Settimo posto
Strawberry jam and penaut butter di Nao Yoshikawa
Titolo: 1/2
“Penaut” è scorretto, la grafia corretta è peanut. Devo per forza considerarlo, perché l’errore si ripete sia nel titolo di EFP sia in quello interno al testo. Non lo conto nel parametro grammatica, ma qui ti fa perdere mezzo punto perché, a mio parere, il titolo (seguito dall’intro) è il biglietto d’invito ad aprire una storia: notare errori già nella presentazione scoraggia molto, o almeno lo fa con me.
Per il resto, il titolo credo funzioni abbastanza; riprende un elemento importante della storia, dato che la condivisione del sandwich da parte di Harry è un po’ la chiave per sbloccare Draco. Non comprendo però perché la scelta dell’inglese: se da una parte potrebbe andar bene con il fandom data la sua ambientazione, in questo caso non credo che l’utilizzo di questa lingua aggiunga nulla, anzi.
Grammatica e stile: 7,4/10 [4,4+3]
“alla sua mica Hermione”: amica (refuso)
In più di un’occasione ho notato che hai inserito uno spazio di troppo: ti segnalo alcuni dei punti.
“ora gli” “marmellata alle” “capendo. Harry” “bambino. Sapeva”
Te l’ho segnalato per completezza, ma dato che non valuto l’impaginazione e non ritengo che la spaziatura rientri nella grammatica ho scelto di non sottrarre nulla.
“un smorfia” (-0,2)
“«E… e io non sapevo come chiederlo! E poi mio padre mi ha detto di farmi rispettare»”
Manca la punteggiatura finale (punto fermo), che secondo il criterio che hai applicato in tutta la storia sarebbe dovuto andare all’interno delle caporali. Lo considero un refuso.
“Ahm” – per scrupolo l’ho cercata su google, trovandola effettivamente come onomatopea ma riferita a quando ci si fa imboccare. Dunque in questo contesto è sbagliata, sarebbe meglio un normale “Ehm” (o “Uhm”, se preferisci). (-0,4)
Il tuo stile è scorrevole, e questo per me è un pregio di per sé.
Ritengo tuttavia che gioverebbe molto da un utilizzo più variato della punteggiatura: al di fuori dai discorsi diretti ti servi praticamente solo di virgole. Il che va bene, finché si tratta di frasi brevi e quasi di contorno ai dialoghi, ma può diventare un problema quando i periodi si allungano. L’ho infatti notato in particolare relativamente a questo brano:
“Sapeva che era ricco, l’aveva sentito dire a sua zia Petunia una volta, la famiglia Malfoy era ricca e importante, chissà quanti giocattoli possedeva lui. Non aveva torto, in effetti, Draco era figlio unico e viziato, suo padre era severo, sua madre era di temperamento più dolce e aveva deciso di iscrivere suo figlio ad un asilo pubblico affinché imparasse a legare con la gente di ceti sociali diversi. Questo a suo marito non aveva fatto piacere e Draco si era ritrovato in quel luogo in cui l’unico modo per attirare l’attenzione era comportarsi da discolo.”
Trovo che tutte queste frasi filerebbero molto meglio modificandone i rapporti.
Ad esempio, nella prima starebbero bene i due punti dopo la prima affermazione: “Sapeva che era ricco”, dato che poi illustri come fa a saperlo.
Nella frase seguente non è ben chiaro il nesso: si passa dalla descrizione della situazione di Draco alla decisione di Narcissa, ma è tutto messo sullo stesso piano.
Anche per il terzo, più breve, periodo trovo che la coordinazione tra le due frasi sia dubbia: a Lucius non ha fatto piacere, ma qual è il nesso tra questo e il fatto che Draco si sia ritrovato in quel luogo? Messa così sembra che mandare Draco in quell’asilo sia una ripicca di Lucius, ma dubito che sia ciò che intendevi esprimere, non avrebbe molto senso.
Per finire, due parole sul narratore (ritengo che rientri nello stile): non sono eccessivamente contraria a un focus alternato, in passato l’ho utilizzato anch’io, ma mi è sembrato che in questa storia fosse un po’ ambiguo. Oltre a muoversi tra Draco e Harry, a tratti sembra divenire onnisciente. Forse unificare il punto di vista avrebbe aiutato a dare maggiore coerenza al testo (mi sarei tenuta su quello di Harry), ma d’altra parte capisco le esitazioni a sacrificare un punto di vista. Forse però allora l’avrei sviluppato in modo più organico, tipo metà storia vicina a Harry e l’altra metà a Draco.
IC: 8,5/10
Allora. Parto dai personaggi di contorno, ovvero Lucius e Narcissa. Ho deciso di attribuire loro un punto (metà a testa), i restanti nove sono tutti per Draco e Harry.
Lucius è sicuramente severo e certo non approverebbe che suo figlio si mischi a ceti sociali inferiori: anche la raccomandazione di “farsi rispettare” è decisamente IC. L’unica cosa che potrebbe stupirmi è che si limiti a dispiacersi, dato che alla fine Draco finisce per frequentare effettivamente l’asilo pubblico. Ma è un’inezia.
