Recensioni per
Arma a doppio taglio
di Artnifa

Questa storia ha ottenuto 53 recensioni.
Positive : 53
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
18/04/20, ore 20:30

Ciao! Grazie mille per aver condiviso il mio commento!
Anche questo è un argomento molto carino! Riguardando la mia infanzia mi sto rendendo conto che ho praticamente zero ricordi del mio periodo da figlia unica (fino a 5 anni). Non so se è una cosa anomala o se sia normale come età per iniziare ad avere dei ricordi veri e propri. Una cosa che mi ricordo però di quel periodo da figlia unica è questa: ogni fine settimana andavo a casa dei miei nonni e trascorrevo da loro il sabato e la domenica. E lo ricordo perché questa "tradizione" è continuata anche dopo l'arrivo delle mie sorelle. Mia nonna diceva che da grande avrei vissuto con la valigia in mano perché non aveva mai visto una bambina cosi piccola separarsi dalla madre e adattarsi ad ambienti nuovi con tanta facilità. La cosa assurda è che è effettivamente finita così!! Dapiccola dormivo praticamente ovunque, da loro e da tutte le zie! Ma la casa dei nonni mi è particolarmente cara... ricordo che la mattina mi svegliavo molto presto e facevo colazione con il "gelato caldo" guardando I Cavalieri dello Zodiaco oppure Prezzemolo e no, non ho mai voluto provare la pizza con le fragole!!
Non è niente di che ma questo ricordo mi trasmette un senso di familiarità e un calore incredibile!
(Recensione modificata il 18/04/2020 - 08:32 pm)

Recensore Master
18/04/20, ore 19:52

Eccomi anche stavolta! Scusa se ultimamente sono un po' in ritardo, rischio sempre di perdermi il giro XD
Oooooh, CHE BELLO questo argomento *___* i miei ricordi dell'infanzia partono più o meno da quando avevo 3/4 anni e sono molto frammentati, però in linea di massima anche io ho una buona memoria per la mia infanzia!
Ahh, e che bella l'immaginazione dei bambini! Rimango sempre affascinata nel notare quando, partendo da piccoli dettagli, iniziano a farsi i film mentali per poi convincersi di cose del tutto fuori dal mondo, come tu in questo caso XD
E, dato che quando ho letto "piscina di palline" mi hai riportato in mente un aneddoto di quando avevo vito quattro anni, ti racconterò proprio quello, perché ne ho talmente tanti che non saprei quale scegliere XD
Da piccola io e la mia famiglia andavano in un posto in cui c'era una piscina di palline; non era molto alta ovviamente, era una di quelle gonfiabili, e io mi ci divertivo un sacco. Il dramma cominciava quando mia sorella maggiore ci entrava anche con la testa e io pensavo che ci sarebbe affogata come in una piscina piena d'acqua, allora cominciavo a piangere e la imploravo di uscire perché non volevo che annegasse AHAHAHAAHAH sveglia la bambina XD
Ripensarci mi fa sempre un sacco ridere :P
Veramente, complimenti per l'argomento portato e adesso sono curiosissima di vedere cos'hanno portato gli altri, mi sa che vado a dare una sbirciata alle altre recensioni :3
Alla prossima!!! ♥

Recensore Veterano
17/04/20, ore 12:46

Ciao! Rieccomi!
Umm... un ricordo d'infanzia ... mi hai appena fatto realizzare che è molto facile che questo tipo di ricordi mi balzino alla mente se richiamati da un fattore esterno ma mi risulta estremamente difficile richiamarne uno dal nulla! O meglio, potenzialmente ce ne sono molti, ma nessuno che mi dica "raccontami!". E' incredibile XD
Ne sceglierò uno del tutto casuale, un ricordo di quando ero in Inghilterra con la mia famiglia. Era estate e siamo andati a visitare una spiaggia, ma c'era molto vento e faceva abbastanza freddo da dover indossare la felpa e la giacca a vento. All'estremità della spiaggia era tutta una distesa d'erba con qualche tavolo da picnic. Ci siamo seduti a mangiare un panino dal sapore estremamente diverso da quelli italiani. All'epoca i sapori erano molto diversi rispetto all'ultima volta che ci sono stata. Persino il gelato sembrava un altro cibo. Comunque, ci eravamo portati dietro la classica amuchina per pulire le mani prima di mangiare. Mi ricordo ancora l'odore che faceva! Anche quella era diversa da quelle che si comprano oggi. E' cambiato un po' tutto in questi anni!

