Ciao, mia carissima Star^^
Anche oggi ti lascio un paio di commenti, torno da questa long e poi ti invio le mie impressioni sull'ultima one-shot che hai pubblicato. ❤
Con mio immenso piacere, il tenente McGowan si dimostra essere davvero un buon amico, un alleato in grado di guardare a Eric le spalle, anche se ho l'impressione che Dalton non gli stia raccontando proprio tutto.
La razionalità è una dote del detective, lo induce a non lasciarsi fermare dalla paura. Non sottovaluta il grave pericolo che sta correndo nel corso di questa indagine, ma lo affronta sempre con coraggio. Sa che diverse persone osservano i suoi passi, persone mosse da buone ragioni per lasciarlo agire nell'ombra e trarre vantaggio dalle sue indagini per giungere ad una verità tanto bramata oppure insabbiare le prove per ostacolarlo. Certo è che l'interesse di Eric per il caso ha smosso acque irrequiete.
Il coinvolgimento dell'IRA non è mai rassicurante, Eric lo sa bene, però è anche vero che Robert non sembra mai stato disonesto con lui, sicuramente non ha mai pensato di voltargli le spalle e fargli del male.
O’ Neil agisce prevalentemente per un interesse personale. I suoi contatti con l'IRA mi sembrano sensati considerando le sue origini, origini che non sono affatto un segreto per Eric. Robert ha grande stima di Eric, gli è profondamente grato dell'aiuto che gli sta offrendo, è disposto ad evitare che L'IRA faccia a lui del male.
Ammetto di essere curiosa di un confronto aperto tra Eric e Robert.
È molto significativo il fatto che Eric trovi sulla sua strada molte persone disposte a testimoniare in favore di O'Donnell, lo chiamano amico e raccontano il suo lato più umano; se alle persone che lo hanno conosciuto è rimasto impresso questo suo aspetto, un fondo di verità deve esserci, non può essere stato solo colui che ha torturato quei repubblicani.
Patrick viene descritto come un uomo legato agli affetti, per lui la famiglia ricopre un posto significativo, ambisce ad avere accanto una compagna che ama e che lo ama, con la quale mettere al mondo la sua discendenza.
Il racconto sul suo passato mi fa pensare che sia stato un uomo sempre combattuto tra una vita serena dedicata alla famiglia e una vita dedita al dovere verso la propria patria. Per un periodo, dopo tutto quello che ha passato durante la sua prigionia, ha desiderato di non tornare più in guerra, di restare con la sua famiglia, invece l'apprezzamento ricevuto dai compagni gli ha ridato la voglia e l'incentivo per tornare sul campo. Considerando anche il fatto che, a differenza della moglie, lui non si era mai allontanato del tutto da quel clima combattivo non è difficile credere che abbia ceduto presto al richiamo delle armi.
Con la narrazione di questo personaggio, ancora in parte misterioso, alterni momenti di guerra cruenta a momenti di serenità famigliare.
Anche nel caso di questa storia sei stata bravissima a fondere Storia e personaggi. Che i personaggi siano inventati o ispirati a persone vissute, non ti limiti a inquadrarli in un contesto storico, rifletti sul loro contributo, sul loro pensiero, sulla loro opinione, anche sui sentimenti che nutrono verso la patria e che li spingono ad agire.
Non penso sia un caso la scelta del nome del primogenito di O'Donnell; è un'altra dimostrazione di lealtà nei confronti di coloro che hanno servito la patria e continuano a farlo con onore verso le imprese passate e con tenacia verso quelle future.
Il pensiero delle nuove generazioni è un ulteriore incentivo a non arrendersi per lasciare a loro un paese libero, per evitare a loro le stesse sofferenze subite dai padri.
Non ci mostri solo la filosofia che spingeva O'Donnel ad agire, ce lo descrivi sul campo di battaglia accanto ai suoi compagni. Ci mostri concretamente l'appoggio morale e fisico che Patrick era in grado di offrire a coloro che combattevano al suo fianco nell'ora dello scontro più acceso e rischioso.
La descrizione della guerriglia è molto coinvolgente, ci ricordi di continuo che non sono solo schieramenti a combattere ma persone con un nome e con umane paure. Dai un volto a questi combattenti e questo crea grande empatia nel lettore.
Mi ha piacevolmente stupita anche l'attenzione che O'Donnell pone sullo stato fisico dei prigionieri e non solo dei suoi compagni d'armi.
L'immagine di questa Dublino distrutta dai suoi stessi abitanti è molto toccante, essi hanno dato la priorità alla libertà, con una vena ottimista posso pensare che nella loro mente arriverà il tempo della ricostruzione.
Apprezzo tanto l'obiettività di Eric nei panni del detective, per lui un uomo è innocente fino a prova contraria e lui è in cerca proprio di quella prova anche se, al pari di chi lo ricorda come un grande eroe, spera di non trovarla.
Non vedo molte differenze tra Eric e Patrick per quanto riguarda il dovere che si impegnano a onorare. Entrambi sono padri che decidono di sfidare il pericolo pur di ottenere la giustizia in cui credono.
Ti invio subito l'altra recensione. ❤️❤❤
Un abbraccio grande,
Vale (sempre tua affezionata lettrice) |