Cara VigilanzaCostante,
Mi sono imbattuta per caso in questa tua long e, ispirata dal prologo, ho deciso di dare un’occhiata.
Inizio rispondendo alla tua domanda a fine del secondo capitolo: sì, metti l’avvertimento. Fin dal primo episodio cominciano a delinearsi in modo nitido i sintomi del disturbo di cui soffre Rose, quindi mi sembra appropriato avvertire il lettore della presenza di tematiche forti.
Per quanto riguarda il contenuto, di solito non leggo con particolare interesse storie in cui non vi è una trama principale movimentata. Per mio gusto personale mi piacciono racconti in cui sono presenti misteri da risolvere o nemici da affrontare, ai quali poi si intrecciano diverse sottotrame tra cui anche quelle romantiche. Però l’argomento che hai deciso di affrontare mi ha incuriosito, soprattutto perché mi sono chiesta come, in un mondo come quello di Harry Potter, in cui di perdite e sofferenze ce ne sono state di ogni genere, si potesse inserire una tematica così delicata senza svilirla. Mentre leggevo, la domanda mi è sorta spontanea: perché, tra tutti i personaggi che hanno affrontato davvero di peggio, qualcuno dovrebbe stare così male? Ciò che mi ha spinto a leggere anche il secondo capitolo, oltre al tuo stile di scrittura, è stato che proprio tu hai dissipato di volta in volta questo dilemma:
“Sua nonna sì che aveva affrontato il lutto, e se adesso fosse qui potrebbe insegnarglielo. Ma, pensandoci bene, se fosse qui non ce ne sarebbe nemmeno bisogno.”
È chiaro che c’è chi ha affrontato di peggio. Molly ha sotterrato un figlio, Scorpius Malfoy ha perso la madre fin troppo presto, una compagna di scuola ha dovuto vedere il padre spegnersi lentamente sotto i propri occhi. Eppure è Rose, la cui nonna è morta per circostanze che potremmo cinicamente definire fin troppo banali per gli standard del mondo magico, a consumarsi a causa del dolore. Questo aspetto lo ritengo molto importante, in quanto rispecchia la realtà. Non tutti affrontiamo il lutto nello stesso modo, non importa in quali sembianze arrivi. Nella vita reale, così come c’è chi è più forte e riesce perciò ad andare avanti, c’è anche chi è più fragile e per questo motivo non sa come uscire dalla spirale del dolore.
La Rose da te descritta rientra in quest’ultima categoria. Figlia di un mondo magico rinato, lontano dagli spettri della guerra e della paura, Rose Weasley sapeva dell’esistenza della morte, ma non credeva che l’avrebbe mai toccata con mano così presto. Era impreparata a questo tipo di dolore. Mi piace molto come hai descritto la presa di coscienza di ciò che stava vivendo, la lenta consapevolezza che da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima. Sei stata molto nitida nel comunicare certe sensazioni, pur mantenendo una certa gentilezza nel mettere nero su bianco una scena impregnata dal lutto. Hai utilizzato bene la medesima delicatezza per descrivere il disagio, psicologico e fisico, che la ragazza si trova a vivere. In molte storie Rose viene descritta come testarda e maniaca del controllo, e in questo contesto sei riuscita a combinare bene questi tratti del suo carattere all’aspetto patologico della malattia. La morte di Molly Weasley ha destabilizzato Rose, la quale si rende conto che nella vita esistono cose che non possono essere previste o controllate:
“Ma adesso non capisce: solo il giorno prima della sua morte avevano pranzato insieme e le aveva chiesto fino allo sfinimento se avesse qualche spasimante. Allora funziona davvero così? Il secondo prima sorridi, cucini, vivi e quello dopo tutto diventa freddo e immobile?”
Accertato ciò, la piccola Weasley si concentra su l’unica cosa che può controllare: il suo corpo.
Chi ha sofferto di disturbi alimentari può riconoscere distintamente tutti i sintomi che affliggono Rose, e allora ho compreso cosa mi ha attratta della tua storia. È vero, non c’è un mistero da svelare o un mago oscuro da fermare, perché il vero mostro in questo caso è la malattia. E si tratta di un mostro molto pericoloso, perché, come ben chiarisci, si tratta di un nemico invisibile, di cui ci si accorge quando ormai ha messo le radici troppo in profondità.
Il cambio di prospettiva aiuta molto a sottolineare questo aspetto. Rose è formosa, non ha mai dato importanza ai vestiti e in più sta affrontando un lutto. Chi mai potrebbe immaginare che dietro a quella vispa parlantina e a quel carattere forte possa celarsi una ferita così profonda e disturbante?
“Si fa d’un tratto pensieroso, ma poi collega il dimagrimento al lutto. Rose sembra aver sofferto più di tutti in questi mesi, per quanto anche gli altri fossero distrutti dalla morte della nonna. Deve essere quello il motivo […]”
Mi piace molto il cambio di punto di vista, soprattutto quando aiuta a mostrare come il cambiamento psicologico e fisico della protagonista viene percepito da chi le sta attorno. Per Albus, in questo caso, è chiaro che c’è qualcosa che non torna, ma non è in grado di avvertire il campanello di allarme. Perché è solo un ragazzo, pensa ai pettegolezzi, ai suoi due migliori amici che si piacciono ma non lo ammettono, all’ultimo anno di scuola. Perché, semplicemente, anche lui ha subito la medesima perdita della cugina, ma erroneamente crede che, come lui e il resto della famiglia hanno superato il lutto, così farà anche Rose.
