3° classificata al contest "Cosa sarebbe successo se..."
Grammatica: 9,64/10
In merito alla grammatica, non ho nulla da dire!
Trovo tu abbia svolto un ottimo lavoro circa questo parametro, ti è sfuggito solamente un piccolo errore:
- Gli posò una mano sul cuore, mescolò il suo battito a quello di Draco e si lasciò toccare da quelle dita calde e le riconobbe con un’inaudita spudoratezza, come se le avesse sempre avuto addosso […] → […] come le avesse sempre avute addosso […] → ma credo proprio si tratti di un piccolo refuso (-0,01 pt).
Per quanto riguarda la punteggiatura, invece, trovo che per la maggior parte tu l'abbia inserita molto bene. Ci sono state delle frasi in cui, personalmente, avrei adoperato qualche virgola in più anche se troviamo la “e” congiunzione a fungere da pausa; ciononostante, sono favorevole all'inserimento di virgole anche in presenza della “e” in modo da dare un'ulteriore sosta al periodo che, altrimenti, appare eccessivamente lungo.
In ogni caso, ci sono stati dei punti (non molti, se si prende in considerazione l'intero testo) in cui delle virgole sarebbero state davvero necessarie. Te li riporto:
- Aprì la porta, lasciando che il cigolio dei cardini aleggiasse nell'ambiente e si protese in avanti: l'immobilità pesante di quella che doveva essere stata un'allegria di vita vissuta, e l'assenza di anime a riempire quelle stanze gli fecero tornare un rantolo di aria nei polmoni → trovo doveroso l'inserimento della virgola proprio in quel punto poiché, all'inizio, ho faticato a comprendere cosa volessi dire (-0,05 pt). Mi spiego meglio: in principio credevo che l'immobilità di cui parli riguardasse sia quella che doveva essere stata un'allegria di vita vissuta e sia l'assenza di anime a riempire quelle stanze – motivo per il quale credevo che avessi sbagliato anche il tempo verbale di “fare”, ponendolo al plurale (gli fecero tornare) piuttosto che al singolare (gli fece tornare), il quale si sarebbe collegato all'immobilità pesante da te citata.
Solo in un secondo momento, dopo molte riletture, ho capito che l'immobilità pesante di quella che doveva essere stata un'allegria di vita vissuta – e – l'assenza di anime a riempire quelle stanze fossero due cose diverse – e che, quindi, il verbo “fare” posto al plurale fosse corretto.
- "Draco, tu non sei un assassino" e aveva sentito quel legno di biancospino custode di crine di unicorno tremare, infondere in lui la verità di quella frase, e quel corpo esanime scivolare nel baratro degli addii sempre taciuti → anche qui reputo necessaria la virgola, così da donare un netto distacco ai due argomenti di cui si parla (la consapevolezza di Draco di non essere un assassino e la morte – immagino – di Silente) sebbene, in un certo qual modo, siano collegati (-0,05 pt).
- Era stato richiamato nel salone per riconoscere Harry Potter e riusciva a distinguere nettamente i contorni del suo viso, nonostante fosse deformato da un incantesimo che non riusciva a ricordare; fermo, quasi fosse una statua di sale, Draco aveva risposto che no, non era quello il Bambino Sopravvissuto, mentre alle sue spalle Bellatrix urlava, e quelle grida di pazzia erano state ricoperte subito dopo dalle urla di dolore di una ragazza che si stava ribellando al marchio di una lama affilata, intrisa di disprezzo e abusi → stesso discorso per quanto riguarda questa frase (-0,05 pt).
- A quel tocco di stoffa, Draco spostò il viso e lei strinse le labbra → (-0,05 pt).
- Guardò ancora quel legno spezzato rimasto sul pavimento e si abbandonò alle lacrime con la resa di chi, per troppo tempo, aveva dovuto fingere di poter sopravvivere senza mai scivolare nei fondali del passato → frase eccessivamente lunga che richiede una pausa (-0,05 pt).
- Nell'incedere delicato verso lei, sentì quelle ali di astio e rancore spezzarsi e cadere ai suoi piedi come se fossero state strappate dalla più potente delle magie → stesso discorso per questa frase (-0,05 pt).
