Recensioni per
La morte è la curva della strada
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 74 recensioni.
Positive : 74
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/02/21, ore 18:56

Ciao, mia cara ^^

Mi è servito qualche giorno per riuscire a trovare le parole, non è facile per me commentare uno scritto che supera il pensiero.
Non credo nemmeno di essere giunta ad un’analisi soddisfacente che possa sottolineare quanto questa prima parte della raccolta meriti attenzioni (non oso però immaginare il resto).
Da quando l’hai pubblicata anche su Wattpad, facendomela quindi conoscere, ho perso il conto delle volte in cui l’ho letta. Ogni singola volta il mio cuore è stato attraversato da un fremito.
Ho un rapporto molto particolare con questa coppia, ogni volta che si narra di loro (sia in scene spensierate sia in quelle drammatiche) il mio stomaco si attorciglia. Ora immagina solo cosa possa aver provato leggendo queste tue righe. È stato un dolore dolcissimo.
Ho letto attentamente le tue note e penso che l’avventura che hai intrapreso con questo progetto sia lodevole. È necessario avere un animo affine al genere poetico per poter produrre simili elaborati (ho potuto constatarlo dalle tue pubblicazioni su facebook).
Arrivo a James, o meglio all’anima di James, la protagonista di questa flash. Ci stai narrando di uno spirito che ha appena lasciato la terra, è perciò confuso e il pensiero vola alla donna che ha amato; la morte non sembra avere influito sui suoi sentimenti, anzi lui è morto per provare disperatamente a salvare lei e il loro bambino.
Mi ha commosso il parallelismo con la stazione in cui si trova Harry sul finire della saga. Harry ha vissuto l'anticamera della morte, ma tutto fa pensare che la sia anche quella vissuta dal padre, con l'unica differenza che James è costretto a percorrere quei binari.
Mi ha colpito anche il modo in cui hai reso la materia, l'assenza di essa e come James la percepisce. Sembra una percezione ancora estremamente cosciente che lo spinge quasi alla follia dell'incomprensione.
James si sorregge sul rimpianto, qualcosa che lo trattiene per non percorrere i binari, da cui non vi è ritorno. I binari sono infiniti e paralleli, identificano un luogo indefinito ed eterno; guidano un treno che non giungerà mai o forse già perso, una corsa cancellata dal rimpianto della loro vita insieme già spezzata.
Descrivi un breve lasso di tempo in contrasto con l'eternità, nel quale la consapevolezza di James diventa sempre più nitida. Comprende la sua nuova posizione e il suo nuovo scopo che è quasi un sentire evanescente e stabile destinato a ripetersi per sempre, perché la curva non si vede -James non sa nemmeno se effettivamente ci sia-, vive nella forza e nella speranza che ci sia, le stesse che serbava nel cuore in vita. James vive nell'attesa infinita di vedere Lily, una condizione che ha vissuto anche in vita prima che diventasse sua, è una condizione che nella morte si ripete come un cerchio che si chiude.

Ho cercato di attenermi al testo…comunque tu resti malefica, mannaggia, mi ci sono voluti giorni per digerirla ed anche ora non credo di aver ritrovato stabilità emotiva ❤

A presto!
Un abbraccio grande grande
-Vale (sempre tua lettrice affezionata)

Recensore Master
21/07/20, ore 12:14

Prima Recensione Premio per il contest "3 Drabble, solo 3 Drabble per parlarti di me (e dirsi addio)

Ciao!
Voglio iniziare questa recensione da una grossa premessa (e perdonami l'enorme digressione): io non so come farò a recensire questi capitoli. Li ho letti settimane fa, tutti, e mi hanno fatto male. E' colpa tua se di recente ho ripreso a leggere storie sui malandrini, perché questa raccolta ha riaperto una specie di ferita dentro di me. No, non una specie: è da pazzi, ma è una vera e propria ferita. Harry Potter, per me, non è mai stato soltanto un libro. E' stato la mia unica realtà per molto tempo, il mio unico compagno durante gli anni delle medie. La sua storia è la mia storia, io l'ho vissuta insieme a lui, vivendola come se fosse reale, perché non c'era davvero niente al di fuori dei libri, per me. Ed è stato difficile dare un nome a questo sentimento fino a quando non ho dovuto fare i conti con il mondo della scrittura. Adesso so che per me Harry Potter non è soltanto un libro fatto di tanti personaggi: è la mia famiglia. Ed ecco perché leggere le storie dei malandrini mi fa tanto male. Potrebbe essere definito un dolore dolce, nostalgico, ma è davvero doloroso. E mi emoziona troppo, e mi toglie la capacità di mettere due parole di senso compiuto assieme. Quindi, scusami davvero se questa recensione non avrà senso.
Altra premessa doverosa: io, la raccolta, l’ho già letta tutta, ma le cose che ho da dire sono talmente tante che è impossibile per me racchiuderle tutte in una recensione. Ecco perché, al momento mi fermerò al primo capitolo (ovviamente sceglierò altre tue storie per le altre recensioni premio che ti spettano) e poi, con la mia calma e al di fuori di vincoli del contest, recensirò anche gli altri capitoli.
Iniziamo!

