Recensioni per
Quei giorni di marzo
di swimmila
Due capitoli semplicemente meravigliosi. Sei riuscita con una prosa unica e rara a rappresentare quelli che dentro di me, ho sempre pensato fossero i tormenti taciuti di Oscar nelle settimane successive all' episodio dello "strappo". |
Il tuo modo di scrivere è veramente eccezionale. Da tempo non leggevo qualcosa scritto così bene. Metafore appropriate, ricchezza lessicale, immagini poetiche...mi hai lasciata davvero senza parole. |
Scrittura potente la tua, che inevitabilmente colpisce e tiene incollato il lettore fino alla fine. Non è mai semplice descrivere i moti dell'anima ma sei riuscita a trasmettere tutta la profondità di Oscar. L'azione è nota a tutti , poche parole asciutte per descrivere il movimento ma sembra di essere lì con lei in quell'istante . Sei veramente molto brava, sarà un piacere leggere qualcosa altro di tuo. |
Quante bugie è possibile dire. E qui ritrovo di nuovo le similitudini del mio racconto in cui la nonna ricorda ad André, anche se ormai adulto, in quella sua voce calma, che non si dicono le bugie. E se André mente alla nonna dicendole che non aveva fatto niente a Oscar, qui vediamo Oscar che mente a se stessa e lo sa benissimo. E in questi momenti che vedo le due storie complementari. 😊❤ |
Cara Swimmila, |
Carissima... che bello leggere questo punto di vista, l'altra faccia della moneta. E poi la cosa mi incuriosice perché anche se ho pubblicato L'aria da poco, è possibile che questo tuo scritto lo preceda. E mi fa piacere sapere di condividere questi momenti. |
Mia cara e dolce Swimmila, |
Altro passo di notevole spessore,dove passiamo dall’atmosfera marina della ventosa Normandia a quelle di una caserma colma di uomini problematici e dall’animo sempre in subbuglio che proprio Oscar si ritrova a andare a comandare. Mentre quegli uomini si sono arruolati per cercare una vita migliore lei di contro è lì per dare dimostrazione di una forza di volontà che cerca in tutti i modi di ritrovare dentro se stessa anche se è ben consapevole di essere sola, pronta a continuare a mentire a se stessa pur di non sentire il suo vero io quello che riemerge dalle acque tumultuose dove era naufragato non appena fra i soldati rivede il volto amico di Andrè e il cuore ha un moto di pace finalmente dopo tanto tormentarsi, ma per vigliaccheria nell’ammettere che la sua sola presenza le dona conforto, poiché ha bisogno di lui come dell’aria per respirare, perché senza di lui non sa più dove è giusto andare, in quanto capisce che solo lui ha rapito i suoi momenti felici che sono nel loro convivere e condividere quotidiano lo lascia nuovamente allontanare da sé. Quanto tempo sprecato nel cercare di rincorrere una felicità che si aveva a portata di mano e che senza pietà la si era sempre voluta ignorare per non apparire debole. Nella sua solitudine deve però cercare di essere onesta se non con gli altri almeno con se stessa: Andrè è colui che la completa e rimane la parte migliore di sé. Il rimando al mare che cambia a seconda degli stati d’animo il suo fluire fa comprendere che la calma appena ritrovata è solo pura apparenza, in quanto quegli animi agitati e confusi che si crogiolano in inutili pene stanno solo attendendo che un nuovo dolore li colga. Non so se ho compreso bene il tuo scritto ma queste sono state le sensazioni profonde che ha lasciato in me. Spero di ritrovarti presto e ti rinnovo i complimenti per la tua arte nello scandagliare l’animo umano. Un caro saluto. |
Gentile Autrice, è la prima volta che cerco di commentare un tuo scritto pur avendo letto tutto ciò che hai proposto, ma per me è sempre molto difficoltoso lasciare una recensione poiché i tuoi lavori vanno letti in prima battuta e poi riletti per comprenderne in pieno il significato profondo che talvolta è nascosto dalle parole ricercate che utilizzi e che ti contraddistinguono. In questo primo passo possiamo osservare come Oscar si identifichi con il mare di Normandia, o meglio con le sue profondità, dove le sembra di vivere, non riuscendo più a trarre un respiro lungo e pieno. Osserva il mare e il suo movimento che pare ricordarle nel suo moto ondoso a riva che le cose lasciate in qualche modo ritornano, così come i suoi pensieri verso Andrè e alla vigliaccheria da lei ostentata per cercare di far comprendere che il suo non aver più bisogno di lui fosse solo perché voleva che lui potesse avere una vita vera e felice che invece stando vicino a lei avrebbe solo consumato il tempo appresso ad un sogno che non si sarebbe mai potuto concretizzare. Vuole far credere alla parte più intima di se stessa che l’averlo vicino fosse solo abitudine e non un sentimento vivo e radicato in lei che per sua formazione mentale non può e non vuole ammettere. Qualsiasi moto dolce del suo cuore le si ritorce contro persino quando cerca di avvicinare il cane che macilento sta camminando sulla spiaggia, con gli occhi e il corpo scavati, lui dalla fame, mentre lei ha qualcosa che la scava dentro di cui conosce l’origine ma per orgoglio non vuole ammettere. Bellissime e potenti le descrizioni della natura nei suoi colori a volte violenti come colme di dolore sono le sensazioni di una Oscar senza la speranza di poter consolare il suo animo in tumulto. Notevole prova di scrittura, complimenti e a presto. |
Ciao, |
Ciao carissima, Bello, poetico, dolce e amaro. Lo so che è un ossimoro, ma é così che lo percepisco. Oscar combattuta, incasinata, che neppure lei si capisce! Bello. In una sola parola. A presto! |
Molto bella e poetica questa tua piccola storia che indaga i giorni peggiori della vita di Oscar. |
Cara Ilaria, purtroppo Efp si è " mangiata" la mia recensione! |
Cara Ilaria, ho letto con immenso piacere questo tuo nuovo scritto, che racconto non è, fiction nemmeno, sembra più un' opera letteraria, un saggio che come tale non và recensito, và interpretato. Non si può dire mi piace e basta c'è bisogno di una parafrasi che certamente sarà, da parte mia la benché minima decodifica di tanta tua profonda e introspettiva analisi . Protagonisti di questo primo capitolo, il sole , il cane e i pensieri tormentati di Oscar , sullo sfondo del mare di Normandia in un lontano giorno di marzo che stava volgendo al tramonto. Io ravviso Oscar e il cane randagio molto simili nella loro sofferenza, e nella loro riservata dignità. Alla fine nell' anime Oscar cerca un contatto con l' animale ma viene respinta. È un particolare che mi ha lasciato sempre perplessa. Andre ' ama Oscar ma lei non lo vuole , tu dici giustamente " non era amore solo l' abitudine di averlo accanto". Questa lontananza secondo le menzogne di Oscar gli farà bene, potrà aprirgli le porte verso una nuova vita, ognuno per sé, così dovrebbe essere. Ma è proprio vero? E allora perché gli volta le spalle pronunciando quelle parole cattive?Lo capisce da sola che è stata vigliacca, che è stata ingiusta. Nessuno, nemmeno un cane sofferente e macilento può lenire la sua solitudine. Anche il sole che dapprima sembrava partecipe sostenitore delle sue angosce ora le appare soltanto come un' ennesimo inganno, una burla. Forse è proprio Oscar la più grande nemica di se stessa. Ciao Ilaria e scusa, forse ho sbagliato (quasi) tutto ma a me è sembrata così. Complimenti....scontati! Sei sempre eccezionale |