Recensore Master
17/04/20, ore 07:05

Buongiorno.
Uno dei miei primi ricordi è quando, da bambino piccolissimo, con mia nonna e la mia bisnonna xD è tipo un rapido flash, però è il primo ricordo che ho.
Testi bellissimi anche questa volta ^^ :)

Nuovo recensore
16/04/20, ore 19:29

Un ricordo, dici? beh, ne ho uno verso cui provo una tenerezza immensa.
Avevo circa cinque anni e avevo da poco scoperto il repertorio del grande Mozart per puro caso, diventandone praticamente...innamorata (cosa di cui ne sono ancora, e fu da lì che cominciò la mia passione per la musica che mi ha portato a dove sono adesso: una pianista e un'aspirante soprano in attesa di entrare in Conservatorio)
Un giorno in cui mia madre era fuori in giardino avevo messo in riga, sul pavimento del salotto, i miei numerosi peluches, mentre io ero salita in piedi sul divano, con una matita nella mia piccola manina, proclamandomi "Direttore d'orchestra" davanti a quella masnada di compagni di gioco di stoffa imbottita, che a me parevano dei veri componenti di un'orchestra, il quale repertorio andava dalle sigle dei miei cartoni preferiti alla Primavera di Vivaldi.
Che riflessione posso trarre da ciò?
Da piccoli si combinano marachelle e si inventano giochi, molti di questi elencati si finisce per dimenticarli, ma alcuni riaffiorano, portando un sorriso alla bocca e una lacrima nostalgica all'angolo dell'occhio… finendo per sorprendersi dalla loro purezza e semplicità, che li rendono così belli ma anche nostalgici.
(Recensione modificata il 16/04/2020 - 07:49 pm)
(Recensione modificata il 16/04/2020 - 07:52 pm)

Recensore Master
11/04/20, ore 18:33

Eccomi eccomi! Scusami se per l'altro argomento non sono riuscita a presentarti niente, ma non avevo nulla di pronto che si addicesse e non ho avuto il tempo per pensarci, tra blocco dello scrittore e quant'altro XD
Cooomunque, il tema da te portato stavolta è qualcosa a cui tante volte ho pensato e che stimola sempre le mie riflessioni. Anche stavolta non ho nulla di pronto da consegnarti, ma se qualche frase in particolare della recensione ti colpisce, considerala pure come il mio pensiero per questo giro ^^
Io penso che non sia mai tutto bianco e tutto nero, tanto meno quando c'è da parlare di un'intera popolazione con le sue mille sfaccettature, le differenze anche solo tra una città e l'altra, le tradizioni e tanto, tanto altro. In linea di massima sono d'accordo con te quando dici che siamo un popolo di scemotti, forse troppo buoni e troppo semplici, che a volte si fanno ingannare e raggirare dalle forze maggiori, ma che allo stesso tempo, anche quando si trovano in un mare di guai, non perdono comunque la voglia di sorridere, di andare avanti.
Siamo genuini, noi italiani, e troviamo piacere nelle semplici cose: un piatto di pasta, una vecchia canzone, un bel panorama fuori dalla finestra, il sole che splende e il vento che ci scompiglia i capelli. Siamo quelli a volte un po' ignoranti e retrogradi, ma pronti a difendere le nostre tradizioni e al contempo donare un sorriso al turista di turno che ci chiede informazioni in un italiano stentato.
Tante volte ho sentito delle persone straniere parlare dell'Italia ed evidenziare tutte le caratteristiche del nostro Paese, e non è solo per l'arte del Rinascimento che la gente continua ad amarci. È per il cibo, il vino, l'ospitalità, il sole, i bei luoghi.
Forse allora, sotto tutto quel marcio di cui noi italiani ci lamentiamo ogni giorno, c'è ancora del buono in noi.
Forse è per questo che, nonostante io sia la prima a lamentarmi per come vanne le cose qui, non ho mai pensato di trasferirmi altrove. Penso che mi mancherebbe troppo.
È grigia, l'Italia. Non è né bianca e né nera, ma è di un grigio che ha dentro di sé mille sfaccettature, mille dettagli.
Grazie davvero per la tematica che hai proposto, che anche stavolta mi ha portato a riflettere!
Alla prossima, non vedo l'ora di scoprire quale sarà il prossimo argomento! ♥