Il tragico errore di misurarsi sempre con il proprio metro.
Eppure, qualcuno che si accorge di qualcosa di anomalo c’è. Scorpius Malfoy.
Lui e Rose non sono amici, si conoscono solo perché Albus è l’anello di congiunzione tra i due. Ciò nonostante si cercano, si stuzzicano, perché è chiaro che si piacciono. Però il loro è un sentimento che si sta evolvendo proprio nel momento in cui colpisce la tragedia. Diventa quindi chiaro come mai è proprio Scorpius a notare per primo i comportamenti malsani di Rose, sebbene si senta in difficoltà, dal momento che essendo il loro un rapporto non definito non sa ancora come comportarsi a riguardo:
“Ma Rose, Rose ha qualcosa negli occhi che lo sconvolge e gli fa venire voglia di prenderla e portarla lontana da quel cumulo di persone che continuano ad abbracciarla e piangerle addosso.
Non è il momento, lasciatela stare
Ma non può fare niente per lei, non ne ha il diritto, neanche lontanamente. La lascia in quel vespaio e si allontana. Sperando di rivedere, tra un paio di mesi, di nuovo quegli occhi vispi ammonirlo divertiti.”
A livello di contenuto sei riuscita a catturare la mia attenzione, hai affrontato bene le difficili tematiche che ha deciso di inserire ed hai curato bene la caratterizzazione dei personaggi. Anche quelli secondari, come ad esempio James Potter, sono ben descritti nonostante tu abbia dedicato loro poche parole:
“Non è molto bravo con queste cose, James è più spontaneo, immediato, spiritoso. Lui è più chiuso, più silenzioso, sicuramente più ironico e meno, molto meno, arrogante.”
James non ci viene ancora presentato, però, grazie a questo breve scorcio, capiamo bene com’è. Hai fatto un buon lavoro, perché ci hai mostrato pian piano diversi personaggi, ma sei riuscita a dare ad ognuno il giusto spazio lasciando quelli che per il momento sono meno influenti alla trama sullo sfondo.
Dal punto di vista della scrittura, mi piace il tuo stile. È pulito, non ci sono errori grammaticali, l’uso della punteggiatura è corretto e la lettura per lo più è scorrevole. Ci sono comunque dei punti che potrebbero essere resi in modo migliore. Ad esempio:
“Tutti e tre si lasciano cullare per l’ultima volta dai Thestral, Scorpius è l’unico a vederli, nel loro ultimo viaggio verso il castello. Rimangono così in silenzio, per non rischiare più di intaccare quel momento.”
Il fatto che solo Scorpius riesca a vedere i Thestral è interessante, però questa informazione messa lì nel mezzo della proposizione non ha senso, oltre a non dare modo di accennare qualcosa di più a riguardo. Avresti potuto scrivere: “Tutti e tre si lasciano cullare per l’ultima volta dai Thestral nel loro ultimo viaggio verso il castello.” E dopo il punto spiegare che Malfoy è l’unico a vederli, per poi aggiungere qualche riga sulla morte di Astoria e come questo ha influenzato il ragazzo. Questo espediente ti avrebbe permesso di approfondire un aspetto caratteriale molto importante, conferendo spessore a questa informazione che, invece, inserita in questo modo, rimane fine a se stessa.
È come se avessi affrontato la questione in modo troppo sbrigativo ed è un difetto che ho notato anche in un altro paio di punti. Hai un modo di scrivere molto lineare, è piacevole leggerti, quindi non avere paura di appesantire il testo aggiungendo più elementi quando invece sono necessari.
Un altro elemento che non mi piace sono le date. Credo che il più delle volte non aggiungano nulla alla storia. Diventano funzionali quando devono indicare un avvenimento specifico oppure un salto temporale (come ad esempio l’anniversario della battaglia di Hogwarts, oppure come quando nella saga principale la Rowling ha volto mostrarci i protagonisti 19 anni dopo); ma se mi descrivi l’incontro dei ragazzi al King’s Cross (a proposito, credo ci sia un errore di battitura nel testo, hai scritto King invece che King’s) dopo le vacanze estive non serve a nulla leggere “1 settembre 2023”, perché non è rilevante dal momento che l’elemento temporale ci viene fornito dalla loro partenza verso la scuola. Lo stesso vale quando specifichi che è il 5 settembre: al lettore basta leggere “Sono passati solo pochi giorni e […]” per orientarsi, non ha bisogno di leggere la data come se si trattasse di un diario.
Per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli, a mio parere potrebbero essere più lunghi. Come ho già scritto poc’anzi, è bello leggerti, quindi se ogni episodio fosse un po’ più lungo credo che i lettori lo apprezzerebbero.
In conclusione, ci sono alcune cose che secondo me possono essere migliorate, però la storia è interessante e scrivi bene. Per questi motivi penso proprio che la inserirò tra le seguite, sei riuscita ad incuriosirmi abbastanza da voler vedere come svilupperai i prossimi avvenimenti.
Spero di non essere stata troppo rude nell’esporti alcune mie considerazioni, per me il tuo lavoro vale e mi auguro che un punto di vista esterno possa aiutarti e spronarti nel migliore dei modi.
In attesa del tuo prossimo aggiornamento, ti saluto e ti auguro buon lavora per la stesura del prossimo capitolo.
Giulia. |