Recensioni per
Greyback
di Fabio Brusa

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/11/19, ore 13:31

Ciao di nuovo!
Alla fine, complici la lunghezza dei capitoli, la mia curiosità e il tuo stile sono riuscita a mettermi in pari prima di quanto credessi!
È uno di quei racconti, il tuo, che mi piacerebbe avere cartaceo e completo, ha una trama così fitta e intricata che vorrei poter scorrere le pagine, rileggere brani già letti, relazionarli con quelli che sono a diversi capitoli di distanza, forse appuntare anche qualcosa. In più di un'occasione ho avuto il dubbio di essere dinanzi a un inganno del narratore, che H. non fosse quel Greyback, ma fosse Hati, il figlio di Fenrir – o almeno quello che ho identificato come tale –; il fatto che il racconto si snodi su più piani temporali e che il presente del racconto arrivati alla parte ventuno pare essere il duemiladieci, anno in cui sembra che lo status quo del branco sia un po' diverso rispetto a quello dell'anno precedente (almeno stando alla caotica situazione descritta nella parte ventidue), costringe a rivedere ogni volta le coordinate e a rivalutare quanto si è già letto. Una cosa è certa: l'intervista è andata ben oltre una durata canonica, e non certo di un paio d'ore, anzi sono molto curiosa di capire quale legame abbia intessuto Megan con i licantropi, se da giornalista si sia tramutata in collaboratrice e sia divenuta parte integrante del piano di Fenrir – che nello scorcio al Ministero, ad oggi credo sia la data più avanzata presente nel racconto (che sia quello il presente?), vediamo in procinto di impossessarsi di qualcosa che potrebbe essere il punto chiave del piano meditato nel corso di tanti anni (a riguardo, mi incuriosisce anche la dicitura Interludio Arcano, per ora è l'unico capitolo ad avere un nome, quasi a simboleggiarne la diversità, o l'importanza, rispetto agli altri).
Povero Weasley! Chiunque egli fosse, anche se dal tenore del discorso e dal ruolo, ho immaginato fosse Percy. Blaise, invece, sembra essersi immischiato in qualcosa che neanche comprende, e chissà cosa gli ha promesso Fenrir per calamitare la sua attenzione e convincerlo a collaborare.
Ma tornando un istante ai giornalisti, ho apprezzato molto l'uso di Cornelius come filtro: mi ha dato l'impressione, quando esterna tutte le proprie perplessità e quasi tenta di fare un passo indietro, che fosse il tramite attraverso cui hai scelto di esporre i quasi sicuri dilemmi del lettore, chiamato a relazionarsi con una trama che mette a soqquadro ciò che sappiamo delle caratterizzazioni canoniche. La tua trama, dopotutto, sembra partire dal prosupposto che Albus Silente abbia covato in sé molte più ombre di quelle solo accennate, e che buoni e cattivi siano concetti più che relativi.
Ti dirò, anche questo rende interessante la tua storia, questo sovvertimento di valori, dove il confine tra bene e male diviene labile, si sovverte, muta la sua forma e invita a immedesimarsi per il tempo della lettura in un punto di vista mai preso in considerazione durante la saga: quello appunto di Fenrir e del branco, degli emarginati che sono rimasti ai confini della società anziché trovare il modo di integrarsi, come ad esempio ha fatto Remus (che pure ha sofferto tantissimo).
Un sovvertimento, questo, che si ravvisa sin dalle esperienze giovanili a Hogwarts, dove hai reso meschini i Grifondoro (ammetto che tra tutti proprio Frank e Alice fatico a vederli così, però capisco che siano funzionali a questo progetto narrativo, soprattutto due come loro celebrati e ricordati con affetto) e reso l'odiosa e razzista Lizbeth una futura auror. Interessante invece il percorso ancora sconosciuto di Burke, cosa sarà accaduto?
Magnus continua a intrigarmi tantissimo, non vedo l'ora di scoprire la sua parabola e la sua storia. Non mi aspettavo fosse un Serpeverde, mentre immaginavo che Fenrir non sarebbe finito nella Casa di Salazar, sarebbe stato un passo falso, credo, nel tessuto narrativo che stai costruendo.
La morte del padre di H., riprendendo il discorso sull'Isola di Arturo che è un romanzo di formazione, segna perfettamente la fine dell'infanzia e il completo mutamente che attende il protagonista, e che in effetti c'è stato, guidato ora da un uomo colmo di rancore che vuole renderlo il proprio strumento. A riguardo, non mi sarei aspettata che la chiave del piano fosse Hagrid, ma confido che in qualche modo il sodalizio tra lui e Fenrir non sia mai finito del tutto.
Avrei altre mille cose da dire, aver letto tutti i capitoli in una volta non aiuta a recensire per bene! Ad esempio, ti confermo l'impressione di un tono quasi picaresco quando il racconto si sposta a Hogwarts, che poi in effetti la figura del picaro non è così distante dal giovanissimo H.
Perdona eventuali refusi, non riesco a rileggere la recensione, mi fermo qui e ti rinnovo i miei complimenti. È una trama solida, intricata e molto particolare, che riscrive un lato della saga da un punto di vista totalmente diverso – che poi lo si condivida o meno è un'altra storia.
Alla prossima!

Rosmary