Ciao carissima!
Ero davvero molto curiosa di tornare a leggere la seconda parte di questo incontro/scontro tra Cancer e suo figlio Zalaia.
Zalaia è un personaggio che, come sempre, non manca di affascinare e catturare con i suoi modi di fare e di essere, e che si contraddistingue sempre per un feroce orgoglio che neppure in questo caso viene meno. La situazione in cui si trova è davvero molto complicata dal punto di vista psicologico: è costretto a stare in un posto in cui non vuole stare, con una persona che disprezza profondamente e con la quale ha accettato di interagire per amore della madre. Questa persona cerca con lui un dialogo, nonostante tutto, e qui si vede molto bene l'atteggiamento del ragazzo che è diviso in due: da una parte si lascia andare a rispondere al padre, a svelare anche qualcosa di sé e del suo passato, anche se controvoglia, dall'altra rimane sulle sue, distante e scostante.
Interessantissimo il confronto iniziale tra i due, in cui Cancer si viene a scontrare con una realtà a lui estranea e che non gli appartiene, e che vede nel figlio, che non mangia la pizza mezza scongelata perché lui caccia, che le zanne e gli artigli mica ce li ha per bellezza. Molto umano lo stupore di Death Mask, che come metro di paragone ha Mnemosine e quindi non è abituato a questa ferinità che il figlio invece dimostra, dato che la donna la tempo era più umana che Dunedain. Questo dettaglio non fa che mettere ancora più distanza tra padre e figlio, perché comprendere qualcosa che ci è estraneo, una cultura diversa, un modo di fare altro, è complicato e mette un muro, una distanza tra noi e quello che cerchiamo di comprendere, cosicché, in questo caso, Zalaia e Cancer si trovano ancora più lontani. Hanno dei punti d'incontro che potrebbero sfruttare, è vero, ma ciò che emerge a primo acchito sono le diversità, nel modo di pensare e di vivere. Dopotutto, Cancer è cresciuto tra i cavalieri, mentre Zalaia in una società militaresca e con una mentalità da branco, e la sua vita tra l'altro non è stata nemmeno semplice. Zalaia è più primitivo, in un certo senso, è più vicino a quegl'istinti primordiali e animaleschi. In questo senso, più che mai sembra un animale in gabbia e in trappola e il suo atteggiamento aggressivo appare, dunque, ancor più realistico e ingiustificato. Non è solo l'odio verso una persona che reputa abbia rovinato la vita alla madre, ma anche il disagio di trovarsi davanti a qualcuno che è diverso da lui e che non può comprenderlo.
Significativo, in questo senso, è il fatto che si senta vulnerabile e a disagio nel mostrarsi nella sua forma umana davanti al padre, cosa che invece non gli succede quando si mischia agli uomini comuni: perché suo padre ha un cosmo, suo padre è potente e, in quella forma fragile e debole, potrebbe fargli del male se volesse. Non si sente, insomma, a suo agio davanti a Death Mask in nessun caso: prima perché lui non capisce la sua ferinità, dopo perché è un umano. Mi è piaciuto molto il fatto che sia proprio questa sua forma umana, che gli è poco congeniale, a essere quella che più lo avvicina al padre e che glielo ricorda, quella in cui può attingere al suo cosmo, un cosmo che lo blocca e a cui si avvicina con timore, anziché sfruttarlo a proprio vantaggio. Ed è altresì interessante che Zalaia detesti servirsi del cosmo no perché detesti suo padre, ma perché gli ricorda di quando era debole e lui e sua madre subivano angherie dal resto del branco, senza che lui fosse abbastanza capace da poter difendere il suo genitore. Zalaia è adulto e maturo e, come hai detto tu, è abbastanza cresciuto da non aver bisogno di una figura paterna, ormai: la madre è stata una donna forte, che gli ha fatto da madre e padre insieme e lo ha cresciuto bene. La società militaresca e guerriera in cui si è trovato calato ha fatto il resto. Zalaia è una persona forte, che odia suo padre non in quanto figura assente per lui, ma in quanto figura assente per sua madre. Non gli perdona di averla dimenticata e abbandonata, anche se a conti fatti non è dipeso da lui.