Recensore Veterano
11/04/20, ore 12:49

Ciao! Ho visto solo ora del problema che hai avuto nell'inviare risposte ai lettori. In effetti non è arrivata, ma non preoccuparti.
Comunque tema interessante anche questa volta. E' proprio vero che il bianco e il nero non esistono, il mondo è fatto di mille sfumature. Sentirsi uniti anche in un momento come questo è sicuramente una buona cosa e permette di darsi forza a vicenda, ma da persona che vive nella zona più colpita ho visto poca empatia. Sto per dire una cosa che potrebbe creare disappunto. Non è stato bello vedere tutti a cantare come se stessero facendo festa mentre qui passava un'ambulanza al minuto e ogni giorno arrivavano chiamate per informare che qualche conoscente era ricoverato in terapia intensiva o era morto per una crisi respiratoria dopo essere stato abbandonato a casa perché in ospedale non c'erano più posti. Ecco, per questo credo che se in mezzo ai tutti quei canti ci fosse stato anche solo un minuto di silenzio, un minuto di rispetto, mi sarei sentita più vicina agli altri italiani. In mezzo a questo massacro non ho cantato, non ne avevo voglia e soprattutto tempo, perché qui tutti continuiamo a lavorare senza sosta. Col magone ho continuato a fare tutto quello che richiedeva l'università, una mole di lavoro triplicata rispetto a quando le lezioni si svolgono normalmente. E un po' mi sono arrabbiata, per così dire, con chi aveva tempo e voglia di cantare. Ma capisco anche che non siamo tutti uguali e ognuno si dà forza a modo suo. Forse sono io che mi carico troppi problemi sulle spalle e non so lasciare andare.

Recensore Master
11/04/20, ore 07:43

Buongiorno.
Credo che noi giovani dobbiamo fare il possibile per tenere a galla il nostro Paese, pensando al futuro.
Il futuro è qui, prima o poi tutto questo finirà e allora ci dovremo rialzare. E abbiamo tutti gli strumenti per farlo, dobbiamo solo avere pazienza, impegnarci e crederci fino in fondo.
Grazie per aver postato ancora un mio testo!

Recensore Junior
10/04/20, ore 18:58

Wow che bel tema.
Io sono italiana, fiera di esserlo, ma ancora di più sono europea. Anche qua non è una nota politica, ma semplicemente un mood. Non sono qui a parlare dei pro e dei contro dell'unione, dove potrebbe essere migliorata o meno... semplicemente "me la sento addosso". Alla fine quando io sono nata l'unione era già un dato di fatto ed ero piccolissima quando è stato introdotto l'euro... Detto questo torniamo a giocare in casa: in Italia.
Non è che negli altri stati non si abbia cantato dai balconi, semplicemente ognuno vede in quello che fa "il meglio" perché lo fa con il cuore. Questo non toglie al gesto tutta la sua tenerezza e la sua dimostrazione di voglia di vivere e fare rumore e stare insieme... ma è normale che noi sentiamo i nostri canti come i più calorosi e degni di essere osservati dal mondo intero semplicemente perché siamo noi a intonarli. Anche la spagna è molto calda da quel punto di vista.
Però, per esempio, è degna di nota anche la cifra che abbiamo accumulato con iniziative benefiche in pochi giorni dall'inizio della quarantena. Insomma, sapevamo che stavamo andando incontro a tempi difficili eppure tutti abbiamo donato... Anche questo dimostra il nostro grande cuore come popolo. Furbetti, ma dal cuore grande. Fatta la regola trovato l'inganno, ma ci vogliamo bene. Non parliamo inglese, ma abbiamo una miriade di dialetti stupendi... al momento anche per me è impossibile far pendere l'ago della bilancia. Per ogni difetto che trovo in noi come nazione, trovo anche un pregio... Spesso ho definito l'Italia come la mia fidanzata capricciosa: a volte mi fa letteralmente impazzire, ma è impossibile non amarla e mi arrabbio solo perché ci tengo e vorrei il meglio per lei e DA lei, è stupenda...
Spero di non essere andata fuori tema! Ma quando inizio a parlare di LEI avrei mille cose da dire!

