Recensioni per
Il buio degli spiriti
di Legar

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/08/23, ore 16:17

Non avevo idea che avessi scritto una storia su questi personaggi, di nuovo sono grata all'iniziativa di scrittura che mi ha permesso di scoprirla.
Forse lo sai, amo molto Helena e la sua fragilità, e ho amato tantissimo leggere la tua visione di questo personaggio nel momento in cui sceglie di cercare colui che le ha strappato la vita per ammettere una colpa che non sa più tacere. Da quel poco che sappiamo di Helena, l'ho sempre immaginata come un pericolo per se stessa, vittima di pensieri e ambizioni e pulsioni che non ha saputo gestire e da cui si è lasciata vincere; nel tuo racconto, in questo suo sabotarsi accusandosi di non essere migliore del Barone – di avere le mani egualmente sporche, sia pure in maniera diversa – ho rivisto la Helena che immagino, quella donna che anche da spettro non riesce a trovare pace e a convivere con se stessa prima ancora con le proprie scelte e i propri errori.
Ho sentito su di me tutto il suo senso di colpa e tutto il suo sdegno nel confessare di aver ceduto alle lusinghe di Tom, di non aver capito cosa celasse dentro di sé, di non aver saputo vedere oltre la propria vanità – il Diadema è di nuovo metafora di ogni errore commesso sia in vita che in morte.
Ho apprezzato anche la caratterizzazione del Barone e il tuo sforzo di narrare dal suo punto di vista (credo non sia affatto semplice), che pur riconoscendosi le colpe seguita a ritenersi un uomo innamorato, che per Helena avrebbe fatto qualsiasi cosa.
I dialoghi mi sono piaciuti tantissimo, hanno davvero quel tono antico che attribuisco a questi personaggi; si sente che il loro linguaggio, il loro modo di ragionare e il loro modo di relazionarsi col mondo sia fermo all'epoca che li ha conosciuti da vivi (personalmente, credo non possa essere altrimenti). Più in generale, mi è parso abbia fatto uso di un vocabolario più ricercato e antico anche nel discorso indiretto, non so se sia stata una scelta voluta o sia stato istinto legato all'atmosfera dettata dai tuoi protagonisti, in ogni caso mi è piaciuto, ha contribuito a rendere ancora più forte il legame tra la narrazione e i personaggi.
Insomma, come dicevo inizialmente, sono molto felice di aver scoperto questa storia!
Come sempre, bravissima, e a tra poco!

Recensore Veterano
27/08/23, ore 20:04

Ciao Legar,
innanzitutto voglio farti davvero i miei complimenti per l'idea e la gestione di questa storia. Trovo innanzitutto che il lessico e lo stile che hai deciso di usare si sposi in maniera perfetta con l'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi, due fantasmi di centinaia di anni, la vittima e il carnefice, ed allo stesso tempo carnefici di loro stessi per l'eternità. Ho trovato davvero ben ideato anche l'uso del titolo che fa riferimento all'oscurità in cui sono immersi i fantasmi ( anche perché di fatto loro stessi non posso proiettare ombra) che poi viene ripreso in varie parti nel testo, sempre senza risultare rindondante, ma come una sorta di eco di dolore che immagini passi anche nelle loro menti.
Trovo che anche il momento in cui si svolge questo dialogo è davvero significativo, in fondo siamo di fronte ad un' "alba" di un nuovo mondo, ma sapranno superare i loro peccati per potersi finalmente beare di questa nuova luce? Mi hai fatto davvero riflettere su come questi due siano uniti da molto più che dalla semplice morte violenta, per poi ritrovarsi su una strada sola, tanto fisicamente che spiritualmente ( ehm).
Insomma, davvero una missing moment ( la considero così, perdonami se non l'hai immaginato come tale) breve ma interessante e davvero piacevole da leggere.
Ancora tanti complimenti,
Flo

