Recensioni per
Nostro padre ci ama
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/03/22, ore 10:17

Sto lentamente recuperando tutte le tue storie (E ammetto di avere anche dei preferiti. Uno dei quali, è proprio il "buon" S’lolath). Che dire, ne adoro la freddezza calcolatrice, e la lucida intelligenza. Ma andiamo con ordine.
La storia si apre con uno spacco meraviglioso, non tanto sulla città quanto su una calzante e doverosa riflessione tattica. E ciò è perfettamente propedeutico alla spiegazione successiva, circa l'associazione dei vuoti, che ho trovato particolarmente calzante, stringata quanto basta. Non una parola superflua, non una inutile. Questo la rende particolarmente efficace nel suo intento di delineare una cornice dentro cui la storia si muove.
Un dettaglio che ho apprezzato tantissimo, la porta IN PIOMBO che si richiude. Come sono sicura tu sappia, in d&d 3.5, una sottile lastra di piombo da sola è sufficiente a bloccare molti incantesimi di divinazione. certo, non è da sola una protezione sufficiente, ma è un'ottima base di partenza, e infatti, il nostro "eroe" ha disposto tutta una serie di trappole, arcane e non, (E io mi aspetto che una sottile lastra di piombo sia stata infilata pure tra uno strato e l'altro delle pareti, tanto per star sicuri).
Poi, la descrizione del rituale, che ho trovato molto plausibile e anche molto poetico devo dire, e mi ha fatto sorridere il modo sempre più fantasioso che ha di scommettere con sé stesso per decidere il giorno in modo che sia imprevedibile persino per lui. Così come tutti i suoi abili trucchi per depistare coloro che possono decidere di spiarlo proprio quel giorno.
Poi, qui come in altre storie che lo riguardano, si sente bene la sua intelligenza: sia nel costruire collegamenti fasulli, sapendo che altrimenti, la sua curiosità potrebbe essere la causa stessa del suo fallimento, sia la sua lucidità davanti a quei primi ricordi. Ho anche apprezzato la sua lucidità, almeno all’inizio, sia per l'assassinio sia per il suo passato e i traumi ad esso legati. Si vede il suo essere "in controllo" nonostante le emozioni ritrovate, ma anche il sollievo di rendersi conto, almeno inizialmente, di essere "solo" leggermente diverso dalla persona che credeva, na differenza minima, spiazzante, certo, ma ancota (per lui controllabile). E poi...
Un sorriso dolce sul viso nero di una femmina. Una frase tanto semplice quanto dirompente, sia per il testo, sia per il font corsivo che la evidenzia ma non in modo sfacciato, come invece potrebbero farlo il sottolineato o il grassetto, sia per la perfetta impaginatura. Una frase che da sola, spacca. Ti giuro, che in quel momento, l'ho sentito pure io l'ansito trattenuto di S’lolath davanti a quel ricordo e alle emozioni che gli ha suscitato. Ed è bellissimo che prima vengano le emozioni, quasi tu volessi prima delinearla, come fossse un fantasma che man mano riprende la sua corporeità, fino a quel nome, Krystel.
Krystel che è una creatura quasi aliena per lui, che non riesce a incasellarla tra gli schemi cui è abituato, tanto che alla fine, si rende conto che non può paragonarla a nessun'altro abbia mai conosciuto prima. Krystel è Krystel, fine.
E Kore, come ho apprezzato cheper Krystel sia il nome l'ultima cosa a emergere, per Kore ho amato che quello fosse la prima cosa. Un nome che per S’lolath è come un secondo squarcio in quello che lui credeva essere il suo "io". E al sua esclamazione giunge perfetta. Kore, la nostra bambina. Oh, vith, ho una figlia.
Credimi, quel momento, così com'è, nella sua semplicità è tanto potente da non aver bisogno di altro. Si sentono i suoi sentimenti, tutti. L'incredulità, l'affetto, lo sconcerto davanti ai suoi sentimenti "molli". Ed e stato bellissimo vedergli, per un istante, perdere il suo perfetto autocontrollo.  E infatti, dopo non riesce più ad andare avanti come prima: Dopo, i ricordi della sua vita in città sembrano solo un fastidio che lo distrae dai suoi ricordi con la sua famiglia.
E seppur con poche parole, il momento in cui ricorda l'addio che gli ha dato Kore (E io sarei davvero curiosa di leggerla quella fanfic, magari dal punto di vista di Kore porprio) è assolutamente perfetto. Come è bellissimo il suo sentirsi defraudato di un momento con sua figlia. Il momento di un addio.