Recensore Junior
07/04/20, ore 15:22
Cap. 8:

Wow che bella iniziativa che stai portando avanti. Purtroppo l'ho notata solo adesso quindi parto da qua, ma ho riletto anche tutti i capitoli precedenti 😁
Le battaglie con me stessa per me sono all'ordine del giorno. Ma perché? A volte sto per fare un azione, esclamare qualcosa poi mi blocco e penso "no, questo non è da me. Cosa penserebbero gli altri se dal nulla me ne uscissi con un'atteggiamento del genere?"
Ma in realtà chi l'ha deciso che non è da me? Io stessa? E se non è da me allora perché l'ho pensato? Forse non mi conosco così bene come credo...
Il libro "uno, nessuno, centomila" mi ha fatto molto riflettere su questo. Certo che era da me l'esclamazione che stavo per dire, se no non la avrei pensata. Solo non la ME che conoscono le persone presenti in quella stanza. Per esempio, adoro quando sono in viaggio anche per questo motivo. Posso essere me stessa al 100% e dire o fare tutto quello che penso (che non è necessariamente fare casino) perché le nuove persone che incontro non si aspettano nessun comportamento in particolare da me. Ma se incontrassi di nuovo quelle persone in un contesto di vita quotidiana? Sono sicura che entrambe saremmo diverse, ma nessuna sarebbe falsa... solo a volte le circostanze ci modellano un po'...

Recensore Veterano
05/04/20, ore 12:57
Cap. 8:

Ciao! Ti ringrazio per aver scelto ancora una volta il mio commento. 💕 Mi fa molto piacere riflettere e far riflettere sui temi che proponi.
Credo che il nostro mondo interiore sia da non trascurare. Non è da tutti però lasciarsi avvolgere dalle tenebre. Rivivere certi momenti o fare i conti con le proprie paure è difficile e doloroso, non sai quando ne uscirai e come ne uscirai, a volte opponi persino resistenza all'idea di uscirne, ma è necessario addentrarsi nel processo se vuoi mettere un punto alla questione e voltare pagina. Bisogna sapersi esaminare e mettere in discussione se si vuole crescere e maturare, non tanto per diventare migliori per gli altri, ma per vivere meglio con noi stessi.
Mi è capitato di avere a che fare con persone che si arrabbiano con il mondo e non ne sanno il motivo, odiano tutti e non sanno perché. Curiosamente ho notato che mancano completamente di introspezione. Piuttosto che guardarsi dentro si distraggono in qualsiasi modo e questo le fa vivere male con se stesse e influisce sul rapporto con gli altri alla fine.

Recensore Master
05/04/20, ore 07:41
Cap. 8:

Buongiorno.
E' bellissimo anche questo piccolo racconto, o, meglio, questi raccontini.
Anche io da piccolo e da adolescente ''facevo a botte con me stesso''. Ora non so perché ma è un periodo in cui è tutto finito; mi sento finalmente un tutt'uno. Certo qualche paura resta, anzi, tante, ma sono nel bosco che circonda la parte cosciente della mia anima, che attualmente è un'ampia radura esplorata. Allora sto tranquillo, sono tutto d'un pezzo, forte, pronto al prossimo attacco nemico. Perché dalla boscaglia di nemici ne emergono tanti, che siano paure o quant'altro. Non si vince sempre; a volte si perde. L'importante però è riprendersi in fretta e rialzarsi più forti di prima, con la consapevolezza di quel che si è sbagliato, pronti quindi a ripartire da lì e fare meglio.

