Recensioni per
Per tutto.
di LaSignorinaRotterMaier

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/01/20, ore 11:14
Cap. 1:

Quinta classificata al contest "My beloved villain"

Grammatica e stile:
8,3/10 (4,1 grammatica + 4,2 stile)

In generale, ho riscontrato alcuni errori riguardanti la consecutio temporum, che riporto qui di seguito. (-0,5, per via del fatto che l’errore sia ripetuto lungo il testo)

”esordisce, senza che io gli avessi chiesto nulla.” ---> Essendo il verbo principale della frase al presente, essa avrebbe dovuto essere: ”esordisce, senza che io gli abbia chiesto nulla”.

”Finché potevo tenerli sott’occhio, mi andava bene tutto, anche fingere di essere qualcuno che non sarò mai: un suo amico.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”Finché potevo tenerli sott’occhio, mi andava bene tutto, anche fingere di essere qualcuno che non sarei mai stato: un suo amico.”

”dovevo mandarlo al cospetto del padre eterno perché Lidia è di mia proprietà.” ---> Dato che si sta parlando al passato, tutti i verbi devono esserlo. La frase, quindi, avrebbe dovuto essere: ”dovevo mandarlo al cospetto del padre eterno perché Lidia era di mia proprietà”.

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

”Una guardia penitenziaria passa e spassa nel lungo corridoio costeggiato da innumerevoli celle di pochi metri quadri.” ---> Credo volessi dire ”passa e ripassa”, comunque lo considero un refuso.

”Mi metto sull’attenti all’udire della voce di una guardia penitenziaria” ---> ”all’udire la voce di una guardia penitenziaria”. (-0,2)

”Chiaramente, voleva che distogliessi lo sguardo dal romanzo e avere gli occhi fissi sulla sua figura possente e muscolosa.” ---> ”e avessi gli occhi fissi…”. (-0,1)

” “Ma perché mi parla della sua vita? Chi gliel’ha chiesto?” Mi domandai” ---> ” “Chi gliel’ha chiesto?” mi domandai”: il “mi” va con la lettera minuscola, dato che non inizia una nuova frase, ma è una prosecuzione del discorso diretto. Lo considero refuso.

”«Per tutto»” ---> Manca un punto alla fine della frase, refuso.

Dal punto di vista stilistico, globalmente hai un modo di scrivere molto gradevole e scorrevole, che non risulta mai troppo pesante o eccessivo. Hai una buona padronanza del lessico, che si evince dalla scelta accurata dei termini e dalla loro varietà. L’atmosfera e il tono che hai impresso alla storia si sposano alla perfezione con il genere da te scelto, e vanno a creare quel senso di melanconia e cupezza che s’addice decisamente al protagonista delle tue vicende. L’appunto che ho da fare è sull’uso della punteggiatura, non sempre puntuale e preciso: in particolare, spesso ci s’imbatte in delle virgole mancanti, o che sono inserite dove non sarebbe coretto; questo rende la lettura meno scorrevole e godibile in alcuni punti. Per quanto riguarda la scelta dei termini, hai alternato parole di uso comune e quotidiano a termini più ricercati e desueti, accostandoli alla stessa persona: hai deciso di scrivere la storia in prima persona, dal punto di vista di Dimitrij, che hai dotato di un lessico che oscilla tra termini di uso quotidiano e forbiti, risultando quindi disomogeneo. Ciò causa delle “cadute di stile” non giustificate dall’estrazione sociale del personaggio, che appare anche in grado di destreggiarsi con un linguaggio altolocato. Questa disomogeneità contribuisce a rendere il testo meno godibile.
Dal punto di vista delle descrizioni, ne fai di davvero vivide ed efficaci: dipingi in maniera davvero suggestiva a coinvolgente i luoghi in cui si svolge la vicenda, catapultando il lettore nella tua storia, facendogli sentire il freddo della fetida cella e facendogli rimirare il sole che sorge su San Pietroburgo, o il sofisticato salotto di Igor. Hai un modo di descrivere davvero d’impatto, che riesce a imporsi con intensità sul lettore e a fargli immaginare senza alcuno sforzo ciò che sta accadendo e come.

