Recensioni per
Quanto pesa uno sguardo
di Eris Gendei

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/05/20, ore 20:25

Ehi, ciao ^^
Anche io ho partecipato al contest di Soul e, anche se un po' in ritardo, volevo passare assolutamente dalla tua storia, dato che amo letteralmente "Acciaio" e sono stata felicissima di scoprire che qualcuno aveva scritto qualcosa su questo fandom *___*
Mi è piaciuto molto immergermi nuovamente nelle vite disastrate di Francesca, Anna e gli altri… ho letteralmente divorato il libro e mi hai fatto venire una voglia incredibile di rileggerlo al più presto! È stupendo e coinvolgente, così come è stata la tua shot :)
Mi è piaciuto come hai trattato l'introspezione di Francesca, lo stile che hai usato e il modo in cui hai gestito i dialoghi e i termini usati. Mi ha permesso di immergermi ancora una volta in quell'ambiente, in quel dolore, in quelle tematiche tanto delicate da far male al solo pensiero.
Ho adorato questa storia e ti devo proprio fare un sacco di complimenti, perché hai scritto qualcosa di veramente bello e che mi ha trascinato dalla prima all'ultima parola.
Complimenti davvero, sono contenta di aver letto e di aver "gareggiato" con un racconto tanto bello :3
Spero ci ribeccheremo ancora su EFP, alla prossima e buona serata <3

Recensore Master
29/04/20, ore 18:47

OTTAVA CLASSIFICATA (PARIMERITO)

