas che comunque è calmo, lieve e cadenzato" il soggetto è il respiro, quindi quello che dici è assolutamente sbagliato

Tinuviel
12/05/05, ore 15:47

Già con la descrizione iniziale dell'ambientazione (per altro del tutto congeniale al testo scelto) hai centrato il bersaglio per elevare, in partenza, la song-fic a una dimensione universale: sembra di trovarsi davanti a un quadro o ad uno screenshot fisso che sta ad evocare un luogo indistinto, non saprei dire se al di fuori oppure intrappolato dallo spazio e dal tempo, in cui i due protagonisti sembrano comunicare telepaticamente. Andreas nel suo dialogo con la Materia - dialogo che hai ben ampliato rispetto alla lyrics - può essere considerato una rappresentazione dell'innata sete di conoscenza propria dell'uomo e la ragionevole curiosità nei confronti della natura, del mondo, dell'universo, di quel 'tutto' di cui siamo (x fortuna o x sfortuna a seconda dei casi) coscienti di essere una minima parte.
Lo stile è asciutto, lineare, chiaro, quasi scarno, ma non per questo arido...anzi! sei riuscito a dar forma all'estrema passione e alla vitalità che si consumano in questa ricerca di un dialogo, di un incontro, all'impotenza e alla frustrazione che derivano dalla consapevolezza della nostra piccolezza, dal sapere, nostro malgrado, che in quanto uomini, non potremo mai comprendere completamente quello a cui aneliamo...insomma, con altre parole di Vintersorg:br> "trembling before its divinity, it may be larger than infinity"
ma insomma, ci sono momenti in cui è consolante il solo constatare d'esser fatti della stessa sostanza di quello che ci circonda...
Condivido pienamente la riflessione finale! Secondo me se considerassimo davvero la vita come una ricerca piuttosto che un'insieme di mete o acquisizioni certe, molte delle nostre angosce e paure apparirebbero immotivate ocme in effetti sono! ... si ecco dovrei ricordarmelo...¬,¬"

In ogni caso complimenti!! hai saputo riassumere in modo essenziale ed efficace il senso degli ultimi lavori di Vintersorg (quelli dopo la fase più ..ehm... epic black folk... insomma hai capito...)
Un'ultima osservazione: manca forse un tocco di lirismo che in Vintersorg non manca mai (un pò legato musica, un pò presente all'interno dei testi) ...ma forse è un appunto fuori luogo visto che, in fin dei conti, è un lavoro tuo e non di mr. hedlund, eheh!

cmq gli svedesi sono troppo avanti! ;p

Shian Tieus
09/05/05, ore 14:44

Purtroppo non conosco la canzone, quindi ho la sensazione di essermi perso qualcosa... tuttavia, la lettura è in definitiva piacevole; una specie di conversazione con se stessi di stampo introspettivo... mi ha ricordato alcuni lavori di "AliceVolevaMorire"... lo stile è vagamente simile. Nel complesso, un buon lavoro, ma la mia ignoraranza musicale mi ha probabilmente privato di una buona dose di emozioni.

Nuovo recensore
06/05/05, ore 23:04

Semplicemente splendida.
Ho provato a recitarla (ho questa insana passione ;)) e i dialoghi sono costruiti in modo davvero perfetto.
Mi piace l'idea dell'uomo che dialoga direttamente con la materia per dare risposta al più grande interrogativo della filosofia e, alla fine di tutto, nonostante l'interlocutore privilegiato, non riesce comunque a venirne a capo.
Anche i due diversi caratteri sono ben centrati: l'uomo, animale fenomenico, si altera e scalpita per far emergere le proprie ragioni dal momento che il tempo a sua disposizione è limitato; la materia, invece, mantiene la calma che l'eternità gli concede...
Solo due appunti in realtà stupidi: un mio amico (che di professione fa il giornalista) mi ha detto che "ed" "ad" "od" si possono usare, rispettivamente, solo davanti a "e" "a" o"... io ho ricorretto tutte le mie storie per "colpa" sua ;)
Inoltre qui: "Non un rumore attraversa la stanza, se si eccettua il respiro di Andreas che comunque è calmo, lieve e cadenzato. Ovviamente la Materia non respira." sembra che sia Andreas a essere calmo, lieve e candenzato quando, invece, dovrebbe esserlo il suo respiro ;)

Baci,
Gil

mastah
06/05/05, ore 12:43

Strepitosa, semplicemente strepitosa. Inizialmente devo dire che ero un po' scettico, pensavo di non poterla apprezzare appieno non avendo mai ascoltato la canzone da cui è tratta. Mi sono ricreduto quasi subito. Innanzitutto l'idea del dialogo Uomo - Materia è geniale (ma questo non è tutto merito tuo Riggy, lo devi a Vintersorg :D), ma soprattutto l'ultima frase della Materia, canzone o no, fa venire la pelle d'oca...Non solo, subito dopo aver letto la fic ho ascoltato il pezzo omonimo, e devo dire che il tono della fiction è azzeccatissimo se accostato alla canzone. p.s. mi hai fatto venire voglia di scrivere una songfic

Allieva
05/05/05, ore 15:42

Bene, non mi lascerò sfuggire neanche Don't Fear The reaper. Ma ora pensiamo a questa breve song-fic. Inutile pronunciarsi sullo stile. Anzi no, visto che il tuo ego protesta, pronunciamoci, và. Asciutto, essenziale eppure efficace. Colpisce nel segno. Anche se scrivessi emerite imbecillate, riusciresti sempre a dare un tocco intellettuale e cool. Contento ego?
Adoro le personificazioni, per cui trovarmi di fronte a qualcosa di assurdo [ma neanche tanto poi] come la quella della Materia che ciarla gaiamente con Andreas conferisce già un tocco particolare. Le riflessioni filosofiche le rimando ad altro momento, ora sono stanca. Però posso dirti che è stato interessante il modo in cui hai condotto il dialogo. Bravo regista. E con questo, ho concluso. Mi congedo, sensei.

Briseide
05/05/05, ore 13:59

Caspita. E' scritta molto bene,le parole scivolano sotto gli occhi quasi,ma credo che il punto forte sia questo contrapporsi tra Andreas e la Materia,che sembra quasi invincibile,e da questo l'umanità di Andreas viene fuori in tutta quella che può essere la sua imperfezione. La conclusione mi è piaciuta molto poi,con una morale un pò mascherata.