cara, bentornata! devo, per prima cosa, spezzare una lancia a favore dello psicologo. va bene, non è il nipote segreto di Freud, però non ha sbagliato nulla, se vogliamo. Peccato che dal capire al saper prendere per il verso giusto Sherlock ci passi un mare, possibilmente quello blu delgi occhi di John. Mi dispiace che abbiano un battibecco riguardo la presunta insensibilità di Sherly. certo, dire: dispiacersi non serve a risolvere casi è giusto, ma non suona bene. Per fortuna però il nostro Johnnino è comprensivo e abbastanza intelligiente da rendersi conto che è la comunicazione, non il cuore, il problema di Sherlock. Sai che ancora non riesco a inquadrare davvero il movente dell'assassino? mi sento un po' tonta ma è così :( |
Ciao, sono contenta che il capitolo sia stato molto incentrato su Sherlock perché ci ha permesso di capire un po' più cose su di lui, quello che gli passa per la testa, i sentimenti che ha... Certo, Sherlock non è ancora consapevole di nulla, sta bene accanto a John, ma sembra confuso. Sembra non riuscire a comprenderlo del tutto e soprattutto non pare avere ben chiara la natura delle proprie reazioni. Lo trovo però molto giusto, alla fine si conoscono da davvero poco tempo. Tempo in cui a fatica sono riusciti a interagire in maniera sana. John spesso equivoca quel che Sherlock dice e viceversa. Ci sono certi passaggi in cui sembra che parlino due lingue diverse, da una parte John è una persona davvero molto impulsiva che spesso parla senza pensare bene a quel che dice, dall'altra Sherlock è davvero molto chiuso in se stesso e parla una lingua un po' tutta sua. Non ha ovviamente piacere al fatto che vengano uccise delle persone, ma non può fare niente per fermare il serial killer e quindi, per poterlo prendere, deve per forza aspettare che questi uccida qualcun altro. In realtà quello che sembrerebbe un ragionamento spietato, è invece di un realismo brutale. Sherlock lo è, e nella serie ha fatto anche ragionamenti di questo genere quindi è davvero molto IC che lo dica. Lui è consapevole di non poter fare niente per fermarlo, non ora e non con le poche cose che ha capito, sta aspettando che faccia un errore come qualsiasi altro detective intelligente avrebbe fatto. Ma John non lo capisce del tutto, non subito e quindi ha una reazione stizzita e quasi delusa davvero molto forte. Sherlock si sente colpito quando John reagisce in quel modo, è sicuro di aver contravvenuto a qualche non scritta regola sociale e per questo si tira subito sulla difensiva. Sono contenta che poi abbia capito e gli sia corso dietro, mi ha fatto davvero piacere vedere John comparire sulla scena del crimine e scusarsi per aver reagito male. Io credo che siano in realtà due persone molto diverse, entrambe con difetti davvero pronunciati e che devono entrambi limare in maniera importante, ma che vanno tanto d'accordo insieme. A confermarlo c'è il fatto che dopo già diverso tempo di convivenza, John non è scappato a gambe levate. Lo dimostra il fatto che comunque e nonostante le incomprensioni, John continui a cercarlo e soprattutto lo dimostra il loro stare insieme così naturale. Il breve dialogo finale che hanno dentro al taxi l'ho trovato significativo in questo senso. Mi piace come John cerchi di conoscerlo, come tenti di capirlo e come lo faccia magari attraverso domande un po' banali (o che Sherlock reputa banali) ma a cui lui comunque risponde. A Sherlock non è sfuggito il fatto che John sia la prima persona a cui interessa davvero ciò che Sherlock ha da dire. Nessuno ha mai chiesto il suo parere su qualcosa, nessuno ha mai trovato interessante quanto aveva da dire né era interessato a lui come persona. Questo è quello che sorprende Sherlock, quello a cui ancora non si deve abituare. Come coppia di amici, Sherlock e John devono ancora rodare per bene ma ci arriveranno. Arriveranno a qualcosa di più profondo e allora io credo che i lati più spigolosi di Sherlock verranno smussati. |