H^o^la!
Adesso, posso dire con molta certezza che il destino esiste. Altrimenti, non so spiegarmi perché, tornando sul fandom dopo forse anni, finalmente trovo non solo una, ma più storie degne di essere lette. E recensite. *squillino le trombe*
Ma veniamo a noi. Alla nostra Mana. Mi permetto di dire nostra, perché il ritratto che le hai fatto è proprio quello che mi ero fatta io di lei. La ragazzina che gli adulti chiamano con enfasi, e pure i bambini già vecchi dentro (vero, Mahad?). Di fatto pasticciona e blasfema, di testa ribelle e anticonformista. Costretta a crescere in fretta, a perdere l’innocenza nel suo sguardo. Insicura di sè, ma certa dei suoi sentimenti. Di non dover smettere mai di sognare. In questo, al di là del significato dei tarocchi, trovo davvero appropriata la sua associazione con le stelle. Il simbolo dei sognatori, di chi non si accontenta della realtà, di chi aspira sempre “ad astra” nonostante gli “aspera” che ha dovuto affrontare.
Quindi, promossa a pieni voti la caratterizzazione del personaggio.
Ma veniamo alla struttura. Mi sono resa conto con sgomento, nonostante abbia letto tutti gli altri tuoi tarocchi, che non ho mai recensito nulla. Non capisco come possa essere possibile, li ho amati tantissimo e te ne chiedo venia, della mia mancanza di tempo e della mia pigrizia. Cercherò di rimediare. Il punto, è che sei stata davvero brava nelle associazioni con il tema portante, ma ciò di cui voglio veramente parlare sono i momenti non canon. Quelli canon, diciamo, ce li possiamo immaginare tutti, e tu infatti sei stata abbastanza intelligente da non scadere in un mero momento descrittivo. Sono i missing moments, quelli della sua infanzia soprattutto, in cui affondi davvero nel personaggio, nelle sue relazioni, nelle sue scelte e azioni future. E sono d’accordo su quanto Mana sia un pg insidioso, tragicomico a tratti, che fa sorridere e commuovere al tempo stesso. Ma gli eventi che scegli di narrare sono lei, in tutte le sue sfaccettature. Bravissima davvero.
Sono anche molto soddisfatta di come hai scelto di raccontare il suo ruolo accanto al nuovo Faraone. Il loro, è un lieto fine davvero amaro, e per quanto Mana e Seth siano diversi, non possono che essersi ritrovati l’uno dell’altro nella loro sofferenza. E’ molto triste, che entrambi siano stati costretti ad andare avanti appena con il ricordo della felicità e delle persone che amavano (anche se sono d’accordo con te, che Mana abbia provato più un’amicizia fraterna per Atem, e che se di cotta vogliamo parlare, allora si tratta della sua venerazione per il maestro).
Unico neo, che ho notato anche negli altri capitoli, sono le frasi che si ripetono eccessivamente, almeno a mio avviso. Capisco che certi pensieri diventino ossessivi nella testa dei personaggi, capisco che i parallelismi delle situazioni chiamano i richiami, ma talvolta less is more. Avrei trovato altrettanto efficace limitarsi a ripeterle da “sezione” a “sezione”, in modo da darvi più enfasi e alleggerire la lettura.
Punti bonus, infine, per l’estrema precisione didascalica sull’Antico Egitto. Da appassionata, è bello scoprire cose nuove e citazioni giustamente studiate.
In definitiva, grazie anche di questa tua storia, spero di esser riuscita a contraccambiare le emozioni positive che mi hai trasmesso almeno un po'.
XOXO
Evee |