E ho adorato anche l'empatia che ha provato per Tek, che ha salvato, che ha porato da Krystel, pur non riconoscendo con lui alcun legame affettivo. E la cosa è reciproca, e viene detta dallo stesso Tek in "White lies".

Davanti a tutte quelle emozioni fino ad ora sepolte, un attacco di panico direi che è la reazione più naturale anche nel drow più compassato. Ma di nuovo, l'intelligenza di S'loath salta fuori, con il messaggio che lui ha lasciato a sè stesso. E Yugho, il piccolo e carino scorpione abissale diventa qualcosa di più sinistro. Da un animale esotico raccattato senza ben sapere il motivo, a un monito per sè stesso, una possibilità di scegliere. Una possibilità di eradicare tutta quella massa ingarbigliata e incontrollabile di sentimenti. Sentimenti che, tuttavia, lui vuole continuare a provare. Perchè senza Krystel e il suo amore disinteressato, senza l'affetto delle sue figlie, senza il coraggio di Kore, anche una parte di lui morirebbe. E alla fine, lui sceglie una non-scelta. Un rimandare la scelta, "non stavolta" sperando che non giunga mai "stavolta". Un po' un parallelismo Interessante di come sono, dopotutto, gli stessi vuoti. 
(Recensione modificata il 17/03/2022 - 10:24 am)

Recensore Master
13/12/20, ore 23:38

Carissima,
Sono sempre contenta di tornare da te, il tuo modo di raccontare una storia mi lascia sempre tantissimi spunti di riflessione e i tuoi intrecci di trama sono sempre ben gestiti. Leggerti è un piacere, perché affronti sempre tematiche molto particolari e anche quando ti soffermi a parlare dei sentimenti, lo fai con una umanità che spiazza, anche in questo caso, dove S’lolath i sentimenti non li conosce più e anzi, li vede come dei nemici, come qualcosa che non gli appartiene, qualcosa che nasconde dietro a delle trecce di ricordi che però, quando riemergono, sono una vera e propria bomba atomica pronta ad esplodere, che lo annichilisce e gli ricorda quanto in verità sia stato diverso dall'uomo che crede di essere.

Ho amato tutta la parte sulla casualità, dove ogni gesto è fatto "casualmente" per trovare il momento perfetto per eseguire il rituale ed essere al sicuro, siccome sa di avere molti nemici. L'introspezione di S’lolath, poi, è un imbuto al contrario che si allarga, che nasce dal nulla, dalla negazione dei sentimenti, dallo scegliere pragmaticamente quali ricordi sono pericolosi e quali no, finché non arriva a ricordare di Krystel, di quel sentimento che ha provato per lei, forte, che ha visto in lei qualcosa che non ha visto in altri. Qualcuno che ha voluto conoscere, qualcuno che è stato parte di lui e che gli ha dato motlo più di un sentimento a cui non sa attribuire un nome: gli ha dato una famiglia, una sicurezza, che lui ha dimenticato. La profondità di S’lolath fuoriesce ad ogni parola, ad ogni ricordo, ad ogni desiderio di riavere indietro Krystel, perché nasce anche quel senso di vuoto, di mancanza, che lei ha lasciato nel suo cuore. Così come i figli, così come quel senso di colpa nei riguardi di Kore, che non ha riconosciuto quando lei è scesa da lì, per dirgli addio. Avrebbe voluto ricordarla, lo sa, ora lo sa.