Recensore Veterano
05/02/21, ore 11:20

Ciao!
Perdonami se sono tornata un po’ indietro nella tua lista, però non potevo resistere al fascino di Helena. Ho trovato il titolo molto pertinente alla tua storia: non solo perché, com’è nell’immaginario, i fantasmi vivono nel buio (ridotti, dal sole, a un mero vero pallido, come abbiamo potuto vedere al funerale di Silente) ma, soprattutto, perché il buio è il filo conduttore di questa storia. Ho amato che il Barone Sanguinario, come di consueto, fosse nascosto – o, semplicemente, lontano – dalla battaglia, nella Torre dove ogni notte geme la sua penitenza. L’ho immaginato come un parallelismo alle scelte dei ragazzi della sua casa, che hanno abbandonato Hogwarts senza combattere. Ho apprezzato molto anche che Helena, finalmente libera del fardello che portava da sempre, svelato ad Harry, abbia deciso di andare dal Barone, non ad assolverlo, non a farsi assolvere, ma ad avvicinare entrambi nella stessa condanna.
Hai usato uno stile, poi, che trovo molto consono a questi due personaggi: non solo la scelta di usare il voi per i dialoghi, ma anche le scelte lessicali hanno un che di arcaico, nobiliare, richiamano l’atmosfera dei romanzi che trattano di Corti e passato, quelli che loro hanno vissuto. Hai un modo molto particolareggiato di dettagliare, con immagini specifiche, quello che vuoi raccontare (“A quell’alba (…) nei fili d’erba strappati da passi pesanti, si contrapponeva la fitta oscurità che colmava il principio della sua immortalità”). Con questa sola immagine hai evocato i passi pesanti della foresta, quelli del Barone che nella furia e nella fretta cerca Helena e, allo stesso tempo, hai ripreso il filo conduttore del buio che prosegue per tutta la durata della storia. Questo buio in cui si sentono al sicuro ma che lui, alla fine, vorrebbe vedere rischiarato dalla presenza dell’altra. Deve arrendersi, però, alla realtà: anche lei è fatta di buio, anche lei è fredda, anche in lei i flebili bagliori si spengono all’istante (“Una scintilla brillò per un istante nello sguardo della donna, ma era troppo debole perché accendesse un fuoco che riscaldasse la sua gelida afflizione, e si spense con la stessa rapidità con cui era comparsa”) e non lasciano traccia. La loro eternità è fatta irrimediabilmente di nero, di notte e di buio. Quella luce, quella possibilità che lui vede in lei, lei non la vede in sé stessa ed immagino sia quello il motivo per cui è salita fino sulla Torre, a comunicarglielo. Voleva, come penitenza diversa dalle catene, fargli sapere che non aveva nulla da sperare, nulla da immaginare nel suo amore giovanile. Lei è un’anima “fosca” quanto lui, non è migliore e se anche lui dovrà espiare la sua pena per il suo terribile gesto, lei dovrà scontarne una identica, quella per cui ancora la sua anima rimane per i corridoi di Hogwarts, afflitta dal tormento e dal rimorso, “in un’infinità nera come la notte”.
Ovviamente, la chicca finale di De Gregori mette la ciliegina sulla torta.
È stata una piacevole lettura, ti rinnovo i miei complimenti!
Un abbraccio

Recensore Master
07/01/21, ore 20:04

7° Classificato
Legar

Il buio degli spiriti
 
 
Tot: 43.5/45
 
 
Titolo: 3/3
 
Il titolo mi è piaciuto molto. L’ho trovato elegante e sicuramente è adeguato sia al contenuto che anticipa, sia allo stile con cui esso è espresso. Inoltre, a posteriori, mi è piaciuto molto il fatto che rappresenti un contesto che è fondamentale all’interno della narrazione, quindi molto ma molto bene.
 
Grammatica e Stile: 14/15 (Divisi in 10/10 e 4/5):
 
