Attenzione ai rettiliani, direbbero quelli con il cappello di carta stagnola in testa. Per me, è meglio essere uno spinoso cactus fiorito, in modo che posso darle di santa ragione a chi se lo merita, e dare amore allo stesso modo, sempre a chi se lo merita.

Se la vedi così, può sembrare meno drammatica come prospettiva. E' la tua poesia più triste fin ora, ma va benissimo così. Bisogna buttare fuori tutte le emozioni che si prova, altrimenti tutto diventa futile, anche in poesia.

AP.
(Recensione modificata il 27/05/2020 - 05:46 pm)

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Buongiorno.
Non sottovalutare però le piante, sono forme di vita estremamente evolute! Non possiamo paragonare l'esistenza di pianta e quella di un mammifero, sono vite completamente diverse, che si sviluppano in tempi e modalità differenti, ma entrambe sono forme di vita adattate e con un preciso ordine. Uguali, in fondo.
Poesia anche questa volta un po' decadente, così l'ho percepita... critica verso la nostra attuale realtà.

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Gentile Autore, uno scritto amaro che vede l'uomo come colui che si osserva solo esteriormente non badando a quale sia la sua vera essenza che viene svenduta affinché gli altri possano vederci sotto una luce che accontenta solamente l'occhio e niente più. Ma se l'uomo fosse capace di osservarsi e di leggersi dentro potrebbe comprendere ciò che veramente è e non crearsi il deserto intorno per rispondere semplicemente a quello che è il miraggio dell'apparire anziché dell'essere. Altro scritto che induce alla riflessione guardando al nostro mondo e al tempo in cui viviamo e nel quale alle volte vegetiamo solamente. Un ringraziamento e un caro saluto.

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