QUARTO CLASSIFICATO, con 32/35
_Mozaik_ (Slytherin OC), “A matter of detentions”
Grammatica, lessico e stile:
Devo dire che la mancanza del titolo mi ha sorpresa; in realtà è una oneshot quindi il titolo era semplicemente nella parte alta in azzurro, ma sono abituata a vederlo anche nella storia stessa (non che sia un errore, eh! Non lo considero assolutamente come tale, è solo un mio pensiero).
A ogni modo, lo stile è fluido e per nulla pesante; lo definirei proprio piacevole, con dialoghi ben scritti e ben bilanciati con le descrizioni di luoghi, situazioni e azioni. Ottima idea quella di dividere gli anni in sezioni, rendono la storia chiara e scorrevole.
Per quanto riguarda la grammatica:
> “nonostante non si fossero mai visti prima. Edwin lo aveva visto” la ripetizione è un po’ pesante.
> Come ho già spiegato in un’altra valutazione, penso che la lingua italiana si stia evolvendo in maniera tale da non considerare “fino ad ora” un errore, ma giusto per, ti dico che — per quanto ne so — la “d” va aggiunta solo in caso la parola dopo inizi con la stessa lettera (ad amare, ed elefanti…). Però ripeto, non lo considero un errore.
> Sono estremamente restia a correggere i dialoghi, perché so che non conosco ogni regola/stile, perciò di nuovo, non lo conto come errore, ma per quanto ne so io quando il dialogo è seguito/sostenuto da azioni come “chiese” non va la maiuscola. Potrei sbagliarmi, però.
> "A molti lo da.”/ “Non ti da fastidio?” -> e insomma ovunque ci sia “dare” alla terza persona: dà.
> “e se diventò un abitudine” -> un’abitudine.
> "Vale la stessa cosa per te se ti da fastidio chiama” -> a parte il “dà”, avrei aggiunto una virgola dopo il “te”.
> "Che hai combinato per far arrabbiare dalla Umbridge?” -> errore di distrazione, direi, “dalla”.
> “Si lasciò sfuggire un singhiozzò” -> errore di distrazione, “singhiozzo”.
2 / 5
Trama e originalità:
La storia inizia in medias res, con una domanda che intriga e che spinge subito a entrare nella scena, in questa punizione condivisa da un Grifondoro e da un Serpeverde. Ho trovato originale e davvero un’ottima scelta, quella di far incontrare in questo modo due persone che altrimenti non si sarebbero calcolate di striscio, non solo per la Casa ma anche per l’età; interessante la scelta di metterli in due anni diversi, infatti, per nulla scontata!
La trama procede con un bel ritmo, aiutata da dialoghi “freschi” che strappano un sorriso (quanto mi hai fatta ridere a “Sicuramente darà la colpa a qualche Grifondoro del furto.”/ "Emh... pronto? […] Indovina di che Casa sono io!” — bello, tra l’altro, il rimando al libro (povero Harry, ci era finito di mezzo lui), perché ancora la storia e i tuoi OC nel mondo di Hogwarts, dandogli una linea temporale e contestualizzandola). La storia prende subito e non molla il lettore fino alla fine, prima con allegria e sorrisi, poi con una dolcezza da far sciogliere (ehm ehm quando ballano insieme), per passare al fastidio che provo ogni volta che si parla della Umbridge. Queste montagne russe attraversano un momento di tristezza (di nuovo, Umbridge, più la reazione della famiglia) e proprio mentre il fastidio per i Selwyn mi infiamma ecco che Matthew si prende cura di Ed e c’è di nuovo una dolcezza infinita. Tratti bene queste emozioni, queste situazioni in generale, separando i vari anni così da non creare confusione e, allo stesso tempo, permettendo al ritmo della storia di non scivolare mai in tempi morti. “Forse non si accorsero di loro, forse semplicemente avevano smesso di importarsene.” Non dico niente, la sottolineo e basta.
La parte dell’occupazione di Hogwarts da parte dei Mangiamorte mi è piaciuta tantissimo e, soprattutto, mi ha tenuta con il fiato sospeso. Avrei voluto saltare parti e andare avanti per capire cosa sarebbe successo, e invece ho letto tutto mangiandomi un’unghia dopo l’altra. Penso tu sia molto bravo sia a delineare la trama, soprattutto in un arco di tempo così lungo, ma in particolare a gestire il ritmo, ad aumentare la tensione fino al punto di quel dannatissimo bacio, che strappa un grido di esultanza e una lacrimuccia.