- Hermione aveva cominciato a correre, i passi dei Mangiamorte che la colpivano dietro la nuca, nel punto in cui per giorni aveva avuto la mano di Draco a impigliarsi dolcemente nelle ciocche, e si nascose dietro una colonna → parlando inizialmente della fuga dai Mangiamorte e infine del nascondersi a questi ultimi, il riferimento alla mano di Draco sulla nuca di Hermione è un inciso che, come tale, deve trovarsi tra due virgole (-0,05 pt).
Stile e Lessico: 8,90/10
Quando ho iniziato a leggere, non credevo mi sarei trovata di fronte a uno stile così poetico, contornato da vocaboli che si sposano alla perfezione con esso. Amo tantissimo i testi di questo tipo, caratterizzati da una struttura così suggestiva che, personalmente, trovo adatta al genere drammatico/sentimentale. Inoltre, ho apprezzato tantissimo l'utilizzo di metafore e analogie che hai disseminato in tutto il testo e che hanno contribuito a dar vita a frasi davvero profonde ed eloquenti, cariche di una bellezza malinconica. Alcune di esse mi hanno colpito da morire e desidero riportartele, sebbene l'intera storia sia assolutamente degna di nota:
[…] il corpo posato sul pavimento come fosse un mucchio di cenere di stelle e abissi di fango.
Lei stringeva le gambe al petto, le braccia ad avvolgerle in un lieve dondolio che aveva il potere di far muovere le stelle, di farle vorticare in costellazioni di catene d'oro e frammenti di cielo al tramonto.
In quegli aloni di isolamento e silenzio, Draco si chiese con striature di meraviglia dove finiva la notte e dove cominciava lei, trame di capelli e dita intrecciate, granelli di ossidiana trasparente che si chiudevano su loro stessi e non lasciavano entrare nessun altro nelle sue sfumature più complesse.
Chiuse gli occhi e affondò la coscienza nell'universo in cui la magia non esisteva, gli incantesimi erano soltanto formule scritte sulle pagine di un libro e lei era soltanto una ragazzina che si affacciava incerta alla vita.
“Grazie” le disse in quel penultimo battito di cuore. Le sorrise per la prima volta un attimo prima di chiudere gli occhi, scoprendo la leggerezza di sentirsi libero da tutte le sue catene e il nero della sua anima trasformato in colori d'arcobaleno.
Altra cosa per la quale voglio complimentarmi con te, riguarda l'accortezza che hai avuto nel non ripeterti, evitando così di creare un brutto effetto cacofonico.
L'unica iterazione che ho notato e che, essendo la sola, stona nel contesto, è la seguente:
- E la battaglia finale era esplosa intorno, tra le mura distrutte di Hogwarts che li guardava combattere fianco a fianco, proteggendosi a vicenda per mantenere la promessa di tornare sani e salvi, quando i contorni dei tatuaggi che avevano sulle braccia sembravano aver perso consistenza fino a sparire, a non esistere più, con le bacchette rubate dalle mani di chi aveva perso la vita e giaceva immobile sulle pietre fredde di Hogwarts → per esempio, avresti potuto scrivere: E la battaglia finale era esplosa intorno, tra le mura distrutte di Hogwarts che li guardava combattere fianco a fianco, proteggendosi a vicenda per mantenere la promessa di tornare sani e salvi, quando i contorni dei tatuaggi che avevano sulle braccia sembravano aver perso consistenza fino a sparire, a non esistere più, con le bacchette rubate dalle mani di chi aveva perso la vita e giaceva immobile sulle pietre fredde della Scuola/del Castello (-0,10 pt).
La sola nota dolente riguarda il possessivo “suo” e di come questa sia l'unica forma che hai utilizzato (-1 pt). Trattandosi di una narrazione avente due personaggi principali, nella quale il punto di vista passa velocemente da uno all'altro, a volte si fa un po' fatica a comprendere a chi dei due quel suo si riferisca. Per evitare tale caos, sarebbe stato meglio se avessi utilizzato anche la forma proprio in modo da trasmettere maggior chiarezza, specie in frasi come questa:
Nell'incedere delicato verso lei sentì quelle ali di astio e rancore spezzarsi e cadere ai suoi piedi come se fossero state strappate dalla più potente delle magie. Senza dolore, senza rumore.