“Quanto pesa uno sguardo” di Filosofa Pagana




Grammatica e stile: 7/10


Sia dal punto di vista grammaticale che stilistico non ho trovato grandi problemi, solo una serie di piccoli difetti che purtroppo sono andati sommandosi. Ora te li segnalo ^^
“Quel “tu” solo pensato le provò uno scossone nello stomaco.”
Penso che questo sia un errore di battitura e intendessi ‘le provocò’.
“La verità è che quella mattina si era spogliata”
Questo è un errore che capita spesso di fare anche a me: essendo la storia scritta al passato remoto, sarebbe più corretto dire ‘la verità era che’, e non ‘è’.
“non del suo sobbalzo ne del gemito che si era lasciata sfuggire”
Il ‘né’ inteso come negazione vuole sempre l’accento ^^
“Ehi,Francé”
Questo è soltanto un errore di battitura, manca lo spazio dopo la virgola. Ne approfitto anche per farti notare che il diminutivo di Francesca non l’ho trovato sempre con lo stesso accento: a volte era “Francé” e altre volte “Francè”. Per una questione di coerenza, ti suggerisco di scegliere tra accento acuto o grave e utilizzare quello per tutto il testo :)
Poi.. un’altra cosa che ho notato riguarda i due punti nei pressi dei dialoghi. Certe volte li avrei evitati, come per esempio in questo caso:
“Abbassò gli occhi ancora di più, nella speranza di scoraggiare la conversazione: “Sì, ci vengo con Anna””
In genere i due punti prima di un dialogo si inseriscono quando a precederli c’è una frase strettamente legata alla battuta che segue, per esempio quando sono preceduti da verbi come ‘disse’, ‘rispose’ ecc, che quindi implicano il parlare. In questo caso invece ci sarebbe stato meglio un punto prima delle virgolette ^^
Un’altra cosa che ho riscontrato in alcune frasi riguarda il momento in cui racconti di ciò che Francesca ha fatto quella mattina, quando si è spogliata e guardata allo specchio. Dato che il tempo verbale principale della storia è il passato remoto, per inserire una digressione hai giustamente utilizzato il trapassato remoto, che è stato una costante per quasi tutta la scena, tranne in questo punto, in cui hai ricominciato a utilizzare il passato remoto nonostante stessi continuando a parlare di quella mattina:
“Anna finì per terra con i vestiti, gli occhi insostenibili rivolti al pavimento e schiacciati sotto i piedi.
Nessuno doveva vedere cosa c’era sotto la maglietta a maniche lunghe, inadatta a quel caldo terribile, sotto la gonna al ginocchio che la faceva somigliare a sua madre.
Uscì dalla stanza camminando lentamente, la furia sepolta sotto gli abiti con i lividi e i tagli, sul viso l’espressione apatica e chiusa con cui teneva il mondo lontano.”
Avresti dovuto usare il trapassato anche in questo caso: ‘era finita’, ‘era uscita’… perché poi, quando ha ripreso la narrazione principale, ci ho impiegato qualche secondo per capire cosa stesse succedendo XD è un errore che capita anche a me e comunque è solo per poche frasi, ti basterà correggere solo un paio di verbi!
L’ultima cosa che voglio segnalarti (ora ti sembra che io ti stia torturando, ma ti giuro che ho in serbo anche dei complimenti XD) riguarda la formulazione delle frasi, che in certi casi mi è risultata un pochino confusionaria. Non perché le frasi siano formulate male, anzi, è principalmente per una questione di punteggiatura: ho notato infatti che tendi a creare dei periodi abbastanza lunghi, ma intervallati soltanto da virgole e nessun altro segno di punteggiatura. Per superare questo piccolo ostacolo ti potrebbero senz’altro aiutare altri segni di punteggiatura, come i due punti, i punti e virgola o i trattini dentro i quali si inseriscono gli incisi; una gamma più vasta di segni di interpunzione ti potrebbe dare una mano a creare dei periodi anche abbastanza lunghi, ma dal significato chiaro e immediato.
(Caspita, mi sorprende un sacco dare questi consigli dopo che io stessa sono stata ‘ripresa’ per gli stessi motivi durante i miei primi anni su EFP XD non fosse stato per i giudici dei contest a cui ho partecipato, sarei ancora in alto mare con la punteggiatura, è una vera piaga per gli scrittori! Ok, chiusa parentesi delirio/autobiografica, torno seria :P)
L’uso della punteggiatura è una cosa che si esercita col tempo, ma intanto posso farti qualche esempio per chiarire ancora meglio cosa intendo ^^
“Anna che cercava sul vocabolario i sinonimi, livido, ecchimosi, tumefazione, per dare un nome a quel male inspiegabile, immotivato; ma tanto non cambiava niente, che si nominasse o meno restavano le chiazze viola e restava il dolore.”
Qui ho molto apprezzato l’uso del punto e virgola, azzeccatissimo, ma avrei inserito i due punti subito dopo ‘sinonimi’, in quanto poi ha inizio una sorta di elenco dei sinonimi e quindi una ‘spiegazione’ più dettagliata di ciò che si è appena detto. Inoltre il ‘per dare un nome […] immotivata’ l’avrei inserito prima, suonerebbe in maniera più fluida:
“Anna che cercava sul vocabolario i sinonimi per dare un nome a quel male inspiegabile e immotivato: livido, ecchimosi, tumefazione; ma tanto non cambiava niente (ecc…)”
Ovviamente io non posso dirti cosa è meglio o meno perché è una questione di gusti, ma dal punto di vista della chiarezza e della scorrevolezza, hai anche tu l’impressione che così suoni molto bene? ;)
Altro esempio:
“l’altra la afferrò per il polso, trascinandola nel corridoio scuro e odoroso di fumo e sapone, un odore di casa, ignara della pelle offesa che pulsava sotto le dita.”
Quel ‘ignara’, per come è formulata la frase, sembra riferito a ‘casa’, mentre invece è Anna a essere ignara. Un suggerimento per rendere la frase più fluida sarebbe questo:
“l’altra la afferrò per il polso, ignara della pelle offesa che pulsava sotto le dita, e la trascinò nel corridoio scuro e odoroso di fumo e sapone, un odore di casa.”
Che ne pensi?
Ultimo esempio:
“Fece l’unica cosa sensata che il cervello le suggeriva in quel momento, correre.”
Qui al posto della virgola inserirei i due punti, perché stai spiegando qual è quest’unica cosa sensata che il cervello le suggerisce. I due punti sono davvero utili in questi casi in cui c’è una ‘spiegazione’ o una specifica.
Spero di essere riuscita a spiegare tutto al meglio, altrimenti per qualsiasi chiarimento io sono qui, chiedimi pure!
Bene, dopo averti rotto un po’ le scatole (XD), passo a commentare altro!
Il tuo stile è stato prevalentemente introspettivo, ci sono stati pochi dialoghi, ma nonostante ciò hai avuto la capacità di non essere mai troppo statica o pesante, anzi! La storia ha una sua dinamicità, è molto scorrevole, e questa è una qualità importantissima per questa tipologia di scritti.
Innanzitutto non ti sei soffermata solo sui pensieri di Francesca, ma ci hai descritto ciò che la circonda, ciò che fa e ciò che prova; ci hai parlato di quello che pensano gli altri di lei, del valore che hanno le persone che la circondano e delle sue sensazioni ogni volta che si trova in una determinata situazione.
Hai costruito un’atmosfera che ha contribuito a dipingere nella mia mente delle immagini vivide, quasi come se potessi vederle e viverle sulla mia pelle, e questo è una fattore importantissimo per l’immedesimazione del lettore. Per esempio, nella frase che ti ho copiato prima (in cui Francesca arriva a casa di Anna e tu scrivi nel corridoio scuro c’è odore di fumo e sapone), hai utilizzato una serie di aggettivi legati strettamente alla sfera sensoriale che hanno perfettamente delineato il luogo e ciò che provano i personaggi standoci.
Tutto ciò anche grazie a delle scelte lessicali davvero azzeccate e sempre adatte alle situazioni. Davvero, se c’è una cosa che ho amato della tua storia è la scelta delle parole, di ogni singolo termine, che sembra inserito lì con uno scopo, mai a caso.
Quindi sappi che ho apprezzato molto il tuo stile, davvero, e mi dispiace di averti dovuto abbassare tanto il punteggio, ma l’ho fatto per il numero di sviste in relazione alla lunghezza della storia: se il testo è breve, ogni errore pesa di più. Comunque spero che i miei consigli, in un modo o nell’altro, possano risultarti utili ^^


