Recensioni per
Dafne fra le siepi
di Luvva

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 0
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
04/03/20, ore 23:02

In anni ne ho visti di testi sconclusionati, ma questo li batte tutti. Ma andiamo con ordine.
Per prima cosa vorrei parlare della forma: punteggiatura usata a caso, errori di battitura vari e consecutio temporum completamente andata. Come se non bastasse hai un modo di scrivere un po' particolare, ovvero spezzi le frasi, il che sarebbe anche carino se non creasse mostruosità del calibro di (cito dal testo) "Ha perso la madre, Dafne, e il padre.". E il padre cosa? Cioè, con un minimo di fantasia si può intuire, ovvio, ma scritto così è proprio sbagliato.
Ah, sì, fai anche troppe ripetizioni inutili e un sacco di confusione tra i pronomi maschili e femminili di terza singolare. Per amor di cronaca ci tengo a sottolinearti che "lui" e "lei" non sono soggetti, perciò non usarli come tali, molte grazie.
Riguardo alla storia c'è poco da dire, o almeno spero...
L'introduzione è inutile, parli di un'Atene che può piacere solo per la droga ma nessuno ne fa uso (tranne il fratello di Dafne, anche se non è certo, dovremmo chiedere al fruttivendolo). Qui fai anche la retrospettiva di Dafne, altrettanto inutile perché nonostante la vita difficile (?) sembra viversela bene: ha una casa, va all'università, certo non ha una macchina perché si sposta a piedi, però ha comunque dei soldi. O meglio, penso li abbia altrimenti è un po' improbabile tutto ciò.
Per curiosità vorrei chiederti che università frequenti Dafne, perché mi pare di capire frequenti il corso di filosofia, nonostante non conosca il filosofo accanto a Socrate (forse era Platone? Magari Epicuro? Aristotele per caso?).
Il fatto che la protagonista non sappia come si chiami l'Acropoli è spiazzante. Ah, Acropoli si scrive con la A maiuscola, è un nome... Così come il Partenone, dedicato ad Athena Parthenos (Αθηνά Παρθένος, sì, conosco e studio il greco antico), ovvero Atena Vergine. Pertenone che peraltro è bianco, non a colori, e probabilmente non è mai stato colorato.
Il tipo misterioso invece mi sembra un misto tra Gianni Morandi, per via delle mani grandi, e Usopp di One Piece, a causa del naso dritto a martello. Naso che alla fine sembra più una metafora di un'altra parte del corpo maschile che non un vero e semplice naso.
Tralascio la storia della pesca e dei vari legami (filo rosso del destino? BDSM?) perché sono cliché abbastanza comuni e anche un po' vecchiotti.
Una cosa che non capisco è che il tizio ricordi alla protagonista la Tunisia ma nel momento clou le ricordi i ruderi di Atene. Forse non era più così giovane? Oppure le ricordava qualcosa di familiare? Magari è il fratello scomparso? Spererei di no altrimenti sarebbe incesto...
Il finale criptico è un po' campato a caso, a Dafne tutto ciò è piaciuto ma non vuole più averci a che fare... In un certo senso la capisco visto che l'uomo (?) è scomparso appena dopo il bacio, ma mi sembra comunque eccessivo, magari potevano bersi un caffè dopo, o qualcosa del genere.
Una cosa mi ha fatto abbastanza ridere (cito nuovamente dal testo): "C'è chi si fa scappare una risatina, chi un commentino di biasimo, chi addirittura non vede nulla e non si accorge.". In pratica o sei con loro, o sei contro o sei una bestia di Satana. Non sono forse meglio le persone che non si fermano a guardare i due ragazzi avvinghiati rispetto a quelli che giudicano? Parere mio, ovvio, ma anche leggermente più reale.
A questo punto credo di aver detto praticamente tutto, dovessi rileggere per l'ennesima volta questo testo magari troverei altro, ma credo sia abbastanza.
Spero di rileggerti presto, magari con un testo scritto con più attenzione, ma comunque spero che tu non smetta di scrivere.
Cordialmente,
Una Supercazzola