Ok. Innanzitutto rosicate, io ho una storia dove sono l'antagonista principale e voi no. Gnè gnè gnè.
In secondo luogo.
Sai, normalmente non leggo storie di questo genere. Sarò onesto, tendono ad annoiarmi. Solo azione e niente introspezione/angst rendono Subutai un vecchio arrabbiato. Ma qui sono stato piacevolmente sorpreso: di azione ce n'è abbastanza poca e il fulcro è il rapporto fra il vecchio manigoldo e il lupoide.
E che bel rapporto. Ho già letto in giro, nel mio peregrinare per l'etere, di qualcosa di simile. Ma non abbastanza da far suonare questa cosa come un cliché, perché non lo è. Anzi, è quel modo non canonico di affrontare un rapporto più sfaccettato di quanto appare. Perché sì, Subutai e Bastardo si odiano... ma l'ultima riga è tremendamente vera. Quel senso di possesso, quel "solo io posso ucciderlo" non fanno parte dell'odio banale che si può provare, chessò, per un capo tirannico o per la ex schizzata. È più fine, più sottile, più... puro.
Un'altra cosa che ho apprezzato davvero tanto, e che come tratto penso io e te si abbia in comune, è la ricercatezza nei termini. In certi momenti, se fai come faccio io, immagino ti sia fermato, abbia messo una mano sul mento e ti sia chiesto qual era la parola adatta che voleva esprimere il concetto che ti frullava in testa. Una cosa che, a mia non modesta opinione, troppa poca gente fa. E che forse non mi fa apprezzare maggiormente un genere non particolarmente nelle mie corde, ma sta lì a testimoniare che ci metti attenzione. Cosa non da poco.
In totale è stata una lettura decisamente piacevole. E che il mio omonimo avrebbe fatto una brutta fine lo sapevo, era scritto nelle stelle. Ma tant'è, se non c'è un po' di grittyness in un racconto del genere non ci siamo proprio. (Recensione modificata il 18/11/2019 - 06:06 pm) |