Ciao Francesco, essendo un estimatore dell'Autunno che come ben sai è archetipo della stagione di passaggio per antonomasia, (non vedo l'ora che ritorni) ebbene questa poesia mi dice moltissimo.
Hai enucleato a dovere, il passaggio da una stagione all’altra ricorda lo scorrere delle stagioni della vita dove i sentimenti "subiscono" o potrebbe "subire" tediosi cambiamenti, insomma, per dirla con una parola sola: stantio.
Già il solo titolo è in posizione di rilievo, i verseggiar ne sottolinea la forza, l'inesorabilità di questo "colore" dai toni ombrosi. I versi mi appaiono poi un'invocazione che si avvalgono di malinconicissime e "grigie" immagini, sensazioni e percezioni.
La poesia nonostante la sua brevità è costituita da due periodi principali: il primo è prevalentemente descrittivo, il secondo punta su cosa l'io lirico assimila e di conseguenza esterna.
Forse il costrutto ha qualche lieve richiamo pascoliano oppure leopardiano.
Che altro dire?
Miscelando il grigio della tua poesia con il verde della mia bandierina... chissà quale colore si ottiene?
Bravo amico mio, c'ha la stoffa e la Pasta per la Poesia.
Alla prox!!!

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Buonasera stimato e caro Francesco Pasta,
la routine, quel ripetersi monotono e grigio delle giornate, in solite crisi d'amore acuite dall'autunno, questa la sintesi del significato proprio dei tuoi versi; ma io mi soffermo nel carattere dei versi estroverso forse, e a mia modesta interpretazione hai un incedere che rivela maestria, alta dimestichezza con le opere, le tue medesime opere. Che dirti ancora, ogni tua poesia non è mai scontata, mai banale, ma aggomitola tematiche molto importanti per dipanarle in versi ricchi e gradevolisssimi.
Detto quanto ti devo,
non mi resta che inviarti i miei migliori saluti
con l'augurio di ogni bene.
Paolo Ciraolo.

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Buongiorno.
Averle, delle crisi d'amore, sentire questo cuore battere ancora... sì, è bello amare e andare d'accordo, ma non è assolutamente facile.
Bella poesia, dolce e malinconica allo stesso tempo.

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