Inutile dire che il titolo e i personaggi hanno decretato la mia scelta.
Trovo che questo titolo, che dà il titolo anche alla raccolta, sia una verità che è presente anche nei libri, e che, più in generale, mi ha ricordato diverse opere che ho incontrato sulla mia strada. Mi ricorda quello che ha detto Silente nel primo libro, quando Harry afferma che Flamel morirà: Silente dice che per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. Mi ricorda quando sia Silente sia Sirius, uno nei libri e l’altro nel film se non erro, dicono a Harry che le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente, e che soltanto perché noi non le vediamo non vuol dire che non ci sono più. In sé, quindi, racchiude queste due verità: una nuova esistenza nella morte e la curva che nasconde alla vista chi passa oltre. Il titolo racchiude anche parte della tranquillità con cui una “mente organizzata” affronta la morte, e ben è affine alla consapevolezza determinata di James.
Insomma, trovo che questa frase, così come l’intera poesia di Pessoa sia cucita a regola d’arte per questo mondo e questi personaggi. E, ovviamente, tu sei stata bravissima a incastrare tutti i pezzi.
A modo suo, questa raccolta mi ha fatto pensare anche a “Ghost Whisperer - Presenze”, a quello che accade a Jim quando muore e raggiunge un lago dov’era solito andare a pescare con suo padre e dove suo padre lo portò quando il fratello era morto; ed è su quel “lago di luce” che Jim incontra il fantasma di suo fratello, che aveva aspettato tutto quel tempo (un tempo che per lui non ha avuto importanza perché al di fuori dei calcoli umani). Più avanti, per il ruolo che assume James per tutti gli altri personaggi (o quasi), mi ha ricordato la figura di un libro fantasy che io amo alla follia. E, quindi, niente, ho adorato la personalità con cui hai affrontato questo tema (cosa ci aspetta al di là della morte) e il modo in cui hai saputo rendere originale gli elementi del genere.
Mi piace che tu abbia ripreso lo sfondo della stazione di King’s Cross. Nella saga – così come nella serie che ti ho menzionato pocanzi - si lascia intendere che il luogo di passaggio, quell’anticamera tra vita e morte, è un luogo soltanto di luce, e la luce prende la forma più adatta alla persona che l’attraversa, la forma che più rappresenta un luogo di passaggio per tutti noi, per accoglierci e farci sentire subito a casa. Per Harry, quel luogo è sempre stato la stazione di King’s Cross, il luogo dove tutto è iniziato, quello che ha segnato veramente il suo prima e il suo dopo, quello che per primo ha lenito il suo vuoto. Ecco, mi piace che tu invece lo abbia fatto diventare un must, un luogo simbolo non del personaggio ma dell’atto messo in corso. La stazione di King’s Cross rappresenta, nella tua storia, un luogo di scambio e passaggio, da cui partire e tornare e aspettare. È la metafora del treno come mezzo di connessione e di viaggio che qui in questa raccolta conta.
Leggendo la raccolta non ho prestato troppo caso allo stile in generale, ho letto davvero perché i personaggi e i loro incontri mi hanno avvinto, quindi al momento mi limito a commentare lo stile di questo primo capitolo.
È uno stile impregnato nella concentricità. È uno stile che si piega, esattamente come la curva della strada. Dico questo perché hai volutamente utilizzato diverse ripetizioni, che rendono quasi una “litania” il testo. Non che sia una litania, attenzione (faccio fatica a spiegarmi), ma c’è proprio questa sensazione di curvarsi, di fare un passo indietro per poi fare due avanti e di lato, e così via.

- James apre gli occhi su un nulla fatto di luce: il nulla non dovrebbe essere fatto di niente, non dovrebbe essere fatto affatto, ma, in qualche modo, è. → C’è la parola “nulla” ripetuta due volte, un “niente” che fa sentire la sua similitudine con esso. L’intero pensiero è un dondolarsi, un passo indietro e due avanti, come se i pensieri stessi di James faticassero a concepire il concetto.