La storia è grammaticalmente molto curata e si vede, non ho trovato refusi e/o sbavature di sorta, anche se mi hai fatta diventare matta con i caporali, ci sono stata un po’ a ricordarmi che la Mondadori li usa così, io ho sempre usato la notazione Adelphi con il punto fuori, ma ovviamente il tuo non è un errore. Anche perché ho controllato.
Sullo stile, invece, sono un po’ meno entusiasta. Prima, però, vorrei fare una doverosa premessa: capisco l’intenzione con cui hai scritto questo breve Missing Moment (se mi passi il chiamarlo così), ma sinceramente trovo che in alcuni punti tu sia un po’ caduta nel tranello proprio di uno stile tanto aulico e complesso. Cioè, per farla breve, in certi punti hai un po’ esagerato.
Non mi vergogno a confessarti che verso metà della storia ero stanca, perché ogni frase andava riletta per comprenderla al meglio, anche più di una volta, a causa dello stile ricco in maniera eccessiva. Per la maggior parte delle frasi, e questo invece te lo dico con molto piacere, il tutto funziona e rende la lettura molto verosimile (d’altronde, parliamo di personaggi che hanno vissuto in piena epoca medievale) e coerente con i personaggi di cui narri.
Tuttavia, spesso capita di imbattersi in frasi lunghe in maniera eccessiva e spezzate da un numero eccessivo di virgole, che rendono la lettura difficoltosa e che, personalmente, risultano in un effetto un po’ fastidioso per la comprensione. Ti riporto un esempio:
 
«Non ritenendo che i cruenti scontri umani fossero affare dei fantasmi, si rinchiuse, come di consueto, nella solida prigione solitaria costruita sulle fondamenta del suo eterno tormento, anche mentre del sangue era versato nella notte di Hogwarts» → nel momento in cui sto scrivendo questa valutazione, sto usando un TNR grandezza 12, e la frase è lunga due righe e mezzo. Per quanto mi riguarda la lunghezza è eccessiva, ma nel mio range di tolleranza, quel che davvero non funziona sono le troppe virgole. Secondo me l’intera frase andrebbe rimodulata, perché è quel “Non ritenendo che” che poi t’impone quella serie infinita di virgole.
Faccio un tentativo, ma non prenderlo come vincolate, è giusto per dare valore all’esempio: «Anche mentre il sangue era versato (…), si rinchiude come di consueto (…) tormento, poiché non riteneva che (…)».
 
Globalmente, rimane che trovo che la storia sia scritta molto bene, se non fosse per alcune frasi come quella sopracitata, che secondo me andrebbero riviste. Prova a rileggere frase per frase, se ti accorgi di star mettendo troppe pause, prova a sistemarle, perché rischi un effetto quasi a “singhiozzo” per le troppe virgole.
Rimane che ho molto gradito la cura che ci hai messo e che, nel complesso, sono molto soddisfatta dalla lettura.
 
 
Originalità: 4.5/5
 
La storia è molto ben organizzata e presenta una trama ben sviluppata e coerente ma, purtroppo, nel momento in cui bisogna parlare di originalità e devo attenermi al parametro, devo dirti che la trovo originale per metà.
Da un lato, sicuramente posso dirti che non è la prima volta che leggo di un dialogo tra Helena e il Barone dove lei fa un po’ “marcia indietro”, quindi non sono stata particolarmente sorpresa dal background di questa breve OS. Tuttavia, ciò che secondo me le dà quel boost di originalità è l’averla ambientata nei momenti finali della battaglia di Hogwarts, scelta che ho trovato molto azzeccata e interessante. Tuttavia, sinceramente non me la sento di darti un voto altissimo, perché appunto questa storia non spicca per originalità, ma nemmeno posso dirti di averla trovata banale.
Ho quindi optato per un voto a via di mezzo, alto ma nemmeno altissimo, in quanto ho comunque deciso di premiare la bravura e la coerenza con cui hai strutturato questa storia.
 
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
Questa storia ha, da questo punto di vista, una marcia in più: faccio anche riferimento alla scorsa edizione del contest, dove mi sembra di averti detto qualcosa di molto simile, ma apprezzo veramente tantissimo la tua caratterizzazione di questi due personaggi. Sei stata brava a mantenerli entrambi completamente IC, anche in una situazione che avrebbe potuto prestarsi al più spietato uso dell’OOC, quindi sono molto contenta del lavoro che hai fatto in questo parametro.
Ma cercherò di andare con ordine.
Helena è quella che ho apprezzato di più, e secondo me è davvero perfetta: algida, ma tormentata dal rimpianto nei confronti della madre, che in un momento sembra pronta a tendere la mano ma poi, subito dopo, la ritrae. Bellissima. Mi piace che sia stata lei a cercare il dialogo e, al contempo, sia lei a troncarlo bruscamente, ricordando al Barone che non c’è luce per “quelli come loro”, riprendendo peraltro il bellissimo titolo iniziale.
Anche il Barone mi è piaciuto parecchio, anche se ho fatto più fatica a immergermi nel suo punto di vista (complice qui, lo stile): è anch’egli tormentato dal passato, infelice, cupo. S’illumina solamente nel vedere Helena, ma è una luminosità che ha vita breve, perché lei non può né probabilmente vuole concedergliela.
Li ho trovati entrambi molto intensi e coerenti con il Canon, una rappresentazione veramente bella e azzeccata di due personaggi marginali.
Brava!
 
