Recensione premio per il contest "Butterfly Effect" di _Vintage_ {2/3}
Ancora una volta, mia carissima Nina, non posso che complimentarmi con te per il superbo lavoro d'introspezione che riesci a fare dei tuoi personaggi, i quali appaiono così perfetti nei loro "tipi" da essere reali. Annalucia, in questa storia, è un personaggio che francamente adoro per il modo cinico con cui la descrivi: è così dissonante dal resto del racconto, così controcorrente, che riesci a farmela piacere nonostante le nostre vedute siano molto diverse.
Di questi personaggi non parla quasi mai nessuno, proprio perché sono caratteri difficile da delineare, che danno spesso adito a polemiche. Per come la vedo io, la tua scelta di trattare d'un personaggio bastian contrario è una grande innovazione, sia dal punto di vista psicologico che narrativo: Annalucia appare per tutta la storia come il cattivo della situazione, come una persona viziata e un po' con la puzza sotto al naso, salvo poi riscoprirla come una donna che soffre anche lei, a modo suo ovviamente. Vittima forse ancora di un'immaturità dovuta alle ormai mancate attenzioni del marito, Annalucia si consola solamente quando ha la possibilità di evadere da quella vita che non si è scelta e che le è stata imposta. Nonostante quei - rari - momenti in cui riesce a concedersi ancora d'essere se stessa, ho trovato persino molto carino come tu l'abbia tratteggiata un po' immatura e gelosa delle attenzioni che il marito dedica al piccolo Samuele.
Non saprei descrivere in maniera lineare i pensieri confusi di Annalucia, ma è come se rimpiangesse la sua vecchia vita, quella di cui si lamentava e che considerava forse un po' troppo monotona. In partenza lei è un personaggio che non piace, perché reca in sé tutte quelle connotazioni che dall'esterno ci limitiamo a criticare senza comprenderne le ragioni. Di Annalucia si possono pensare anche cose molto positive, viste chiaramente da una prospettiva differente: è sveglia, intelligente, tiene molto ai suoi studenti, è una donna forte e indipendente, che chiaramente ha una propria opinione su tutto. Tuttavia, invece di vedere questa forza, gli altri tendono a condannarla, perché quel carattere è sinonimo di rovina e di distruzione; persino Giuseppe, ch'è suo marito e dovrebbe appoggiarla, finisce per vedere in lei solamente la persona che si è rifiutata di prendersi cura di suo nipote. Solo che invece di capirne le ragioni, ha preferito allontanarsi da lei, senza alcuna intenzione di risolvere la questione.
Mia nonna diceva una cosa che ho sempre pensato fosse giusta: "Nel XXI secolo è facilissimo far fallire un matrimonio". Credo che in questa storia calzi a pennello quest'affermazione, perché l'inizio del loro naufragare risiede proprio nel fatto di non aver affatto parlato. E, come sempre, la colpa ricade su entrambi, così irremovibili sulle loro posizioni da rischiare persino la fine di un amore.
I miei complimenti come sempre vanno a te, che sei sempre in grado di selezione con cura il contesto narrativo. Vorrei spezzare una lancia anche per il tuo Andrea, che ho trovato davvero sublime. Incarna perfettamente le fattezze del classico bulletto, salvo poi rendersi conto che non ha nulla a che fare con l'ambiente tristemente noto di una realtà che appartiene al Napoletano. Nonostante l'aspetto e il modo di fare, Andrea è un ragazzo assolutamente normale, che si atteggia a duro della situazione - cosa giustificabile anche per la giovane età.
La descrizione dei luoghi è - come sempre - impeccabile, riesci sempre a delineare con delicatezza e precisione ogni ambiente, mantenendo lo stile leggero e privo di fronzoli stilistici che rallenterebbero la lettura.
Ancora una volta davvero un lavoro eccellente! (Recensione modificata il 09/06/2020 - 02:13 pm) |