Valutazione del contest "Tra il Dove e il Quando - Flashfic Original Contest"
7^ CLASSIFICATA (parimerito)
Alba
di Spettro94
-Stile: 8/10
Lo stile con cui è scritta questa Flash nel complesso mi è piaciuto e ne ho apprezzato la ricercatezza. Ho percepito immagini vivide e forti. C’è un non so che di poetico nel come ci racconti questo momento, sia nelle scelte lessicali, sia nelle costruzioni delle frasi.
Ci sono solo due questini che mi sento di farti notare.
Uno è che nel testo sono presenti una serie di espressioni che, secondo me, cercano di tirare la storia verso uno stile aulico che però, per come l’ho percepita io, si scosta un po’ dall’ambientazione urbana del racconto. Cioè, non c’è niente di male nel voler usare un lessico alto, però, per me, questa scelta deve essere giustificata dal contesto e/o dal punto di vista. In questo racconto il contesto è urbano e temporalmente vicino al nostro presente (abbiamo infatti insegne al neon, banconi sbeccati, cellulari ecc ) e il punto di vista è quello di un ragazzo di un età non specificata, ma io l’ho percepito giovane. Da questo la cosa su cui io avrei fatto più attenzione è il linguaggio con cui viene espresso l’immaginario di Mikke.
Mi riferisco a espressioni come “algido”, “forte fu il ruggito”, “avulso” , “una pia dama”, “immoto”, “celanti ciò”, “caro compagno” e altre che, un po’ per l’inversione tra soggetto e complemento, un po’ per la scelta di un lessico poco comune, mi hanno lasciata un attimo perplessa: un ragazzo contemporaneo pensa utilizzando questi termini? Non dico di no, e non dico che il filtro del narratore non possa giustificare il loro utilizzo, però ecco nel caso specifico di questa storia non mi sono sembrati particolarmente calzanti per trascrivere l’immaginazione di Mikke. (Ci tengo a dire che questa parte sta nella sezione Stile perché è appunto il “come mostrare quello che Mikke pensa” e hanno poco a che vedere con la caratterizzazione di Mikke di cui parlo dopo). In generale, senza togliere la ricercatezza lessicale di cui fai uso, avrei visto più appropriato l’uso di espressioni e costrutti più coerenti con il contesto.
E due ti segnalo che ci sono due o tre frasi a cui secondo me manca un complemento, te le riporto di seguito:
“Granelli di polvere galleggiavano rimandando la sensazione che il tempo fosse sospeso”→ galleggiavano dove? “nell’aria” immagino, e secondo me non è scontato per una comprensione davvero chiara della frase.
“Anche quel mattino lo osservò sorseggiare da una tazzina fumante” → sorseggiare cosa? “il caffè” suppongo.
“ Gli bastò ripulire la sedia dal nevischio e gettare un telone prima di sedersi e attendere” → gettare dove? “sopra la sedia” immagino, ma anche qui come prima l’omissione del complemento rende un pochino confusa la comprensione e mi ha fatta soffermare un attimo a rileggere la frase.
In generale queste omissioni rendono, al mio orecchio, le frasi un po’ monche. Forse è stato per il limite di parole o forse per evitare ripetizioni, però ecco personalmente avrei esplicitato i vari complementi in modo da dare un maggior senso di completezza ai periodi.
Per il resto ho trovato tutta la descrizione dell’alba e dei sentimenti di Mikke veramente ben espressi. Il tuo stile è ricco e preciso. Mi sono piaciute in particolare le similitudini tra i tavoli e i bambini e tra la piazza e il balcone senza ringhiera, veramente originali. La storia ha un ritmo quasi teatrale: inizia lenta, e poi man mano che si va avanti, si fa sempre più incalzante. Intervalli fasi più complesse con altre più brevi che donano alla narrazione un andatura che accompagna nella lettura in modo da far crescere l’attesa dell’alba nel lettore insieme a Mikke.
Il lessico è vario, ampio e (a parte quelle espressioni di cui ho parlato sopra) mi è sembrato molto calzante e adatto alla situazione di attesa, stupore e meraviglia che ci racconti.