 
Gradimento personale: 10/10
 
La storia mi è piaciuta parecchio, hai colpito un punto molto sensibile dei miei gusti letterari, che sono i MM di quei personaggi appena accennati nel Canon, quindi hai scelto una storia veramente tanto azzeccata. Sia per me, che comunque sono una lettrice abbastanza puntigliosa, sia per il contest, perché l’Angst è davvero presente, si evince in ogni riga di questa OS.
Trovo che tu abbia fatto un lavoro meraviglioso sia a livello di trama sia di caratterizzazione, e per questo ho voluto premiarti con un voto molto alto, anche se rimane il fatto che l’avrei apprezzata di più se fosse stata scritta con uno stile leggermente più fluido e scorrevole. Ciò non toglie che la storia sia davvero bellissima e che me ne rimarrà un bel ricordo anche dopo questo contest, per cui ti porgo i miei complimenti.
 
 
Utilizzo del Genere Angst: 2/2
 
Il genere è presente e correttamente utilizzato all’interno della storia.

Recensore Veterano
17/12/20, ore 16:35

Sai, non avevo mai considerato la Dama Grigia sotto quest'aspetto. Non avevo mai pensato al fatto che, effettivamente, anche lei si portasse dietro delle colpe per aver rivelato a Voldemort dove si trovasse il diadema, seppur il mago le abbia estorto le informazioni con astuzia.
Pensando a Helena Corvonero e al Barone Sanguinario, ho sempre visto lui come il carnefice e lei come la vittima; stop. Cosa che effettivamente è... però non mi ero mai soffermata a riflettere sul fatto che anche l'anima della bella fanciulla fosse macchiata da colpe che la tormenteranno per l'eternità.
La loro storia, la sua e quella del Barone, è struggente: un amore non corrisposto terminato con un omicidio-suicidio; cosa c'è di più drammatico? Ho sempre pensato che la parte peggiore fosse il senso di colpa che non avrebbe mai smesso di perseguitare il fantasma della Casa Serpeverde... e ora, grazie alla tua OneShot, riesco a vedere anche il senso di colpa che perseguiterà per l'eternità il fantasma della Casa Corvonero.
Davvero molto ben costruita, un lessico niente male (di quelli che piacciono a me!) e una trama che sfiora tematiche mai lette prima... complimenti :)

Recensore Veterano
19/09/20, ore 11:15

III POSTO / “Il buio degli spiriti”, Legar – 34,5/37

Grammatica: 10/10

La tua storia non presenta alcun tipo di errore, nemmeno una piccola sbavatura di distrazione, per cui non posso che farti i miei complimenti!
Anche lo stile mi è piaciuto moltissimo, alto e sofisticato, perfetto per un punto di vista come quello del Barone Sanguinario, che si mantiene costante per tutto il racconto. I termini ricercati, la struttura delle frasi spesso complessa e la lunghezza non indifferente dei periodi hanno contribuito a creare un clima tipico del periodo in cui i due protagonisti sono vissuti, formando un’aurea che pare circondarli e isolarli dal resto del mondo.
È stata una scelta molto azzeccata, che in un’altra situazione sarebbe risultata fuori luogo, ma che qui si adatta perfettamente ai toni cupi degli eventi narrati e contribuisce a distanziare ancora di più i due personaggi dal contesto più ampio in cui si trovano – ovvero la battaglia di Hogwarts – creando una bolla a sé in cui poter discutere di eventi d’altri tempi.
 