Trama e personaggi: 9/10

La trama consiste principalmente in una slice of life, anzi, in una sorta di missing moment nella trama del libro. Questo non la rende più semplice da gestire, anzi, la rende ancora più complicata, perché tutto deve quadrare ed essere coerente con la trama principale; cosa che tu sei riuscita a fare perfettamente perché, nonostante abbia letto il libro da un bel po’ di tempo fa, mi sono ritrovata subito catapultata nella sua atmosfera, nella sua storia, tra i suoi personaggi… come se non fosse passato nemmeno un istante.
Nonostante ciò, la trama è talmente pulita e chiara che la storia si reggerebbe in piedi da sola a prescindere, anche per chi non conosce il fandom.
Stessa cosa vale per i personaggi, gestiti davvero egregiamente e caratterizzati in maniera perfetta: è facile capirli, lo è stato per me che li conosco e lo sarebbe anche per una persona che non ha mai letto il libro.
Abbiamo Francesca, una ragazza che subisce continue violenze dal padre e si porta appresso i lividi, i segni sulla pelle, a testimoniare ciò che è costretta a vivere ogni giorno. L’umiliazione è talmente grande che prova un’immensa vergogna verso se stessa e il suo corpo, non sopporta che la gente la guardi e soprattutto che qualcuno incroci il suo sguardo, perché non vuole che nessuno le legga dentro.
Il fatto che spesso e volentieri non reagisca, si tenga tutto dentro e si limiti a ‘implodere’ ci dice tanto di lei, di quanto sia orgogliosa ma al contempo fragile, di quanto si vergogni a chiedere aiuto ma allo stesso tempo di quanto ne abbia bisogno.
Cerca sostegno in Anna, la sua migliore amica e l’unica che sa; Anna che è così diversa da lei, sorride sempre, è più ingenua e spensierata, si lascia attrarre dalle novità (come Mattia) e questa sua natura la si percepisce perfettamente tramite i pensieri di Francesca.
Non solo la loro singola caratterizzazione, ma anche il loro rapporto ti ha aiutato a caratterizzarle e creare una dualità, evidenziare quanto sono diverse e spesso agli antipodi.
Forse l’unica cosa che avrei indagato leggermente di più è la figura di Alessio: si percepisce che ha una certa importanza nella storia, ma al contempo rimane un po’ marginale. Credo che sarebbero bastato giusto un paio di frasi in più ^^ ma magari è solo la mia impressione!
Invece l’unico piccolo ‘intoppo’ a livello di comprensione della trama dipende da quei verbi al passato remoto invece che al trapassato, che mi hanno un pochino confuso e quindi mi hanno costretto a rileggere quella parte una seconda volta, ma non voglio penalizzarti troppo per questa piccola svista ;)
Ma, a parte questi piccoli dettagli, penso che tu abbia fatto davvero un ottimo lavoro, sia con la trama che con i personaggi!


