Recensioni per
Ridi, Sam, ridi
di Nao Yoshikawa

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/03/22, ore 12:37

Ciaooooo!
Ti devo fare i miei complimenti: questa shot è davvero inquietante! E il fatto che sia così breve e che tu sia riuscita a esprimere così tanto ne fa sicuramente un esperimento riuscito! :D
Non conoscevo il disturbo di cui parli, ma penso che tu abbia reso molto bene gli effetti di alcune malattie sulla nostra psiche. Quando siamo malati ci sentiamo soli e spesso è così, ci sembra difficile che gli altri riescano a capire come ci sentiamo, quindi a cadere in una spirale di sentimenti negativi è un attimo. Ma soprattutto, nel caso di malattie gravi o rare, non può non insorgere quel senso di ingiustizia che proviamo nel vedere gli altri condurre invece una vita "normale", un sentimento che se non trattato penso che possa sfociare in un dramma come quello di Sam. Qui fa capolino anche un sentimento dell'infanzia, il tipico "se non posso avere l'orsetto, allora non ce lo può avere nessun altro", ed è proprio questo che fa: privare gli altri di ciò che lui non ha avuto, una mancanza che lui forse non comprende ma che lo ha condannato agli occhi della società che lo ha bullizzato per una vita.
Bello anche questo sentimento di sentirsi un pesce fuor d'acqua, inadatto in qualsiasi situazione, ed emerge anche il tema della società che ti vuole in un certo modo, altrimenti sei fuori. E quando, nonostante gli sforzi, non puoi adattarti perché non hai gli strumenti, come nel caso di Sam... allora praticamente hai una condanna sulla testa.
Non credo che per Sam ci sia davvero una via d'uscita, temo ahimè che sia destinato a perpetrare questi crimini se vuole provare a restare a galla. Sempre che ne valga la pena...

Insomma, questa tua shot mi è proprio piaciuta, ti rinnovo i complimenti.

Alla prossima,
Simona

Recensore Junior
03/09/20, ore 11:54

III Posto - Ridi, Sam, ridi di NaoYoshikawa

Titolo: 5/5
Titolo stupendo, davvero. Credo sia stato quello che ho preferito in tutto il contest. Descrive perfettamente la storia, la sua ripresa in più punti dell’intreccio lo ha reso ancora più d’effetto, specie per questa sua natura dissonante e distorta.
Oltre a questo, sicuramente ricalca ottimamente il bonus da te scelto, colmandosi di significato a lettura ultimata. Cosa dire, davvero bravissima.

Grammatica e stile: 9.8/10
Dal punto di vista grammaticale v’è da fare solo un minuscolo appunto alla seguente frase:
“[…] Chiunque giudica, ride, lo chiamano pazzo. Ignorano la triste verità, il fatto che Sam non abbia un controllo sulle sue reazioni.” Il soggetto della proposizione principale è chiunque, che è un pronome relativo che ha bisogno di una coniugazione alla terza persona singolare. All’inizio l’hai coniugato bene, poi sei passata al plurale. Sarebbe stato più corretto utilizzare un punto fermo e poi magari sottintendere “essi” nella seconda proposizione, oppure coniugare tutto al singolare, mantenendo come soggetto chiunque. {- 0,20}
Lo stile è stato davvero ben curato, molto d’effetto. Hai utilizzato uno stile molto coinciso, ricco di punti fermi e frasi semplici, che spezzano il ritmo della narrazione. In realtà, sebbene a volte non apprezzi molto l’utilizzo costante delle coordinate e delle principali brevi, in questa storia mi è piaciuto molto. Hai voluto dare una certa indipendenza al libro flusso dei pensieri di Sam, e in questo racconto ciò ha reso ancora più efficiente l’intreccio narrativo, che in questo caso s’evolve pari passo con quello introspettivo.
Davvero brava, complimenti.

Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Partiamo sempre dal presupposto che ho trovato davvero molto coraggiosa la scelta di un’originale per questo contest. In generale, quando si tratta di certe tematiche, si preferisce descrivere un personaggio di cui si abbia già ben chiaro il quadro complessivo della sua vicenda, il suo passato, persino gli aspetti della sua psiche.
Io ti faccio i complimenti carissima Nao, non solo perché hai scelto di narrare un personaggio solo tuo, ma soprattutto perché credo tu abbia scelto in assoluto uno dei bonus più complicati e di difficile stesura.
L’introspezione c’è ed è davvero curatissima, in pochissimo spazio sei riuscita a ricostruire frammenti del passato di Sam, il suo presente e come andranno le cose in futuro. In pratica, è stato come assistere ad una specie di velocissimo decorso del protagonista, che appare come inquadrato in un’istantanea dai toni cupi e pesanti.
Sam è eccezionale, sebbene la brevità del racconto non permetta un’analisi più accurata della sua emotività, che in questo caso viene un po’ a mancare – chiaramente in parte ciò è dovuto proprio al bonus da te scelto. Ho molto apprezzato il fatto che tu abbia reso il protagonista pienamente consapevole del suo problema, che diventa per lui il motivo della sua follia.
Sam, in realtà, fa molto di più: si giustifica, e questa cosa l’ho trovata davvero impressionante. Si convince che ciò che fa non sia colpa sua, ma del mondo intero. La logica del “Non è colpa sua” s’evince per tutto il racconto, costituendo un elemento portante del flusso introspettivo, tale da rendere la lettura molto più coinvolgente, essendo esso parte integrante della sequenza narrativa.
Ciò che stupisce di Sam non è la sua indole di serial killer, quanto piuttosto l’increspatura d’una psiche in frantumi, che vive di scaglie di ricordi e che non sembra essere presente a sé stessa neppure nel momento in cui infligge quelle pene a qualcun altro: Sam appare come un giustiziere, una figura che fa in modo che la gente paghi il contrappasso per averlo preso in giro, e poco importa che certe persone non gli abbiano fatto niente, lui è ormai convinto che persino loro avrebbero potuto canzonarlo giro. Un ironico prevenire è meglio che curare.
Sam è un carattere negativo, ma il lettore non riesce a percepirlo come tale. Forse è questa la cosa più straordinario di questo personaggio, l’incapacità da parte del lettore di odiarlo per ciò che fa. Non si riesce a disprezzarlo, nonostante ciò che fa sia davvero abominevole. Al contrario. Tendo addirittura a convincermi di poterlo giustificare, cosa che mi risulterebbe impensabile in un altro contesto.
Davvero un lavoro eccellente, complimenti, specie per la complessità del personaggio.

Originalità: 8.5/10
Si assiste spesso alla lettura di storie inerenti ai serial killer, per cui non posso dire di averla trovata molto originale, ma rimane comunque una grandissima storia, specie per le tematiche trattate. Essendo il racconto molto breve sicuramente ha inficiato in termini di punteggio, specie perché si trattava di un’originale, però ti dirò che sono rimasta molto colpita dal modo in cui hai saputo descrivere ogni singolo istante.
Ripeto, non era semplice, eppure sei riuscita a mantenerti su degli standard molto alti, anzi direi che ho apprezzato questa storia proprio per la potenza espressiva. Non saprei, forse se fosse stata più lunga si sarebbe rovinato qualcosa, per cui in realtà ritengo che tu abbia davvero impiegato un ottimo lavoro nel costruirla, in particolar modo sulla sequenza dell’uccisione della ragazza: l’ho trovata molto cruda, ma decisamente perfetta per la descrizione che hai fatto di Sam e della sua – perdonami il gioco di parole – snaturante natura. Anche qui sono soddisfatta.

Utilizzo del bonus: Paralisi pseudobulbare {+5}
Nao, sei stata davvero grandiosa. In assoluto il miglior utilizzo del bonus che ho riscontrato in questo contest, davvero eccezionale e d’effetto. L’utilizzo che ne hai fatto ricalca perfettamente l’essenza più intrinseca della sindrome e ciò viene reso ancor più evidente dal fatto che Sam sia consapevole di averla. Ho trovato il suo modo di vivere la cosa perfettamente in linea con i parametri di questo contest, sei riuscita a far evincere tutto, specie perché la ridondanza di Ride Sam, ride è praticamente l’elemento portante di tutta la vicenda.
La paralisi pseudobulbare credo che fosse uno dei bonus più complicati da gestire, un po’ perché di questa sindrome si conosce davvero poco e un po’ perché per la trattazione di un’originale era sicuramente un’arma a doppio taglio. Io personalmente ho apprezzato molto questo tuo osare, che si è rivelato un piccolo capolavoro introspettivo, per cui sono davvero soddisfattissima.
Bravissima, non ho altro da aggiungere.

