Ciao!
Partecipando anche io al contest, ne ho approfittato per dare una sbirciatina alle storie in gara.
Il tema del viaggio è molto variegato e può essere sviluppato in diversi modi, ma generalmente una delle costanti inerenti le motivazioni ha sempre a che fare con una situazione di disagio del protagonista.
Ho apprezzato la descrizione iniziale sul via-vai tipico delle stazioni: Sebastian osserva la vita degli altri passargli accanto senza toccarlo, come se fosse uno spettro incorporeo. In mezzo a persone con uno scopo – fosse anche il mero dovere di prendere il treno per andare a lavoro – non può fare a meno di constatare come, al contrario, la sua presenza lì sia meramente casuale.
Che lui ci sia o meno, non fa differenza. Credo sia assolutamente condivisibile che il realizzare questo gli provochi un senso di stanchezza incompatibile coi suoi pochi anni.
L'incontro col surfista, tuttavia, pare accendere la scintilla che il nostro viandante probabilmente va cercando: è soltanto un'impressione da nulla, ma il fatto che il ragazzo, tra tutti, abbia notato proprio lui squarcia il velo di invisibilità in cui egli si sentiva avvolto.
Un breve racconto che sa di sogno e speranza.
In bocca al lupo!
Irene |