Ecco, ecco, sono in pari. Che sarà una cosa stupida, ma quando una storia è in corso di aggiornamento, mi mette sempre un poco di ansia non essere alla pari con l'ultimo capitolo pubblicato. Va be'.
Dicevo, sono sempre più contenta di aver iniziato questa lettura!
Adoro il modo in cui riesci a rendere le atmosfere: che sono cupe e minacciose, tutt'altro che allegre ma che, per bocca di Harry, risultano a volte quasi esilaranti. Esilaranti per il lettore, sia chiaro, non certo per i personaggi. Mi piace molto questo misto di strafottenza, frustrazione, completo smarrimento e voglia di andare contro tutti e comunque senso di colpa che muove Harry: è un perfetto ritratto di un adolescente che sta attraversando un momento a dir poco difficile. E insomma, credo sia anche perfettamente credibile che il tempo trascorso con Sirius e Remus non sia esattamente il più divertente della sua vita, nonostante voglia loro bene e sicuramente non sia paragonabile ai Dursley: sono personaggi difficili, a malapena in grado di far fronte a sé stessi, è ovvio che non possano essere delle guide stabili e serene per Harry... e, lo confesso, io ci sguazzo in mezzo a tutto questo disagio.
Mi ha fatto molta pena Severus: vederlo così, completamente perso, alla mercé di un infermiere come Sirius (a cui, pur con tutto l'affetto che posso provare per lui, non affiderei nemmeno una pianta in vaso, in questo momento della sua vita – e forse nemmeno in un altro). E mi ha fatto un po' pena Harry, che si è incastrato in una situazione effettivamente molto scomoda. Trovo peraltro molto pertinente la sua riflessione sul fatto che guardare Piton così sia quasi peggio che sbirciare nel suo pensatoio: ho idea che una persona orgogliosa e tanto abituata ad essere sola e a dover bastare a se stessa mal tollererebbe di essere vista nel momento del bisogno assoluto proprio dalle persone che più disprezza.
Mi rincuora molto tuttavia la frase finale.
E ora fremo di curiosità: spero di leggere presto un aggiornamento! |