Poi tutta la parte che spiega la presenza di Yugho, stupido animale che invece gli serve per confermare la sua scelta, per non lasciare che vacilli ogni volta che i ricordi riaffiorano. Un suo equilibrio personale, un unico legame con la persona che era. Un essere che non avrebbe senso di continuare ad esistere, se visto dal di fuori, ma che con tutto quel marasma di emozioni, acquisisce un significato totalmente diverso.
Insomma, ho davvero amato la profondità di questa shot, il tuo modo di raccontarci ancora una volta questo mondo, il personaggio di S’lolath che viene ben spiegato attraverso una introspezione che cresce di paragrafo in paragrafo!
Complimenti davvero, che piacere immenso è leggerti
Miry

Recensore Master
04/08/20, ore 12:33

Cara NPC,

è abbastanza difficile spiegare quanto intensa sia stata questa lettura – a un certo punto volevo che non finisse, sono sincera. Abbiamo questo mago che appartiene a una setta, i Vuoti. Attorno a lui dipingi un mondo fatto di oscurità, di inganni, di malizia, e un rituale efficace ma doloroso: estirparsi i ricordi che potrebbero essere dannosi o pericolosi per gli altri e per se stessi. E che S’loath (sono certa che in almeno un punto lo scriverò male, però, eh) abbia segreti non comuni tra i drow e persone cui tiene lo dici all’inizio, prima che il mago appronti ogni genere di paranoica protezione inizi a sciogliere i nodi, le trecce. Non so se questo incantesimo è frutto di un tuo headcanon o del fandom, ma in tal caso ne sono rimasta incantata.

C’è l’usanza e c’è pure il detto di fare un nodo per ricordare qualcosa e che sia riproposto qui è bellissimo. Il fatto che questa memoria possa essere estirpata come una ciocca è un altro elemento che mi è piaciuto moltissimo, ma soprattutto ho amato il modo in cui S’loath recupera i ricordi, inseguendoli e venendone travolto. Da come l’amore per Krystel, Kore e Amber e il suo figlio naturale lo sommergano, rivelandogli un se stesso più pragmatico. Interessante è anche il ruolo dello scorpione, questa bestia orrenda, stupida e cattiva che però è anche un monito per S’lolath, uno che gli ricorda sempre perché ha fatto determinate scelte di sospensione. Il mago, difatti, sembra giungere sempre alla medesima conclusione: la sua famiglia rappresenta una debolezza e, pertanto, deve essere nascosta e sacrificata in nome del potere, ma allo stesso tempo non può essere eradicata totalmente dalla sua memoria, per sempre, né uccisa. S’lolath sceglie di non scegliere, ma nel finale della shot c’è un riferimento al fatto che questa indulgenza possa avere conseguenze future.

Tre elementi volevo notare, prima di concludere la recensione: la prima, è il riferimento al figlioletto Tek’ryn e ai suoi poteri. Sono abituata a considerare i poteri mentali come quelli più potenti che possano esistere, ma il punto di vista di S’lolath mi ha affascinata: lui li giudica un orpello fastidioso. A suo parere non servono a niente perché il mondo è brutto e la gente tutta cattiva, quindi leggere le intuibili cattiverie è inutile. È un punto di vista interessante. L’altro elemento è la sofferenza dell’addio tra Kore e suo padre, che avviene quando lui non la ricorda ed è straziante. Il terzo è Krystel, una donna inclusiva, forte, paritaria, ma allo stesso tempo anche dolce e accogliente, senza perdere nulla in spessore. L’ho trovata una bellissima figura femminile. Ho un debole con la storia in cui la memoria viene smarrita, quindi ti faccio i miei complimenti per questa che ho adorato dalla prima all’ultima riga. Brava, davvero.
Un abbraccio e a presto,

