Recensioni per
Deo Juvante
di Celtica

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/01/21, ore 16:34
Cap. 1:

Credo proprio che questo non te lo aspetti.
Sono passati secoli dall'ultima volta che sono passata a recensire qualcosa di tuo - perché, per fortuna, ho sempre avuto modo di leggerti.
Ricordo che di questa storia me ne parlasti... E ricordo che avresti voluto scriverla diversamente. Perché sono venuta proprio qui?
Mi mancava leggere, respirare, qualcosa di storico. Scritto da te.

Ultimamente "Alba Cosacca" sta tornando prepotente nella mia testa (e continuo a pensare che sia una delle storie più belle qui sul sito, scritte da te); così com'è tornata la voglia di "tornare indietro nel tempo".

Ma da dove posso iniziare?

Mi fa sorridere di malinconia, perché mi riporta davvero ad anni addietro, ma inizio come un tempo, ricordi?
Dai nomi.

Diamante.
Non è un nome che sentiamo tutti i giorni. Ma... lo sai, sono un po' fissata su queste cose. E mi piace. Ha quella musicalità, quella particolarità che ti spinge a ripeterlo e ti resta impresso nella mente. Also, bello anche che venga spesso abbreviato con Mante.
E sono sempre convinta che un nome dica molto. Non è mai solo un nome, non è mai solo una casualità: un nome spiega qualcosa di una persona. E i personaggi non sono altro che persone, no?

E com'è Diamante?
Mi ha ricordato un po' Sansa, sai?
Diamante non si trova nella posizione di essere autoritaria. Potremmo addirittura dire che sia... codarda - altri direbbero ch'è stata coraggiosa.
Deve restare muta e obbedire al suo Signore.
E quando scopre il sangue... quando scopre "la magagna"... L'unica cosa che la fa davvero smuovere è il pensiero di casa.
Ha questa guerra interiore: fare la cosa giusta... o salvarsi?
Chi avrebbe dovuto tradire?
E come avrebbe potuto avvisare gli altri?
E... avrebbe davvero dovuto farlo?

La Storia c'insegna che alcuni sacrifici sono necessari. Certo che... se pensiamo a Ricca, al bacio sulla guancia che Mante le lascia poche ore prima di decidere di non salvarla... Ti viene da giudicarla: ha lasciato morire persone che vedeva ogni giorno, che le parlavano ogni giorno, per aver salva la vita.

Inutile dirti quali scene, dettagli, abbia apprezzato maggiormente: il sangue. L'odore della morte... e i colori del cielo. Perché sì, prima ancora che succeda di tutto... Il cielo sembra già presagire morte; perché lo vediamo con gli occhi di Mante, perché quel cielo... non è affascinante. Il rosso è prepotente. Deve distogliere lo sguardo.

Altra cosa che ho gradito particolarmente: la "rivelazione" del personaggio storico solo alla fine della storia.
Ok, io non sono un'appassionata e, magari, un appassionato l'avrebbe capito prima di me. Avrebbe unito i puntini e sorriso per tutto il tempo.
Io mi son gustata la storia con "occhi ignoranti".

Adesso.
I personaggi storici sono affascinanti. A me non piace tanto quando qualcuno si arroga il diritto di muoverli, ma... mi è piaciuto come hai mosso Francesco Grimaldi. Mi è piaciuto il suo essere quasi enigmatico con Mante e la sua sorpresa nel ritrovarla viva, il giorno dopo.
E non si prende mai il merito di nulla: l'ha graziata, ma le dice di ringraziare solo il suo silenzio, se è ancora viva.
E forse è così... la vita è fatta di scelte, no?


Vediamo... tutta la storia attraverso gli occhi di Mante. Respiriamo la sua tensione, udiamo con le sue orecchie l'urlo dei guerrieri nascosti nel bosco, guardiamo le persone uccise e il sangue.

In più, ho notato che hai lasciato piccoli indizi: già a partire dal rosario dimenticato a terra:

"Le sembrava così strano che un monaco potesse perderlo! Come un sacrilegio. Ma forse per loro era diverso. Forse loro non avevano bisogno di chiedere perdono."

Altra frase che mi è piaciuta in modo molto particolare:

"Aveva il terrore che fosse accaduto qualcosa ai suoi genitori. E il pensiero di morire lì, così lontano da casa, la stava uccidendo."