Trama e originalità: 9,5/10

La trama è molto ben costruita; come accennavo alla fine del parametro precedente, la sensazione che ho avuto leggendo è stata proprio quella di trovarsi in una cupola di vetro, che isola i due protagonisti dal resto del mondo, in una sorta di limbo in cui siamo riportati indietro nel tempo. I modi di parlare, di rivolgersi l’uno all’altra, i pensieri che mostrano sono assai distanti da quelli moderni, ed è stata una scelta stilistica e narrativa che ha senz’altro dato i suoi frutti in quanto l’essenza stessa dei due protagonisti è diversa dalla maggior parte dei personaggi circostanti che non vediamo fisicamente ma sappiamo essere presenti.
È stato molto interessante essere resi partecipi dei pensieri del Barone Sanguinario, personaggio dalle mille sfaccettature ma di cui canonicamente conosciamo poco. In particolar modo ho adorato come ammettesse apertamente di non interessarsi minimamente al mondo degli uomini, ma unicamente alle conseguenze che interagire con esso provoca in Helena. Mantiene quindi il suo carattere burbero e riservato, anche in presenza della donna amata, ed è proprio la scena in cui i due si incontrano e iniziano a parlare che costituisce il punto forte della storia, mostrando gli atteggiamenti che, anche dopo centinaia di anni, rimangono per certi aspetti inalterati. (Poi hai anche inserito la frase ispirata da Cime Tempestose – una delle più belle e significative a parer mio –, quindi quella parte della storia è diventata automaticamente la mia preferita.)
Ma in generale tutta la struttura stessa della trama è lineare e priva di inutili fronzoli; si parte con il Barone che osserva e ascolta i suoni della battaglia, per poi proseguire con pensieri che un tale ambiente sembra provocare quasi automaticamente e, apparentemente chiamata dal suo rimembrare, arriva Helena a confidarsi e rinvangare il passato. Questo andamento chiaro e preciso aiuta a delineare un contesto completo e a fornire un pensiero ampio di quello che il Barone e successivamente anche Helena sentono circa gli eventi che hanno stravolto la loro esistenza.
Anche il momento scelto per descrivere questo loro incontro è significativo; dopo aver rivelato a Harry la posizione del Diadema di Corvonero, Helena viene riportata al passato, sia quando ha rubato tale oggetto alla madre sia al momento in cui ingenuamente l’ha rivelato a Voldemort, e ha il bisogno di parlare con qualcuno. Significativo che l’unico che possa comprenderla sia anche colui che, nonostante tutto, non riuscirà mai a perdonare davvero per l’atrocità delle sue azioni.
Ti ringrazio inoltre per le note presenti a fine testo, che sono state molto utili a rispolverare le mie conoscenze su questi personaggi non esattamente secondari, ma presenti in maniera marginale nel canon.
Piccolo mezzo punto sottratto per l’originalità del tema trattato, ma come specificato all’inizio credo che la coesione della trama e personaggi ben caratterizzati siano assai più significativi quando si tratta di valutare una storia. Pertanto la tua fic si separa da molte altre scritte sul medesimo argomento per tutti i motivi sopraelencati (e quelli ancora a venire…)
 
Utilizzo della citazione: 5/5

Leggendo la storia ero molto curiosa di vedere come avresti utilizzato la citazione, e devo dire di non essere stata delusa per niente, anzi!
I due spiriti sono entrambi altamente imperfetti, macchiati da crimini per il resto dell’eternità, ma riescono a trovare un po’ di conforto – per quanto sottile e temporaneo – l’uno con l’altra, perché si conoscono meglio di chiunque altro. Il loro rapporto è lontano dal poter essere considerato anche solo vagamente sano – per motivi più che ovvi – ma ciò non toglie che il Barone sia forse l’unica persona – fantasma? – con cui Helena può interagire senza dover alzare barriere o nascondere parte della propria personalità.
La parte finale della storia, dove compare la citazione, è molto ben sviluppata; sei andata a toccare i punti salienti dei due personaggi e le loro interazioni sono state realistiche e per niente addolcite; è chiaro che, per quanto spiriti affini, il loro rapporto sia irrecuperabile. Ciononostante, è emblematico per entrambi come, anche solo per un momento, siano riusciti a parlare e a capirsi quanto bastava.
Questo dualismo tra “non merito di stare avendo questa conversazione proprio con te” e “forse mi merito un attimo di pace in questa vita travagliata” risalta in primo piano per tutta la storia, per poi giungere alla sua più completa conclusione con le ultime parole che i due si scambiano. La frase “Una scintilla brillò per un istante nello sguardo della donna, ma era troppo debole perché accendesse un fuoco che riscaldasse la sua gelida afflizione, e si spense con la stessa rapidità con cui era comparsa, non lasciando neanche del fumo al suo posto a testimoniare che era esistita” è stata una delle mie preferite, perché mette in evidenza proprio come Helena non può fare a meno di sentirsi sollevata di fronte alle parole del Barone, ma al tempo stesso si è ormai rassegnata a scontare la sua pena senza agevolazioni e si allontana nuovamente per proseguire un’esistenza senza gioia o assoluzione.
Il risultato finale che ne deriva è quindi quello di racconto ben formato su un tema molto interessante e con diversi spunti di conversazione; brava!
 
