Recensioni per
Moments of a teenager's life
di DAlessiana

Questa storia ha ottenuto 138 recensioni.
Positive : 137
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano

Un altro dolcissimo capitolo. Mi piacciono molto gli scambi di interazione e di emozioni fra Emily e Marck e Jasper e Carlisle .
Spero che adesso le cose si rimettano x il meglio o al nostro affascinantissimo dottore verranno i capelli bianchi!😂😂

Recensore Master

“Hai intenzione di fissare quella cartella clinica per sempre?” la voce dolce di Esme riportò Carlisle alla realtà. Per un attimo desiderò spostare le lancette dell’orologio all’indietro, non riusciva a metabolizzare tutto ciò che era accaduto nelle ultime ventiquattro ore. Sua moglie, la sua amata Esme, la donna che aveva deciso di portare all’altare e con la quale aveva costruito una famiglia era malata. E lui aveva messo tutto se stesso nella terapia, salvarla era diventato il suo unico scopo di vita, ma aveva fallito. Come i peggiori dei lottatori era stato messo a tappeto da una malattia che lui non poteva controllare, aveva perso e stavolta, per la prima volta in vita sua, non sapeva come affrontare la situazione. Come muoversi, come dirlo ai figli o, semplicemente, come avrebbe fatto ad abituarsi all’idea che Esme sarebbe morta da lì a pochi mesi.
“Scusa. È solo che…” non riuscì a completare la frase, qualsiasi cosa, ogni singolo pensiero, gli sembrò inutile, banale e tardivo. Cosa avrebbe mai potuto dire o fare per cambiare la situazione o anche solo migliorarla? Guardò sua moglie negli occhi, sorrideva, forse un po’ più tirato del solito, ma continuava a farlo nonostante il mondo le stesse crollando addosso.
“Guardiamo il lato positivo…” iniziò Esme, ma non riuscì a completare la frase e non perché non sapesse cosa dire, ma perché Carlisle aveva battuto la cartella clinica sul tavolo davanti a loro con una forza che la fece tremare, bloccandole le parole in gola.
“E quale sarebbe Esme? Se non te ne fossi resa conto è finita, stai morendo! Non ci saranno più natali, anniversari, compleanni. Non ci sarai quando i ragazzi si diplomeranno o andranno al loro primo ballo scolastico! Non invecchieremo insieme, mano nella mano, guardando i nostri nipotini correre per la casa! Tra pochi giorni ti sentirai così stanca da non riuscire neanche a preparare la tisana che adori bere davanti al camino. Dimmi, in tutto questo, dove sarebbe il lato positivo?!” era scoppiato, Carlisle aveva alzato la voce talmente tanto da far vibrare i vetri della credenza. Impiegò poco meno di un minuto per rendersi conto di aver esagerato, non appena vide la prima lacrima cadere nella tazza di thè che Esme teneva stretta tra le mani. Si passò frettolosamente una mano tra i capelli e, chinandosi accanto a lei, le accarezzò una spalla. Quasi istintivamente Esme si tirò indietro, pentendosi immediatamente. Carlisle chinò il capo, cercando un modo di riordinare i pensieri per rimediare alla scenata fatta poco prima.
“Posso dire addio. Ho la possibilità di salutare per sempre le persone che amo di più e i miei più cari amici. È questo, per me, il lato positivo.” Concluse Esme.

Fu il rumore di qualcuno che bussava alla porta della camera di Jasper a sciogliere la stretta tra padre e figlio, nessuno dei due seppe quantificare quanto tempo fossero rimasti in quella posizione. Il dottor Anderson entrò a passi lenti nella stanza per paura di interrompere quel momento di pace che tanto avevano faticato a conquistarsi. Jasper gli sorrise e lo stesso fece anche Carlisle che si alzò per abbracciarlo, in fondo lui aveva salvato la vita a suo figlio e questo valeva molto di più di tutte le dimostrazioni d’amicizia degli ultimi anni. Mark ricambiò saldamente la stretta, ricordava fin troppo bene l’ultima volta in cui il suo migliore amico lo aveva abbracciato in quel modo e non era per niente un bel ricordo.
“Grazie” sussurrò Carlisle, con la voce incrinata per il pianto trattenuto. Il dottor Anderson non replicò, si limitò semplicemente a stringerlo più forte. Aveva solo svolto il suo lavoro, dando tutto se stesso e vincendo, consapevole che questa volta la famiglia Cullen non avrebbe retto un’altra sconfitta.“Sai, ti sembrerà assurdo e insensato, ma per un attimo, sarà stata una frazione di secondo, mi è sembrato di vedere la mamma” con quell’esclamazione, semplice e dritta al cuore, Jasper spezzò il silenzio che ci era creato dopo che Mark aveva interrotto l’abbraccio scomposto tra padre e figlio. Carlisle rimase di sasso, completamento spiazzato da quella rivelazione, confuso su cosa poter dire. Senza sapere come rispondere, il dottor Cullen, alla domanda implicita in quella frase, cioè se fosse davvero possibile una cosa del genere, poter vedere qualcuno, complici l’adrenalina e il mix di medicinali, che non c’è più. In quel momento, però il padre realizzò che nonostante fossero trascorsi ben sette anni da quel giorno maledetto e fossero riusciti ad andare avanti, facendo fronte comune nella lotta contro il dolore, l’assenza di Esme, delle volte, riusciva a fare ancora tremendamente male.
“Jasper… Io non so se sia possibile una cosa del genere, penso più che altro che fosse una specie di allucinazione dovuta al mix di farmaci che ti hanno somministrato. E mi dispiace…” il padre si bloccò, non riuscendo a trovare le parole adatte per esternare il suo pensiero.
“Mi dispiace che tu e tuo fratello le abbiate dovuto dire addio così presto” concluse poi. Jasper lo guardò negli occhi e, con un sorriso malinconico, strinse la mano del padre.
“Anche tu l’hai fatto.” Replicò, sentendo gli occhi pizzicare e, in un moto d’orgoglio, ricacciò indietro le lacrime prima che queste potessero iniziare a scendere.
“Già. Non ero pronto a dirle addio, non lo sono mai stato.” una volta pronunciata questa frase, Carlisle si stupì di quello che aveva appena fatto. Di aver dato voce, davanti a suo figlio, ad una verità che aveva sempre cercato di celare. Jasper non disse nulla e nascose un sorriso soddisfatto, continuando a tener stretta la mano del padre. Finalmente anche l’ultimo muro che Carlisle aveva alzato come scudo contro il dolore era caduto.
Dopo queste parole non ho niente da aggiungere, solo una cosa vorrei che tra Julia Emily le cose si risolvessero, e tornassero come una "famiglia". UN bacione grandissimo ciao *_______________________*

Recensore Master

Mi sono sinceramente commossa per le parti di Carlise, sia nel flashback, sia nella dichiarazione al figlio. Un padre che soffre perché è un marito che ha perso la sua metà. È tremendamente triste e reso bene che vorresti dare a pacche sulle spalle al sign. Cullen! Ottimo capitolo