Ciao, passo per lo scambio (meglio tardi che mai, scusami per l'attesa).
Come inizio devo dire che non è affatto male. Mi è piaciuto come hai rappresentato il momento drammatico del suicidio, la presa di consapevolezza del personaggio di non poter andare avanti senza il compagno, la disperazione mente prendere la decisione più estrema e infine la concitazione nel momento di non ritorno, perché l'ho trovato piuttosto realistico. Il corpo che cerca aria, che prova istintivamente a liberarsi e infine la pace che arriva tramite quella che credo essere la voce dell'altro.
Il salto temporale ci porta avanti di un secolo e qui abbiamo questa misteriosa casa abitata e una giovane giornalista che sceglie di cambiare vita e trasferirsi a Tadfield. Mi piace come la prefazione parta tranquilla, con la visita alla nuova casa per poi farci improvvisamente drizzare le antenne quando la protagonista vede qualcuno fuori dall'abitazione.
Il pensiero va subito a cent'anni prima e tiene l'attenzione del lettore alta. Attenzione che sale ulteriormente quando la protagonista trova una tazza che non ricorda di aver usato sul tavolo.
Ci sono moltissimi piccoli elementi, che secondo sei stata molto brava a inserire per far salire sia alla protagonista che al lettore, la tensione un pochino per volta. Si parte con la fugace visione di un uomo, una tazza, poi uno spiffero, una voce e infine il livido e quella finestra aperta. Per cui la presenza di questa entità diventa sempre più palese e lascia con il desiderio di sapere cosa voglia dalla nuova proprietaria del cottage.
Si capisce inoltre che la casa in cui vive ha già una certa reputazione nel paese e il fatto che qualcuno si scappato urlando fa pensare che non sia proprio una novità la sua natura sinistra (che si rende sempre più evidente, andando avanti).
Mi incuriosisce molto come questa presenza interagisca con la protagonista e sei stata brava nel troncare il capitolo in questo modo, lasciando il lettore con un punto interrogativo che invoglia a proseguire la lettura.
Inoltre mi piacciono molto anche i personaggi che hai presentato, seppur si vedano (almeno per il momento) poco e come gli calzi addosso il loro ‘posto’: Newton come poliziotto un po’ impacciato, Anathema che secondo me non è lì proprio per caso essendo un’occultista.
Troviamo poi i bambini sono sempre in comitiva con Dog al seguito e Anathema fornisce i suoi avvertimenti criptici tramite Newton che sembra come sempre avere una bella cotta per lei. Il Sergente che continua a sostenere di essere un cacciatore di streghe (e dati i preamboli potrebbe non avere poi tutti i torti)… insomma, tutti sembrano esattamente dove devono stare.
L’entità della casa penso che possa essere Aziraphale, dati i suoi capelli biondi e il suo atteggiamento (tieni di conto che io ho visto esclusivamente la serie, quindi potrei travisare dato che non ho idea di come siano i libri!); sono in ogni caso molto curiosa di scoprirlo e di capire meglio anche cosa si accaduto di preciso cento anni prima, perché ho come l’impressione che gli eventi siano collegati tra loro e che, andando avanti, ne sapremo sicuramente di più.
Altra cosa non da poco è il tuo stile, che ho trovato molto pulito e senza fronzoli il quale, sicuramente, invoglia la lettura.
Sono molto curiosa di sapere come proseguirà la vicenda di Ashley dato che hai posto le basi (complimenti per l’inventiva) per una storia molto interessante.
Alla prossima e a presto,
Arlie :)
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