Recensioni per
Sassi lanciati in uno stagno.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 503 recensioni.
Positive : 502
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
19/04/20, ore 12:44
Cap. 16:

Il giudizio complessivo "neutro" è una media tra due diverse considerazioni.
L'opinione è molto positiva per la forma, lo stile, la scrittura, l'attenzione alle parole utilizzate, frutto, mi sembra, di un'accurata ricerca. Del resto non c'era bisogno di questo scritto per riconoscere la tua abilità di scrittura, anche in un genere come questo, poetico, per certi versi.
La forte perplessità, che ho, è sul messaggio che leggo tra le righe, ma nemmeno poi tanto. Oscar si sarebbe ammalata perchè stava vivendo una crisi psicologica personale? "Mi faccio strada attraverso il vostro deperimento fisico e morale": d'accordo il deperimento fisico, che può predisporre a certe malattie, o anche solo offrire un terreno più fertile ad esse; ma cosa c'entra il deperimento morale con l'insorgere della tisi? Aiutami a capire.
Non vedo una deviazione morale nel comportamento e nelle scelte di Oscar, nella parte finale della storia, semmai un riscatto da errori e scelte imposte in passato, quindi un riscatto morale, un'evoluzione. Ma questo può far parte delle molteplici chiavi di lettura che la storia di Oscar offre, a seconda di chi la prenda in mano, dello stato d'animo, del percorso personale fatto da ognuno di noi. Ma l'affermazione che il deperimento morale abbia aperto la strada al contagio della tisi è davvero forte, già soltanto se correlata alla storia di Oscar. In più, generalizzando, diventa una pesante condanna per tutti i malati, e per i malati di Covid19, cui tu fai riferimento implicito nel testo, ed esplicito nelle recensioni. Le malattie sono la punizione per errori etici? Sono la condanna di Dio che colpisce così le nostre colpe? Rassicurami che ho capito male il testo. Perchè, se adesso fossi un malato di Covid19, ma anche un qualsiasi malato, dopo aver letto questo testo, mi sentirei ancora peggio. 

Il tutto rafforzato dalla conclusione: "Rimproverate voi stessi, io sono un mero accidente." Tu, che sei una valida scrittrice, sei consapevole del valore della chiusura di un testo. Quanto scritto viene amplificato, assume una potenza espressiva maggiore, resta in testa al lettore. Un malato, contagiato da un virus o da un batterio, dovrebbe rimproverarsi, sentirsi in colpa, proprio nel momento in cui invece ha bisogno di tutte le sue energie positive focalizzate a combattare contro la malattia, anzichè contro se stesso?