-Trama e personaggi: 8/10
Mikke è un sognatore, un ragazzo dall’animo gentile la cui caratterizzazione mi è arrivata chiara e forte. La lunga metafora che Mikke fa tra l’alba e una dama tra se ed un cavaliere mi è sembrata molto romantica e richiama il suo lato ancora bambino, forse, la sua voglia di vedere il modo ancora con gli occhi profondi dei poeti. Non sappiamo che tipo di artista sia Mikke (citi la poesia la prova la pittura e la scultura) forse definirlo avrebbe aiutato a dargli una maggiore identità? Mikke è innamorato dell’alba, è innamorato della vita che inizia a e ci trasmette questo suo amore e questa sua meraviglia molto bene. La sua visione del mondo è fiabesca, magica e porta con se un sentimento dirompente dell’affetto verso la sua musa ispiratrice. Forse sarebbe bastato qualche piccolo dettaglio in più su Mikke, magari in mezzo alle descrizioni o alle sue riflessioni, qualche dettaglio della sua vita personale, che lo avrebbe reso sicuramente più “unico”. Mikke infatti a me è arrivato come un sognatore romantico (e mattiniero), ma forse è rimasto un po’ vago e sarebbe stato bello scorgere nella flash qualche dettaglio più specifico.
La parte di trama forse è un po’ carente, ma non posso dire che sia fatta male. Ci racconti di un mattino, un mattino qualunque in un freddo inverno qualunque, un mattino silenzioso che però al sorgere del sole diventa vivo. L’alba colora il mondo e la vita a gli occhi del protagonista, lo riempe di gioia e gli da forza. Non è originalissima come situazione, penso che possiamo ammetterlo, però l’ho trovata coinvolgente e funzionale alla storia.
-Uso del Quando: 9/10
Quando sorge il sole.
Se volessi essere proprio pignola dovrei dire che “alba” e “sorgere del sole” sono due cose leggermente diverse: l’alba infatti è il momento che precede il sorgere del sole. L’alba è il crepuscolo, quando il sole ancora non si vede, quando il cielo inizia ad imbiancarsi. Il sorgere del sole è invece quando il sole comincia ad affacciarsi nel cielo...
Ma non voglio essere pignola, perché comunemente le due cose sono usate, nel parlato comune, come sinonimi (e perché nemmeno io prima di questo contest sapevo la differenza).
L’alba è personificata, sia nei sentimenti e nel rapporto che Mikke ha con lei, sia nella vera e propria descrizione presente nel testo.
Come abbiamo già ripetuto più volte Mikke considera l’alba come la sua musa, la saluta ed è felice di incontrarla proprio come lo sarebbe se lei fosse davvero una sua amica. È personificata nelle azioni: è una dama che cavalca l’orizzonte, che arriva e accarezza il mondo con le sue dita fatte di luce e calore, arriva in punta di piedi a svegliare la città. Mikke si vede come un cavaliere pronto a seguirla e amarla.
L’alba avvolge tutto e avvolge anche Mikke, non sono fisicamente, ma anche nei pensieri e nelle emozioni. Il paragone fiabesco, epico quasi, cavalleresco è bene reso. L’alba è una dama cortese, di quelle di cui si legge in certe poesie medioevali. Una dama lontana a cui giurare fedeltà.
L’unico motivo per cui non mi sento di dare un il punteggio pieno in questa sezione è proprio questo perché, nonostante sia stata una descrizione resa bene, l’ho trovata un pochino “piatta” come idea. Di quante dame e principesse bellissime e perfette abbiamo già sentito parlare? Quanti baldi cavalieri hanno giurato amore eterno a donne irraggiungibili? Personalmente tantissimi. E nonostante questo tuo racconto sia ben riuscito, sarebbe stato, secondo me, ancora meglio se avessi dato un tocco più personale al rapporto tra Mikke e l’alba, qualche accenno al loro personale connubio, così da sottolineare l’unicità. Non so se mi spiego, spero di si :-)
Tot: 25/30
Questa storia vince il premio SpecialQuando:
Ho deciso di assegnare a questo racconto il premio speciale per la categoria Quando? Perché ho apprezzato particolarmente l’atmosfera avvolgente che questo racconto è riuscito a ricreare. L’ambientazione emerge chiara e decisa in ogni riga e la sua forza mi ha convinta molto. |