Non posso far altro che dirti: bravo.
10 / 10
Rappresentazione Serpeverde:
Ho davvero amato il modo in cui costruisci un’amicizia tra due membri di Case così stereotipate, tanto che persino il tuo protagonista nota la stranezza (“Amici un Grifondoro e un Serpeverde?”), perché fai sì che sia naturale, ma senza ignorare il perché non succede più spesso. Questo per dire che avresti potuto far finta di niente e non notarlo, e invece è una delle prime cose che sottolinei nella storia.
Mi è piaciuto tantissimo, poi, che mostri gli stereotipi e le ingiustizie contro i Serpeverde, con quel “dovrebbe darmi fastidio?”/“A molti lo da” e soprattutto “non aveva dimenticato come […] gli avessero fischiato contro al suo Smistamento”, una frase che mi ha stretto il cuore in una morsa. Anche la questione “Nato Babbano” è trattata bene; per un secondo ho temuto che Edwin mi scivolasse nel razzismo, e invece mostri una serie di pensieri in linea con l’idea che mi ero fatta (e quelle considerazioni ci stanno, visto che a 11 anni le parole dei genitori spesso escono dalla bocca dei figli). Ben fatto, perché anche sotto questo punto di vista calchi quanto sia “pura” e insolita quest’amicizia, che inizia con frasi esitanti e poi prende forza: insomma, l’ho adorata.
Già qui la rappresentazione Serperverde mi sembrava ben fatta, ma poi mostri anche lati della Casa vera e propria, già dalla prima scena, con quell’andare nelle cucine (“Tutto è permesso se i professori non ti scoprono”), e i vari rimandi alla famiglia, in linea con il modo in cui mi immagino i purosangue. Anche l’ambizione e la faccia tosta di rubare da Piton e fare una pozione complessa per intrufolarsi al Ballo, e il fare tutto questo per rendere l’amico felice, mi sono sembrati adatti.
Bellissima la parte sulla Umbridge e su come i Serpeverde imparino a non mostrare debolezze; mi ha intristita, ma in modo buono, e quell’“evitiamo solo di farne uno spettacolo” penso sia perfetto, così come tutta la questione famiglia-razzismo-indifferenza ecc… Mi è dispiaciuto per il fratello di Edwin, ma sono contenta che, pur lasciando capire la Casa di appartenenza, tu non abbia calcato questo lato. Avrebbe rovinato il mio gradimento ahah
Stupendo, invece, che Edwin corra da Silente a metterlo in guardia e anche che cerchi di proteggere Matthew dicendogli di non tornare a scuola, e tutte le scene dopo, di guerra. Non ho mai creduto che i Serpeverde fossero tutti dalla parte sbagliata, quindi sono saltata su nel leggere la tua storia (soprattutto con quel “lui e gli altri Serpeverde che si opponevano”, perché mostri che non era il solo!). “Era tutto l'anno che Edwin sfruttava il suo sangue, la sua Casa, tutto ciò che era” se non è Serpeverde questo, non so cosa lo sia, e che Edwin abbia questo coraggio è una vera perla.
Insomma, potrei andare avanti a lungo (è già sarei dovuta essere più sintetica), ma credo che il punto è che il modo in cui mostri la mia Casa è come avrei voluto vederla nei libri. I miei più sentiti complimenti: se avessi potuto darti 11, lo avrei fatto.
10 / 10
Gradimento personale:
Sono andata così lunga nelle altre voci che devo, devo assolutamente forzarmi a essere più sintetica. Direi, però, che quanto mi sia piaciuta questa storia sia più che evidente, perché ho fangirlato per righe su righe e mi sono dovuta sforzare tantissimo di essere obiettiva e seria, e non scrivere cose come “la trama è fighissima, la adoro, ciao”. Sarei stata capace, fidati… E direi che è una prova di quanto sia bella la tua storia, quando riduce il giudice a una semplice fangirl.
Non solo: alcune volte gli errori di grammatica sono così fastidiosi da intaccare il gradimento personale. In questo caso, invece, lo stile comunque pulito e piacevole, e questo susseguirsi di azioni che spingono a buttar giù la storia tutta d’un fiato, fanno sì che il gradimento sia comunque al massimo.
Tanto di cappello!
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