Ciao, come ti avevo detto sono tornata il prima possibile alla tua bellissima storia e purtroppo adesso è così tanto più attuale rispetto a prima e leggerla è sicuramente molto più doloroso, proprio perché tu sei così brava e attenta nel precisare anche i dettagli più crudi e realistici, è un lavoro fatto benissimo e meriti tutti i complimenti!
Molto bella la forza d'animo di Christian che, nonostante il dolore, rifiuta di assumere medicinali e tanto meno anfetamine. In realtà anch'io sapevo che i soldati in guerra, per riuscire a resistere alla fatica e alla paura, fanno uso di droghe e per questo, anche se sopravvivono e tornano in patria, spesso sono ormai rovinati nella salute. Sapevo anche che i kamikaze vengono imbottiti di droghe per convincerli a fare gli attentati suicidi e questo già da secoli, dai tempi delle Crociate, avevo letto che il termine "assassino" deriva da un gruppo di guerriglieri arabi che si esponevano ad attacchi suicidi dopo aver fumato Hashish... e del resto non c'è da stupirsene, perché non sarebbe possibile che persone nel pieno delle loro facoltà mentali potessero accettare di fare cose simili. Mi viene in mente che lo stesso accadeva anche nella Prima Guerra Mondiale, i soldati in trincea venivano fatti ubriacare per poi lanciarsi all'attacco... insomma, il mondo non è migliorato affatto, ma non c'è niente di nuovo in quello che accade nelle guerre odierne. Come puoi immaginare, comunque, ho apprezzato moltissimo la tua precisione storica, visto che sono argomenti che conosco anch'io.
La storia di Rashid è veramente molto triste, ma ancora una volta la cosa peggiore è che è vera e che ci sono tanti Rashid che vengono rapiti o comunque convinti con promesse o minacce ad arruolarsi tra i Talebani e a compiere attentati. Devo ammettere che sono rimasta più colpita dal fatto che gli stessi soldati che dovrebbero aiutare questi ragazzini in realtà spesso li picchiano e li maltrattano, ma probabilmente anche questo è frutto di un ambiente marcio, avvelenato dalla guerra e dall'odio e forse questi stessi soldati, se fossero a casa con le loro famiglie, inorridirebbero al solo pensare di torturare dei ragazzini. Rashid, comunque, ha avuto la fortuna di trovare persone coraggiose e generose come Gwen, che lo coccola e lo rassicura come se fosse il suo fratellino, e Christian che è disposto ad andare in mezzo ai Talebani in abiti civili pur di scoprire quali sono i loro piani. Dolcissimo il colloquio telefonico di Christian con la sua famiglia, penso che questa parte ci sia stata molto bene e non solo per stemperare la drammaticità del capitolo, ma anche perché Christian, in realtà, sta andando a compiere una missione pericolosissima, quasi suicida e per quanto ne sa potrebbe essere l'ultima volta che riesce a parlare con sua moglie e la sua bambina. Sono comunque stata contenta che Christian sia stato onesto con Katherine e le abbia detto tutto della missione che sta per compiere, non sarebbe stato giusto mentirle e del resto lei dimostra come sempre di essere forte e determinata, sono sicura che buona parte della forza d'animo di Christian gli venga dalla sicurezza che Katherine è a casa, lo aspetta e approva tutto ciò che sta facendo per aiutare la gente. E come sempre resto ammirata davanti a Katherine, che sicuramente è terrorizzata all'idea di perdere il marito, lo vede sciupato, stravolto e sa che si infiltrerà tra i Talebani, eppure davanti a lui non mostra la minima esitazione, sa di dovergli dare tutta la forza che ha, che deve farsi vedere fiduciosa e ottimista perché anche lui possa esserlo e per non crollare davanti ad Alisia. E' una donna di un coraggio unico, veramente un personaggio meraviglioso che ammiro sempre di più!
Intanto Samuel e Maryam si stanno occupando di Karim e, nel frattempo, Samuel cerca di allacciare un rapporto più amichevole con la ragazza, le chiede di parlargli di sé, della sua vita... ma Maryam non se la sente di trasgredire le regole del suo Paese e della sua religione, sa che se venissero scoperti anche Samuel rischierebbe la vita. Anche Maryam mostra molto coraggio e sarebbe bello se potesse trovare una sua strada nella vita, non condizionata dalle leggi terribili dei Talebani...
Insomma, ancora una volta sei riuscita a scrivere un capitolo bellissimo, pieno di spunti di riflessione, di momenti intensi e commoventi, di dramma ma anche di amore e di coraggio. Una storia bellissima e sicuramente difficilissima da scrivere, che tu affronti con delicatezza e sensibilità anche nei temi più scabrosi. Ti rinnovo i miei complimenti e spero di proseguire al più presto con la lettura.
Un grande abbraccio!
Abby |