Ok, sono ignobile. Prima ti incito a pubblicare e poi mi faccio attendere con le mie recensioni.
Però neppure tu scherzi: come fai a dire che questo è un finale? Esci il VerooH finale! Non mi puoi liquidare con mezzo bacetto. Ok, non era mezzo. Ok, la storia è la tua e ne fai quello che vuoi. Però uff.
A parte gli scherzi, parliamo di questo capitolo. Sherlock ha sbollito un po’ e con più lucidità capisce che John non ha colpa per quello che è capitato in piscina. Allo stesso tempo realizza che è troppo coinvolto e non potrebbe mai far finta di nulla se John si fidanzasse con un’altra. Lo posso capire, è inesperto, insicuro e per niente conscio della propria bellezza, o comunque dell’influenza che ha sul biondo.
Mycroft, lo aspettavo, speravo un suo intervento, avevo paura che si mettesse di mezzo e scoraggiasse in qualche modo il fratello, ma per fortuna è stato l’esatto contrario. Il maggiore infatti lo sprona a rischiare e ad esporsi con John. Quel “io ti voglio bene” mi ha fatto sciogliere, e subito dopo “sono il più intelligente tra i due” mi ha fatta morire dalle risate, è proprio il nostro adorato Myc.
Quando i due ragazzi finalmente si rivedono in piscina c’è quell’attimo di titubanza, nessuno dei due sa veramente cosa dire o cosa fare. Sono quei momenti di stallo nei quali ti chiedi se è tutto cambiato, se puoi far finta di nulla, o se non c’è da fingere niente perché è veramente come prima. Mi ha fatto piacere leggere che John non ha intenzione di scusarsi. Ha fatto bene a chiarire questa cosa e a far vedere quanto si sia dispiaciuto del comportamento dell’amico. Certo però che due settimane sono lunghe a passare, neppure un sms gli ha inviato a Sherlock, vero che non ha controllo sulle azioni degli altri (alias pazze gelose) ma poteva fare lui qualche passettino in avanti per una volta?
Sherlock si fa coraggio e chiede a John se è stato fidanzato con Jeanette, e quello gli risponde che qualsiasi cosa ci sia stata è successa prima di aver conosciuto il moro. Casualmente eh, non l’ha specificato di proposito, no no. Tutto è lento, ma non noioso, entrambi i ragazzi, forse soprattutto perché così giovani hanno la necessità di prendersi il giusto tempo per fare delle scelte così importanti come può essere quella di intraprendere una relazione amorosa.
“Com’è baciare qualcuno?” non pensavo che Sherlock sarebbe mai stato tanto audace da far capire a John di non aver mai baciato nessuno. La descrizione che il ragazzo da del bacio è qualcosa di fresco puro e prezioso. Al posto tuo non avrei saputo trovare parole migliori: morbido, bello e bagnato.
Vogliamo spendere due paroline per il bagnino inesistente? È vero che dovrebbe essere l’orario delle persone che già sanno nuotare e che non ci sono corsi. Ma una persona che supervisiona dovrebbe essere sempre presente. Si prenda ad esempio un malore improvviso, o un “gioco” se pure stupido come quello di Jeanette, o un tuffo andato male… Nella realtà pretenderei sempre la presenza di qualcuno a bordo vasca per la mia incolumità prima di tutto, ma qui nella storia lo perdono, perché ha dato l’opportunità ai due pesciolini di cui sopra di potersi concedere dell’intimità senza doversi trattenere.
Veniamo al dunque. Galeotti dei tuffi, Sherlock si ritrova abbracciato all’amico e preso coraggio lo bacia. Che tenerezza! Tutto delicatissimo. E tutte le paure che ha avuto fino a qualche secondo prima vengono spazzate via da un unico sorriso di John. Il bacio si rivela effettivamente morbido, bello e… beh anche bagnato, ma solo dopo che John prende in mano la situazione. Mi è piaciuto che John abbia avuto una certa premura e rispetto nell’affrontare il bacio con Sherlock. Per tanti potrebbe essere un “semplice bacio”, ma non è mai così, soprattutto se è la prima esperienza. Bisogna tenere a mente sempre che non si sta interagendo con una statua di marmo o un oggetto, dall’altra parte c’è una persona con dei sentimenti ed è necessario mettere al primo posto i desideri e le necessità dell’altro per amare correttamente (con questo mi riferisco anche alla consensualità di talune effusioni).
Per alcune storie il finale è netto. Si avverte proprio il senso di conclusione, per altre è diverso, si fa un lungo percorso per arrivare finalmente alla dichiarazione d’amore. Anche in questo caso la storia si sviluppa così: in pochi mesi i due ragazzi si incontrano, si cominciano a conoscere in piscina, poi la frequentazione si sposta anche fuori dall’ambito sportivo; il rapporto evolve fino a quando entrambi alla fine non si rendono conto di non potersi far bastare l’amicizia e così si baciano dichiarandosi tacitamente di piacersi reciprocamente. Ecco, queste storie non hanno un vero e proprio finale secondo me. Le considero quasi una prefazione per qualcosa che potrebbe venire in seguito.
Ma non è per questo che all’inizio ho scritto che dovresti postare l’altro capitolo. Questo l’ho detto perché, dopo aver portato a temperatura di ebollizione l’acqua della piscina, ora voglio sapere come si evolve la promessa di John di “un'unica cabina doccia e labbra, mani, pelle…”!
A presto,
K. |