Recensore Master
04/04/20, ore 18:26
Cap. 8:

Artnifa carissima!
Mamma mia, le battaglie interiori! Mi sa che non sono soltanto in adolescenza, anche se quella è senz'altro la fase della vita in cui ce ne sono di più, ma diciamo che si presentano ogni qualvolta ci troviamo a un bivio o in una qualsiasi situazione in cui sono il cuore e il cervello a parlare, e in genere queste due parti non sono mai d'accordo tra loro!
Mi piace un sacco il modo in cui hai espresso questo concetto e soprattutto il tentare di distrarsi da noi stessi, perché mi ci sono ritrovata davvero tanto! Soprattutto in questo periodo della mia vita, in cui mi trovo davanti a delle scelte difficili da fare e ho tanto tempo in avanzo per pensarci e crogiolarmi nella mia indecisione, sto cercando qualsiasi espediente per distrarmi e non pensarci, per rimandare ancora, anche se a un certo punto i miei pensieri si fanno strada all'improvviso e mi sorprendono, anche quando non vorrei.
Non so se ho qualche scritto già pronto a proposito di questo argomento, ci penso e te lo faccio sapere ^^ il mio profilo è così vasto che non so nemmeno io più cosa c'è AHAHAHAH!
Grazie per l'ennesima riflessione interessante, è un piacere seguire questa raccolta ^^

Recensore Veterano
02/04/20, ore 18:54
Cap. 7:

Ciao! Rieccomi :)
Innanzitutto grazie per aver scelto il mio commento.
Si sente dire così spesso che sembra quasi un dato di fatto: crescendo la fantasia va scemando. In realtà sono abbastanza convinta che sia colpa soprattutto del modo di vivere che ci impone la società. Crescendo aumentano le responsabilità, è inevitabile, però mi chiedo se sia davvero così necessario correre sempre, riempire compulsivamente ogni attimo delle nostre giornate. Mi accorgo sempre più che quando si è abituati a correre, nel momento in cui ci si potrebbe fermare si è spaesati, come se il cervello fosse in tilt. E' quasi impossibile rilassarsi davvero e si finisce per riempire il tempo con cose poco utili, come scorrere la home di qualche social. Forse recuperando la calma si può recuperare anche la fantasia! E poi sì, crescendo si vuole più praticità, però questo non dovrebbe impedirci di creare un ambiente casalingo che ci piace. Dopotutto vogliamo "sentirci a casa" quando siamo a casa, no? Da questo punto di vista il libro di Marie Kondo mi ha aperto gli occhi: un ambiente ordinato e bello (secondo il nostro gusto) sicuramente ci aiuta a vivere meglio e chissà che la nostra fantasia non possa ripartire proprio dal rendere pratica e personale la nostra casa. Fare pulizia in un certo senso aiuta a sgombrare anche la mente e una mente "pulita" è più leggera e libera di volare di nuovo.

Recensore Junior
31/03/20, ore 23:23

Holaaaa :D
Non so se è troppo tardi per aggiungere qualcosa anche io ahahahah boh, e proviamoci

Non lo so chi sono, davvero, ma vedo il mio riflesso nel fuoco, nell'erba, nel fango, nella pietra ferrosa in montagna, nell'acqua bollente. Vedo me stessa in una frase in un muro, in un lampione che schizza scintille ma non si spegne, nelle mani screpolate e protette dai calli di mio padre. La me stessa che c'è nello specchio è la corazza, la scorza, bisogna sbucciare per vedere dentro. Io non so come si fa, ho aperto appena dei buchini e ho guardato dentro, come a spiare da una serratura. Ho cercato di capire chi sono, viaggiando dentro di me, ho cercato di tradurre il linguaggio del cuore, ogni singolo battito. Non ho ancora capito, e chissà se avrò mai una risposta. Eppure la barista sotto casa, con una occhiata lampo, ha subito capito chi sono e cosa ne sarà di me e di tutti quei progetti su cui fantastico. La vicina mi guarda con sufficienza, tanto lo sanno tutti a quanto pare, che ho zero speranze. Forse si, forse é così, forse no, faccio spallucce, sta a me capirlo. Non penso di essere così intelligente da capire chi sono, ma riconosco dei pezzi di me qua e là, e sono felice, "dentro di me c'è anche questo".

Boh, ho scritto questa cosa di getto ma spero che qualcuno si possa ritrovare :))
È stato interessante partecipare, anche se non so se ho capito questa specie di gioco ahahah ciao a presto!