Ma mia cara Woodhouse!
Un altro capitolo che mi sono divorata (e perdonami per il ritardo, ma è stata una settimana abbastanza incasinata – tanto incasinata). Ma veniamo a noi: James ha vissuto una crescita psicologica non indifferente in questi capitoli: ha addirittura messo in discussione il suo modus operandi e riesce a vedere con occhio critico la fine della sua relazione giovanile con Frances: ho apprezzato la semplicità con cui spieghi la fine della loro relazione. Non tradimenti o disastri (quelli temo che siano appannaggio di Jo), ma un classico e normale lasciarsi per seguire i propri sogni e non perdere le occasioni. Frances, del resto, appare come bellissima, sicura di sé e anche molto volitiva. James però si ritrova a soffrire perché Josephine lo ha ignorato e perché crede di aver rovinato tutto quella famosa sera: io sono sincera, credo che effettivamente quel momento avrebbe potuto determinare l’inizio di una relazione fisica (quella mentale già c’è e sarebbe crudele dire che Robb non ha le corna: se il mio partner pensasse continuamente a un’altra donna io ci rimarrei male come per un bacio).
Quindi sì, i rapporti si sono raffreddati e le cose complicate. D’altro canto non è vero che Josephine lo ha ignorato, anzi: nel suo ricercare l’ex, quella importante, c’è la disperazione di una gelosia che non può essere sfogata, ma si alimenta solamente di se stessa. Ho amato tanto anche il momento in cui i due fratelli escludono Jo perché è una sorta di tenaglia: mi spiego. Robb la tratta come una musa, come un mezzo per un fine. Lei è quella che gli permette di fare belle fotografie e serve alla sua arte. Da questo punto di vista, la sua percezione della relazione con Jo (iniziano le “cattiverie di Shilyss verso Robb) è utilitaristica e assomiglia a quegli amori possessivi che pittori e artisti hanno nei confronti delle loro muse che, però, a volte si esauriscono in questi amori. Solo che a dispetto di un Picasso o di un Modigliani Robb è un’acqua cheta, non brucia. James, invece, brucia peggio della torcia umana e gli tocca smussare questi lati. Il momento in cui la escludono però c’è, è reale e dimostra l’esistenza di un rapporto fraterno esclusivo in cui lei è l’elemento di disturbo. Probabilmente ho delirato. Chi non me la racconta giusta è John. Le sue parole nei confronti di Josephine sembra che sottovalutino il problema che questa ragazza rappresenta per i Draper (tra l’altro: è il cognome del protagonista di Mad Man: coincidenze!?) e non so se lo faccia perché fa il finto tonto o per altro. Chiudo questa recensione qui, piena di domande e di attesa, sperando che tu possa aggiornare presto perché questa storia la adoro e devo sapere che la stai proseguendo. Un abbraccio,
Shilyss |