Mia carissima Nao!
Era tanto tempo che non ti leggevo e sono felicissima di tornare dalle tue parti con questa coppia che mi piace moltissimo e che leggerei in tutte le salse. Per quanto riguarda la tematica, credo che un autore abbia uno o due leitmotiv da seguire e da vedere ogni volta sotto punti di vista o approcci diversi e sappi che quella della perdita della memoria è una di quelle che mi piacciono di più e che considero strazianti, perché mi commuovono sempre moltissimo. Crowley qui ha già iniziato a dimenticare Azipharale, dato che non rammenta con precisione il loro primo incontro: hai centrato sia il concetto di memoria che per le creature divine o ultraterrene deve, giocoforza, essere diversa da quella degli umani, sia rendere la tragicità di una dimenticanza che si somma a un’altra, generando una cascata di ricordi perduti. La cosa brutta è che si tratta di una vendetta spietata che giunge proprio nel momento in cui il destino dell’angelo e del demone appariva finalmente sereno dopo seimila anni passati ad aiutarsi, stuzzicarsi, contrastarsi. E purtroppo la vita è spesso così, ti frega proprio nel momento in cui speravi andasse tutto bene, in cui addirittura l’angelo e il demone vogliono cementificare ulteriormente il loro legame tramite quello che nasce e si definisce come un contratto tra due soggetti (nemmeno secondo il credo cattolico lo sposarsi risponde a un sacramento come, invece, accade per comunione o confessione).
Ovvio che Crowley esiti a parlarne; nemmeno lui sa esattamente cosa gli stia accadendo, e poi diciamolo: se anche avesse il sentore che queste dimenticanze sono qualcosa di grave, come potrebbe, lui che è un demone che non è mai stato male né altro, individuare questa sua debolezza o accettare una cosa così spaventosa come il fatto di dimenticare l’essere che gli è stato accanto per seimila anni e che ama da sempre? Non sarebbe possibile, non sarebbe ammissibile e sono portata a credere che Crowley, forse, si accorgerà troppo tardi di quello che gli sta accadendo. In storie come questa è difficile sbilanciarsi sul finale. Potrebbe essere super lieto, con la maledizione infranta perché l’amore vince sempre o potrebbe implicare versioni più angst, in cui il trionfo dell’amore nonostante tutto deve fare a meno dei ricordi delle persone care – ho letto recentemente un romanzo bellissimo su un personaggio che scopre di avere l’Alzheimer e quindi come vedi mi lascio andare a chiacchiere pindariche – oppure potrebbe finire nella tragedia più totale: è difficile sbilanciarsi, anche perché le forze in atto non sono umane, dove la luce convive sempre con l’oscurità ma non vi è mai una totalità di predominanza dell’una sull’altra. Cosa potrebbe convincere Belzebù a non punire Crowley? Cosa potrebbe interessare a una creatura infernale che non dovrebbe avere sentimenti come la pietà?
Gli elementi storici che ripercorrono la storia dell’umanità che Crowley e Azipharale hanno visto da vicino e a cui hanno partecipato sono tra gli elementi cardine della storia e sono felice di averli ritrovati anche qui, perché sono gli appigli che ci consentono di dare un senso di profondità ai seimila anni trascorsi sulla terra dai due, ma sono anche una firma di quello che il bel demone sta iniziando a smarrire. Non sono eventi casuali o cose di nessuna importanza, perché sappiamo quanto Azipharale ami Shakespeare, quanto Crowley abbia contribuito a molte cose. In conclusione, è sempre bello ritrovarti: mi piace come curi i capitoli con i divisori tra i paragrafi – molto carini questi con lo yin e lo yang che simboleggiano la specularità dei due amanti – e con una tematica che è sempre affascinante e che se senti la necessità di raccontare è perché hai ancora qualcosa di da dire su di lei. L’angst aleggia e forse lo fa ancora di più perché siamo in una casetta idilliaca in campagna, perché c’è un matrimonio in vista, perché tutto dovrebbe finalmente andare bene e invece tutto sta assolutamente precipitando in una spirale d’angoscia.
A presto per il seguito (devo assolutamente sapere come andrà a finire) e perdonami per il ritardo – ma la real life mi ha donato molto meno tempo libero per leggere e recensire con la dovuta calma. Ma non significa che non apprezzi <3. Un abbraccio,
Shilyss :* |