Shilyss

P.S.
Ovviamente la prossima recensione te la lascio sulla figlia di questa <3

Recensore Master
16/06/20, ore 23:14

Sono rimasta affascinata dalle prime righe. Mi aspettavo una storia di intrighi e segreti e, beh, in modo del tutto inaspettato non sono rimasta delusa.
S'lolath è un personaggio che non mi aspettavo, ma che non fatico a immaginare, per quanto resti sempre un po' perplessa su come e quanto un drow potrebbe abituarsi a una vita diversa dalla propria.
Tuttavia, qui c'è un elemento che mi ha convinta e che in altre storie manca: S'lolath non è "buono", non si è pentito dei propri crimini, non è disgustato dalla cultura che l'ha generato, anzi, è sorpreso di aver provato dei sentimenti, non sa come chiamarli. È un Drow, un mago... si suppone che abbia un alto punteggio di intelligenza, e quindi sì, ci sta che sia incuriosito, affascinato, dal modo di porsi di Krystel, dal suo mondo 'alieno'.
E ci sta che scelga di sigillare di nuovo questi bizzarri ricordi e di proseguire con la propria esistenza.
È molto bella anche la riflessione sullo scorpione che gli permette di valutare ogni volta chi è o, si potrebbe dire, chi è diventato nel lasso di tempo tra un "recupero" dei ricordi e l'altro.
Una storia dai risvolti molto più profondi e interessanti di quanto mi aspettassi.
Complimenti, e alla prossima! ^^

Recensore Master
03/06/20, ore 19:46

Eccomi qua, come da te consigliato!
Allora, questa storia mi è stata molto utile per farmi una cultura su una società che era stata nominata più volte in White Lies, ovvero quella dei Drow.
Una società, tra le altre cose, molto complessa e intricata, tanto quanto la lega delle ombre dell'universo di Batman. Un gruppo di individui uniti assieme da montagne e montagne di segreti sommersi da livelli altrettanto alti di paranoia, disinformazione e informazione al tempo stesso. In poche parole, una società costruita in modo tale da ottenere un monopolio sulla conoscenza a scapito degli altri, il tutto per garantire la propria sicurezza e una stabilità duratura.
Certe volte mi sono dovuto andare a rileggere alcuni passaggi, tanto era stratificata la rete di bugie e inganni che aleggia attorno ai drow.
Parlando del protagonista indiscusso di questa storia, S’lolath, mi è piaciuto assai. Come ormai hai senza dubbio intuito, io ADORO gli antagonisti e gli anti-eroi, e ho un debole per tutti quei personaggi dalla personalità grigia e tendente all'oscuro. Proprio per questa ragione, le vicende di questo personaggio le ho trovate molto coinvolgenti, specialmente quando si trattava di rappresentare le sue riflessioni interiori. Siamo un po' paranoici, eh, signorino?
Tra l'altro, ho colto il riferimento ad un altro personaggio di questo tuo universo che ho imparato ad amare, ovvero una certa mamma Drow decisamente anti-convenzionale.
Ma forse, il pg che più ho amato di questa shot...era lo scorpione! Presentatoci come un classico animaletto da assassinio, man mano che la storia va avanti comincia a mutare in un espediente narrativo fondamentale per comprendere davvero la psiche del protagonista, cosa che ho apprezzato non poco. Sì, ho un debole anche per gli animali, specialmente quelli pericolosi ;)
Questo universo mi sta piacendo sempre di più, non vedo l'ora di leggere altre storie ambientate in esso!