Ho veramente adorato la parte in cui Cancer osserva la gestualità di Zalaia e vi riscontra una dualità, che è espressione della delicatezza di Mnemosine e del guaritore, unitamente a quella di forza del guerriero. Le mani di Zalaia sono letali e gentili al contempo, e così è Zalaia stesso, che è un guerriero forte e deciso, ma è anche sensibile, come dimostra nel suo profondo amore e attaccamento alla madre. Da qui vediamo come Cancer sia in un certo senso affascinato da questo ragazzo e desideroso di conoscerlo da una parte, ma anche tentato di fargli ripagare l'umiliazione subita dall'altra, mostrando quell'orgoglio indomito che si ritrova anche nel figlio. Leggendo di loro dall'esterno, si può vedere quanto i due si somiglino, più di quanto vogliano e riescano a vedere reciprocamente.
L'addestramento che Zalaia fa sotto Cancer potrebbe essere un terreno d'incontro molto utile per entrambi, un terreno che, se lasciassero cadere l'astio e i muri che hanno eretto, potrebbe davvero portarli ad allacciare un qualche tipo di rapporto, perché questo capitolo mostra e dimostra ancora una volta che questa possibilità c'è, perché al di là di tutto i due si somigliano e, quando non sono impegnati a inveirsi contro, riescono persino a comprendersi.
Devo ammettere che il discorso che fa Cancer al figlio, le giustificazioni (che poi tanto giustificazioni non sono nemmeno) che adduce per il comportamento che ha avuto, mi ha fatto provare un moto di pena per lui: certo, il suo passato è quello che è, e nessuno nega che non sia affatto una bella persona e tutto quello che vogliamo, ma è indubbio che abbia sofferto molto e che la perdita di Mnemosine sia stata una costrizione. Gli è stata manipolata la mente per fargli credere che lei non esistesse, quando invece si trattava di una menzogna, e ha dovuto vivere lontano da lei, pur cercandola, e senza neppure sapere di aver un figlio, un figlio che lui non definisce un errore, ma piuttosto una sorpresa, e credo che in queste parole sia racchiuso tanto, tutto. Perché Death Mask può dire quello che vuole, può anche avere l'impeto di prendere a schiaffi suo figlio per il suo comportamento e atteggiamento, ma il punto è che lo ha riconosciuto come tale, come suo figlio, e lo ha fatto senza neppure doverci pensare. E questo significa che lui lo vuole nella sua vita, che vuole davvero che un tipo di rapporto ci sia, vuole costruire qualcosa con lui. E io avevo quasi creduto che fossero sulla buona strada per un inizio, dato che Zalaia si era aperto con Death Mask sul suo passato e questo gli ha confessato a cuore aperto cosa ha significato per lui stare lontano da sua madre, e invece poi tutto l'idillio e le speranze si sono infranti alla fine, quando il ragazzo è tornato a stare sulle sue, Death Mask lo ha colpito e gli ha intimato di tornare ad allenarsi. Ed ecco che di nuovo è tornata quella distanza a separarli, quella distanza che sembra incolmabile, ma che in realtà si colmerebbe con grande facilità, se solo lo volessero. Ammetto che mi è dispiaciuto vedere che sono tornati al punto di partenza, ma dopotutto non ci si poteva aspettare altro: le ferite di Zalaia sono profonde e ci vuole del tempo perché lui riesca a mettere da parte i suoi rancori, almeno un po', e fare qualche passo avanti in direzione di Cancer. Non dico perdonarlo e guardare oltre come ha fatto Menmosine, ma almeno concedergli qualcosa che somigli anche vagamente a un rapporto.
Questo capitolo è stato davvero di un'intensità meravigliosa, profondo, coinvolgente e a tratti struggente. Mi ha tenuta incollata alla pagina e non mi sarebbe dispiaciuto leggere dell'altro: capitoli così introspettivi e di crescita e consapevolizzazione sono sempre i miei preferiti, e tu li maneggi sempre magistralmente.
Un abbraccio e alla prossima :) |