- Ed è luminoso, e nella luce la sua paura si scioglie in un nodo di rimpianto lievissimo. → Stessa cosa qui. L’assonanza tra “luminoso” e “luce” riprende questa sensazione del dondolio, del procedere con passo altalenante.

E continui così anche in terza frase in cui riprendi la parola “rimpianto” portandola a capo verso, e che si ripete fermandosi soltanto prima delle ultime tre righe. È uno stile che vuole trasmettere tranquillità e spaesamento insieme. Uno stile concentrico che ben si addice a questo sfondo mutevole, più che onirico io lo definirei “non corporeo”, ma non dà l’idea di sogno, è una realtà non tangibile ma allo stesso tempo reale, in cui l’incorporeità di James, all’interno di questo sistema, proprio perché è fatto della stessa sostanza del mondo, diventa reale, concreto. Il tangibile assume un altro significato. È uno stile che si solidifica soltanto nella personalità del personaggio: infatti, le ultime tre righe spezzano la catena, sono impregnate di un tono dolce amaro, ma sicuro, fermo, deciso, così com’è la personalità di James. In questo modo, seppure la realtà in cui si muove è una realtà in bilico come i binari su cui lui poggia i piedi, James è reale, esiste, si concretizza nel suo carattere, nei suoi pensieri, nel suo modo di far fronte alla situazione.

- Ma James ha sempre preferito mettere un passo davanti all’altro → Mi piace l’uso di questa figura retorica, di cui in questo momento non mi sovviene il nome, dove “passo” dovrebbe stare per “piede” (di solito si dice o “mettere un piede davanti all’altro” o “fare un passo dopo l’altro”) ma qui sembra assumere un doppio significato, più simbolico: ogni passo sembra racchiudere una tappa della vita di James, i suoi traguardi, le sue sconfitte, le sue conquiste, i suoi errori. Inoltre le ultime tre frasi sono quelle che mi hanno straziato, perché nella loro linearità e semplicità hanno racchiuso l’intero personaggio, la sua essenza. James è genuino, onesto, ha sempre lottato per conquistare quello che voleva, non ha cercato mai scorciatoie nella vita. La vita l’ha presa di petto e l’ha percorsa con la grinta del leone, baldanzoso sì, ma anche determinato, desideroso di viverla, di assaporarla. Con la sicurezza degli ottimisti, ma non degli sciocchi. Il primo pensiero concreto è per la sua Lily, il suo più grande tesoro, la sua metà. A volte si pensa che l’anima gemella ci renda sdolcinati, smielosi, che quando la si trovi scoppino i fuochi d’artificio. Io penso che loro siano invece il miglior esempio di anima gemella, perché nel trovare Lily, James ha trovato la pace, la consapevolezza di sé e del mondo.

Altrettanto bella è l’espressione “articolarsi di luce” in cui il verbo “articolare” assume entrambi i significati: sia quello inerente ai movimenti, sia quello inerente al suono. La luce, nella sua enigmatica funzione ed essenza, riesce a esprimere un concetto che è sensazione e suono allo stesso tempo.
Lo stile si adatta anche al personaggio: leggendo, ho avuto l’impressione di guardare attraverso gli occhi di James. Occhi tranquilli e spaesati, ma anche curiosi, acuti, che si riempivano di meraviglia e consapevolezza allo stesso tempo.

- Il rimpianto è come la carezza di sua madre sul viso → Anche questa frase dà la giusta definizione di James. James saluta il rimpianto così come il suo antenato, nella storia dei tre fratelli, saluta la morte: come una vecchia amica, o come il gesto affettuoso di una madre. Qualcosa che sembra, James, conoscere bene e con la quale accetta di convivere; anzi, è felice di convivere, in un certo senso. Perché quel rimpianto sta a significare che lui è vissuto, ha sbagliato, ha cercato di correggere i suoi errori, di diventare migliore. James, in altre parole, non ha paura di guardarsi allo specchio.