E trovò la sua bocca a un respiro da quella di Hermione, già schiusa, quasi come se non aspettasse altro che smettere di respirare, che fermarsi su quei tagli che esistevano ormai soltanto nella sua mente. Si appoggiò a lei, gli occhi chiusi, le mani intorno al suo viso pronte a lasciarla se lei avesse chiesto di andar via.
Non lo fece. Gli posò una mano sul cuore, mescolò il suo battito a quello di Draco e si lasciò toccare da quelle dita calde e le riconobbe con un’inaudita spudoratezza […].
1) In merito al primo suo che troviamo (Nell'incedere delicato verso lei sentì quelle ali di astio e rancore spezzarsi e cadere ai suoi piedi come se fossero state strappate dalla più potente delle magie […]), ammetto di non aver capito se quel possessivo si riferisca a Draco o a Hermione poiché, secondo me, potrebbe riferirsi benissimo a entrambi e avrebbe comunque senso.
2) Passando al secondo suo (E trovò la sua bocca a un respiro da quella di Hermione […]), ho capito si riferisse alla bocca Draco dato che, successivamente, viene descritta come a un respiro da quella di Hermione.
Ecco, sarebbe stato più corretto se avessi scritto: E trovò la propria bocca a un respiro da quella di Hermione […].
3) Il terzo suo lo troviamo nella continuazione della frase precedente e, in questo caso, è stato utilizzato nella forma corretta: il focus iniziale è di Draco, il quale ritrova la propria bocca vicino a quella di Hermione; da questo momento in poi l'attenzione si sposta sulla bocca di quest'ultima, e ci viene spiegato di come fosse già schiusa, quasi come se non aspettasse altro che smettere di respirare, che fermarsi su quei tagli che esistevano ormai soltanto nella sua mente, ossia nella mente di lei – di Hermione.
4) Per quanto riguarda l'ultimo suo, invece, il focus si sposta da Draco a Hermione. Per cui: (Hermione) Non lo fece. Gli posò una mano sul cuore, mescolò il suo battito a quello di Draco e si lasciò toccare da quelle dita calde e le riconobbe con un’inaudita spudoratezza […].
Sarebbe stato opportuno scrivere: (Hermione) Non lo fece. Gli posò una mano sul cuore, mescolò il proprio battito a quello di Draco e si lasciò toccare da quelle dita calde e le riconobbe con un’inaudita spudoratezza […].
Questo è solo un esempio, quello più eclatante, che ho voluto riportare. Ti invito davvero a rileggere il testo e diversificare tra le due forme del possessivo, in modo così da evitare confusione nel lettore.
Originalità: 2,50/5
In merito a questo parametro, ammetto di essere combattuta.
Se da un lato ho trovato originale l'escamotage adottata per rendere credibile la dramione (coppia questa che, personalmente, non riuscirei a vedere felice e contenta in un happy ending), dall'altro ci sono stati degli elementi risultanti OOC e, di conseguenza, poco originali.
Partiamo da Draco che scappa da casa propria, divenuta covo dei Mangiamorte e di Voldemort, per poi rifugiarsi alla Tana. Ciò che mi è sembrato assurdo non è stato tanto il fatto che Malfoy sia scappato da quella situazione perché, in fondo, sappiamo tutti che il suo non è mai stato un animo totalmente capace di far del male – se non con le parole; non mi è sembrato assurdo nemmeno che si sia rifugiato in casa Weasley, luogo abbandonato (data la tua premessa del trasferimento della famiglia a Grimmauld Place) e quindi “sicuro”, nel quale poter trovare un attimo di respiro. Quello che mi è suonato strano, invece, è stato il coraggio avuto nell'uscire dal portone di casa per fuggire via: sappiamo tutti quanto Draco sia vigliacco, motivo per il quale questa sua presa di posizione non mi ha convinta moltissimo.
Troviamo poi Hermione che, senza lottare più di tanto, accetta che Malfoy resti nello stesso luogo in cui anch'ella si è rifugiata, arrivando persino a confidarsi con lui. Ecco, se non mi è sembrato strano che Harry abbia continuato la ricerca degli Horcrux da solo (cosa che avrebbe voluto fare dall'inizio per non esporre gli amici al pericolo e che mi ha fatto ipotizzare una fuga da parte del Prescelto, consapevole che Hermione e Ron non l'avrebbero mai abbandonato), non mi ha invece persuasa la scelta della Granger di parlare degli Horcrux a Draco. Cosa l'ha spinta a fidarsi di lui e a parlargli di un argomento così delicato che è sempre stato un tabù, dal quale – lei lo sapeva – sarebbero dipese le sorti dell'intero mondo magico?