IC/Caratterizzazione personaggi: 9,5/10

Il protagonista principale della vicenda è Dimitrij, accompagnato da altri due personaggi più marginali, ma comunque importanti per l’economia del racconto: Igor e Lidia.
Per quanto riguarda Dimitrij, hai fatto un lavoro di caratterizzazione e introspezione davvero spettacolare. La decisione di descrivere la vicenda in prima persona e dal suo punto di vista ha sicuramente aiutato a calare il lettore nella torbida e fosca mente di questo personaggio e ad analizzarne i pensieri e la personalità da vicino. Dimitrij riflette, a distanza di tempo, in maniera lucida su ciò che ha commesso e sul perché, e questo consente a chi legge di poter dare una lettura obiettiva dei fatti, pur filtrandoli attraverso gli occhi del protagonista. Quello che ci presenti all’inizio è un personaggio tranquillo, amante della lettura, che non è violento, ma rimane pacatamente al suo posto quando la cella viene aperta e non inveisce contro la guardia, come invece fa il suo nuovo compagno, quasi che reputasse egli stesso di trovarsi dove merita. Sorge, dunque, curiosità nel lettore, curiosità di sapere che cosa ci faccia quell’uomo apparentemente così pacato in una prigione: ovviamente, la condizione del pacchetto me ne svelava già la ragione, ma non per questo tu non hai fatto un ottimo lavoro nel far sorgere domande al lettore. Inizia poi un flashback, scaturito dalla domanda di Georgi, che gli chiede perché si trovi in prigione: Dimitrij si trova così costretto a ripercorrere i dolorosi eventi che lo hanno condotto dove si trova, e che cerca di rifuggire, poiché lo fanno soffrire. Il modo in cui descrive ciò che è accaduto è quello distaccato e rassegnato di chi ha ormai affrontato quei demoni milioni di volte, eppure nel ricordo emergono ancora prepotentemente quelli che sono i sentimenti che l’uomo ha provato all’epoca: la rabbia nel vedere Lidia con Igor, il tentativo di mantenere il controllo e fingersi amichevole solo per poterli controllare, e lo scatto di rabbia che lo ha portato a tentare di compiere un omicidio e di effettuarne uno non voluto. Attraverso delle introspezioni davvero ben fatte e ottimamente curate, emerge quella che è una personalità disturbata, vinta da quell’amore che è diventato per lui ossessione, malattia, ma che Dimitrij vede anche come salvezza e nutrimento. Hai deciso di presentare un personaggio realistico e vivido, vero, che è in grado di riflettere su ciò che ha compiuto e di rammaricarsene: questo non lo rende totalmente irrazionale, ma gli concede di mantenere quel minimo di raziocinio che consente al lettore di riconoscerlo ancora come umano. Hai saputo tratteggiare e delineare un protagonista davvero interessante, di spessore e ben caratterizzato, con cui non è difficile entrare in empatia.
Per quanto riguarda Igor e Lidia, essi rimangono più sullo sfondo come personaggi. Ovviamente, il fulcro del racconto sono Dimitrij e i passi che lo hanno condotto in carcere, ma comunque questi due personaggi risultano piuttosto piatti rispetto a lui. Li hai tratteggiati e delineati nei loro aspetti essenziali, ma questi non sono comunque sufficienti per farsi un’idea ben precisa di questi due personaggi, che rimangono piuttosto anonimi. Soprattutto per quanto concerne Lidia, avrei preferito un approfondimento maggiore sulla sua figura, dato che è il centro dell’ossessione di Dimitrij. Tolto questo, come già detto, l’introspezione e la caratterizzazione del protagonista sono davvero impeccabili.

