Crudelia 2_0 - Conchiglia di diamante
Pacchetto: Diamante
Coppie Ron/Daphne
Grammatica e stile:
Lo stile è perfetto per il genere in questione. Malinconico, introspettivo, sentimentale. I generi sono ben presenti e definiti, l’amore che sboccia tra Ron e Dafne è toccante, il ritmo e le descrizioni gli danno una marcia in più; si adeguano ad ogni scena come se la mano delicata di Dafne passi tra le pieghe del racconto, mutandolo secondo i propri desideri, sia nei momenti in cui funge da punto di vista, sia quando il protagonista è Ron.
L’uso che fai delle descrizioni è poetico, si legano a Dafne come una corona fatta di vocaboli brillanti; la scelta di dividere i punti di vista è chiara ed efficace, non si perde mai il filo. In sintesi, la gestione dello stile è ottima, anche a livello grammaticale non ho rilevato nulla da segnalare.
Solo, deciditi come gestire i trattini. Delle volte li trovo attaccati alla parola che li precede, in altre sono completamente staccati; in altre ancora varia anche il tipo. Un altro giudice penalizzerà quest’aspetto.
IC:
Ecco, qui la valutazione, se già è stata impegnativa, diventa logorante. Non so molto di Dafne Greengrass, intendo a livello canonico. Sicuramente il fandom avrà prodotto una versione mirata, ma, qualora esistesse, non la conosco.
Posso solo teorizzare con quel poco che so. Ha conseguito i G.U.F.O., che non è male. Vive lontana dalla cerchia dei “bulletti” Serpeverde, ed è la futura cognata di Draco.
Anche il suo nome è più significativo.
Il mito di Dafne e il personaggio che si definisce in questa trama presentano delle affinità. La differenza: Dafne non fugge da Ron, cerca compagnia, anche se non vuole ammetterlo; aspetto, questo, che non verrà considerato nella valutazione IC.
Dafne è una buona Serpeverde quando si trova insieme ai suoi compagni, si trasforma nella solitudine. Viene da una famiglia purosangue, è avvezza a modi “aristocratici”, in particolar modo quando riprende Astoria e pensa che la gara di bevute a cui partecipa Ron sia stupida. La camicia che indossa, uno dei punti cardine su cui si delinei la sua bianca perfezione, è un’evidenza che eleva la sua condizione. Come Draco, il suo comportamento pare cambiare quando si trova in presenza o meno dei suoi compagni; ciò si ricava a contrario dal semplice fatto che esplora le sue passioni in solitudine, come se volesse nasconderle agli altri.
Guai a parlare male delle sue passioni, è comunque una Serpeverde. La pittura, l’arte: babbane, non dei maghi; sebbene, il dipinto che viene affisso nel Ministero è di chiaro riferimento al mondo magico. Ed anche in questo caso, appare lampante il motivo.
Tutto sommato, credo che la versione che ne fornisci rispecchi i punti essenziali di un Serpeverde.
Quanto a Ron... È Ron.
L’unico aspetto che cambia è l’amore verso Hermione: più debole, lo riempie di frustrazione. Fattori essenziali per scrivere di Ron e Dafne.
Adeguamento al pacchetto:
L’attinenza agli elementi “bianco” e “disegno” c’è, ma solo uno dei due trova in una forma predominante rispetto agli altri. Nessuno in una situazione accessoria.
La descrizione di Dafne, della camicia, della sua figura, la pelle, si sposa all’oro della sua chioma, all’azzurro del suo sguardo. Il bianco è una parte del tutto, e paradossalmente è proprio la qualità delle descrizioni che eleva anche altri colori. Se dovessi descrivere la Serpeverde con un colore dominante, me ne verrebbero in mente molteplici.
Il disegno ha un ruolo centrale, un ruolo chiave. Rappresenta il memento di ciò che Ron avrebbe potuto avere, e non ha mai avuto, ed è stato costruito dalle loro prime chiacchiere riguardo l’arte; culminata con la domanda di Ron sul perché non ha provato a dipingere un ritratto, invece che le loro mani disegnate col carboncino.
Bonus:
Il tradimento di Ronald è evidente.
Il tradimento è una pietra pesante sulla coscienza di Ron.
Il tradimento lo perseguiterà ogni volta che alzerà lo sguardo su quel quadro.
Mi chiedo a cosa penserà, più passeranno gli anni, quando l’osserverà nel silenzio della notte. A Rose, a Hermione, a Dafne? Continuerà a provare rimorso o, alla fine, si convincerà che quella è stata la scelta giusta?
Queste sono riflessioni da lettore, non da giudice.
Gradimento personale:
La storia mi è piaciuta. Molto. Trova la sua forza in Dafne, e Ron soccombe al suo fascino, sembra così inarrivabile eppure vicina. La Greengrass è un concentrato di paradossi e il tuo stile poetico la rende quasi un’astratta ninfa dei miti; un paragone che non è casuale. Delicata e pungente, bella e orgogliosa, una corazza (una conchiglia) di diamante, un cuore di cristallo.
Rapisce sin dalla prima scena. Più ci s’immerge in lei, più si viene trascinati in una spirale d’emozioni. Sempre delicata, gradevole, e tutto ciò che circonda la vita di Ron diviene improvvisamente privo di significato. Esiste solo lei. Ciò giustifica pienamente il dolore di Weasley e il suo cuore infranto quando lei decide di andare via.
La maturità del sentimento che provano è anche la loro condanna. Entrambi sanno che quei pomeriggi passati insieme non si ripeteranno mai più. L’allontanarsi da Ron rende più bui gli ultimi momenti del racconto, come se la sua angelica luce sbiadisse alla distanza, per mai più tornare...
Un lavoro sontuoso, complimenti!
Buon proseguimento.
Spettro94 |