Ciao Freya, bentrovata!
Ho apprezzato moltissimo questo tuo ultimo racconto: in un numero piuttosto contenuto di righe sei riuscita a condensare i tanti elementi che, di solito, ricerco nelle mie letture.
Anzitutto, il fatto che tu abbia deciso di scrivere di Neville, questo ragazzo che, all'interno della saga, compie un'evoluzione eccezionale. Ci viene presentato, all'inizio, come un personaggio semi-comico, tontolone, maldestro, sfigato; poi, però, la Rowling ha la bontà di approfondire il suo vissuto e la sua storia, presentandoci (senza comunque soffermarsi troppo, il che lascia spazio ad infinite speculazioni... e per fortuna che qualcuno raccoglie la sfida!) la vera realtà dei fatti, che di comico non ha assolutamente <em>nulla</em>. Io ho sempre avuto una spiccata preferenza per le fanfiction che sviscerano aspetti nuovi o solo accennati dei personaggi secondari, cosiccé ho amato moltissimo leggere di Neville - un personaggio tutt'altro che facile, secondo me, perché con lui si ha sempre l'impressione di saperne parecchio ma non abbastanza; si ha paura di renderlo in modo banale e macchiettistico, si ha paura di scadere nell'eccessivo pietismo o, al contrario, in un'esaltazione eroica inadatta ad un diciassettenne (perché no: non ho mai creduto che Neville si sia trasformato in uno dei "Capi" con l'obiettivo di spiccare, quanto piuttosto perché ci credeva davvero, fermamente e intimamente, nell'amicizia e nella Causa): insomma, tutte cose che tu non hai fatto, riuscendo anzi a farmelo sentire più vicino che mai.
Questo tu Neville è umano, umano come immagino sia il Neville originale: un animo puro, che la vita ha messo di fronte alla peggiore durezza da quando era fin troppo piccolo. Un animo mosso forse dalla disperazione, dall'inarrestabile urganza di agire, di riuscire, di trovare in se stesso quella determinazione che muoveva i suoi genitori. Rispetto ai quali, mi sono sempre chiesta: meglio la morte, come nel caso di Lily e James, o la loro situazione? Che cosa è più doloroso, per chi resta? La risposta non l'ho ancora trovata; gli effetti su Neville, però, si vedono tutti, e traspaiono anche dagli spezzoni della tua storia. Fra parentesi: anche se in questo tuo racconto non compare, Augusta Paciock è uno dei miei personaggi preferiti, perché posso solo immaginare la forza che quella donna ha dovuto tirare fuori per andare avanti.
Passando ora ad un altro dei punti alti della tua costruzione: Hannah.
Credo che tutti si siano chiesti, leggendo su Pottermore o altrove del matrimonio fra lei e Neville: okay, da dove salta fuori quest'idea?! Mai e poi mai, durante la saga, si accenna ad un possibile contatto fra i due; eppure alla fine, secondo la Rowling, Neville Paciock sposa Hannah Abbott. Non so perché, ma ho sempre pensato che il loro avvicinamento fosse avvenuto dopo la fine della scuola. E invece tu, in questa storia, hai avanzato un'ipotesi che trovo assolutamente plausibile, semplicemente perfetta: i due si sono avvicinati proprio a scuola. Questa cosa ha talmente tanto senso che non mi capacito di non averci pensato prima, ed ora mi immagino Neville che, durante le lezioni di Erbologia (che Grifondoro frequenta insieme a Tassorosso) occhieggia timidamente all'indirizzo della bionda Hannah, intenta a trapiantare mandragole insieme ad Harry, Ron e Ernie. La preoccupazione di Hanna, che lo implora di tutelarsi, di non reagir alla violenza dei Carrow mi ha stretto il cuore, perché immagino l'apprensione di questa ragazza che ha già perso tanto, e che teme di perdere anche Neville, questo tesoro trovato recentemente.
Sono davvero contenta di avere iniziato la settimana con questa lettura: grazie di cuore per averla pubblicata!
A presto,
Adho |