Gradimento personale: 5/5
Il guaio di questa storia è che finisce presto. Ti giuro, avrei letto anche un romanzo su questo personaggio, per cui devi sentirti fiera di ciò che hai creato e di come sei riuscita a metterlo su carta, non è certo un lavoro che avrebbero potuto fare tutti. Si nota molto la cura che hai impiegato nelle frasi, ma soprattutto la perfetta delineazione di un personaggio come Sam, che ritengo sia uno dei più belli di cui ho letto recentemente.
Sam è l’incarnazione di ciò che è sbagliato, ma è anche la perfetta somma di una società malata e marcia, che preferisce prendere in giro e canzonare chi non ha la forza per potersi rialzare da solo. Viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe potuto diventare Sam se avesse incontrato le persone giuste, se avesse vissute esperienze diverse. Pensando a questo, non posso che essere davvero contenta di aver letto questa storia.
Davvero brava, complimenti.

Totale: 48,3

Recensore Master
30/08/20, ore 16:39

BRIII, ma ciao **
Era da una vita che non recensivo qualcosa di tuo (T^T) e OMG, questa sì che è una sorpresa!
Questo scritto mi ha particolarmente colpita perché, ti dirò, non credo che sarei riuscita a rientrare nei limiti di una Flashfic per descrivere un disturbo del genere, infatti ti faccio i miei più sentiti complimenti per essere riuscita a descriverlo al meglio in cinquecento parole.
Mi è piaciuto il modo in cui hai raccontato delle condizione di Sam e del modo in cui vede gli altri, ovvero come degli idioti che possono provare emozioni (e quindi ridere e piangere per motivi ben specifici) e che usano questa loro “normalità” per prendersela con lui – le infinite sfumature nere del bullismo.
È vero che quello che Sam sta facendo è sbagliato sotto ogni punto di vista – è diventato un assassino, una persona pericolosa –, ma nel testo viene evidenziato molto bene anche un fattore estremamente importante, ovvero: qualcuno ha mai provato a comprenderlo? Qualcuno si è mai sforzato di non farlo sentire solo, di aiutarlo, di dargli supporto?
Penso sia facile dire “Quello è pazzo” senza conoscere nulla sui suoi trascorsi – anche perché spesso le persone impazziscono e commettono azioni irreparabili proprio perché non hanno avuto il giusto supporto emotivo e psicologico.
Hai delineato perfettamente quella che è una vittima che diventa carnefice, che segue una sola linea di pensiero: se io non posso ridere e piangere, allora non lo possono fare neanche gli altri – ed è una cosa spaventosa che accentua ancora di più la gravità della situazione.
Inutile dire che sei stata bravissima. Il terzo posto al Contest è più che meritato.
Tantissimi complimenti e alla prossima!

»Amethyst«

Recensore Junior
11/08/20, ore 15:11

Beh, devo dirti che questa storia è veramente carina.
Forse un po' si percepisce che non è il tuo "campo", ma nonostante questo devo essere sincera e dirti che ho apprezzato molto la storia, o meglio i suoi pensieri.
Che dire se non breve ed intenso?

Recensore Master
20/07/20, ore 14:45

Ciao, cara <3
Io dovevo passare da un'altra storia, ma poi mi sono accorta di questa storia e alla fine eccomi qui a leggerla.
Non è il tuo genere, ma sei stata bravissima a creare questo ragazzo Sam che non prova emozione, ma scatta a ridere e piangere senza nessun motivo.
Sam ha sofferto tantissimo essendo stato preso di mira dai bulli e stato licenziato e si sfoga uccidendo e sue vittime in soffitta che per lui è come se fosse una vendetta.
Tantissimi complimenti e alla prossima :)

Recensore Master
07/07/20, ore 07:04

Ciao Nao! Trovando l'idea del contest molto interessante, ho voluto dare un'occhiata alla tua storia. Hai scelto un disturbo non facile come bonus (che io ho conosciuto tramite Joker) ma credo tu l'abbia reso molto bene - unendolo anche al destino di killer. Del tuo personaggio non sappiamo molto, se non il flusso dei pensieri che ci dice in pillole del suo presente (l'omicidio), del suo passato (come il suo disturbo è stato sempre percepito) e anche il suo futuro (tornerà a colpire ancora): questo basta a farci fare un viaggio vivido nella "mente del killer". Quel "Ridi, Sam, ridi" declinato in differenti modi è di raccordo tra le parti, creando un effetto di ripetizione che funziona sia per caratterizzare sia proprio come effetto narrativo (non poteva che essere il titolo, giustamente). In poco secondo me sei riuscita a dire molto. Alla prossima, un bacio!