Io non so cosa dirti. Perché il tuo stile è sempre stato... evocativo. Trascini il lettore in un mondo a parte. In un mondo che riesci sempre a far respirare. Te l'ho sempre detto: mi piace il modo in cui mi trascini in un mondo che, prima di aprire una storia, non conosco.
E la Storia ti dona. Come la neve.

Ammetto che la prima parte mi è parsa un po' frettolosa. Anche se ci sono stati dettagli che mi hanno colpito, anche se è tutto pensato e i dettagli/indizi ci sono.
Ma... la seconda parte... l'ho trovata molto, molto più intensa.



E adesso passiamo a qualcosa di più intimo. Perché all'improvviso questa recensione?
In primis, perché sì. Perché mi mancava. Perché credo che tu sia una di quelle persone nate per scrivere. Perché la tua penna mi lascia sempre qualcosa.
E poi perché ho deciso di lasciare recensioni "significative" dopo la millesima. E... con te non c'è manco bisogno di spiegazioni, no?
E dovevi essere tu la prima.
E così è stato.

Recensore Master
16/11/19, ore 00:22
Cap. 1:

Cara Celtica, hai un arco di interessi piuttosto ampio e nel quale ti trovi perfettamente a tuo agio, trasferendoti con la tua scrittura lieve ma quanto mai puntuale, in ambienti ed epoche le più disparate e differenti tra loro. In questo tuo nuovo lavoro, che per caso passando dalla tua pagina ho notato che avevi appena scritto, hai voluto consegnarci una immagine piuttosto precisa di quali fossero le dinamiche di potere dell’epoca di cui stai narrando e di come nel caso specifico l’artificio utilizzato per entrare nel castello genovese e penetrarlo per impadronirsene sterminando coloro che vi erano all’interno, sia stato semplice dopo tutto: alcuni monaci che chiedono ospitalità per la notte, nulla di più innocuo e caritatevole da concedere a dei poveri frati, se non che, coloro preposti alla guardia del castello e il loro signore in primis avrebbero dovuto prima di farli entrare controllare se non nascondessero qualcosa che avrebbe potuto portare danno alla gente del castello stesso. D’altronde si viveva pericolosamente in quei momenti bui della Storia. Una leggerezza che avrebbero pagato con la vita e solo a Mante, che si è accorta che ci fosse qualcosa di non ben definito nel loro modo di porsi, è stato permesso di essere lasciata in vita perché, presa dal terrore è rimasta in silenzio come le era stato suggerito nascondendosi e non ha dato così l’allarme facendo in modo che dall’interno potessero difendersi. Ma il suo detestare forse il suo nuovo signore della rocca per quello che poteva farle, le ha fatto prendere un’altra strada e un’altra decisione che è stata poi la causa della strage che ne è conseguita. D’altronde i falsi monaci, come lei forse aveva intuito subito per aver lasciato cadere il rosario senza preoccuparsene, si fregiavano del fatto di avere dalla loro parte l’aiuto del Signore e in nome del Signore qualsiasi cosa poteva essere portata a termine. Curioso poi che la dizione DEO JUVANTE o Con l’ Aiuto del Signore sia poi diventata la scritta sullo stemma della casata Grimaldi a significare che se loro erano diventati i nuovi signori del territorio genovese era per volontà di Dio e non per le azioni commesse. Sempre interessante e molto ben narrato, caratteristica con la quale hai abituato i tuoi lettori che ne apprezzano il garbo ma anche la profondità. Un caro saluto e spero di risentirti presto con gli altri tuoi lavori anche se tu stai dando molto da fare in altri fandom!

Recensore Master
13/11/19, ore 07:12
Cap. 1:

Buongiorno.
Eccomi anche qui, e scusa se non ho seguito l'ordine di lettura per recensire, ma credo che in fondo non cambi nulla xD
Comunque, questo testo mi ha fatto immedesimare di più, mi ha trasmesso più emozioni e sensazioni, anche più ansia.
Mai ospitare qualcuno, a quei tempi, o quanto meno mai ospitarlo senza i dovuti controlli xD certo, dare asilo a monaci e pellegrini era cosa normale, se non quasi quotidiana per alcuni potenti, ma sempre con la dovuta cautela. Tempi difficili, questi.