Per farla breve, è uno stile particolarissimo e assolutamente perfetto, direi geniale, per il contesto. Quindi ottimo lavoro, ammiro davvero la cura con cui hai saputo piegare la forma scritta all’ambientazione.
È un mondo che si fatica a comprendere, e ci sta quindi che alcuni gesti risultino enigmatici. Ho come l’impressione che dietro a “Si morde un polso, James” ci sia un significato profondo dietro l’atto del mordere (e vorrei tanto che tu, se vuoi anche in privato e semmai riuscirai a leggere questo mio delirio, mi spiegassi, quanto meno dal tuo punto di vista, di scrittrice). A me ha fatto pensare al recidere lasciando i segni. Nel senso, se James avesse voluto spezzare semplicemente l’ancora, liberarsi del rimpianto, avrebbe “spezzato il filo di luce che gli legava i polsi”, mentre il mordere mi dà l’idea di qualcuno che richieda spazio per muoversi ma che non vuole del tutto spezzare quel legame. È un gesto di ribellione, di rabbia anche, di forza di volontà, ma è anche la presa di responsabilità di chi non vuole voltare le spalle al rimpianto ma ha il coraggio e si assume la responsabilità di conviverci. Mordere lascia un segno, ecco. Ma è anche l’espressione di chi ha sempre guardato avanti nella vita, di chi vuole vivere anche nella morte, di chi non ha paura.
Non si volta due volte, James. Non ne ha bisogno. Lui sa che deve andare avanti, la sua strada prosegue con una curva e non intende imboccarne un’altra (rimpianto sì, ma non pentimento, lui non torna indietro) lui vuole andare avanti. Non ha paura dell’ignoto, per un malandrino, la morte non è altro che l’ennesima, emozionante avventura (giusto per parafrasare SilenteXD).
Credo che tu sia riuscita a descrivere il James 22enne. Non più il ragazzo arrogante ed esuberante, addosso lui ha i segni della maturazione, della guerra, del dolore, eppure c’è anche il James curioso, determinato, buono. C’è la forza di volontà dei suoi giovani anni, la morte sembra aver rinvigorito il suo cuore di grifone. Nella morte, la sua essenza brilla per quello che è: lui è il cuore, è l’ottimismo, la forza e il legame del gruppo. Lui è il capitano, e i capitani camminano sempre avanti. Sei stata davvero bravissima a far emergere quest’essenza pur racchiudendola con quei lacci che sanno di adulto, di padre e di marito, di un uomo che ha vissuto.
Basta, mi fermo, se non continuo con sta litania. La storia è già tra le preferite, da lì non si muove più. Complimenti per questa raccolta e per questo primo capitolo davvero particolare, suggestivo e convincente. E complimenti per questa caratterizzazione perfetta di James, il ruolo che gli hai conferito è il miglior riconoscimento che potevi dargli. Grazie.
A presto!
(Recensione modificata il 21/07/2020 - 12:15 pm)

Recensore Master
31/05/20, ore 09:38

Ciao Greta!
Era secoli che desideravo passare a leggere qualcosa di tuo sul fandom di Harry Potter, e finalmente in questa domenica mattina sono riuscita a scovare un po' di tempo!
Allora, partiamo dal presupposto che io ai Malandrini sono debolissima, ma proprio che li nomini e scoppio a piangere, e quindi questa raccolta è stata tipo una rivelazioni. In realtà sei sempre piena di sorprese, dunque dammi qualche tempo e cercherò di mettermi in pari con più cose possibili, leggerti praticamente è un privilegio.
Passiamo al capitolo, e come si suol dire, breve ma intenso: innanzitutto, siccome ho un debole per la parte più 'estetica' del lessico, ti faccio tanti complimenti per la scelta davvero spaziale delle parole: particolare, inaspettata, una continua scoperta e praticamente potrei aver esclamato nella mia testa 'WOOOOOW' durante tutta la lettura. Oltre alla bellezza dei termini in sè, ovviamente li ho trovati perfetti per evocare (evocare, colpire, sopraffare, infine far piangere) emozioni nel lettore, cioè mi hai davvero conquistato e infatti questo capitolo l'ho riletto sette (quando finisco la recensione mi ci rifiondo, però) volte. Cioè, mi hai lasciato senza parole. Io giuro che ci provo a cercare il pelo nell'uovo (non perchè voglia essere cattiva, ovvviamente, ma spero sempre di poterti dare un consiglio utile) solo che niente, non ci riesco. A me piace veramente troppo il tuo modo di scrivere, ed evochi sempre così tante sensazioni in me che non posso far altro che farti migliaia di complimenti e ringraziarti dal profondo del mio cuore per scrivere queste perle!
Ci tengo però a segnalarti due frasi, che mi hanno sul serio mozzato il fiato, e che hanno impreziosito ancora di più questo capitolo: la prima, è questa: 'Si morde un polso, James.'
Sì, tu dirai, in mezzo a tutto il discorso stratosferico sul rimpianto vai a pescare proprio la parte in cui si morde il polso? E io ti rispondo, dicendoti che la parte sul rimpianto è stata fenomenale ma questo piccolo dettaglio mi ha colpito con la forza di un tornado. È stata una frase stupenda, un particolare che ha scatenato un tornado nel mio animo, quindi davvero wtf insomma cioè non riesco nemmeno a esprimere per bene il mio stupore ahahah.
Poi, questa: 'Potrebbe aspettare un treno.
Ma James ha sempre preferito mettere un passo davanti all’altro.'
Greta. GRETA. Juriaka.exe ha smesso di funzionare per sempre. Cioè please mandate aiuto adesso, io non respiro bho ma quanto madre nera è meraviglioso questo periodo? QUANTO. La scelta dei vocaboli, la punteggiatura, il significato della frase così da James.... Cioè, io ho sentito uno schianto madornale quando ho letto questa conclusione nella mia testa! Cioè, quando si dice che le parole sono proiettili, porca miseria che razza di conclusione fenomenale!
Scusa il delirio, ma vabbè si è capito che ho una crush nei tuoi confronti, ormai.
Ti mando un fortissimo abbraccio, a presto! ♥