Recensore Master
31/05/20, ore 17:30

Una storia che ho molto apprezzato, tra te e un altro autore mi sto facendo una cultura sul popolo drow. Ho molto apprezzato, ma davvero tanto, le prime righe in cui fai giustamente notare le difficoltà a cui deve andar incontro una società segreta. Si dice che la pubblicità è l'anima del commercio, ma cosa fai se non puoi farti conoscere? XD Un quesito che non mi ero mai posto, ma che merita attenzione e per questo mi è piaciuta la soluzione trovata dai Vuoti.
La storia non ha eventi eccezionali, ma procede tranquilla senza intoppi ma scritta senza inutili fronzoli che permettono di leggerla agevolmente senza mai trovare una parte noiosa.
Ho molto apprezzato le spiegazioni su come S’lolath si sigilli i ricordi e la sua fantasia nel trovare scommesse con cui decidere è un buon tratto per caratterizzare il personaggio dato che la sfiducia verso gli altri è un tratto talmente comune di questo popolo che di certo non può essere usato per caratterizzarlo. La vera sorpresa, anche per lui, è scoprire di godere di una famiglia che davvero lo ama come nelle storie che riguardano la superficie. Lui stesso scopre qualcosa di se che non avrebbe mai creduto possibile. In tutto questo ho trovato davvero molto "simpatico"...no, direi di più interessante S’lolath che mi ha veramente incuriosito con tutte le se paranoie sulla sicurezza della sua persona ma di certo non sbagliate. Mi si è però ghiacciato il sangue quando ho letto della possibilità di mandare quello scorpione a uccidere la sua famiglia. Ho davvero creduto che una simile bastardata stesse per accadere, ma con vero sollievo ho accettato che non sia successo.
Tutto sommato direi che anche con solo una parte dei suoi ricordi S’lolath conosce veramente bene se stesso, cosa che in molti non possono dire. Se avrò occasioni di fare altri scambi con te, passero di sicuro sull'altra storia che mi ha indirizzato a questo curioso di conoscere altre particolari.

Recensore Junior
08/05/20, ore 09:56

Questa storia mi ha incuriosito appena ne ho letto la prefazione e sono felice di aver finalmente avuto un momento libero per leggerla e scriverne la recensione.
In primis è un piacere leggerla, lo stile di scrittura, gli stacchi e le spiegazioni degli eventi che muovono le scelte del protagonista sono devo dire tutte perfette, il cercare di ingegnarsi ogni volta per scegliere il momento perfetto ma in modo casuale per eseguire il rituale e per non essere vulnerabile mi ha generato una profonda simpatia per la figura del protagonista.
E soprattutto ho apprezzato molto il modo in cui hai sviluppato la storia, devo dire che sono rimasto incredibilmente intrigato mentre la leggevo.
Ho apprezzato molto come sono stati scanditi i ricordi di S'lolath: ho adorato la sua reazione quando è arrivato a sciogliere il nodo del ricordo di Krystel, io personalmente come personaggio non posso che adorarla e apprezzarla sia per il suo carattere che per le sue azioni e soprattutto per la sua diversità cosi evidente rispetto alle drow del sottosuolo.
S'lolath invece in un primo momento devo dire che non l'ho apprezzato appieno ma mentre leggevo ho potuto capire sempre meglio quanto questo personaggio fosse profondo.
Ho apprezzato le riflessioni del protagonista su a Amber e su Kore e anche i suoi pensieri su chi lui sia davveo.
Mi ha intristito parecchio è dire poco la scena incentrata su Kore quando lei dopo chissà quanto tempo per arrivare da lui solo per dirgli addio, lui non era consapevole di quello che davvero stava avvenendo e questa scena mi ha causato un profondo moto di tristezza, però come sequenza narrativa non posso dire che non fosse ben fatta anzi era perfettamente orchestrata, direi quasi da far paura.(L'ho apprezzata davvero molto come anche le sue riflessioni e il suo sentirsi derubato di quello che aveva più caro).
Infine devo dire che ho apprezzato notevolmente il profondo tormento e angoscia del personaggio che no era certo su cosa fare, ma ancor di più ho potuto apprezzare il finale e la sua scelta di non far del male a chi realmente lui ha amato solo per essere ancor più al sicuro nella profondamente malata società dei drow.
Grazie mille per questo stupendo capitolo che approfondisce ed esalta ancor di più la bellezza dei personaggi delle tue storie e le loro scelte di vita.
Alla prossima recensione =).