Trama e originalità: 9/10

Per quanto riguarda la trama, ne hai presentata una davvero molto interessante e ben costruita. In particolare, è stata davvero ottima la scelta di far cominciare il flashback dopo la domanda posta da Georgi, in primo luogo perché è proprio quella domanda che, in parte, scatena i ricordi di Dimitrij; in secondo luogo, quella stessa domanda fa sorgere curiosità nel lettore, gli fa mantenere viva l’attenzione e lo spinge a voler continuare a leggere, sia per conoscere le vicende di Dimitrij, sia per sapere come egli risponderà a quella domanda. E la risposta al quesito arriva alla fine della storia e ne rappresenta la chiusura: hai scelto due parole che formano un’espressione di grande impatto, pregna di significato e che sottende molte sfumature. Hai saputo creare un finale d’impatto, che sa farsi ricordare. La struttura della storia è molto ben fatta e ne hai rotto la linearità con l’apprezzabile escamotage del flashback, che hai presentato non come una mera presentazione di eventi, ma piuttosto come un ricordo che si accende nella mente di Dimitrij a causa del suo confronto con Georgi e della vista di una foto di lui e Lidia. Sei stata molto furba a presentare, nel flashback, un rapporto già avviato e consolidato: Dimitrij e Lidia si conoscono sin da quando sono bambini, e questo spiega il loro legame e il motivo per cui sono tanto uniti, senza dover spendere intorno al loro rapporto troppe parole, per giustificarlo. Questa conoscenza lunga una vita spiega anche perché Igor abbia deciso d’invitare Dimitrij a casa sua, pur avendolo appena incontrato: probabilmente, Lidia gli ha parlato di lui e Igor ha voluto, anche in un moto di gentilezza, invitarlo. Anche qui, hai potuto permetterti di non dilungarti troppo in spiegazioni che avrebbero appesantito la lettura e fatto perdere il focus, senza però risultare sbrigativa o affrettata. Hai costruito una trama solida, ben curata e strutturata e realistica.
Quanto a originalità, la tua storia pecca un po’ su questo punto, perché i delitti d’amore, mossi da gelosia, sono un cliché nella letteratura, soprattutto nel thriller. Hai presentato un uomo completamente assorbito dal suo amore per una donna, che non ricambia, ne hai presentato in maniera ottimale l’introspezione e il suo tormento dovuto a questo amore torbido e malato; hai convolto il lettore nella sua gelosia, nella sua pazzia che esplode quando vede Lidia in compagnia di un altro uomo, quando la vede dirigere le sue attenzioni su qualcuno che non è Dimitrij. Ogni cosa è perfettamente giustificata e al suo posto, non risulta confusa ed è curata nei suoi dettagli, ma la storia presenta un tema classico per il genere, e per questo motivo il punteggio della voce non è pieno.

Sviluppo del pacchetto: 5/5

Ne pacchetto da te scelto, il villain deve cercare di uccidere in ogni modo il “buono” della storia. Nel tuo racconto, la condizione è rispettata in pieno, in quanto Dimitrij si avventa su Igor e cerca di ucciderlo prendendolo a pugni e sragionando, senza riflettere e perdendo qualsiasi tipo di lucidità: tutto ciò che vuole è uccidere Igor, in modo che non gli porti via Lidia. L’unica cosa che riesce a fermarlo è solo ed esclusivamente la consapevolezza di aver ucciso la donna che ama. (+2)
Hai inserito l’oggetto in maniera davvero originale nella storia. Il libro ha due funzioni: la prima è quella di rivelare una foto di Dimitrij e Lidia insieme, risvegliando nell’uomo ricordi dolorosi; la seconda funzione è quella di parallelismo tra la trama del libro che Dimitrij sta leggendo e la sua vicenda personale: ho trovato questa trovata davvero brillante e originale. (+1)
Hai utilizzato l’Inverno come stagione nella tua storia, ponendovi l’accento all’inizio, quando Dimitrij non riesce a scaldarsi nel freddo della sua cella. (+1)
La frase è inserita in maniera ottimale nel racconto, non come pronunciata da un personaggio, ma come parte integrante dei pensieri di Dimitrij. Ho molto apprezzato l’uso che ne hai fatto e il modo in cui hai deciso d’inserirla. (+1)

Gradimento personale: 4,5/5

La tua storia mi è piaciuta molto, sia per il genere, sia per come hai deciso di costruire la vicenda, sia per l’atmosfera che permea la storia. Inoltre, ho grandemente apprezzato l’introspezione di Dimitrij, il modo in cui hai analizzato i suoi pensieri e la sua psicologia, come hai disvelato pian piano la sua interiorità, facendo emergere a poco a poco una personalità disturbata e ossessionata, che non ho potuto non adorare: amo i personaggi foschi e tu qui ne sei riuscita a creare uno di tutto rispetto, un uomo marcio, perseguitato dai fantasmi della sua malvagità, dai sensi di colpa di cui non riuscirà mai a liberarsi. Mi è piaciuto moltissimo anche il modo in cui hai deciso di strutturare la storia e quella risposta - “per tutto” - che arriva solo alla fine, concludendo con forza e impatto una vicenda tetra e fosca, di quelle che piacciono a me. Complimenti!