Recensore Junior
20/05/20, ore 20:17

ciao! eccomi qui per lo scambio.

prima di tutto, la poesia da cui trae ispirazione questa storia è davvero meravigliosa.
ho trovato questo capitolo di una delicatezza incredibile, e davvero commovente.

mi è venuto un po’ in mente il passaggio dell’ordine della fenice in cui harry parla con nick - quasi - senza - testa della morte e di come si diventa fantasma, e questo gli dice che solo chi non riesce ad andare avanti ritorna sulla terra sotto forma di fantasma. e si riferisce poi a sirius dicendogli che non tornerà, perché lui è andato avanti. e malandrini sono così, e sono sempre stati così: affrontano la vita - e la morte- con i denti, sempre consapevoli della possibilità di poter morire da un momento all’altro ma pronti per farlo, insieme.
questa poesia mi ha ricordato un po’ quell’ “andare avanti”, quell’essere pronto ad affrontare la morte senza guardarsi indietro, ma tenendo lo sguardo fisso sulla strada che ancora ci aspetta da fare, anche in una vita ultraterrena.

la frase che suggella la storia mi ha fatto venire proprio i brividi. ci dice che james non lascerà mai lily, che hanno vissuto i loro anni più belli insieme, i loro ultimi anni insieme, e che vivranno insieme dopo la morte. per sempre. perché quando due persone si appartengono le loro anime sono destinate a stare insieme per sempre, e per sempre significa oltre la morte. e come c’è scritto sulle loro tombe: “l’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte”.
e il loro amore l‘ha sconfitta, la morte. perché vivranno insieme anche dopo la vita sulla terra.

questa raccolta è meravigliosa e sono molto curiosa di leggere anche i prossimi capitoli.
complimenti davvero!
un bacio, alla prossima
nique

