III Posto - Ridi, Sam, ridi di NaoYoshikawa
Titolo: 5/5
Titolo stupendo, davvero. Credo sia stato quello che ho preferito in tutto il contest. Descrive perfettamente la storia, la sua ripresa in più punti dell’intreccio lo ha reso ancora più d’effetto, specie per questa sua natura dissonante e distorta.
Oltre a questo, sicuramente ricalca ottimamente il bonus da te scelto, colmandosi di significato a lettura ultimata. Cosa dire, davvero bravissima.
Grammatica e stile: 9.8/10
Dal punto di vista grammaticale v’è da fare solo un minuscolo appunto alla seguente frase:
“[…] Chiunque giudica, ride, lo chiamano pazzo. Ignorano la triste verità, il fatto che Sam non abbia un controllo sulle sue reazioni.” Il soggetto della proposizione principale è chiunque, che è un pronome relativo che ha bisogno di una coniugazione alla terza persona singolare. All’inizio l’hai coniugato bene, poi sei passata al plurale. Sarebbe stato più corretto utilizzare un punto fermo e poi magari sottintendere “essi” nella seconda proposizione, oppure coniugare tutto al singolare, mantenendo come soggetto chiunque. {- 0,20}
Lo stile è stato davvero ben curato, molto d’effetto. Hai utilizzato uno stile molto coinciso, ricco di punti fermi e frasi semplici, che spezzano il ritmo della narrazione. In realtà, sebbene a volte non apprezzi molto l’utilizzo costante delle coordinate e delle principali brevi, in questa storia mi è piaciuto molto. Hai voluto dare una certa indipendenza al libro flusso dei pensieri di Sam, e in questo racconto ciò ha reso ancora più efficiente l’intreccio narrativo, che in questo caso s’evolve pari passo con quello introspettivo.
Davvero brava, complimenti.
Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Partiamo sempre dal presupposto che ho trovato davvero molto coraggiosa la scelta di un’originale per questo contest. In generale, quando si tratta di certe tematiche, si preferisce descrivere un personaggio di cui si abbia già ben chiaro il quadro complessivo della sua vicenda, il suo passato, persino gli aspetti della sua psiche.
Io ti faccio i complimenti carissima Nao, non solo perché hai scelto di narrare un personaggio solo tuo, ma soprattutto perché credo tu abbia scelto in assoluto uno dei bonus più complicati e di difficile stesura.
L’introspezione c’è ed è davvero curatissima, in pochissimo spazio sei riuscita a ricostruire frammenti del passato di Sam, il suo presente e come andranno le cose in futuro. In pratica, è stato come assistere ad una specie di velocissimo decorso del protagonista, che appare come inquadrato in un’istantanea dai toni cupi e pesanti.
Sam è eccezionale, sebbene la brevità del racconto non permetta un’analisi più accurata della sua emotività, che in questo caso viene un po’ a mancare – chiaramente in parte ciò è dovuto proprio al bonus da te scelto. Ho molto apprezzato il fatto che tu abbia reso il protagonista pienamente consapevole del suo problema, che diventa per lui il motivo della sua follia.
Sam, in realtà, fa molto di più: si giustifica, e questa cosa l’ho trovata davvero impressionante. Si convince che ciò che fa non sia colpa sua, ma del mondo intero. La logica del “Non è colpa sua” s’evince per tutto il racconto, costituendo un elemento portante del flusso introspettivo, tale da rendere la lettura molto più coinvolgente, essendo esso parte integrante della sequenza narrativa.
Ciò che stupisce di Sam non è la sua indole di serial killer, quanto piuttosto l’increspatura d’una psiche in frantumi, che vive di scaglie di ricordi e che non sembra essere presente a sé stessa neppure nel momento in cui infligge quelle pene a qualcun altro: Sam appare come un giustiziere, una figura che fa in modo che la gente paghi il contrappasso per averlo preso in giro, e poco importa che certe persone non gli abbiano fatto niente, lui è ormai convinto che persino loro avrebbero potuto canzonarlo giro. Un ironico prevenire è meglio che curare.
Sam è un carattere negativo, ma il lettore non riesce a percepirlo come tale. Forse è questa la cosa più straordinario di questo personaggio, l’incapacità da parte del lettore di odiarlo per ciò che fa. Non si riesce a disprezzarlo, nonostante ciò che fa sia davvero abominevole. Al contrario. Tendo addirittura a convincermi di poterlo giustificare, cosa che mi risulterebbe impensabile in un altro contesto.
Davvero un lavoro eccellente, complimenti, specie per la complessità del personaggio.
Originalità: 8.5/10
Si assiste spesso alla lettura di storie inerenti ai serial killer, per cui non posso dire di averla trovata molto originale, ma rimane comunque una grandissima storia, specie per le tematiche trattate. Essendo il racconto molto breve sicuramente ha inficiato in termini di punteggio, specie perché si trattava di un’originale, però ti dirò che sono rimasta molto colpita dal modo in cui hai saputo descrivere ogni singolo istante.
Ripeto, non era semplice, eppure sei riuscita a mantenerti su degli standard molto alti, anzi direi che ho apprezzato questa storia proprio per la potenza espressiva. Non saprei, forse se fosse stata più lunga si sarebbe rovinato qualcosa, per cui in realtà ritengo che tu abbia davvero impiegato un ottimo lavoro nel costruirla, in particolar modo sulla sequenza dell’uccisione della ragazza: l’ho trovata molto cruda, ma decisamente perfetta per la descrizione che hai fatto di Sam e della sua – perdonami il gioco di parole – snaturante natura. Anche qui sono soddisfatta.
Utilizzo del bonus: Paralisi pseudobulbare {+5}
Nao, sei stata davvero grandiosa. In assoluto il miglior utilizzo del bonus che ho riscontrato in questo contest, davvero eccezionale e d’effetto. L’utilizzo che ne hai fatto ricalca perfettamente l’essenza più intrinseca della sindrome e ciò viene reso ancor più evidente dal fatto che Sam sia consapevole di averla. Ho trovato il suo modo di vivere la cosa perfettamente in linea con i parametri di questo contest, sei riuscita a far evincere tutto, specie perché la ridondanza di Ride Sam, ride è praticamente l’elemento portante di tutta la vicenda.
La paralisi pseudobulbare credo che fosse uno dei bonus più complicati da gestire, un po’ perché di questa sindrome si conosce davvero poco e un po’ perché per la trattazione di un’originale era sicuramente un’arma a doppio taglio. Io personalmente ho apprezzato molto questo tuo osare, che si è rivelato un piccolo capolavoro introspettivo, per cui sono davvero soddisfattissima.
Bravissima, non ho altro da aggiungere.
Gradimento personale: 5/5
Il guaio di questa storia è che finisce presto. Ti giuro, avrei letto anche un romanzo su questo personaggio, per cui devi sentirti fiera di ciò che hai creato e di come sei riuscita a metterlo su carta, non è certo un lavoro che avrebbero potuto fare tutti. Si nota molto la cura che hai impiegato nelle frasi, ma soprattutto la perfetta delineazione di un personaggio come Sam, che ritengo sia uno dei più belli di cui ho letto recentemente.
Sam è l’incarnazione di ciò che è sbagliato, ma è anche la perfetta somma di una società malata e marcia, che preferisce prendere in giro e canzonare chi non ha la forza per potersi rialzare da solo. Viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe potuto diventare Sam se avesse incontrato le persone giuste, se avesse vissute esperienze diverse. Pensando a questo, non posso che essere davvero contenta di aver letto questa storia.
Davvero brava, complimenti.
Totale: 48,3 |