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Recensore Master
15/06/20, ore 10:47
Cap. 1:

Alla fine... non c'è fine all'indifferenza e alla nefandezza dell'uomo. Questa poesia si associa con dovizia ad un contesto bellico passato. All'epoca il nazismo e i loro campi di concentramenti. Oggi gli ospizi o altri luoghi di "contenimento" nella quale lasciar marciare ovviamente morire gli anziani. Una strage silenziosa, se vogliamo.
Essendo O.S.S. in una Casa di Cura, nei mesi precedenti in cui il Covid-19 aveva raggiunto il picco un po' ovunque, sarei stato disposto a passare la quarantena nel posto di lavoro pur di non abbandonare i miei dieci nonnini.
Che altro dire?
Come in una cristalleria, gli anziani con le rughe e la pelle di porcellana rappresentano i custodi della nostra memoria collettiva, il servizio buono di questo straziato pianeta.
Sulla chiusa, ci trovo una sottile ironia. E ci sta!
Bravo Francesco!

Recensore Master
07/05/20, ore 11:55
Cap. 1:

Quanta amara e triste verità.
I vecchi dimenticati, ignorati, violentati.
E invece sarebbero quelli da portare in trionfo, maestri di vita, portatori di speranza.
La società del tutto e subito non può fare altro che disprezzarli.
Società dalla quale mi sento totalmente alienata.
C'è più Cristo in loro che da qualunque altra parte.
Un grandissimo abbraccio, Francesco.

Recensore Master
07/05/20, ore 07:27
Cap. 1:

Buongiorno.
Poesia purtroppo molto vera e triste...
Purtroppo in tanti non potevano occuparsi degli anziani...
Dei miei, nessuno è mai andato in una struttura, però... quando sono tanti, c'è da riconoscere che è impegnativo...
Soprattutto tanti anziani e quasi nessun giovane.

Recensore Master
06/05/20, ore 20:08
Cap. 1:

E' sempre sorto un Cristo non cristificato dettato dalle leggi delle ideologie degli anni passati. Si spera che il punto critico venga raggiunto, per lo meno per assurgere ad una sorta di mistificante ed illusoria epifania che farebbe continuare l'umano a continuare a sognare.

Spera sempre, Francesco.

AP.