Finalmente qualcosa di veramente tuo. Questa è la prima cosa che ho pensato leggendo questa storia, e non metto in dubbio che possa essere un pensiero sbagliato visto che non ho ancora avuto modo di mettermi in pare col resto delle storie che scrivi. Però finalmente qualcosa che raggruppa di nuovo tutti insieme gli elementi che hanno fatto nascere in me una curiosità molto avida nei confronti delle trame che scegli di sviluppare. Sinceramente, tu scrivi sempre molto bene, ma ci sono alcune storie nelle quali metti quel qualcosa in più che me le fa preferire alle altre. L’utilizzo dei dialoghi in lingua, alcune dinamiche tra i personaggi, oltre alle loro stesse caratterizzazioni, i titoli mai casuali che rivelano la loro ragion d’essere verso la fine della storia, mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, quando ti ho scoperta come autrice e in seguito anche come persona. È stato un po’ un marasma emotivo pieno di ricordi e riflessioni, ma questa è un’altra storia.
Non avrei mai pensato che avresti scritto una storia coi dialoghi in dialetto veneziano, penso di essere rimasta inizialmente spaesata, perché è un dialetto non tra i più popolari in Italia e, secondo la mia esperienza (limitata e non pretendo di elevarla a verità), sono in moltissimi non veneti a disprezzarlo. Al netto dei gusti personali, penso che ci siano espressioni che risultano appiattite dall’italiano, ma se vogliamo essere onesti mi diverto a leggere finalmente qualcosa nel mio dialetto, mi pare quasi di poter sentire le voci dei personaggi visto che so come suonano le parole e la cantilena tipica del dialetto. Magari quello antico non suonava proprio così, ma è quanto di più simile.
Essendo io una brutta persona che ricerca lo spoiler quando troppo curiosa (ma ho anche dei difetti), ti ho già torchiata un po’ per avere info sulla trama e devo dire che sono curiosa di sapere il come di tutto ciò. Perché il titolo, almeno per una volta, l’ho pienamente compreso in anticipo anche se, come ti ho già detto, mi manca il come più importante di tutti.
Gli assedi non sono uno spasso già di loro, ma per un uomo d’azione deve essere doppiamente logorante subirne uno sapendo che, per tutta una serie di cause, finirà col perdere. Hironimo (che sbaglio sempre a scrivere) è costretto a subire in tutti i sensi e mi chiedo come abbiano fatto le coronarie a reggere tutta quella tensione. Bruciano i tradimenti subiti da tutte le parti e i suoi stessi errori, forse pure la sua presunzione di poter fare qualcosa. Per le persone estremamente esigenti con loro stesse, sempre sotto una pressione da paura il non riuscire in qualcosa, anche se ostacolato e sabotato in tutti i modi, diventa una tortura psicologica il fallimento. È consapevole della sua posizione e sa che, anche se non dovesse morire nello scontro, i problemi sarebbero tutt’altro che risolti, si preoccupa per i suoi cari in modo sincero, ma sono sicura che il pensiero della prigionia lo inorridisca per il solo fatto di dover subire qualcosa. Finché si combatte, si agisce, si ha l’impressione di poter fare ancora qualcosa, si osa sperare anche solo di avere un minimo di potere sugli eventi; una volta ridotti all’immobilità e alla passività non si può che subire il volere degli altri e abbassarsi a supplicare, oltre ad essere profondamente umiliante, non garantisce niente se non solleticare l’ego degli aguzzini. Mi piace che già dall’inizio è accennato anche il lato più dolce del personaggio, quello che spesso di cerca di sacrificare, perché inutile fonte di debolezza e in guerra non ci si può permettere questo lusso. Non solo in guerra, però, la dolcezza ha da sempre subito lo stigma di essere una caratteristica percepita come femminile, che si esterna con estrema “smielatezza”. Inutile dire che non sono d’accordo con questa visione del mondo: un buon cuore e un animo sensibile non fa di una persona un debole, ma un essere umano che può fare comunque grandi cose.
Mi piace la contrapposizione di Hironimo al Bua. A parte che ho riso come una scema per quel nome, ma queste cose forse non le dovrei neanche dire. Bua è tosto, mi dà l’idea di essere qualcuno che di bua te ne fa parecchia (ecco, adesso puoi non parlarmi più), mi sta simpatico per il solo fatto di avere questo carattere forte e di sembrare il solo che può tenere testa al protagonista (e ammetto di essermi spoilerata cosa, lol). Che dire, si preannuncia una situazione interessante, chissà come si sfideranno quei due.
Per il momento mi fermo qui, devo rileggere attentamente il resto dei capitoli letti in precedenza, per i motivi che tu sai, per poter sproloquiare ulteriormente.
A prestissimo! |