Recensioni per
Nei Silenzi
di Francine
Visto il soggetto che la signora armatura che rappresenta il segno del can |
Grazie. |
Fermi tutti! Cosa vedono i miei occhietti miopi?! E tu me lo avevi anche detto che c’era carne al fuoco, ma io sono rimbambitissima e mica avevo immaginato che la prima portata fosse già servita. Nossignora. Ci avevo sperato, certo, un pochettino di nascosto finanche alla coscienza. E chissà che che non sia stata proprio quella timida speranza a farmi passare di qua stasera in una pausina dallo strazio metafisico, premiandomi per le mie centocinquanta striminzite parole che quasi coronano i (non così) buoni propositi della giornata. Giornata che tu sei proprio determinata a risollevarmi – ti invio gratitudine infinita assieme ad un paio di bottiglie quasi decenti di champagne, cortesia dell’enoteca francese vicino casa, a sciacquar via la barbera dei giorni scorsi. Tu sai che amo la ferraglia, il punto di vista della ferraglia, la personalità e la vita – neanche troppo nascosta – che questa ferraglia ha in relazione al cavalier servente che va a rivestire, certo, ma anche – e forse soprattutto – indipendentemente, in una dimensione autonoma, altra, ché il cavalier servente di turno prima o poi tirerà le cuoia, ma la ferraglia resta. E se c’è qualcuno tra i dodici beniamini ad avere una relazione seria e canonica con la propria ferraglia, beh, quello è Mask. Perché Cancer lo pianta in asso di punto in bianco, lo molla nel momento del bisogno. Non si può neppure darle del tutto torto – e lo dico con tutto l’ammore per Mask ed il suo senso dell’arredamento d’interni. Anche nel caso Maskuzzo non sia tipo da indugiare per più di mezzo secondo nel non sum dignus di dovere, quello glielo attribuiscono senza lesinare i salvati – sempre facile sputare sentenze, tutte di condanna, sui sommersi – ed il lettore o spettatore benpensante di turno. E magari ci sarà anche un profondo senso morale, nell’abbandono di Cancer; forse è la giusta punizione per il senso del dovere e della devozione alla causa venuti a mancare. O forse è anche un po’ di sacrosanta ripicca per l’ostinata sordità di questo disgraziato ai suoi silenzi. Perché similis cum similibus ed asinus asinum fricat – e non è che ci sia molto più fricat di contatto di anni ed anni, pelle a pelle. |
Entro in Efp, dopo mesi di latitanza. Una lontananza che va ad ondate, legata a impressioni, emozioni... Entro con l'atteggiamento annoiato di chi legge titoli e nomi con lo sguardo vitreo, privo d'interesse. Poi il tuo nome, il titolo, il personaggio. Ci hanno detto che le armature sono vive, ma non ci hanno mai spiegato come esse parlano. Forse attraverso le azioni o le sensazioni. Deathmask ha un dialogo intenso con la sua armatura, tanto da ricevere da lei un netto rifiuto, un "Non ti voglio più" quasi fosse un'amante capricciosa. Benritrovata e spero a presto. :* |