Recensore Veterano
19/04/20, ore 19:26

Ciao!
Ho deciso di leggere questa raccolta perché sono rimasta davvero molto dal titolo e dal sommario che ci presenti.
Mi piace quest’immagine della morte come una curva nella strada della vita: con essa non c’è un’interruzione, non finisce tutto quanto, ma, semplicemente, il percorso subisce una svolta, un cambiamento, continuando però il suo percorso.
Mi piace l’idea di quel “treno” per andare avanti, per vedere che cosa c’è dietro quella curva.
Infatti è bello poter pensare che ci sia “altro” dopo la morte e che, in un modo a noi totalmente sconosciuto, riusciremo anche ad incontrare le persone care che ci hanno preceduto ed aspettare chi verrà dopo di noi.
Mi piace l’idea di una raccolta che racconta del post-mortem dei Malandrini, del loro rincontrarsi e di quelli che potranno essere i loro pensieri riguardo le loro rispettive vite e morti. Erano quattro grandissimi amici a scuola che il destino a portato ad un certo punto a prendere strade diverse ed è davvero bello pensar che, in qualche modo, si siano incontrati.
Mi piace che per primo tu abbia deciso proprio di parlare di James, in primis perché è il primo dei quattro a morire in ordine cronologico e, in secondo modo, penso che la sua morte, insieme a quella di Lily, sia stata un po’ tra gli elementi di base per la storia in generale del libro.
Posso benissimo immaginare che quando James si risveglia in questo luogo fatto di luce, che tanto ricorda una stazione visto i binari da cui è percorsa, la prima cosa che prova è il rimpianto. Immagino rimpianto per essere morto così giovane, per non essere riuscito a proteggere la sua famiglia e, soprattutto, per lasciare da solo un bambino così piccolo.
Quel rimpianto che prova si trasforma quasi ad una catena invisibile che si stringe intorno ai suoi polsi, capace di farlo rimanere fermo lì. Potrebbe rimanere infatti fermo lì ed aspettare, ma poi, guardando i binari che corrono verso l’orizzonte, formando una leggera curva, si rende conto che il pensiero di “andare avanti” lo fa sentire più leggero, come se quel peso che prova si alleggerisse.
Mi piace che sottolinei che il rimpianto non potrà mai scomparire, ma diventa più leggero quando “si va oltre”. Penso che questo sia un pensiero che, almeno a me, rincuora molto: il “poter andare oltre”, ma l’avere sempre nel cuore i propri cari che si è lasciati, il volergli stare accanto e il poter sempre vegliare su di loro.
Mi fa piacere che lui arriva a questa conclusione quasi subito, decidendo che, invece di aspettare lì che arrivi un treno, può iniziare a camminare mettendo un passo davanti al altro.
L’ultimo pensiero è proprio per Lily, l’amata moglie, che purtroppo già sa che presto lo raggiungerà. Infatti le dice che intanto lui va avanti e l’aspetterà dietro quella curva.
Mi piace che questa ultima frase, insieme a qualche altra nella narrazione, sono state scritte in corsivo, proprio per sottolinearle l’importanza.
Ho trovato che questa prima flash sia davvero toccante, tanto da lasciarmi un velo di malinconia dentro, ma sono davvero felice di averla letta perché è davvero bella e scritta molto bene.
Io penso che sia davvero difficile scrivere Drabble e flash perché, con un numero davvero misero di parole, si deve creare una storia completa che deve essere capace di trasmettere un messaggio, un emozione, e posso dirti che tu sei riuscita a fare centro.
Non vedo l’ora di leggere anche le altre perché, se saranno belle come questa, meritano davvero tanto di essere lette.
Alla prossima,
Jodie

Recensore Master
25/03/20, ore 13:52

Ciao cara Greta, ho trovato questo tuo nuovo lavoro su facebook e - prima ancora di leggere qualsiasi altra cosa - è stato il titolo a catturarmi. Apprezzo sempre tanto il modo in cui sfrutti "prompt letterari" - poesie o stralci di prosa - per articolarvi una storia intorno (come con "Love, walk the autumn, love" e le "Undici solitudini") e qui hai avuto un'idea geniale nell'utilizzare l'intera poesia di Pessoa, dedicando ogni capitolo a un verso, come hai illustrato nelle note. Mi piace veramente tantissimo questa idea di struttura, complimentissimi per averci pensato!
La trama poi di cui vuoi trattare è perfetta da accompagnare a questi versi e sono interessata a vedere questo spaccato after-life.
Il tuo stile è sempre incantevole - e nell'angst e nella declinazione prosa poetica (in definitiva: brevi testi dove è l'introspezione a emergere) le tue qualità di scrittura vengono sottolineate un filino di più del solito.
Non amo James, lo sai, ma questo suo risveglio sul nulla è stato davvero incisivo e realistico (per quanto possiamo immaginare realistico un esperimento dopo la morte ovviamente ahaha) e l'ultima frase ammetto che è stata un colpo al cuore. 
Bella, bella, bella. Vado a leggere il seguito:)

Recensore Veterano
16/03/20, ore 12:39

Ho inserito la tua storia tra quelle seguite. La sto letteralmente adorando e la poesia che hai scelto per dare ritmo e titoli ai capitolo è bellissima e straziante. James Potter è, in generale, uno dei miei personaggi preferiti dell'universo potteriano (unpopular opinion, lo so). I pensieri del tuo James, subito dopo essere stato ucciso, sono coerenti con quello che di lui ci è arrivato. È tutto appena accennato, in una dimensione onirica ed un po' ovattata. Il rimpianto che gli lega i polsi è alla stessa base del suo sacrificio, la speranza di Lily ed Harry che sopravvivono, ma non potrebbe mai trattenerlo dall' "andare avanti". "James ha sempre preferito mettere un passo davanti all'altro". È proprio così che James ha sempre vissuto in vita e resta coerente nella morte. Struggente il pensiero di Lily, che aspetta dopo la curva. Bravissima davvero! Non vedo l'ora di leggere il resto. Un abbraccio

