Ciao
Leggere questo racconto è stato un vero piacere, perché è stato come rivivere ancora una volta il viaggio dell’ultima trilogia di Star Wars, però attraverso gli occhi di due persone che potremmo benissimo incontrare lungo la strada o essere addirittura noi stessi. Persone che sbagliano e che non sanno come fare a rimediare ai propri errori, che tendono a comunicare troppo poco o a non farlo affatto, persone che si guardano con sospetto senza sapere quanto in realtà sia facile capirsi, a volte senza nemmeno la necessità di ricorrere alle parole.
Ma in fondo è un po’ il problema di questi nostri tempi, in cui quei giochi di sguardi e di silenzi che hanno caratterizzato tante storie d’amore del passato non bastano più, perché ora bisogna parlare, parlare, parlare, dirsi tutto, anche quello che si vorrebbe tenere sepolto nel proprio cuore. Ormai un silenzio non è più una dichiarazione d’amore, ma solo un’incomprensione.
La sincerità è tutto, non lo nego, ma non deve essere pretesa, bensì deve emergere da sola, spontanea, nel momento giusto: e lo hanno capito bene tanto Rey quanto Ben, anche se per farlo sono dovuti passare attraverso molte sofferenze.
Del resto, se è vero che l’amore vince su tutto, Ben non avrebbe dovuto avere certe preoccupazioni: temere di perdere Rey a causa dell’uomo difficile che lui è stato in passato è stato un grossolano errore, perché lei lo ama, e come tale sarebbe stata pronta fin da subito non tanto a perdonarlo, bensì a comprenderlo e a continuare ad amarlo. Ma anche Rey ha avuto la sua parte di colpe, vinta dal timore che quei silenzi di Ben potessero rappresentare un ostacolo al loro amore.
Un amore, tra l’altro, che hai saputo raccontare con molta delicatezza, andando a ritroso, con una scelta curiosa ma molto gradevole, mostrandocelo dal momento della pausa che rischia di trasformarsi in un addio per poi passare alla prima notte d’amore insieme, per infine concludere con la riconciliazione che richiama il loro primo bacio e in cui, in un qualche modo, si sommano insieme tutti i momenti precedenti.
Ho apprezzato molto il modo in cui hai intrecciato in un universo alternativo non solo i caratteri originali dei personaggi - Rey insicura, Ben arrabbiato con il mondo e pronto ad assumere su di sé il peso di ogni errore quasi potesse, in questo modo, aumentare le proprie sofferenze e la propria rabbia - ma anche le varie situazioni viste o accennate nei film: la brusca separazione dai genitori - con una nuova discesa nell’oscurità rappresentata dall’incontro/telefonata tra Ben e suo padre - le insicurezze di Ben celate dietro una maschera incrinata, la sua redenzione tramite l’amore di Rey, che porta alla scomparsa delle sue cicatrici.
Ma poi c’è anche l’altro modo in cui li hai tratteggiati, mostrandoli come due innamorati impacciati che hanno una paura folle di perdersi, perché ognuno dei due rappresenta tutto il mondo dell’altro. E per questo non si può che affezionarsi a loro, riconoscersi nei loro sentimenti e nelle loro difficoltà costruite attorno a quella che, più che un’incomprensione, potremmo definire una certa imbecillità da parte di entrambi - in senso buono, ovviamente. Non sono perfetti - né qui né nel film: specialmente Ben, è tutto fuorché il tipico cattivo perfetto - ed è per questo che sono personaggi insieme straordinari e normalissimi, in breve i migliori e più memorabili tra tutti quelli comparsi nei nove film che compongono la magnifica saga di Star Wars.
Un’altra cosa che mi è piaciuta davvero molto, e questo è un discorso a parte che non c’entra con la trama ma che è comunque sempre fondamentale, è il tuo stile di scrittura, uno stile che attraverso il ricorso a frasi concise riesce a portarci con molta naturalezza all’interno della mente di Ben, e tramite lui e la sua percezione in quella di Rey. Il susseguirsi di immagini mentali, di azioni e di descrizioni - essenziali ma più che sufficienti a mostrarci tutto ciò che c‘è da vedere - è composto alla perfezione e permette di passare da un momento all’altro con la voglia di scoprire ciò che succederà.
Sarà che anche io, negli ultimi tempi, sto sperimentando uno stile che faccia ricorso a frasi brevi più che a quelle lunghe (anche se credo che dalle recensioni non lo si noti), ma leggere qualcosa che mi richiami questo stile è stato davvero piacevole.
Che dire, non mi resta che complimentarmi per questa bella storia, che mi ha fatto incontrare di nuovo, e molto volentieri, questi personaggi da cui, nell’ultimo mese, mi sono un po’ allontanato.
Un saluto e alla prossima! |