Cara,
è la prima volta che mi approccio alle tue storie e non ti nascondo che, questo prologo, me lo sono letto due volte. Non solo perché si è fatto divorare dall'inizio alla fine, ma anche perché ero certa che ci fossero alcune sfumature che avrei colto con la seconda lettura e, infatti, è stato così.
Prima di tutto ti faccio i miei più sentiti complimenti per il tuo stile: pulito, chiaro, ma non per questo semplice. La tua narrazione, nel caso del prologo, è forsennata e sbrigativa quando si parla delle azioni di Edith, perché è lei stessa a comportarsi così. Sei riuscita a dare quel senso di ansia, di paura di essere scoperti, mentre si nasconde un segreto importante in un luogo sicuro. Ogni ricordo di Edith ha un ritmo meno forsennato, ma viene spiegato con più dolcezza, come se ci trovassimo davvero nella sua testa e man mano capiamo che non è una persona importante, che le è stato insegnato a leggere da William, che la amava... che conosce la casa come le sue tasche, che ha un figlio che porta il nome di suo padre (o almeno per ora sembrerebbe che William è suo padre) e che, ora come ora, il suo unico scopo è sopravvivere e difendere se stessa e il bambino.
Il trofeo, però, come già detto nell'incipit è il vero protagonista di questa storia. Racchiude il suo segreto, il segreto di Edith, e nemmeno al lettore è dato sapere di cosa si tratti. Qualcosa che ha a che fare con i sentimenti, siccome Edith bacia il foglietto prima di nasconderlo? Qualcosa che ha a che fare con il Canale Eire? E il trofeo è davvero il posto segreto più sicuro, come pensa Edith?
Insomma, mi hai messo addosso una curiosità pazzesca e, non lo nascondo, verrò a romperti ancora le scatole, siccome la tua prosa mi piace molto e trovo questo prologo dannatamente intrigante (oltre che amo, adoro, venero le storie ambientate in quest'epoca ♥)
Un abbraccio, è stato un piacere conoscerti **
Miry |