Recensore Master
12/03/20, ore 15:15

Ciao!
Pur continuando a prediligere le recensioni spontanee – sono antica, sigh –, devo riconoscere che, spesso, le iniziative de "Il Giardino" si rivelano utili; senza lo scambio a catena, probabilmente, non sarei mai arrivata su questa storia, giacché di norma non frequento il fandom di Harry Potter. 
Le tue parole sono intrise di una mirabile delicatezza, che sfiora il lettore proprio come "la carezza di una madre sul viso" – tanto per usare la tua stessa espressione.
Il tutto si svolge in una bolla di luce bianca, dove il niente viene percepito non come un qualcosa di desolato, bensì quale sinonimo di quiete. C'è del rimpianto, sì, ma esso è solo l'inevitabile conseguenza di aver vissuto ed amato: la consapevolezza di ciò lo rende dunque perfettamente sopportabile e, anzi, funge a James da motore per iniziare ad aspettare coloro che ha lasciato temporaneamente indietro – tra i quali, ovviamente, spicca Lily. 
Trovo che, con questo scritto, tu abbia descritto la sorta di "limbo" delineato nel settimo libro ancor meglio di quanto non abbia fatto la Rowling stessa. 
A presto, 
Irene

Recensore Master
11/03/20, ore 18:55

Non ho avuto dubbi quando ho dovuto scegliere la storia da recensire per lo scambio a catena, Greta - anche se non ti nascondo di aver anche adocchiato una piccola novità riguardante Lily e James.
Come sempre trovo che il tuo stile sia estremamente delicato e che si adatti alla tematica trattata in maniera sublime; non conoscevo questa poesia, ti ringrazio anzi di averla condivisa, e trovo che tu abbia preso spunto in maniera splendida dal suo primo verso, per condurci insieme a James nella sua "vita" dopo la morte. Hai un vero dono con le parole e riesci sempre a farmi entrare in intimità con il protagonista, a farmi vivere le emozioni che lui sta vivendo e a farmi sentire circondata da ciò che lui trova attorno a sé.
Il rimpianto per essere morto troppo giovane lascia spazio alla consapevolezza che quella fosse la scelta giusta: proteggere suo figlio e sua moglie a ogni costo. James se ne rende conto e sceglie di andare avanti, seguendo la curva dolce che appare di fronte ai suoi occhi; sono più che convinta che non avrebbe mai atteso un treno.
E poi arriva la frase finale, a colpirmi con la stessa forza di un abbraccio di Grop, perché James sente, lo percepisce, che anche Lily compierà la sua stessa scelta e che lui sarà li ad aspettarla quando sarà il suo turno di trovarsi al cospetto del rimpianto di aver abbandonato il proprio figlio, morendo prima del tempo.
Mi rendo conto che questa recensione è quantomeno sconclusionata, ma, come credo di averti già detto, è quello che mi succede quando una storia mi tocca in maniera particolare, come questa.
Trovo che Rosmary ti abbia dato un prompt splendido, che non vedo l'ora di continuare a esplorare e che, spero, ci permetterà di vedere anche Harry...
Aggiungo la storia alle seguite e ti ringrazio per averla condivisa.❤❤
Un abbraccio,
Francy

Recensore Master
11/03/20, ore 11:56

Ciao!
Inizio ringraziandoti per aver accettato il mio promtp e averci strutturato addirittura una raccolta! Non so dove ti e ci porterà questa avventura, ma sono davvero felice di poter sbirciare oltre il velo dei miei amati Malandrini – e di altri personaggi che si uniranno.
La poesia di Pessoa scelta, oltre a piacermi in generale, mi piace nel contesto di questo progetto, perché gli dà una direzione specifica, in un certo senso orienta il percorso delle storie, come se fosse il binario da percorrere (per restare in tema!).
Sono contenta che tu abbia iniziato proprio con James, che sperduto si ritrova in quella stazione nebulosa tesa a chiedere sibillina se andare avanti o tornare indietro – a differenza di Harry, però, James sa che tornare indietro non significa avere un'altra possibiità, ma restare ancorati al passato, vivere in quel rimpianto che vibra tra le tue parole. Mentre leggevo le sue riflessioni, il suo tumulto, mi sono detta che fosse proprio da lui darsi coraggio e andare avanti.
La aspetterà, li aspetterà tutti, oltre la curva, perché lui sa vivere solo così: "un passo davanti all’altro" (un'espressione che mi è piaciuta molto perché, ancora, ho rivisto proprio l'indole del personaggio, il suo continuo procedere in avanti senza mai voltarsi indietro).
Lo stile l'ho trovato sussurrato, e ora immagino ti chiederai cosa voglia dire! Intendo un misto tra evocativo e descrittivo, una narrazione che più che detta o evocata viene sugggerita, sussurrata con poche pennellate utili al lettore a immergersi in questo sogno a occhi aperti vissuto dal personaggio.
Complimenti e ancora grazie di aver sviluppato il prompt!
Ci risentiamo al prossimo capitolo! **

