E alla fine Teodoro si è rivelato il genere migliore di uomo di Chiesa, e la faccenda del libro si è conclusa, sorprendentemente, con una figura di melma un po' meno peggio di quel che poteva essere e la pelle dei malviventi ancora attaccata ai rispettivi proprietari. |
Recensione premio per il contest “Lavoratori allo Sbaraglio” |
"fessi summa cum laude" se mi dai il permesso la userò come motto da oggi in poi ahahahah |
Carissimo, finalmente riesco a completare la lettura di questa tua storia che mi aveva proprio presa e di cui non vedevo l'ora di conoscere i risvolti. |
Mio carissimo Capitano, nonchè autore di romanzi famosi in incognito, eccomi finalmemte da queste parti. l'estate mi fa ammalare, più altre chicche varie, dalle quali questo ritardo veramente imbarazzante... ma ormai lo sai |
Ciao :-) |
Caro Yonoi, |
Uff... ecco svelato il mistero, dunque... la 'reliquia' era avvelenata! Anche se resta il dubbio che fosse un falso del tutto oppure se quelli di Roma avessere usato una vera reliquia per imbimberla di veleno: del resto, più di tutto, a Teofano ha lasciato una sensazione di pace quando guardava il Dormiente; quindi magari dietro c'era un vero artista se pure non si trattava di una reliquia a tutti gli effetti. |
Ave Yonoi, mi gusto la storia, a cominciare dalla prima scena, il novizio mi ricorda Adso, è ironico e tagliente, nonostante si ritenga uno sprovveduto.. Ben ce lo immaginiamo, lui e il suo maestro, con una metaforica coda bassa, con Rosvita a fare da pendant ante litteram.. Le ore trascorse sull’evangelario, che (ap)pare perso per sempre.. E invece riecco i tre del ciuco, insalamati come prosciutti dagli sgherri, liberati dal colpo di genio/invetiva/compassione del magister, almeno recuperano l’affoliato e i monaci tornano alla loro abbazia, i tre furfanti salvano piedi e mani. |
Buon pomeriggio. |
Certo che a quei tre "pellegrini" ne capitano di ogni. Non fanno in tempo a guadagnare due soldi, che non solo vengono arrestati, ma arriva anche la notizia della guerra contro i mori e perciò vengono arruolati a forza. E per di più, legati come prosciutti...anzi, come presiutti, per usare le parole del buon Teodoro. E nonostante l'aiuto dei due monaci, i tre in Andalusia ci sono finiti lo stesso. Poveretti, quasi mi dispiace per loro. Quasi. Intanto, un giovane monaco impara qualcosa di più sul suo maestro, e la giovane Teofano scampa miracolosamente a un attacco di un simpatico gruppo di barbari. La storia però non è ancora finita, e ho l'impressione che debba ancora accadere qualcosina ai nostri eroi... |