Tornando a Draco, solo in un secondo momento, quando l'hanno legato e torturato, ho capito che non fosse fuggito definitivamente ma che si fosse solamente rifugiato altrove per evadere dalla situazione divenuta insostenibile. Se mi è sembrato plausibile che l'abbiano seviziato a causa della sua fuga e che Voldemort sia entrato nella sua testa non ritenendolo più degno di fiducia, è stata assolutamente OOC la scelta del Signore Oscuro di tenerlo in vita: quest'ultimo uccide per diletto, non ha coscienza alcuna, per cui non avrebbe avuto alcuno scrupolo nel far fuori uno come Malfoy, a maggior ragione se l'avesse ritenuto inaffidabile.
Passando al sentimento nato tra i due ragazzi, non mi sarebbe sembrato affatto strano se fosse sbocciato nel contesto nel quale entrambi si sono ritrovati e che ambedue hanno vissuto; quello che non mi è tornato non è stato tanto il perché quanto il come tutti e due si siano ritrovati alla Tana.
Per cui, tirando le somme, la situazione è la seguente: se avessi dovuto valutare la storia in quanto dramione, allora avrei chiuso un occhio sugli elementi OOC poiché – a mio parere – una dramione non può che essere OOC; ma, dal momento che il contest non era incentrato su questa ship, mi trovo costretta a valutare l'originalità complessiva e, per quanto abbia davvero apprezzato la tua storia per determinati motivi, non posso dire lo stesso in merito all'attuale parametro.
Gradimento personale: 8,50/10
Tolto l'inconveniente dell'originalità, la storia mi è piaciuta davvero e mi ha molto colpita.
Innanzitutto sappi che è alquanto strano che una dramione mi affascini, poiché, come dico sempre, col tempo ho imparato ad apprezzare sempre più il canon e difficilmente una ship (ai miei occhi) impossibile riesce a intrigarmi.
Della tua storia ho amato da morire lo stile, ritenendo (come già detto) che si sposasse benissimo con i generi riportati, ma anche con i personaggi protagonisti: dove c'è dramma – specie se si tratta di drammi d'amore – ci sono io!; per cui, sotto questo punto di vista, non poteva non piacermi.
Ho apprezzato anche il modo in cui hai strutturato l'andamento della trama, scorgendo a volte alcuni punti un po' confusionari che, tuttavia, si addicevano alla confusione vissuta dai protagonisti e che quindi, nel contesto, non stonavano affatto. Praticamente è stato come scoprire ciò che sarebbe accaduto man mano, insieme ai due ragazzi, senza che nessun elemento anticipasse le sorti delle varie vicende e che quindi spoilerasse l'epilogo finale. Non mi aspettavo che il sentimento tra i due sbocciasse così forte, così come non mi aspettavo che Draco morisse – anche se, devo ammetterlo, hai scelto un finale (secondo me) azzeccato, sia per la trama che per la dramione. E, a proposito del finale, sei stata tremendamente brava perché ho trovato fosse assolutamente struggente e strappalacrime. Mi è piaciuto da matti!
Mi spiace solamente per l'OOC dal quale, purtroppo, a mio parere, ti sei un po' lasciata trascinare e che ti ha penalizzata. Nel bando del contest ho scritto che avrei accettato un OOC moderato dal momento che, trattandosi di una What if, sapevo che l'indole di alcuni personaggi avrebbe potuto essere leggermente modificata. Nella tua storia, però, ci sono stati troppi elementi inauditi: il coraggio e la presa di posizione di Draco con conseguente fuga, la fiducia di Hermione nei confronti di Malfoy e il parlargli degli Horcrux, l'amore nato tra i due e la scelta di Voldemort di non uccidere il giovane Mangiamorte.
L'unico elemento che avrei accettato senza penalizzazioni, è il sentimento sbocciato tra la Grifondoro e il Serpeverde. Malgrado ciò, quest'amore è stato contornato da troppe situazioni OOC che, sommate, sono state un tantino eccessive e, credimi, mi dispiace molto per questo...
Totale: 29,54/35 |