Ciao ed eccomi di nuovo a proseguire la lettura di questa tua straordinaria long! No, non devi preoccuparti per l'atmosfera un po' lugubre, in fondo Katherine è la moglie di un soldato al fronte e non c'è niente di strano che vada al cimitero a prendersi cura della tomba dei suoceri, anzi mi è sembrato un gesto molto bello. Mi ha colpita moltissimo il pensiero di Katherine, che i genitori di Christian sono morti così giovani (più o meno all'età che hanno lei e Chris) e non hanno potuto vivere le tappe più belle della vita del figlio, non l'hanno visto crescere, diventare un uomo coraggioso e generoso, non hanno conosciuto sua moglie né la loro nipotina... mentre i suoi genitori sono vivi e vegeti e se ne fregano della figlia, indignati per il fatto che abbia sposato l'uomo che loro non volevano e che non abbia seguito le orme familiari. La vita è spesso molto ingiusta e questo particolare ha reso la tua storia ancora più reale e vivida. Ho pensato subito che sarebbe stato splendido se avessero potuto conoscere Alisia, sarebbero stati sicuramente dei nonni meravigliosi! Ed è stato molto realistico il pensiero fugace che Katherine ha voluto subito scacciare, ossia che accanto a quella lapide potrebbe esserci anche quella di Christian... credo sia umano e naturale pensare subito ad un'eventualità così tragica e Katherine è davvero molto forte ad affrontare questi pensieri ogni giorno.
Quando ha ricevuto la telefonata, lì per lì, ho temuto che fosse qualcuno, magari Gwen, che la informava che Christian era gravemente ferito, invece per fortuna è stato lui in persona a chiamarla (con la complicità di Gwen!) e rassicurarla. E' vero, è stato ferito ma ora sta meglio e i due riescono perfino a scherzare (anche se forse Katherine è davvero un po' gelosa di Gwen... ma, come dice giustamente Christian, non c'è davvero tempo laggiù per pensare alle amanti! XD). Li adoro, anche in un momento come questo sono capaci di prendersi scherzosamente in giro, di cercare di sdrammatizzare la loro situazione e questa è un'altra prova del loro immenso coraggio e della loro generosità, entrambi fanno di tutto per non preoccupare l'altro.
Interessanti gli accenni che vengono fatti al Generale Flores. Christian e Gwen ritengono che non abbia capacità di provare sentimenti umani quali la compassione e lo stesso Christian si stizzisce quando scopre che Flores non ha nemmeno fatto avvertire Katherine quando lui è stato ferito e lei ha dovuto temere il peggio. E' emozionante pensare che, se avessi letto questa storia senza sapere niente dell'altra avrei probabilmente detestato Flores, mentre invece noi sappiamo che c'è un motivo ben preciso per cui quest'uomo cerca di dimenticare ogni sentimento umano... E' proprio vero che nessuno può giudicare gli altri, non si può mai sapere quale inferno si portano dentro.
Mi è piaciuta moltissimo anche la parte dedicata a Samuel, per vari motivi. Innanzitutto sono felice che possa affiancare Christian come corrispondente di guerra, quel legame di amicizia nato quasi per caso ora sembra che sia stato, in un certo senso, preparato dal destino. Mi ha commosso anche il fatto che il padre, finalmente, abbia lasciato cadere la maschera di gelido distacco e abbia inviato a Samuel una mail in cui gli dice, finalmente, di essere fiero di lui. Spero che Samuel riesca a superare la diffidenza nei confronti del padre, che mi sembra davvero cambiato, e che al suo ritorno possano riconciliarsi.
Ma la cosa che mi ha colpita di più in questa parte del capitolo è stata la visione dell'ambasciata americana con gli occhi di Samuel. Mi è sembrato vergognoso che i funzionari che vivono e lavorano lì siano così freddi e indifferenti a ciò che succede poco distante, che se ne freghino delle persone che muoiono, che soffrono, che restano mutilate o perdono i loro cari. Mi hanno veramente fatto schifo, in particolar modo quell'impiegato che, nella comodità del suo ufficio, sembra quasi "invidiare" Samuel perché ha "la fortuna" di vivere la guerra in prima fila, come se fosse un gioco o un film. Non avevo mai pensato a queste persone, ma loro sono peggio dei soldati o dei capi militari, è vero che sono i soldati a combattere e a uccidere anche degli innocenti, ma perlomeno loro rischiano la vita proprio come le persone contro cui combattono, mentre questi burocrati se ne stanno seduti comodi a non fare niente, non corrono alcun rischio e vengono persino pagati! Ho compreso benissimo e condiviso l'ostilità e il disgusto di Samuel per questa gente e spero che questo lo spingerà ancora di più ad allontanarsi da quel mondo falso e ipocrita e a pensare alle cose veramente importanti (del resto all'inizio è stato anche lui un po' così, perché invece di sposare Margaret ha voluto andare a Kabul sperando di farsi notare dal padre e di avere successo... ora però si rende conto di quanto quel Samuel di allora fosse superficiale e immaturo!).
Complimenti ancora una volta, anche questo capitolo è stato bellissimo, io mi metto a commentare e non riesco a smettere, ci sono sempre tantissime cose da scrivere e da notare nella tua meravigliosa storia. Infatti ti confesso che è proprio per questo che ci metto così tanto a leggere... è perché so che quando mi metto a leggere e recensire questa tua long mi ci vuole tanto tempo, i miei commenti sono sempre tanto lunghi e quindi bisogna che mi prenda il pomeriggio di libertà quando voglio andare avanti con la storia, non posso leggere questi capitoli così appassionanti e intensi in pochi minuti!
Bravissima, spero di riuscire a tornare presto!
Abby |