Recensioni per
Dalla tua parte
di hikaru83

Questa storia ha ottenuto 127 recensioni.
Positive : 127
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
25/12/19, ore 18:06

Tanti auguri di buon Natale. Sono qui a lasciarti il maggior numero di recensioni che riuscirò a confezionare questa vigilia. Si, lo so che non c’è bisogno di fare questa maratona, ma mi fa veramente piacere fare questa cosa: è l’unico modo che ho per “ripagarti” per la tua fantastica storia; consideralo un regalo di Natale.
 
Da dove cominciare? Non mi ero resa conto di essere così dietro con i commenti, probabilmente il matrimonio di John è stato un boccone più amaro del previsto da superare. E se in quel caso la tristezza era legata ai due uomini, qui è la misteriosa protagonista a non passarsela troppo bene.
In qualche modo si è allontanata da John e sappiamo che ha raccontato un sacco di frottole. Così tante da non riconoscersi neanche più da sola. E ora si rivede nelle azioni di Sherlock: anche lui mente e manipola John commettendo sempre gli stessi sbagli che l’hanno portato a ritrovarsi da solo.
 
In questo caso non c’è molto del “dietro le quinte” che ci mostri di solito. Abbiamo però una visione in qualche modo interna dei pensieri di John, i quali ci svelano quanto il dottore si stia trovando male a gestire questo rapporto di coppia con Mary e anche il senso di colpa nel trovare Sherlock di nuovo a drogarsi - o forse. I pensieri di John a mio parere sono sempre stati abbastanza lampanti, ma tu li hai “canonicizzati” perché vengono desunti dalla protagonista che conosce l’uomo come le proprie tasche.
 
Meowcraft è stata la ciliegina sulla torta. Non ho amici pelosi, ma, se mai avrò questa gioia, infrangerò i diritti su questo nome! Che poi ci sta alla perfezione il comportamento del gatto, nel senso che all’apparenza un felino potrebbe davvero comportarsi in questa maniera e allo stesso tempo, con le sue azioni pigre, protettive e autoritarie, descrive Mycroft così bene che non ci sarebbe stato bisogno neanche di citarlo per farmelo venire in mente.

Recensore Master
17/09/19, ore 15:46

La tua trascrizione ed interpretazione della scena clou di HLW, in cui John ritrova Sh nello squallore di un rifugio per tossici, è davvero efficace.
C’è proprio tutto: il ghigno di Wiggins, che comunque non sfugge alla pietà umana perché è un relitto pure lui, l’allucinante stanzone in cui, chi si è fatto, cerca di sfuggire alla realtà, l’intervento di John che porta una ventata di energia in quel mondo così buio, il suo rapportarsi con Wiggins, che travolge con la furia del soldato di fronte ad un nemico, l’entrata improvvisa in scena di uno Sh sfatto e vinto.
Ed il nemico c’è, ed è da sconfiggere, perché, appunto, lì c’è anche lui, perso nella corrente della ricerca dell’oblio.
Rispetto ad HLW qui abbiamo un elemento in più, e sono lo sguardo e la costante presenza della protagonista, ed è attraverso i suoi occhi disinibiti di killer professionista che seguiamo le vicende che già conosciamo.
Le luci di scena sono puntate su uno splendido John che si muove a suo agio, con calma e lodevole autocontrollo anche in quell’ambiente così estremo. Riesce a padroneggiare la situazione anche dopo la scoperta di chi sia il “vicino di esperienze” di Isaac.
Nel leggere il tuo pezzo, non ho trovato una fredda e pedante trascrizione dell’episodio dei Mofftiss ma un’interpretazione che mette in risalto il pulsare dei sentimenti, lo scorrere della sofferenza di avere per ostacolo, il caso di John, addirittura una famiglia in cui, evidentemente, si sente estraneo e frustrato.
Lo sguardo della protagonista ci aiuta ad avere una visuale più obiettiva di quello che sta succedendo e che abbiamo visto dai Mofftiss.
In questo capitolo c’è un tocco di originalità, che stupisce per la sua insolita caratterizzazione: Meowcraft, il geniale gatto norvegese che la costringe a rinunciare a soddisfare il suo bisogno patologico di alcol.
Azzeccatissimo il nome che hai pensato per lui, ed il parallelo con l’algido Mycroft, uniti da una tendenza a prendersi cura di lei e da quei “due occhi azzurro ghiaccio”.
Davvero, questo del gatto, un elemento piacevole ed estremamente originale che porta un tocco di quasi magia al tuo raccontare e che, senza dubbio, aiuta a stemperare l’angst che domina la scena.
A proposito dell’identità della protagonista, emerge netto un particolare che confermerebbe il suo essere Harry, la sorella di John, e cioè la sua debolezza patologica per l’assunzione di alcolici.
Ma non si può mai sapere…
Bella storia.