Utilizzo del pacchetto: 10/10

Hai preso l’Ommetafobia e l’hai cucita addosso al personaggio perfetto per questo tipo di paura: una ragazza che si porta appresso tanti traumi, vittima di violenze e completamente annullata da esse.
Va da sé che quindi la fobia sia stata perfettamente motivata: Francesca non vuole essere guardata, ma non vuole nemmeno guardare gli altri per paura che capiscano ciò che sta vivendo, qualcosa che lui vuole nascondere – come denota anche la sua maglietta a maniche lunghe in piena estate.
Ci hai mostrato anche come questa fobia la condizioni: in questa storia si è semplicemente recata a casa della sua migliore amica, qualcosa di assolutamente comune e banale nella vita di tutti, ma che lei non riesce a vivere tranquillamente, tanto è ossessionata dagli sguardi altrui. Non è mai serena perché deve sempre stare attenta a non sollevare gli occhi, a non attirare l’attenzione su di sé, e ogni occhiata la mette in agitazione, facendole vivere con angoscia il contatto con le altre persone.
Infine ci mostri come, dopo aver per sbaglio guardato Alessio negli occhi, viene presa dal panico, tanto da scappare via e nascondersi in un luogo in cui non è costretta a interagire con altre persone.
Il tutto è arricchito dal fatto che Francesca non riesce più a sentire addosso gli occhi dell’unica persona in grado di capirla e di leggerla dentro, quindi ha l’impressione che Anna si sia allontanata da lei.
Insomma, la fobia è presente e pressante per tutta la storia, ha le sue cause e le sue conseguenze, è la fonte dell’angoscia della protagonista e permea ogni suo pensiero. L’hai gestita in maniera completa e coerente, brava!


Gradimento personale: 5/5

La storia mi è piaciuta tantissimo, innanzitutto perché hai ricalcato tantissimo l’atmosfera del libro e mi è parso quasi di leggere un estratto dal libro stesso! Hai preso le sue tematiche delicate e le hai trattate col giusto rispetto e con la giusta delicatezza, colpendomi dritta al cuore e facendomi riflettere.
Già le tematiche delicate e le storie drammatiche sono tra le mie preferite, quindi sei andata sul sicuro *-*
Poi ho adorato il modo in cui hai delineato i personaggi e i luoghi, ti faccio ancora una volta i complimenti per le scelte linguistiche e lessicali che hai fatto perché sono state vincenti!
Insomma, a prescindere da tutto, sappi che la tua storia mi ha coinvolto tantissimo e non ti ringrazierò mai abbastanza per aver scritto una storia su questo libro che mi ha letteralmente rubato il cuore! Poi siamo riuscite a far aprire la categoria, quindi direi che c’è solo da festeggiare!!! *_____*


Totale: 31/35