Punteggio totale: 36,3/40

Recensore Master
12/12/19, ore 13:37
Cap. 1:

Valutazione contest "Back to school"

Grammatica e stile:
 7.6/10 (grammatica: 3.4/5 + stile: 4.2/5)

  • “Il mio fiato caldo quando entra in contatto con l’ambiente umido e gelido, crea una sorta di nebbia istantanea […]” – ci sarebbe voluta una virgola prima di “quando” in modo da creare la frase incidentale di tipo temporale. Senza la virgola invece, vai a spezzare il soggetto (il fiato) dal verbo principale (crea). (-0,1)
    “Chiaramente, voleva che distogliessi lo sguardo dal romanzo e avere gli occhi fissi […]” – non avere, ma “avessi”. L’ho considerato come un refuso.
    “[…] quando non venivano capite – o ignorate – le mie intenzioni” – questa frase è un pochino controversa. Vuoi dire che il problema è quando le intenzioni erano ignorate? Penso invece che tu volessi dire il contrario, cioè che per Dimitrij il problema era proprio che le intenzioni venivano ignorate. Nel modo in cui tu lo hai scritto questa seconda interpretazione non si coglie perché quell’inciso è ancora retto dal non. Un escamotage che avresti potuto usare poteva essere scrivere, invece di “non venivano capite”, “venivano non capite” in modo tale che il verbo risultava spurio dalla negazione e poteva dunque reggere tranquillamente anche un verbo di tipo affermativo. (-0,2)
    “Continuavo a chiedermi del perché mi stesse invitando da lui nonostante la compagnia di Lidia ma, non mi soffermai più di tanto” – la virgola andava prima del ma e non dopo; inoltre è “chiedermi il perché” non “del perché”. (-0,1; -0,1)
    “Lidia, invece, si recò al bagno per rendersi ancora più bella ma, per me era perfetta così com’era […]” – di nuovo la virgola doveva essere messa prima del ma oppure direttamente omessa. (-0,1)
    “A malincuore, dovette posare il pacchetto di sigarette e nel frattempo, lui continuava a parlare di Lidia, voleva rendermi partecipe dei suoi sentimenti per lei.” – la virgola prima di “lui” o sarebbe dovuta essere omessa, oppure ne avresti dovuta aggiungere un’altra prima di nel frattempo. Altrimenti la frase principale risulta “nel frattempo voleva rendermi partecipe dei suoi sentimenti per lei”, che invece è successiva e va a specificare l’azione di Igor. (-0,1)
    “Mi era stato proibito di fumare e, in più, costretto a subire quelle ridicole parole dolci su Lidia […]” – costretto non è retto da “mi era stato proibito” come sembra da un punto di vista strettamente grammaticale, per cui avresti dovuto formulare la frase in modo più chiaro. (-0,2)
    Ogni frase di discorso diretto che non termina con un punto esclamativo né interrogativo e che non è seguita da un verbo di tipo dichiarativo fuori dalle virgolette, deve chiudersi con un punto. Esempio:  << Dimitrij Smirnov >> - al termine di questa frase ci va un punto. L’errore (di tipo grafico) si presenta più volte. (-0,4 globale)
Inoltre, hai usato le virgole << che di per sé non hanno la funzione di discorso. Sarebbe stato corretto utilizzare le virgolette alte “, i trattini -, oppure ancora le virgolette basse. (-0,3 globale)
Non si tratta di errori gravi, tuttavia sono numerosi e dunque hanno avuto un loro peso.
Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato piacevole e globalmente scorrevole, così come le scelte lessicali che sono interessanti e rispecchiano l’epoca e il luogo geografico in cui ambienti la storia. Anche il modo in cui hai diviso le parti è funzionale al racconto ed è una scelta stilistica che ho apprezzato molto. Il punto dolente sono i periodi un po’ troppo lunghi e qualche errore nell’uso della punteggiatura che rendono un po’ meno agevole la lettura.

Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10 Il protagonista è caratterizzato davvero molto bene: di Dimitrij hai esplorato bene i sentimenti, il rimorso e, nel flashback, le emozioni che lo hanno portato al momento di follia. I personaggi minori (per quanto considero ovviamente che si tratta di personaggi minori e che sono narrati dal punto di vista di Dimitrij), pur essendo riconoscibili e delineati, non hanno tuttavia grande caratterizzazione, soprattutto considerato il ruolo fondamentale che hanno nella vicenda. In particolare, avrei voluto capire qualcosa in più di Lidia (la donna che ha scatenato la follia) e Georgi (che dovrebbe essere il tramite della confessione). Sempre in relazione al suo ruolo, ho invece trovato molto ben caratterizzato Igor.