Narcissa invece mi convince meno: nei libri la vediamo poco e il suo tratto che più risalta è certamente l’immenso affetto per suo figlio, ma non c’è solo questo. Narcissa genitore “dolce” e molto diverso da Lucius è una caratterizzazione in cui mi sono imbattuta spesso nel fandom, sembra quasi un headcanon, ma. Penso all’incontro con lei (e Draco) da Madama McClan nel sesto libro e mi è impossibile immaginarla così dolce, onestamente. O meglio, dolce può anche esserlo seguendo il punto di vista di Draco: a stonarmi è che sia così poco altera, così disposta a mandare il figlio in un asilo pubblico per farlo legare con altri ceti sociali. Anche in un’AU, immagino Narcissa condividere la visione di Lucius. Ovviamente sottraggo pochissimo per questo!
Parto da Draco. Ammetto che lì per lì mi ha stupita sentire che stesse antipatico a tutti, perché, sebbene Draco sia (penso soprattutto al primo libro, ma varrebbe almeno fino al quinto) piuttosto detestabile, qualcuno intorno l’ha sempre avuto, fosse anche solo per la sua posizione. Però mi sono ricreduta andando avanti: un elemento chiave è stato il contesto, ovvero l’asilo pubblico per relazionarsi con ceti sociali diversi. Magari invece Tiger e Goyle sono stati mandati in qualche asilo prestigioso, o hanno un’istitutrice privata a casa. Comunque! È anche, in più, vero che Draco qui ha solo cinque anni.
Nel complesso l’ho trovato coerente con l’originale; forse un po’ troppo pronto ad aprirsi con Harry, ma appunto, ha cinque anni. Non è esattamente il Draco che conosciamo ed è giusto così. Il tirare i capelli a Hermione, poi, è una bella strizzata d’occhio al canon.
Su Harry ho qualche riserva, ma l’approfondirò nel parametro seguente. Mi è piaciuto che il primo aggettivo che utilizzi per descriverlo sia “discreto”: sì, crescere con i Dursley (anche se qui sono una versione un po’ addolcita, ma immagino non troppo) gli ha certamente insegnato a essere discreto.
Mi ha stonato che Harry liquidi la sua situazione familiare con “va bene così”. Certo, il fatto che non sia così estrema come nei libri aiuta.
Soprattutto però, pur tenendo conto che Harry ha cinque anni ed è in un’AU, l’ho trovato troppo dolce e troppo sensibile. Ho riletto i primi capitoli del libro per potermi immedesimare meglio, e in più mi viene in mente come reagisce al pianto di Cho: ha bisogno delle spiegazioni di Hermione, per capirci qualcosa. Durante il primo incontro con Draco, lo paragona quasi immediatamente a Dudley e desidera subito andarsene. Con tutto l’affetto per Harry, non lo vedo proprio ad allontanarsi dai suoi amici per seguire un bambino scontroso che fa i dispetti a lui e a Hermione, né a intuire che ci sia altro sotto e volergli dare una possibilità. Una volta con Draco, poi, si dimostra estremamente paziente e anche piuttosto comprensivo. Troppo, a mio parere.
Resa bambini: 2/3
Penso che Draco sia reso bene, come bambino (a prescindere dall’IC).
Harry, come ti accennavo, non mi convince allo stesso modo. L’ho trovato troppo sensibile per un bambino di cinque anni. C’è un bambino “antipatico” che gli ruba i giocatoli e tira i capelli a una sua amica, ma lui ha la maturità/saggezza – perché di questo si tratta – di capire che non è semplicemente cattivo. Ha la maturità di seguirlo, sacrificando una ricreazione, per cercare di comprenderlo e consolarlo.
“Perché le persone che piangono vanno consolate” è una frase che, per l’appunto, mi è sembrata troppo matura soprattutto considerando che Harry è cresciuto con Vernon e Petunia: se fosse cresciuto con Lily (e quindi dei genitori amorevoli) avrei già potuto immaginarmelo di più, sarebbe stato plausibile che gliel’avessero insegnato. Non riesco a immaginarlo imparare una simile lezione dai Dursley, invece. E, in ogni caso, mi riesce difficile immaginare un bambino di cinque anni così emotivamente maturo.
Questo si riflette leggermente anche nel suo lessico, che a tratti mi è sembrato un po’ troppo buono per un bambino di quell’età.
“Ma tu rubi loro sempre tutti i giocattoli e non li condividi mai con nessuno.”
Ora, a parte il verbo condividere che ricorre e non so quanto stia bene in bocca a cinquenni, soprattutto credo che stoni “rubi loro”. In condizioni normali farei i salti di gioia per quest’uso di loro (non sostituito da “gli”!), ma in bocca a un bimbo mi fa davvero strano.
Bonus: 0/2
Totale: 18,9/27 (Recensione modificata il 13/08/2020 - 03:24 pm) |