Recensore Master
06/05/20, ore 20:20

Eccomi qua! Devo dire che questo "filling" (si dice così?) nella storia dei drow di campagna - stacce, ormai per me si chiamano così Krystel e i suoi settecento figli - mi è piaciuto molto, forse perché non parla solo di loro, ma anche di chi fa parte della loro famiglia pur non facendolo.
Non aspettarti che possa ricordarmi come si scrive NomeDelBabboDiAmberETek - i nomi drow per me sono ancora più ostici di quelli elfici - ma mi è piaciuto, perché di certo non è un personaggio buono, ma un personaggio che probabilmente cresciuto in un ambiente diverso avrebbe potuto essere una persona retta e giusta. Perché di base, pur vivendo in un inferno, lo è - con i suoi standard.
L'idea dello scorpione lì per lì mi aveva fatto preoccupare ma poi, con un colpo di mano da eminenza grigia dei tuoi, hai ribaltato la prospettiva e allora lo scorpione scemo e mortifero diventa la migliore delle prove d'amore.
Personalmente non è il mio personaggio preferito - troppo machiavellico e davvero troppo spostato verso il grigio fumo di londra negli anni di riscaldamento a carbone - ma è un gran bel personaggio. Non mi dispiacerebbe vederlo interagire con Mamma Krystel - che è mamma di tutti, basta che stai abbastanza tempo fermo alla locanda, quello sufficiente per farti adottare.

Recensore Master
05/05/20, ore 19:37

Ciao!
I rapporti padre-figlio/a mi intrigano molto, quindi quando mi hai proposto di leggere questa storia, sono stata subito attratta dal titolo, che già anticipa quella che è la materia della storia. Un titolo coerente è già un punto a tuo favore. Ho apprezzato molto il modo in cui hai deciso di organizzare, di scandire i ricordi di S'lolath: il primo che affiora è quello di Krystel, Krystel che è così diversa dalle elfe scure che ha conosciuto e visto fino a quel momento. Ho molto apprezzato la descrizione che fai di lei, che diviene "un luogo a cui tornare", una - seppur pericolosa - possibilità. D'altra parte, apprezzo sempre molto come tratteggi la figura di Krystel e il suo modo di intendere la famiglia molto distante da quello tipico dei Drow, modo che forse riesce in minima parte a trasmettere a S'lolath - e se non riesce a trasmetterglielo, emerge comunque chiaramente la sua ammirazione o quantomeno curiosità verso Krystel e il suo modo di intendere la famiglia. Mi piace anche il gioco di detti e non detti che mi pare, in questi ricordi, caratterizzare il loro rapporto - con quel Benvenuto in famiglia che è evidente dall'inizio, ma non viene comunque pronunciato.
Ho apprezzato anche lo spazio che hai dato alle riflessioni di S'lolath riguardo ad Amber e a Kore: si sente, pesante, l'affetto che comunque ha verso le sue figlie e che però non ammette neanche a sé stesso, per un fattore strettamente culturale e perché appunto il contesto in cui vive non permette certe storture, ma anche perché così facendo le esporrebbe ad un pericolo. Mi ha intristito sapere che quando Kore gli ha detto addio, lui non la ricordava: è una cosa molto straziante il fatto che non avesse consapevolezza dell'ultima immagine che ha di sua figlia.
Mi piace come nel finale hai descritto il profondo tormento interiore che lo caratterizza, che non si risolve, almeno non totalmente, nella totale ambivalenza che lo vede come pragmatico lungotenente quanto come padre di famiglia.
Ho trovato tutto molto equilibrato, amaro e introspettivo.
Alla prossima,
Desy