Niente, non riesco a stare lontana da questi due. Stavolta, però, non ho proprio nulla da puntualizzare: questi due brani sono semplicemente adorabili. Quello delle lettere è stato un espediente davvero dolce per mostrare l'insicurezza di Harry nel diventare padre, quando lui per primo non ha avuto modelli di riferimento di cui riesca a ricordarsi e, anzi, grazie ai Dursley, serba - all'opposto - solo il ricordo dei soprusi e dell'infelicità. Uno degli aspetti che adoro del personaggio di Harry - e che lo rende un protagonista coi fiocchi, una vera ispirazione per il lettore - è quanto, nonostante la privazione di affetto, nonostante l'accanirsi della vita contro di lui, sia poi stato in grado di conservare intatta la sua capacità di amare e di amare con tutto sé stesso, elemento che qui hai sottolineato perfettamente. La risposta di Ginny, poi, è davvero azzeccata: il suo ricordargli, sempre, che l'ha scelto per com'è fin dall'inizio e che continuerà a sceglierlo ancora e ancora, la comprensione che mostra di avere di Harry e il candore con cui ammette di essere anche lei poco preparata, nonostante quel contesto in cui è cresciuta, pieno di un amore sufficiente per dieci persone (ho adorato questo dieci inclusivo, che integra anche Harry!), il desiderio serio di affrontare questi problemi faccia a faccia, senza filtri, di condividere e affrontare assieme le criticità, così come la leggera ironia finale con cui cerca di stemperare la "pesantezza" del nomenti... mi è sembrato che fossero tutti dettagli ben resi, che contribuiscono a rendere la tua Ginny molto reale e fedele ai libri. In queste due lettere hai proprio "condensato" l'amore profondo che li lega, perciò... sì, stavolta non ho che da dirti: brava!♡

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