Dato che domenica ho saltato uno scambio (mea culpa, mia grandissima culpa) ho deciso di passare comunque da questa storia. Forse perché con il primo capitolo ha fatto un po’ di breccia ed ero sinceramente curioso di scoprire cos’altro poteva riservare. O forse perché mi mancava quest’atmosfera che riesci a dare con il tuo modo di scrivere. Forse entrambe le cose.
Parto rispondendo al quesito che hai posto in calce al capitolo, TeamArthur tutta la vita. Per quanto abbia apprezzato la citazione a Hitchcock di Nick, trovo il sarcasmo e la faccia di marmo di Arthur decisamente più fascinosa e divertente. E poi la situazione di disagio che si crea all’inizio con Mike rende tutto più saporito, specialmente l’imbarazzo di Michael dentro casa dell’altro.
Non so, Nick mi sa un po’ di provolino, con quelle frasette tipo “parliamo una lingua che conosciamo solo io e te, è un segreto segretissimo” gne gne gne. No, okay, scherzi a parte, hai creato un bel mix di personaggi, rendendo la storia veramente godibile per via di tutte le sfaccettature caratteriali presenti e mettendo in crisi il lettore sin da subito, spingendolo a unirsi a un team piuttosto che a un altro. Ovviamente il tutto senza cattiveria o malizia, solo in base alle impressioni che sei riuscita a dare con i tuoi scritti, in modo tale che si creasse la giusta competizione tra Arthur e Nick agli occhi di chi prova empatia nei panni di Mike. E forse qui arriviamo alla parte più semplice, calarsi nei panni del protagonista. Lo continuo a ribadire perché probabilmente è il punto di forza di questa storia, almeno secondo la mia modesta opinione. Si vede che dedichi parecchio tempo ad approfondire la psicologia di un personaggio, che cerchi di delinearne un background in maniera tale che sia credibile e coerente rispetto ai lati caratteriali che vuoi lasciar vedere e che, soprattutto, cerchi di comportarsi coerentemente con i due punti appena elencati. And again (perché l’ho detto poco) è questa la parte che preferisco, in definitiva è molto più semplice provare empatia e affezionarsi al personaggio se questo è coerente con sé stesso.
Tornando alla precedente recensione per il primo capitolo, confermo quanto ho detto: Mike non è uno sprovveduto. Si vede.
Per quanto abbia da poco dovuto affrontare un lutto è comunque bravissimo a intelaiare e coltivare rapporti con le persone giuste. Ad esempio Linda, introdotta proprio qui nel secondo capitolo, che lo spinge a scusarsi con Arthur per alcune “ragazzate” che poi tanto “ragazzate” non sono, e che l’aiuta addirittura preparandogli dei dolcetti così che Mike non debba presentarsi a mani vuote.
Brava Linda, voto: diesci.
Anche se poi si vede che ci sta provando con Nick, per cui andiamo subito a cambiare il voto: diesci meno diesci. Sei tornata neutra Linda, stacce.
Come se non bastasse ci stanno gli amichetti di Mike, tra cui Stan, che è pieno di battute sugli omosessuali, immediatamente rimesso al suo posto da tovarisch Nick, che in poche parole lo tratta per quello che è: un villano.
Da, spasibo, dasvidania villano.
Insomma, un bel capitolino di transizione che intreccia un po’ di più la trama, portando Mike a dover frequentare casa di Arthur almeno un paio di volte la settimana mentre ci va in macchina con Nick.
E Phil Collins parte con le percussioni:
tudum tudum tutututum
I can feel it coming in the air tonight, oh Lord
And I've been waiting for this moment for all my life, oh Lord
Can you feel it coming in the air tonight, oh Lord, oh Lord
E Renatino gli risponde da lontano con “Il Triangolo nooooo, non l’avevo considerato”
A presto (molto presto). |