Recensore Master
10/03/20, ore 22:07

Ciao Blackjessamine!
Questa storia è struggente e mi è piaciuta tantissimo, semplicemente. Hai creato un connubio tra poesia e testo veramente molto bello, caratterizzato anche da interessanti figure retoriche (fatto di niente, fatto/affatto) e altre di natura strettamente concettuale: nella morte di James, sopravvenuta in giovane età e ancora carica di rimpianto, c’è una sospensione delle sensazioni, ma non un annullamento della coscienza. James sente di dover stare aspettando la moglie, e sicuramente in quella stilla di rimpianto c’è il pensiero che non vedrà mai Harry crescere né potrà essere orgoglioso dell’uomo che diventerà, però c’è già una profonda distanza tra la vita perduta e questo stato di sospensione oltre la curva, di grandissimo effetto.

Certo, è una citazione, ma non tutti sanno cogliere o apprezzare di un determinato autore proprio quel verso, quel dettaglio, quell’insieme di parole. Poi, passando a un altro elemento concettuale che mi è piaciuto molto, c’è il gioco di prospettiva. Io ho voluto leggere nella sua assenza la perdita del futuro che è, appunto, una visione ipotetica e in prospettiva – dio mio, com’è straziante. A tale proposito, torno a ribadire come sei riuscita a dare a James la medesima distanza e tranquillità emotiva, anche nell’attesa dell’amatissima Lily, che appartengono a personaggi danteschi come Pia de’ Tolomei. Sono felicissima di sapere che sarà una specie, se ho capito bene, di Antologia di Spoon River: amo la raccolta e amo anche il disco di Faber, quindi qualsiasi opera che richiami anche lontanamente quel tipo di concetto mi fanno andare letteralmente in un brodo di giuggiole. Con questa bella espressione desueta segno evidente che stare a casa fa decisamente male, ti ribadisco che ho adorato! Buona serata, mia cara! A presto,
Shilyss

Recensore Master
10/03/20, ore 15:48

Ciao!
 
Io lo so di avere in arretrato tante cose tue da recuperare, però… però non potevo esimermi dallo sbirciare questa raccolta e innamorarmi dell’idea di fondo, davvero, per cui ora eccoci qui. E ti avviso, ho tipo uno sciame (si muoveranno a sciami?) di Nargilli negli occhi dopo aver letto questa meraviglia.
 
So di ripeterlo a ogni recensione, e credo che lo rifarò in ciascuna di quelle future, però adoro davvero il tuo modo di scrivere, e come riesci a essere impeccabile sia con storie più complesse (a pelle credo che quando non hai nessuna limitazione di spazio e totale libertà di movimento tiri davvero fuori il meglio) che con poche manciate di parole. In questo secondo caso, poi, mi piace molto come giochi con lo stile e le immagini, rendendo con giusto l’essenziale un intero mondo di sensazioni – cosa si prova, dopo essere morti?
Ecco, passando alla tematica scelta, devo dire che è davvero intrigante e non vedo l’ora di scoprirne tutti i futuri risvolti, anche se dovesse significare ritrovarsi a raccogliere pezzi di cuore.
Adoro da impazzire come tu sia partita dal canon, facendo “risvegliare” James in una stazione, e dando al tutto una rivisitazione sospesa tra nulla, luce e infinito.
Bellissima anche l’immagine di questo rimpianto che è sia carezza che presa sui polsi, due immagini che mi paiono quasi opposte e poi finiscono per fondersi quando il rimpianto diviene un peso leggero che accompagna James.
L’immagine finale di James che si incammina a piedi lungo i binari, senza aspettare nessun treno ma solo la sua Lily, appena oltre la curva… si sente che sto piangendo come una fontana? Era davvero stupenda, sul serio.
Infine, ultimo ma non ultimo, mi piace moltissimo come tu abbia legato la flash al primo verso della poesia di Pessoa e più in generale l’idea di incentrare le storie della raccolta di volta in volta su un differente verso: la trovo una scelta intrigante, ora sono qui curiosa di scoprire che verso racconterà chi.
 
Complimenti, davvero, leggerti è sempre un immenso piacere e un tuffo in nuovi scenari interessantissimi!
(Ora cerco di raccattare un po’ di dignità tra tutti questi Nargilli per prepararmi ad affrontare il prossimo capitolo…)
 
Un abbraccio e a presto,
Maqry