Ciao!
Non mi aspettavo che Romano avrebbe trattato Veneziano in modo così freddo al suo risveglio: mi avevi detto nella risposta a una recensione che non avrebbe superato bene questa separazione (e in particolare quello che gli ha detto Veneziano), e insomma, aveva anche ragione a trattarlo in questo modo dal suo punto di vista, ma davvero non me lo aspettavo, e ci sono rimasta male quando ha rifiutato di abbracciarlo e ha spinto il fratello fuori dalla tenda. All'inizio ero quasi intenerita: in fondo Romano lo ha assistito per tutto il tempo e poi si è curato di non fargli fare movimento bruschi, ma da come ne parlava sembrava che lo avesse fatto solo perché era obbligato. Lo so che si preoccupa ancora per lui, ma questo comportamento mi ha reso triste. Suppongo che io immaginassi che per ora Romano avrebbe ignorato la cosa, magari si sarebbe detto "Era sconvolto, non voleva dirlo davvero" e avrebbe risparmiato il risentimento per dopo; in fondo la scena non era differente da molte altre: Veneziano fa qualcosa di sbagliato non considerando Romano, poi prova a farsi perdonare a parole non cambiando il suo atteggiamento, e lui lo perdona oppure lascia correre. Invece sembra che per adesso non abbia intenzione di mandar giù quello che è successo. Quindi all'inizio ci sono rimasta male, ma a ripensarci adesso credo che potrebbe essere una cosa tutto sommato positiva: Veneziano sembra essersi reso conto che c'è un problema nel suo rapporto con Romano e con gli altri (anche se per ora ha parlato solo con Germania) e ha ammesso a se stesso che quello che gli ha detto Russia lo credeva davvero. Quindi se questo può aiutarlo a farlo crescere tanto meglio.
Sarà una mia impressione, ma nonostante Prussia lo abbia accolto meglio di Romano, anche lui sembrava non vedere l'ora di toglierselo di torno. Voleva fargli rivedere Germania, però io mi sarei sentita respinta, non so.
L'idea che Germania non sappia nulla di Sacro Romano Impero mi disturba un sacco. In fondo è una cosa del suo "passato" che forse dovrebbe comprendere per stare meglio con se stesso, credo.
I momenti in cui Italia e Germania non si parlavano, rimanendo in silenzio, mi mettevano davvero a disagio, poiché mi facevano pensare che ancora loro due non si siano capiti davvero. Capisco il non sentirsi completamente a proprio agio dopo tutti questi mesi separati e tutto quello che è successo, ma questa completa insicurezza su quello che pensa l'altro davvero non la comprendo. Quando Italia ha detto che avrebbe voluto tornare per un po' nel suo paese non ho potuto fare a meno di pensare per un attimo che desiderasse scappare dalla guerra in sé e dal freddo, come aveva desiderato durante l'arco in Grecia, poi mi è venuto in mente che vorrebbe nascondersi dalle sue paure scappando via chiudendosi in un posto sicuro, come faceva quando era prigioniero di Russia. Prima provava a cancellare il disagio di sentirsi debole e inutile provando a diventare più forte e comportandosi come un soldato dovrebbe essere, secondo lui (e che impressione strana che faceva); adesso vuole scappare via. Sono contenta che al sentire quello che voleva fare Italia, Germania abbia iniziato a parlargli esponendogli quello che pensava veramente, permettendo così a tutti e due di parlarsi sinceramente, ma se nel giro di due settimane inizieranno a dubitare di tutto di nuovo davvero lancerò via il mio computer.
Credo che Italia e Germania siano arrivati davvero all'essenza della loro relazione: mi ha fatto pensare che spesso vedo il loro rapporto come più complicato di quello che è veramente, quando sono due nazioni che hanno bisogno l'uno dell'altro perché riescono a vedere l'altro nella propria interezza, non soffermandosi su quello che devono fare o quello che gli è stato insegnato, ma vedendo chi sono veramente. O almeno dovrebbe essere semplice, perché vanno incontro a infiniti problemi.
La promessa di Italia suona come qualcosa che avrà una profonda eco anche in capitoli di molto successivi a questo. Proverò a ricordarmene.
Quello che ha rivelato Germania sul suo passato e come è stato cresciuto, mi ha fatto pensare molto a Prussia. Dato che Germania parla di quali ideali gli siano stati insegnati e quale vita sia stato costretto a seguire, questi pensieri ti portano a domandarti che ruolo Prussia abbia avuto in questo e come Germania lo abbia percepito. Non intendo ovviamente dare a lui tutta la colpa dei problemi di Germania, ma in fin dei conti lui ha avuto una parte importante nella formazione di suo fratello, e se quest'ultimo giudica così la sua educazione, mi verrebbe da pensare che nutra del risentimento verso il fratello, anche se forse non se ne accorge. Abbiamo discusso precedentemente delle effettive responsabilità di Prussia nello sviluppo del conflitto e di come è gestito, ma questa è qualcosa che si collega a un passato più remoto dell'inizio della guerra. Però (come si capisce, credo) non sono ancora sicura di nulla, mi sento ancora molto confusa a proposito di questo tema.
Mi mancavano un sacco i diari! Mi è piaciuto molto soprattutto per il contrasto tra quello che Germania ha detto in questo capitolo a Italia, di non credere mai che la loro alleanza fosse stata un errore, e quello che il Germania del "futuro" afferma, ammettendo che la loro alleanza (anche quella con Giappone) non sarebbe mai dovuta essere firmata poiché non si fidavano l'uno dell'altro. Sono curiosa di vedere come piano piano si renderà conto di questo, e se anche Italia e Giappone la penseranno allo stesso modo, alla fine.
E fra poco Germania verrà a conoscenza di un'altra cosa che un suo alleato non avrebbe dovuto fare. Ma proprio no. E io non vedo l'ora di leggere e immergermi in questo nuovo arco narrativo e di complicarmi la vita con altra gente immaginaria!
A presto,
MT
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