Trama e originalità: 9/10 La trama è sviluppata bene, ogni elemento è inserito al punto giusto, non ci sono parti mancanti e la struttura è ben pensata. Ho molto apprezzato come il flashback sia andato a porsi tra la domanda iniziale e la risposta finale, spezzando in questo modo il dialogo rivelatore con il nuovo detenuto. Ho adorato anche come Dimitrij arrivi a uccidere la sua amata senza neanche rendersene conto e l’omissione effettiva di questo secondo omicidio è stata, da un punto di vista della narrazione, azzeccata. Il punto un po’ debole è però l’originalità. Per quanto la storia sia ben scritta e l’introspezione ben centrata, la struttura rimane quella tipica di un thriller e il thriller è forse l’unico genere dove bisogna cercare di inventare qualcosa di nuovo. Ecco, la mancanza di originalità non è nella trama ma proprio nella sua struttura. Si viene a creare il paradosso per cui dal punto di vista di costruzione della trama la struttura è ottima ma perde sul piano dell’originalità. In sintesi si tratta comunque di un buon lavoro, al quale però non ho potuto assegnare il punteggio massimo.

Titolo: 2/3 Il titolo è molto vago, ma non per questo sbagliato. Il suo senso si scopre alla fine della storia e ho molto apprezzato il fatto che il titolo fosse anche l’ultima frase della storia. Avrei preferito che il titolo fosse più specifico in relazione con tutta la storia, ma in sé è stata una buona scelta e devo riconoscerlo. Ciò che però proprio non mi è piaciuto è il punto finale, cosa che nei titoli non si trova normalmente e che ha proprio un brutto impatto grafico e fonetico (nel leggerlo).

Utilizzo pacchetto: 4.5/6
Il tipo di lezione che hai scelto è stato “lezione del prof” in cui (dal bando) “uno dei personaggi spiega/confessa qualcosa a un altro personaggio”. Ora, nella tua storia la confessione si limita a un “per tutto”, il lettore viene a conoscenza della storia ma non Georgi (l’altro personaggio). La struttura della storia, tuttavia, si adattava forse meglio alla scelta “interrogazione” in quanto si iniziava con una domanda, a cui alla fine Dimitrij offriva la risposta con quel “per tutto”. In definitiva, quello che appare è un ibrido tra i due tipi di lezione senza che però nessuno dei due sia perfettamente centrato. (+1.5)
La materia era “lingue” per cui (dal bando) “la storia deve ruotare attorno a un tema che è espresso solitamente in un’altra lingua diversa dall’italiano. N.B. la parola non dovrà semplicemente essere presente ma avere una certa rilevanza”. Nel tuo testo la parola compare: tete-a-tete e ha una certa rilevanza perché, nel modo in cui tu l’hai inteso (colloquio con se stessi) ha una certa rilevanza per tutta la storia, pur essendo nominato una sola volta e non essendo il tema portante. La mia perplessità principale è però un’altra: hai inteso il termine non nella sua accezione tipica di “colloquio a due” ma come quello di incontro tra Dimitrij e i suoi stessi pensieri… e siamo sicuri che quella sia la forma linguistica migliore per esprimere questo tipo di rapporto? Credo che una parola italiana come “riflessione”, “introspezione”, “soliloquio” sarebbe stata sufficiente, specialmente perché la parola una volta nominata non compare più per affermare la sua peculiarità. Ho individuato l’elemento lingue e la sua rilevanza, ma l’utilizzo che ne hai fatto non mi pare del tutto convincente rispetto a quanto richiesto nel bando. (+1)
Hai scelto come risultato “rimandato”: il thriller è di fatti il genere principale. (+2)

Gradimento personale: 4/5 La storia mi è piaciuta nella sua struttura e nell’introspezione che ci hai offerto di Dimitrij, di cui hai ben scandagliato gli stati d’animo. Un’altra cosa che ho apprezzato molto è la tua ricostruzione dell’atmosfera russa. Avrei preferito però un elemento di originalità rispetto alla struttura tipica del thriller e, soprattutto, ho visto grandi potenzialità che ahimè non sono state secondo me sviluppate al massimo. Su questo punto mi riferisco specificatamente all’attinenza al contest. Ad esempio, hai inserito Delitto e castigo offrendo uno splendido parallelo tra la situazione di Raskolnikov e quella di Dimitrij. Purtroppo però non hai ripreso affatto questo spunto che sembra un po’ inserito casualmente: forse avresti fatto meglio a puntare sulla disciplina “letteratura” e fare richiami a Dostoevskij. In sostanza, credo che le scelte relative al contest ti abbiano un po’ penalizzata perché le ho trovate poco adatte alla storia che effettivamente hai proposto.

Punto bonus: 1/1 hai scelto di usare il bonus “Scusi posso andare in bagno?”, il personaggio di Georgi compare all’inizio della storia per lanciare la domanda e alla fine per raccogliere la risposta, ma nel mezzo quando Dimitrij rievoca i suoi ricordi non è presente. Punto bonus pienamente assegnato!

Totale: 37.6/45