Titolo: 2/2

Ho trovato il titolo veramente intrigante fin dal primo momento, e diviene ancora più significativo una volta letta effettivamente la storia.
L’idea del buio è riconducibile a diversi aspetti; la notte della battaglia, le anime dei fantasmi, i pensieri non solo rivolti verso un mondo che non ha più nulla da offrire ma anche verso l’opinione che il Barone ed Helena hanno di se stessi. Sono consapevoli di essere macchiati di peccati che rendono le loro anime ben lontane dall’essere candide, e accettano almeno in parte questa loro condizione, senza cercare di giungere a una salvezza o poter scorgere di nuovo la luce.
Tra l’altro, ho notato che questa storia ha partecipato a un altro concorso in cui il punto di partenza era proprio il titolo, e devo dire che hai fatto un lavoro davvero magistrale nel trovare una trama e un tema idoneo e azzeccato come questo.
 
Gradimento personale: 8/10

La storia mi è piaciuta molto, sia per l’insieme di tutta una serie di elementi ben piazzati – stile curato, niente errori grammaticali, citazione ben piazzata – che hanno contribuito a una lettura piacevole e scorrevole, sia per i personaggi scelti che per me personalmente costituiscono un po’ una novità, almeno nell’accezione che gli hai attribuito tu.
Sono ora ancor più curiosa di leggere altre tue fic in merito, perché credo si tratti di una coppia di protagonisti su cui si possa speculare parecchio, e tu sei certamente in grado di gestire dinamiche e situazioni in modo sublime.
Ancora tantissimi complimenti!
 
Totale: 34,5/37

Recensore Veterano
08/08/20, ore 13:43

IL BUIO DEGLI SPIRITI DI LEGAR

Grammatica e coesione del testo: 9.75/10
«è venuto da me, questa notte. - La virgola è evitabile.
Genericamente, il testo è scritto alla perfezione. Tuttavia ho trovato dei periodi veramente troppo lunghi, che fa rimanere il lettore senza fiato nella lettura. Questo soprattutto nella prima parte del testo, dove ci sono meno virgole, dopo a volte ce ne sono anche troppo. Suggerisco frasi un po' più brevi. Al di fuori di ciò, non hai commesso errori e hai utilizzato un registro consono ai personaggi di cui stai narrando, un linguaggio non troppo estroso ma ugualmente adatto a fantasmi morti ormai da tempo. Sei riuscita a bilanciare tra aulico e colloquiale, esperimento riuscitissimo!

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
hai utilizzato quel poco che sappiamo di questi personaggi egregiamente per creare un'atmosfera cupa, un'introspezione triste e malinconica, una missing moment plausibile per niente OOC. Hai sfruttato ogni dettaglio, come dimostrano anche le varie note al testo che hai inserito. Stilisticamente preferisco ci siano solo quando strettamente necessario, ma questo non lo giudico perchè è una tua scelta. Tuttavia la tua cura non può che essere premiata. Entrambi i personaggi sono bui (ci colleghiamo al parametro storia-titolo), tormentati come ogni buon fantasma che si rispetti può essere. Lui che non fa altro che pensare ad Helena anche nella morte, che vaga coperto del suo sangue e si ritira lontano dalla guerra a pensare ancora una volta a lei e solo a lei. Stanco, non si vuole illudere di rivederla e invece eccola. Riappare... ma solo per fargli vivere nuovamente l'abbandono. Lei, piena di sensi di colpa per essersi fatta imbrogliare da Riddle... un uomo affascinante che l'ha solo presa in giro, rendendola indegna del suo nome, o almeno così lei ritiene. Mentre lui cerca di farle vedere cosa vede lui, una donna forte e e bella. Ma è tutto inutile. Altrimenti non sarebbe stata davvero la triste Helena Corvonero. Struggente come lui rimanga nel mondo solo perchè quello è il posto in cui è lei, anche se poi deve rimanerne separato.