Recensore Junior
16/09/19, ore 21:48

Meowcraft mi è molto simpatico. Sia come nome sia come gatto.
La tua disamina della presenza di Sherlock nello stesso caseggiato in cui si trova Isaac è interessante. In effetti, i luoghi per drogati a Londra devono essere tanti. È una coincidenza singolare che Sherlock e Isaac siano nello stesso. Quindi la tua interpretazione è molto interessante ed è intrigante il fatto che Sherlock abbia voluto farsi trovare da John.
Ancora più interessante, però, è il fatto che la misteriosa protagonista si senta in colpa per i segreti che tutti hanno per John. Il caro dottore sarà pure un fiammifero pronto ad accendersi, ma non si può dire che siano stati onesti con lui. La giustificazione 'lo ho fatto per la tua sicurezza' , spesso conta poco. In realtà è una prevaricazione dell'altro. Un decidere al suo posto.
È bello leggere che la tua misteriosa protagonista lo abbia capito.
Almeno uno su tre...
Bel capitolo. E, sarò pure noiosa, ma pure il riferimento al bere, porta in un'unica direzione.
Brava, come sempre.

Recensore Master
16/09/19, ore 20:23

Ciao, perdona il ritardo ma sono riuscita a leggere soltanto adesso. Che dirti... sì, è un capitolo angst ma probabilmente è molto meno angst rispetto a quelli che abbiamo passato. Più che altro l'ho trovato di passaggio ecco, come ha detto anche la nostra protagonista qualcosa di grosso sta per arrivare e questo è soltanto l'inizio. Un capitolo che in parte era stato preannunciato già nel precedente, dove vediamo Mycroft e la nostra ragazza discutere sul fatto che Sherlock si sia andato a nascondere in un covo di drogati, casualmente lo stesso in cui va il figlio della vicina di John. "Casualmente" che virgoletto perché come tengono a dire anche i fratelli Holmes, l'universo raramente e così pigro. E di sicuro non lo è Sherlock Holmes che, per caso, non fa proprio nulla. E quindi eccoci qui, a spiare John e Wiggins, a spiare il loro dialogo da un punto ben nascosto. Come sempre sei riuscita a incastrare bene scene della serie con quest'ottica differente rispetto ai fatti che sono avvenuti, e che offre dun punto di vista diverso e interessante sulla vicenda che ben conosciamo. Qui in questo caso i fatti li sappiamo, John va nel covo di drogati e trova prima il ragazzo che cercava e poi Sherlock. Ciò che ti sei presa l'onere di descrivere è non soltanto i sentimenti della nostra ragazza, ma soprattutto quelli di John. John che cede quasi alla vista di quello Sherlock che apparentemente dà a lui la colpa per averlo lasciato indietro, ma che in effetti la colpa la dà a se stesso. Sono stati separati un mese e caso o non caso, tanto è bastato a Sherlock per ridursi in questo stato. Questo a John dovrebbe dirla grossa, ma sappiamo poi che vedrà soltanto la verità che vuole lui. Quella che gli fa più comodo vedere. La realtà è che Sherlock si sente abbandonato, che sa che è finita un'epoca, proprio come diceva Mrs Hudson e sente che tra lui e John non sarà mai più come prima, e che non accadrà mai niente. E quindi la droga. Che sì, sarà anche per il caso di Magnussen, ma quella è più che altro una scusa. La realtà è che entrambi soffrono e che soffre anche la nostra protagonista, lo fa di riflesso e perché si sente impotente. Perché sente che non può fare niente per lenire le sofferenze di Sherlock e di John. E questo la fa star male.

Una nota più positiva è la scena col gatto, buffa e divertente. Che spezza l'angst, ci vuole anche quello e specie in questa storia che finora è stata una valle di lacrime.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
14/09/19, ore 20:10

Ed eccomi qui, come promesso, connessione permettendo, visto che non sono a casa.
Spero di riuscire ad inviarti anche questa recensione, perché questo capitolo è stupendo!
Mi è piaciuta tantissimo la descrizione che fai di John, il suo bisogno di correre dei rischi, di gettarsi in un'avventura, di sentirsi utile.
Non c'è niente da fare, la vita dell'uomo comune non fa per lui, lo sappiamo bene, no? ;)
E amo il suo modo di essere medico, così come tu l'hai percepito, quel suo essere totalmente concentrato, calmo, rassicurante. Penso di aver seriamente bisogno di cure anch'io, sai?
Dottor Watson? XD
E poi ovviamente c'è Sherlock, il suo bisogno di John, di essere visto, trovato da lui.
Il cuore del dottore che si spezza ho potuto io da qui, davvero.
Il finale mi è piaciuto molto, diciamo che sono quasi completamente convinta che si tratti di Harriet, il bisogno di alcol è un elemento molto significativo.
Menomale che c'era quel bel gattone ad impedirle di fare qualche sciocchezza!
Staremo a vedere.
Nel frattempo ti faccio tantissimi complimenti.
Un bacione
S.

Recensore Junior
13/09/19, ore 22:05

Quel gattone, che sembra egoista e indifferente (come un certo Myc?) e invece col suo fare apparentemente incomprensibile la tiene lontana da un rischio enorme di perdere tutto di nuovo...che tocco d'artista, amica mia!
Per non parlare, ovviamente, di come sei riuscita a renderle tutt'altro che banale quella che poteva essere una semplice trascrizione, e invece diventa una parte della narrazione così bella e importante da sconvolgere nell'intimo non solo la protagonista ma anche noi che ti/vi leggiamo. Quanto è bella questa tua opera, quanto è articolata e affascinante.
Hai fatto un vero dono a questa piattaforma di lettura e scrittura, credimi.
Grazie ancora un milione di volte.
Ti abbraccio forte
A.❤