Trama e originalità: 10/10
Come dicevo, sei partita da tanti piccoli elementi noti e hai inventato un momento che, sebbene non risulti rilevante per il mondo magico di zia Ro, appare verosimile e cruciale per i due personaggi in questione. Helena ha appena confessato a Harry dove si trovava il diadema, e questo l'ha spinta a confessarlo a qualcun altro, non per togliersi un peso in quanto lei è fermamente convinta di meritare il peso dei sensi di colpa, né per alleviare quelli di lui (anche lui merita il suo dolore), ma perchè “è giusto così”. Non solo questo conferma il voto pieno nell'IC, ma dà credibilità alla trama, che seppur scarna vede due fantasmi tormentati scambiarsi due parole come fossero ancora in vita. Sono così tristi e sofferenti da sembrare vivi, ancora umani. Più che originalità di eventi, che appunto sono pochi, è quindi azzeccato il modo in cui tutto è avvenuto. Non hai lasciato niente al caso, e hai descritto un inevitabile finale.
Coerenza storia-titolo: 5/5
Ripeti molte volte, con diversi sinonimi, le parole che rimandano al buio, al fosco, al nero dell'anima dapprima del Barone e poi anche quella di Elena. Scelta che giustifica a pieno il titolo al plurale “degli spiriti”. Mostri questo buio attraverso i fatti (lui ha ucciso lei, lei ha aiutato Voldemort anche se involontariamente), ma anche attraverso le parole, i sentimenti, l'introspezione. Buio è il passato e buio è il futuro. Insomma, è perfetto per il titolo.
Totale: 34.75/35

Recensore Master
20/05/20, ore 09:12

Ciao :-)
Partecipo allo stesso contest e ci tengo a leggere le altre storie partecipanti (di cui conosco i fandom naturalmente).
La storia di Helena e del Barone è decisamente una delle più tragiche della saga e anche una di quelle di cui non sappiamo molto.
Questa visione di loro che si confrontano all'alba del due maggio è originale, anche perché, pensandoci, effettivamente Helena, consegnando il segreto del diadema a Harry, in parte 'rimedia' ai suoi errori (anche se con molto ritardo).
È tragico che nessuno dei due trovi assoluzione nell'altro e nel mondo che li ha quasi dimenticati, ma è anche realistico perché hanno compiuto gesti atroci.
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Junior
18/05/20, ore 11:16

Potrà anche essere passato molto tempo dall'ultima volta, ma questa coppia sarà sempre il tuo cavallo di battaglia! L'angst tra loro si taglia con il coltello e i dialoghi sono scritti magistralmente. Quasi mi sembra di sentire la sofferenza di entrambi, sei stata bravissima, fluida nello stile (sempre molto personale) e molto evocativa. Complimenti! Futeki

Recensore Junior
17/05/20, ore 18:39

Ci tengo a farti i miei più sinceri complimenti, è la oneshot più bella che abbia mai letto col Barone Sanguinario ed Helena Corvonero protagonisti. Credo tu abbia esternato benissimo i sentimenti del Barone, angoscianti ma comunque imperdonabili; così come le sensazioni di Helena, che in qualche modo parlando con lui vuole assolvere se stessa, gli dà la falsa speranza di perdonarlo, dopo secoli, ma non lo fa, frappone un muro invisibile tra loro due, vittima e carnefice. E l'ho trovata un'azione-reazione sincera, umana, profonda. Ho amato anche le descrizioni esterne della guerra, dei rumori, che hanno fatto da teatro a questa conversazione. Davvero un bel racconto, bravissima